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Autore: Kiri94    15/10/2015    1 recensioni
Questa è una raccolta di tutti i capitoli speciali basati sulla fanfiction "Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini": ogni capitolo speciale, sia essa una Missing Moment della serie principale di Katekyo Hitman Reborn! o un episodio speciale della Fanfiction stessa, verranno tutti raccolti qui. Buona lettura!
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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Capitolo speciale ambientato circa 8 mesi dopo la fine del capitolo 409, ovvero la conclusione del manga canonico di Akira Amano. Tale Special è quindi da considerarsi un PREQUEL della Fanfiction stessa! Inoltre, ci tengo a precisare che la storia che vi apprestate a leggere è un remake fatto negli ultimi giorni della mia prima oneshot in assoluto, datata 07/08/2011: spero sia di vostro gradimento! Per ulteriori informazioni, contattatemi via MP!
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La notte era appena discesa sulle rovine di Kokuyo Land: eppure, una luce illuminava una finestra in quelle rovine fatiscenti.
Nonostante il degrado in cui vessava, infatti, Kokuyo Land era abitata da un gruppo di teppisti autodefinitosi "Kokuyo Gang": il silenzio notturno era interrotto proprio dalle loro voci, segno che si apprestavano a passare una normale e rilassante serata in compagnia, come d'abitudine. Oppure no?
Un esaltato Ken sedeva davanti allo schermo della modesta TV che Mukuro aveva donato al gruppo, urlando esaltato davanti alla schermata un videogame sparatutto che girava su una famosa consolle – Hey, bastardo d'un quattrocchi, è inutile che fuggi come un gattino spaventato, fatti ammazzare, byon! – esclamò sfoggiando un'espressione simile a quella di un cane con il suo giocattolo preferito rivolgendosi ad un Chikusa che si stava mentalmente maledicendo per aver accettato di giocare con lui in multiplayer: mantenendo la sua usuale freddezza si risistemò gli occhiali replicando con tono apatico – Non ti esaltare, Ken, è soltanto un gioc- – ma, come prevedibile, venne bruscamente interrotto dall'irritata voce di Ken, che esclamò – Lo so che è solo un fottutissimo gioco, byon! Ma questo non m'impedirà di aprirti in due il cul- – ma, imprevedibilmente, fu a sua volta fu interrotto dalla voce di M.M. – Bah, taci, inutile animale! Sei rumoroso, i tuo latrati mi stanno distraendo! Così finirò per mettermi male lo smalto... – disse irritata senza distogliere lo sguardo dalla sua mano sinistra, dove stava spalmando uno smalto rosa sulle sue unghie con l'ausilio un piccolo pennellino.
Ken, già innervosito dai ripetuti tentativi falliti di fare la pelle al personaggio di Chikusa, non tollerò né la provocazione né il tono stizzito da principessina viziata con cui gli era stata rivolta: fregandosene beatamente del gioco che fino a pochi istanti prima era parso essere la sua unica ragione di vita, si girò verso la ragazza dai capelli rossi e, preso fiato, sbraitò – Chiudi quell'apertura sul tuo orrendo muso, inutile avida sanguisuga! Non me ne può importare di meno di quelle tue schifose unghie, byon! – per poi voltarsi tornando nuovamente il solito esaltato di sempre... accorgendosi con orrore che Chikusa non si era affatto fermato come aveva dato per scontato, massacrando il suo personaggio privo di giocatore a controllarlo senza pietà.
Con sguardo omicida si girò verso il compagno, a cui si notava un evidente brillio di soddisfazione da dietro gli occhiali, mentre una sconvolta M.M. si riprendeva dallo shock dell'inaspettato insulto di poco prima e si apprestava a dirgliene quattro, forse anche cinque: Ken non ebbe nemmeno in tempo a insultare il "fanatico degli yoyo" con tutto il suo vasto repertorio di insulti che la furia esplosiva di M.M. lo travolse come un fiume in piena – COME OSI PARLARMI COSI', ORRIBILE BESTIACCIA PULCIOSA! NON ALZARE TROPPO LA CRESTA SOLO PERCHE' MUKURO-CHAN E' STATO COSI' IMPIETOSITO DALLA TUA FACCIA ROGNOSA DA DARTI UNA CUCCIA, E' STATO FIN TROPPO BUONO A NON ABBANDONARE IN AUTOSTRADA UNA BESTIACCIA ROMPISCATOLE COME TE!! – urlò tutta d'un fiato, ansimando sfinita fermandosi a prendere fiato non appena ebbe concluso.
Ken, prevedibilmente, non riuscì a mantenere la calma: si alzò di scatto in direzione di M.M., mentre una vena nella sua testa iniziava a pulsare violentemente quasi fosse un ordigno nucleare in procinto di esplodere.
Fiutando odore di guai, Chikusa si alzò con nonchalance dirigendosi fuori dalla stanza, mani in tasca, affrettando il passo per allontanarsi il prima possibile dai due litiganti: saggia decisione, poiché nell'aria iniziavano a sprigionarsi vere e proprie scintille dagli occhi dei due contendenti.
Ken, preso fiato, urlò a pieni polmoni – Tu! Parassita vanitoso, zecca avida! Mi dai dell'animale, ma alla fine tra i due sei tu la cagna che segue Mukuro ovunque vada,byon! Cos'è, a quelle della tua specie piacciono i croccantini ripieni di crema all'ananas? – sfoderando in aggiunta alla provocazione un sorriso di sfida, osservando con estremo piacere la faccia di M.M. deformarsi, troppo furiosa e indignata per riuscire ad aprire bocca, passandosi lentamente la lingua sulle labbra come farebbe un predatore ormai certo della sua vittoria sulla preda: decidendo di non perdere altro tempo, optò per un ultimo, feroce colpo di grazia – Non è forse così,troiet... – ma non riuscì mai a finire la frase: aveva superato il limite.
M.M. mollò un rovescio direttamente sulla faccia di Ken, che volò via travolgendo la TV, ancora ferma sulla schermata del videogioco, trascinandola con sé nel volo e abbattendo la parete destra della stanza come fosse di cartapesta, sollevando una grossa nube di polvere all'impatto mentre M.M. ansimava per la rabbia, immobile con ancora il pugno proteso.
In quel momento, attirata dal forte rumore, entrò un'ansiosa Chrome che, attirata dal baccano causato dai due litiganti, aveva deciso di andare a controllare.
Non appena ebbe messo piede nella stanza, tuttavia, le sfuggì un lieve gemito di sorpresa: la stanza era stata completamente devastata!
Dove fino a pochi istanti prima c'era una TV (un vecchio modello, ma quello che importava a tutti, sopratutto a Ken, era che fosse a colori e compatibile con la consolle) ora c'era un groviglio informe di cavi elettrici che sprizzavano scintille nella zona circostante... non che il resto fosse messo meglio.
Chrome girò lentamente lo sguardo,con espressione terrificata, guardando pezzi di calcinaccio cadere giù da un soffitto già di per sé instabile e (si portò le mani alla bocca dalla sorpresa) un buco nel muro talmente grande che un uomo comune avrebbe potuto comodamente starci dentro sdraiato in orizzontale.
Cercando la causa di quello sfacelo, intravide con la coda dell'occhio una furiosa M.M. al centro della stanza, che abbassò lentamente il pugno per poi sfoderare un sorriso: gliel'aveva fatta pagare, a quella bestiaccia insulsa!
Chrome iniziò a sudare freddo: sapeva bene, per esperienza, che quando M.M. era in quello stato non era prudente stare nel suo raggio d'azione, almeno finché non avesse visto il suo "Mukuro-chan": per qualche ragione a lei ignota, quest'ultimo pensiero le causò una stretta allo stomaco non meglio identificata.
In ogni caso, pensò, quello era l'unico modo per far calmare M.M. ed evitare altre tragedie: fu così, che con riluttanza, Chrome girò i tacchi con estrema cautela e si rifugiò in cucina, ansimando dalla paura di essere la prossima vittima della ragazza, e barricò la porta.
Dopodiché ,sospirando di sollievo, alzò lentamente lo sguardo e... il suo cuore saltò un battito nel vedere un inedito Mukuro indossante un grembiule da cucina mentre affettava un ananas canticchiando allegramente.
Chrome inarcò leggermente le sopracciglia per metterlo meglio a fuoco, incredula: no,quello non poteva essere Mukuro, non riusciva a crederci.
Indubbiamente era caduta vittima di una strana illusione, senza alcun dubbio.
Eppure, era abbastanza esperta di illusioni da riuscire a distinguerle dalla realtà, e quello che aveva davanti era senza ombra di dubbio il vero Rokudo Mukuro, in carne, ossa, grembiule ed armato di coltellaccio per affettare i frutti dalla scorza dura.
Chrome restò a guardarlo in silenzio con espressione indescrivibile dipinta in faccia: era come se allo stesso tempo si stesse trattenendo dal ridere e stesse cercando di trovare un senso a quell'imbarazzante scenetta, il tutto con lo sguardo di una persona che vede improvvisamente realizzato il suo sogno erotico per eccellenza.
Fischiettando e ridacchiando, Mukuro incrociò lo sguardo divertito/sconvolto/eccitato di Chrome, ed impallidì all'istante, colorandosi di un rossore in viso decisamente non da lui.
In un improvvisato tentativo di salvare la sua reputazione, la guardò con la bocca stranamente storta, in un evidente tentativo fallito di sfoderare uno dei suoi sorrisi capaci di gelarti il sangue nelle vene di chi li vede.
Chrome, ancora combattuta dai tre sentimenti discordanti, finì infine con il cadere vittima per l'emozione prevalente: la perversione.
Guardandolo con un sorrisetto malizioso che il suo volto non aveva mai conosciuto prima, mormorò con il suo consueto tono timido – M-mukuro-sama, sa che... – prese a giocherellare con le dita, arrossendo in maniera spaventosa – E' m-molto carino...con quel grembiule? – realizzando subito dopo quel che aveva detto, girandosi di scatto e precipitandosi fuori dalla stanza con il volto rosso come un metallo incandescente.
Mukuro fissava la porta con la stessa espressione che avrebbe una persona comune nel vedere il cadavere di un proprio caro defunto rialzarsi dalla tomba ballando e cantando come se niente fosse.
Liquidò il tutto con una scrollata di spalle – Oya oya... il danno ormai è fatto... ma se si tratta di lei, non m'importa che scopra questi miei imbarazzanti segreti... dopotutto, la mia piccola dolce Chrome ha un carattere estremamente riservato, per cui sono sicuro che se lo terrà per sé, kufufu~ Adesso ho cose più importanti a cui pensare, come... – guardò l'ananas con aria allegra – ... capire come cucinare questa deliziosa ananas! Kufufufu~ – dichiarò con una lugubre risatina, tornando ad affettare l'ananas con un'espressione quantomeno più consona al suo solito macabro temperamento.
Intanto, un'imbarazzatissima Chrome stava correndo a tutta velocità per mettere più distanza possibile tra lei e la cucina, avvampando in modo esponenziale ogni talvolta ripensava a ciò che aveva detto poco prima...finché non terminò la sua corsa contro qualcosa di molle (per essere precisi, un corpo umano) e cadde a terra travolgendo lo sfortunato passante.
Mentre cercava di capire in cosa fosse inciampata, la cosa soffice sotto di lei ringhiò – Tu... come hai osato farmi cadere, brutta sguattera?! – con un tono decisamente iracondo.
Chrome passò quasi istantaneamente dall'intenso rossore ad un bianco cadaverico: aveva riconosciuto la voce.
– La pagherai! – urlò da sotto di lei: Chrome d'istinto si coprì il volto con le braccia, per ripararsi da una furiosa M.M. che si avventava su di lei, quando un altrettanto familiare – Dannata cagna egoista, ora ti faccio vedere io chi è il maschio alfa, byon! – la spinse ad aprire gli occhi appena in tempo per vedere un furioso Ken in Kong Channel avventarsi in volata su M.M., che venne scagliata con violenza attraverso un muro atterrando in cucina, davanti ad un esterrefatto Mukuro, ancora in grembiule.
Deglutendo per l'imbarazzo, cercò rapidamente con lo sguardo un posto dove nascondersi per evitare che proprio quella scocciatura lo vedesse vestito così: era talmente nel panico che non lo sfiorò nemmeno l'idea di nascondersi dietro ad una sua illusione.
Mentre vagava alla ricerca di un nascondiglio come un anima in pena, M.M. riaprì gli occhi lentamente, mettendo in breve tempo a fuoco i dettagli: Mukuro, rosso in volto, un'espressione sconvolta... ed un grembiule da cucina.
M.M. si stropicciò gli occhi per vederci meglio, incredula... eppure fin da subito non ebbe dubbi: era proprio lui – M-mukuro-chan?! – sgranò gli occhi in uno sguardo perverso, iniziando a sbavare guardandolo con avidità: finalmente le sue fantasie si erano avverate!
Mukuro prese a correre via, nel panico, seguito da una sbavante M.M. che sbraitava – Mukuro-chaaaannnn!!! Non essere timido, M.M.-chan vuole fare tante belle cosette con teeeee!! – mentre si sbottonava la giacca della divisa durante la corsa.
Mukuro, senza fermarsi, aprì la bocca urlando in risposta – O-oya oya! Declino l'invito, ma grazie per l'offertaaa! – fuggendo a tutta velocità fuori dalla cucina e precipitandosi per i corridoi dell'edificio con ancora indosso il grembiule sotto gli occhi divertiti di Chikusa che se la rideva da dietro gli occhiali senza farsi notare: Ken, invece, non si trattenne, e scoppiò a ridere fino alle lacrime rotolandosi sul pavimento: sembrava una iena.
Mukuro si lanciò verso l'uscita dell'edificio, troppo occupato da M.M. che lo seguiva con l'espressione di una stupratrice seriale per accorgersi di Chrome che giaceva rannicchiata in un angolino di fianco all'ingresso ripensando alla figuraccia di prima.
Destata dalle urla, Chrome alzò lo sguardo appena in tempo per vedere Mukuro lanciarsi oltre la soglia e M.M. avvicinarsi di corsa riducendo sempre più la distanza dal suo obbiettivo...
Mossa da un istinto che nemmeno lei era a conoscenza di avere, Chrome allungò quindi una gamba quel tanto che bastò a far inciampare M.M., la quale cadde per terra di faccia con uno schianto volando oltre l'uscio.
Tremando dal dolore, M.M. si rialzò: il naso le si era rotto e grondava sangue, e la faccia era ricoperta da polvere, terra e contusioni, ma nonostante ciò proseguì barcollante l'inseguimento: peccato che ormai Mukuro fosse ben lontano.
Sapendo che non sarebbero tornati prima di domattina, Ken si rintanò nel suo angolino preferito, trattenendo a fatica le risate, e Chikusa si diresse nella sua camera, mentre Chrome si rannicchiò di nuovo, ridendo come mai in vita sua mentre imprimeva indelebilmente nella sua mente il volto deturpato di M.M., avvertendo un'inspiegabile sensazione di appagamento pervaderla.
Quasi quasi, pensò, poteva anche farci l'abitudine a vendicarsi in quel modo delle prepotenze perpetrate da quella donnaccia.

 

 

FINE

   
 
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