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Autore: FREE_AS_A_WOLF    15/10/2015    0 recensioni
Si può credere che dopo tanto male arrivi del bene?? e si può credere che dopo aver assaporato il bene si ritorni al male??
Una scrittrice racconta la sua adolescenza rivivendola
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Rimango lì, fermo immobile ad osservare Manuel, anche lui mi sta fissando, per un breve attimo sento il mio viso arrossare. IO: Ehm... Ciao MANUEL: Ciao.... tutto bene IO: Si si tutto bene MANUEL: Ah.... ehm.... ti abbiamo sentito urlare IO: Si...ecco piccoli dissapori con mia madre scusate tanto MANUEL: No non ti preoccupare succede... allora io vado IO: Perché sei vestito cosi bene?? se posso sapere ovviamente Lui sorride e il suo viso s'illumina ed è semplicemente stupendo MANUEL: Ho un appuntamento con dei collaboratori di mio padre IO: Ah.... capisco allora non ti lascio MANUEL: Ok va bene se hai bisogno chiamami pure Io annuisco e lui sorride e se ne va, io lo guardo andare via. Appena Manuel scompare io rientro in casa e quel dolore se né andato, non sento più la necessità di toccarmi i polsi e di tagliare la mia carne. Prendo un bel respiro e mi sdraio sul divano e comincio a guardare la televisione. La serata passa velocemente ed arriva il tempo di andare a dormire e appena poggio la testa sul cuscino mi addormento in un profondo sonno. Il mattino arriva velocemente e la sveglia suona tagliano in due il profondo silenzio. Dopo un paio di minuti sono già vestita e mi dirigo velocemente alla cucina, per abitudine lancio un'occhiata sfuggente al salotto e noto mia madre sdraiata sul divano che russa, non ci faccio molto caso e vado in cucina. Dopo aver fatto colazione vado al piano superiore per finire di prepararmi ma sento qualcuno che bussa alla porta, sto per andare ad aprire ma mia madre arriva prima e io rimango ferma sulle scale. MIA MADRE: Salve VOCE: Salve sono venuto a prendere Cristel Quella voce è forte sicura di se anche se l'ho conosco solo da un giorno capisco chi è Manuel MIA MADRE: Mia figlia si sta preparando e sentiamo tu chi sei?? MANUEL: Mi chiamo Manuel Millle, sono il nuovo vicino di casa e sono un compagno di classe di Cristel. Nonostante mia madre abbia usato un modo brusco di parlare Manuel è rimasto impassibile la sua voce rimane è calma come se niente potesse toccarlo. Io mi fiondo giù per le scale con lo zaino e intervengo. IO: Mamma io vado a scuola ci vediamo oggi pomeriggio va bene?? Mia madre mi squadra, so cosa vuole dire ma la batto sul tempo IO: La colazione è sul tavolo e il frigo è pieno quindi non devi fare la spesa, le pulizie non sono necessarie le faremo poi nel fine settimana... Ma ora vado Dopo aver dato un bacio sulla guancia a mia madre spingo Manuel via, lui si lascia trascinare mentre mi squadra. MANUEL: Perché mi hai spinto via?? Io e tua madre stavamo solo parlando Io lo lascio andare e ci dirigiamo verso la macchina che si trova fuori dal cancello IO: Mia madre avrebbe fatto una sceneggiata e non ne avevo assolutamente voglia Manuel entra in macchina e anche io entro MANUEL: Va bene, ma mi sembra che tu abbia esagerato....comunque avete chiarito?? Io sgrano gli occhi e poi sposto lo sguardo fuori dal finestrino IO: Si si abbiamo chiarito te l ho detto classiche litigate tra madre e figlia Sorrido falsamente e lui fa finta di crederci anche se so che non ci crede. Passiamo il resto del viaggio a spettegolare sui professori e compagni. Arrivati a scuola scendiamo e tutta la gente ci fissa, noto le “Regine” sedute sul muretto della scuola, anche loro ci fissano con aria abbastanza arrabbiata ma né io né Manuel gli diamo molta corda. Anche la seconda mattinata di scuola passa veloce, Manuel ha conosciuto dei nuovi ragazzi ma continua a stare insieme a me non so forse gli faccio pena. Arriva l'ora di pranzo e ci dirigiamo verso la mensa, i tavolini sono tutti occupati e io e Manuel ci guardiamo intorno ma non vediamo nessun posto libero fin quando Manuel mi prende per un braccio e mi trascina verso un tavolo occupato da tre ragazzi lì ho già visti ma infondo credo che sia normale la scuola non è poi così grande. Manuel si siede al loro tavolo e subito cominciano a parlare tra di loro, io un po' restia mi siedo e senza dire una parola comincio a mangiare ed a osservare Manuel nonostante questo sia il secondo giorno che è qui ha già conosciuto molta gente. MANUEL: Scusa non vi ho presentati Cristel loro sono Miky, Ste e Giò frequentano il nostro corso con il professori William Ecco dove lì avevo già visti. Sollevo il viso dal vassoio e rivolgo un sorriso hai tre ragazzi IO: Ciao, come ha detto Manuel mi chiamo Cristel Amadeo I tre ragazzi si guardano e poi rivolgono di nuovo lo sguardo verso di me. Un ragazzo con i capelli neri e con gli occhiali.... prende la parola: RAGAZZO: Ciao Cristel io mi chiamo Stefano ma puoi chiamarmi anche Ste, lo invece sono Michele detto Miky e Gioele detto Giò Stefano indica i due ragazzi davanti a lui. Michele è un ragazzo abbastanza carino ha i capelli biondi, invece, Gioele ha i capelli rossi è ha un neo proprio in mezzo alla fronte. IO: Piacere di conoscervi Il resto del pranzo lo passiamo a chiacchierare, in realtà sono gli altri che parlano io me ne resto un po' sulle mie limitandomi a sorridere e a risponde quando mi fanno delle domane. La campanella suona e io e Manuel ci alziamo, ora dobbiamo andare a lezione di scrittura e letteratura con il professor. William e sono molto felice. MICHELE: Cristel posso farti una domanda un po indiscreta? IO: Certo dimmi pure MICHELE: Ecco vedi mio padre è il capo della polizia di questa zona e anche mio fratello è un poliziotto e tutti in paese sanno di una donna che abita sulla collina che beh ecco non so come chiederlo.... In quel momento il mondo si sgretola, vedo Manuel che mi guarda con un'espressione accigliata e vedo degli altri gli occhi di chi giudica, vorrei scappare, correre il più lontano possibile da quell'umiliazione. Invece l'unica cosa che riesco a fare è sorridere: IO:Vuoi sapere se quella donna che si prostituisce e si droga è mia madre??? Si lei è mia madre ci sono problemi?? Mentre parlo guardo dritto negli occhi di Michele e poi guardo gli altri sconvolti da quello che ho detto l'unica cosa che riesco fare e abbassare il viso come sconfitta e poi mi dirigo verso l'aula senza fiatare. Dopo poco che sono arrivata in aula vedo Manuel, Stefano, Michele e Gioele entrano in classe e mi guardano, io faccio finta di niente e comincio a scrivere. Solo quando il professore è entrato noto che Manuel si è seduto alla mia sinistra mentre Stefano è alla mia destra e noto che Michele è davanti a me e Gioele dietro. Non faccio molto caso alla lezione, mi concentro solo su quello che sto scrivendo è il tempo passa velocissimo. Quando sento la campanella suonare senza farlo apposta tiro un respiro di solivo. Prendo velocemente le mie cose e mi dirigo verso la porta dove tutti si stanno ammassando per uscire. PROFESSORE WILLIAM: Signorina Amadeo può farmi vedere quello che ha fatto durante la lezione?? Mi giro verso il professore e lo fisso scrutando il suo viso, non sembra arrabbiato, quindi decido di consegnarli il foglio, in classe siamo rimasti solo io Manuel, Stefano, Michele e Gioele. Il professore prendo il foglio in mano e dopo un colpo di tosse comincia a leggere ad alta voce: “Chiudo gli occhi e come per magia mi ritrovo in un posto tutto bianco, il terreno è coperto di bellissime rose bianche, anche io sono bianca osservo le mie ali bianche distese lungo l'aria, mi sento in pace, qui nessuno mi giudica, nessuno sa chi sono, questo perché qui ci sono solo io, in questo magnifico prato bianco ci sono solo io. Cammino lungo le rose bianche fin quando una figura nera compare è lontana da me ma senta la sua aura malvagia, mi giro per andarmene ma ecco lì che ne compare un'altra, mi giro in ogni direzione ma ormai sono circondata da quelle figure nere. Sento una goccia cadere sul mio viso, mi porto una mano al viso per asciugarmi ma noto che quella non è acqua, quello è sangue, prima che me né accorga comincia piovere sangue, quelle bellissime rose bianche diventano rosse e anche io divento rossa la disperazione invade il mio corpo, mi accascio al suolo e cerco di coprirmi ma ormai la mia pelle è rossa, le miei ali sono del color del sangue e una nuova consapevolezza invade il mio corpo, io non sono e non sarò mai bianca il mio colore è il rosso. Mi alzo e con passo deciso cammino lungo il prato si sangue... Io da oggi vivrò. Storia di un angelo maledetto” Il silenzio cala sulla stanza, (di certo quando ho scritto questo breve racconto non pensavo che ne sarebbe diventato uno dei libri più famosi), nessuno muove un dito fin quando il professore alza lo sguardo su di me. PROF.WILLIAM: Cristel che cos'è questo?? Guardo il professore e non so cosa rispondere non so neanche se quello che ho scritto sia almeno decente l'unica cosa che faccio e alzare le spalle e osservare il professore. Dopo qualche secondo il professore prende la sua agenda e sfoglia le pagine per poi fermarsi e osservare bene la pagina. PROF.WILLIAM: Molto bene Cristel dalla prossima settimana tu avrai con compito in più, scrivere dei racconti centrati con quello che hai scritto qui. Il professore mi guarda con aria famelica, dove vuole arrivare?? Non vorrà mica che scriva un libro? Io non sono brava a scrivere, scrivo soltanto quando mi sento giù di morale o felicissima, sono cose mie personali. IO: Ma professore io non so scrivere bene e poi scrivo soltanto quando ho voglia non riesco a farlo per forza. PROF.WILLIAM: Appunto per questo ti do l'intera settimana puoi portarmelo quando vuoi anche la domenica mattina a casa mia... per me non c'è problema IO: Tanto con lei non posso discutere vero??? Il professore mi guarda con aria divertita e io prendo il foglio e me ne vado sbuffando. Arrivata al cortile vedo che ormai non c'è nessuno tutti sono andati a casa tranne Manuel e gli altri tre. MICHELE: Cristel.... scusa mi sono comportato da vero cretino e che mi hai spiazzato con quella frase solitamente uno tende a nascondere certe cose quando riguardano la famiglia. IO: Tranquillo non sono arrabbiata con te, scusa se me ne sono andata così di corsa e che le lezioni del prof. William, come credo abbiate notato, mi piacciono molto. GABRIELE: Si abbiamo notato e direi che scrivi molto bene come fai? Io sorrido sentendomi fare un complimento, nella mia vita non ne ricevo molti. IO: Non so le parole mi vengono automatiche sulla carta riesco ad esprimere quello che a parole non riesco. Passiamo qualche minuto a ridere e scherzare, anche se lì ho appena conosciuti mi è piaciuto stare con loro e parlare. Dopo aver salutato “GLI ALTRI TRE” , Manuel mi riaccompagna a casa in macchina, credo che mi abiterò presto a questo nostro rituale. Arrivati d'avanti al portone di casa mia scendo dalla macchina salutando Manuel e mi dirigo a casa con un senso di felicità che però sparisce appena entro in casa, degli uomini e delle donne girano nudi o semi nudi per casa mia, sono tutti ubriachi e quasi sicuramente anche drogati. Mi muovo per il salotto cercando mia madre e la vedo sdraiata sul divano che si sta per farsi, io mi metto d'avanti a lei e gli prendo la siringa. MAMMA: Brutta troia che non sei altro ridamela sei una bambina non puoi giocare con quella roba Mia madre urla facendo girare tutti quanti che ci guardano con quei sguardi vuoti e completamente fatti. IO: L' ho avevi promesso che non avresti mai portato questa roba o i tuoi amici qui a casa. Lo hai promesso a me e ai tuoi genitori Non so perché ma mi vengono le lacrime agli occhi e vorrei urlare ma cerco di tenere il tono più composto possibile MAMMA: Stai zitta brutta troia e ridamela non me ne frega niente di te e e insegno una cosa le persone mentono soprattutto quando si vedono portare via tutto da un essere che ti sta rovinando la vita e ti dico una cosa per me quell'essere sei tu. Nella mia mente mi ripeto che non è mia madre che sta parlando ma la droga... no lei non può odiarmi veramente..... Ma il quel preciso istante un pensiero invade la mia testa, mi dice che sono io la stupida che mi illudo che lei mi possa volere anche un minimo bene e in quel momento le immagini si fanno più sfocate e mi sento bagnata sul volto... sto piangendo.... come da lontano sento una voce che mi prende in giro e tutti che scoppiano a ridere, io, invece, continuo a piangere e con un gesto involontario lancio la siringa nel camino acceso dietro di me. Tutti i presenti compresa mia madre si buttano a terra vicino al camino e cominciano a insultarmi. Io corro su per le scale e mi chiudo in camera mia, chiusa a chiave mi accascio per terra contro la porta e comincio a piangere senza fermarmi fin che qualcosa non cattura la mia attenzione.... le forbici... Le forbici che i trovano sopra alla cassettiera sembra che mi chiamino e io singhiozzando mi alzo e le raggiungo. Osservo bene le forbici e passo un dito sulla lama, la prendo in mano e senza tagliarmi la passo sul polso e una sensazione eccitata vibra nel mio corpo, mi accascio a terra e ora la passo sul polso tagliandomi, osservo il sangue uscire e de come se tutti i miei problemi se ne vanno. Dopo poco prendo una garza e comincio a bloccare l'emorragia che dopo poco si blocca. Osservo la ferita sporca poi passo lo sguardo sulle forbirci sporche di sangue, la mia mente è vuota. Dopo minuti, ore che per me sembrano secondi mi alzo e mi dirigo verso il bagno , prendo le garze per poi coprire la ferita, mi osservo allo specchio e l'unica cosa che vedo è solo un essere dai capelli neri che è nata per rovinare la vita alla gente. Si infondo mia madre ha ragione io non sono nessuno e mai nessuno mi vorrà. Una sensazione invade il mio corpo è come un bisogno, corro in camera prendendo il cellulare e scrivo un messaggio: DA: Cristel Per: Manuel Testo: Ciao.... Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi aspettando la risposta che dopo poco arriva : DA: Manuel Per: Criestel Testo: Cos'è successo? Stai bene? Sorrido, non so perché ma mi piace sentirmi così non so ma lui mi fa sentire così DA: Cristel Per: Manuel Testo: Voglio uscire di casa tu sei libero? DA: Manuel Per: Cristel Testo: Io sono in città ma se riesci a resistere arrivo tra meno di un'ora, Scusa DA: Cristel Per: Manuel Testo: Si non ti preoccupare, scusa se ti ho disturbato DA: Manuel Per: Cristel Testo: Non rompere i coglioni Cristel, tra mezz'ora sarò lì Sorrido e lancio il cellulare nel letto e io rimango lì osservare il soffitto fin quando non sento lo squillare di un clacson e capisco che è Manuel, mi metto una maglietta a maniche lunghe nera per coprire la garza e scendo giù di corsa, prima di uscire guardo il soggiorno e vede che mia madre e i suoi amici sono ancora lì alcuni dormi mentre altri beh... sono troppo impegnati per accorgersi di me, quindi ancora più convinta esco di casa e mi dirigo verso la macchina nera. Manuel è lì appoggiato alla macchina è vestito straordinariamente bene.
   
 
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