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Autore: stardust94    16/10/2015    1 recensioni
Un semi-dio e una vampira
Può esserci luce oltre le tenebre?
Lui: occhi blu carattere: forte e determinato, figlio di Zeus e fedele alla donna che ama.
Lei: occhi di cremisi carattere: impulsiva e elegante, figlia di Dracula sempre fedele al suo cuore.
Lei: vampira dai nobili natali.
Lui: ragazzo semi-dio figlio di Zeus.
Il loro incontro, darà il via a una serie di disavventure a New York, che condurranno ad una guerra tra dei e immortali.
Riusciranno ad uscirne indenni e sopratutto, quale sarà la scelta di Jason...
Resterà un semi-dio o diverrà qualcosa di più oscuro per amore?
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Jason Grace, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 3
Incontro nella città eterna


Leia


Ero uscita per la terza volta di fila dal castello, il mio "cosidetto" promesso sposo, non sapeva nulla e io non avrei di certo parlato
Avevo bisogno di un po di tranquillità e di tempo per me stessa.

Così raggiunsi la città di Roma.

Le luci erano sfavillanti e mentre percorrevo la piazza che portava alla fontana di Trevi, mi guardavo in giro meravigliata, osservando felice il mondo degli umani
Ero ammaliata da tutte quelle voci e quelle luci scintillanti, ma sopratutto dagli usi e costumi dei mortali.
Trovavo il loro modo di comportarsi, così diverso dal mio, molto affascinante.

Improvvisamente andai a sbattere contro un ragazzo.

- Oh! scusate -

Dissi alzando lo sguardo e incontrando quello del giovane in questione, era incredibilmente bello i lineamenti del viso erano semplici eppure incantevoli.
I capelli erano biondi come raggi di sole, mentre gli occhi di un intenso blu cielo cristallini e gentili.

Il ragazzo mi aiutò ad alzarmi, porgendomi il mio ombrello.

- Non Hai freddo? -
Domandò togliendosi la giacca per poi porgermela, sorrisi indossandola per poi guardarlo.

- Non molto, comunque grazie -
Dissi facendo un piccolo sorriso gentile, che venne subito ricambiato dal giovane.

- Ad ogni modo... - Cominciò a dire indicando una tavola calda - ti va di bere qualcosa? -.

Annui seguendolo.
Camminavamo l'uno di fianco al altro lanciandoci timidi sguardi.

- Ah dimenticavo! - disse lui porgendomi la mano.
- Io sono Jason Grace -

Era molto...Come dire?... Allegro e felice, strinsi delicatamente la sua mano.

 - Leia - dissi appena, mentre entravano.

Jason Grace era un ragazzo molto strano, in senso buono ovviamente.
Era al apparenza normale, con i suoi capelli biondi e l'aria seria e gentile, tuttavia aveva un profumo diverso da quello degli umani.

Più intenso, come se avesse fatto il bagno in un costoso profumo di marca, cosa che credevo impossibile.
Eravamo seduti l'uno di fronte al altro con davanti le cioccolate.

- Da quanto sei a Roma? - domandò il biondo stiracchiandosi io lo guardai.
- Da circa un mese - dissi.
- Ci siamo appena trasferiti - aggiunsi poi prendendo un cucchiaio di panna, lui sorrise.
 - Da poco eh? se vuoi ti faccio da cicerone - disse ridendo.

Io sorrisi arrotolando una ciocca dietro l'orecchio.

- Sarebbe interessante - risposi guardando da tutta altra parte, ero un po nervosa.
- La cioccolata è buona -
Dissi guardandolo di nuovo, lui sorrise alzandosi e andando a pagare il conto.

Lo osservai per un istante mentre pagava sorridendo alla ragazza alla cassa tornò verso di me
- Fatto. Vogliamo andare? -
Disse poi prendendo la mia borsa, era molto gentile così decisi di accettare la sua offerta di farmi da guida.

***

- Direi di cominciare dal Colosseo -
Jason camminava davanti a me e mi mostrava le "meraviglie" così le chiamava lui, della sua città.

- Roma viene chiamata città eterna - disse mentre ci sedevamo su una panchina.
- Lo sai perchè? - domandò guardandomi.
Scossì la testa - no perchè signor cicerone? - domandai a mia volta ridacchiando, lui sorrise.

 - Perchè è come una stella brilla di luce propria –
Declamò quasi orgoglioso, guardando verso la fontana di Trevi.

- è molto poetico come pensiero -

Lui sorrise.

- Vieni non ce niente di meglio che vederlo con i tuoi occhi! -

Mi prese la mano trascinandomi dietro di lui con l'altra mi teneva chiusi gli occhi.
- Ecco ci siamo -
Tolse la mano e io restai quasi accecata, ero nel bel mezzo di una arena in stile Romano mi voltai sorridendo.

- Wow -
Dissi mentre camminavo nel immensità di quella arena, mi sembrava così bella cosi grande e imponente.
- Immagina... - cominciò a dire affiancandomi.

- L' arena piena di Romani, i gladiatori che combattono per la gloria -

Per un istante mi sembrò di scorgere malinconia nello sguardo di Jason sorrisi.

- Davvero uno spettacolo incredibile - dissi senza perderlo di vista un attimo.
- Cioccolata calda, un giro della città...E questo posto meraviglioso... -
mi avvicinai a lui lentamente.

- Ora manca solo una cosa -.


Jason


Era stranamente vicina inoltre l'aria si era fatta gelida.
Cosa stava succedendo?

La guardai per qualche istante e fu abbastanza per capire.

La carnagione non era più color pesca ma bianca come la neve e come i capelli che dal biondo erano diventati color angora.
Ora la pelle risaltava ancora di più su i vestiti neri che indossava.

Gli occhi, furono quelli a colpirmi di più, erano rossi come il sangue!.

Si avvicinò mentre io indietreggiavo con la schiena contro una colonna, la sentì ridacchiare mentre avvicinava le labbra al mio collo, in una frazione di secondo affondò i canini lacerandolo.

Urlai mentre la mia espressione si contraeva in una smorfia di dolore.

Avevo i muscoli completamente contratti ero teso e rigido, stringevo i pugni e i denti per non mostrare il minimo segno di paura o dolore.

Lei continuava a succhiare avidamente il mio sangue che, passava scivolando rapidamente ad ogni sorso nella sua gola.
Sentivo i canini lacerare la pelle la sua lingua leccare sempre più sangue.

Avevo la vista annebbiata ma cercai comunque di concentrarmi, pensai a quello che avrei perso muorendo...
A mio padre Zeus mia sorella Talia i miei amici Leo...Hazel...Frank e Percy...Anche a Nico e a Piper...Non potevo morire, con l'ultimo sforzo aprì la mano pronto a scagliare un fulmine.

Quando sentì la sua voce 

- Non ti ucciderò...Voglio solo un po di sangue - 

Più che fredda e crudele...Mi sembrò quasi disperata.
Serrai la mano chiudendola di nuovo a pugno mentre perdevo i sensi.


Leia


Il sangue di quel ragazzo era incredibile.
Ogni sorso che scendeva nella mia gola era un piacere infinito, dal gusto dolce sembrava nettare d'ambrosia misto a qualcosa di più acre più "selvaggio"
Non riuscivo a staccarmi dal suo collo mentre bevevo, alcune gocce scivolarono sulla sua maglietta bianca.

Sorrisi mentre i miei occhi diventavano lentamente scuri non ero più assettata.

Misi una mano sulla sua spalla e lo osservai dormire, il volto era contratto come i muscoli di tutto il suo corpo gli occhi chiusi, li strizzava ogni tanto senza però svegliarsi.

Sorrisi passandogli una mano tra i capelli e leccai la ferita al altezza della giugulare, era un metodo che creava un po di fastidio ma attenuava il dolore.

Notai una piccola cicatrice sul labbro e mi domandai come se la fosse procurata.
Alla fine lo feci scivolare seduto con la schiena ancora contro la colonna e mi staccai sussurando.

- Buonanotte Jason Grace -
Lasciarlo mi costò fatica ma dovevo o presto le guardie sarebbero venute a cercarmi.

Mi incamminai lungo i vicoli della città eterna cercando ancora il gusto del sangue di Jason in bocca.

Il castello non era lontano e le guardie mi guardarono stranite quando mi videro rientrare ma non posero domande.
Salì in camera mia evitando abilmente Il mio promesso sposo.
Avevo bisogno di riposarmi in attesa del alba, varcai l'enorme sala da ballo, fermandomi davanti alla porta-finestra affacciandomi.

Ormai era il tramonto sorrisi e ripensai a quel ragazzo e a quanto fosse buono il suo sangue, mi rincresceva averlo morso.
Ma in un certo senso era nella mia natura, non potevo frenarmi ed ero consapevole del rischio.
Tuttavia mi domandai perchè non avesse reagito?

Quel ragazzo non era umano o almeno non per metà dentro di lui cera qualcosa di più potente, una forza speciale.


Jason


Sentivo delle voci da prima lontane poi sempre più vicine non riuscivo a capire chi fossero ma mi sembravano famigliari
Aprii gli occhi e vidi due volti sfocati poi sempre più nitidi.

Uno era un ragazzo Moro con gli occhi blu acqua l'altra castana.
Parlavano ma non capivo le loro parole riuscì a distinguere solo " lo abbiamo trovato" e " sempre il solito".
Tuttavia li riconobbi erano Percy e Piper la mia fidanzata.

Cercai di parlare ma dalle labbra non uscì un suono. Provai ad alzarmi ma Piper mi fece capire di stare fermo ero debole e avevo perso molto sangue.

Percy mi aiutò ad alzarmi ma la testa mi girava e non riuscivo a restare in piedi, in realtà nemmeno seduto.
Alla fine con molti sforzi riuscì ad alzarmi e appoggiandomi a Percy e tornammo in albergo.
Era la nostra ultima settimana a Roma e io ero riuscito inconsapevlmente a cacciarmi di un guaio, che nemmeno Gea e Crono insieme sarebbero stati peggio...

Su questo avete la mia parola di semi-dio Romano.
Mi sedetti sul letto ancora un po intontito mentre Percy e Piper andavano a cercare delle coperte calde e qualcosa per fermare il sangue.

Appena se ne andarono mi alzai andando allo specchio piegai il collo in modo da vedere chiaramente la ferita.
Due piccoli buchi sostavano al altezza della giugulare erano parecchio profondi.

Ci passai un fazzoletto, gemendo ogni volta che li toccavo per cercare di disinfettarli.
Alla fine riuscì nel mio intento coprì i buchi con una benda bianca indossando poi un maglione a collo alto non volevo che Piper e Percy vedessero quei segni.

Mi sdraiai sul letto chiudendo gli occhi.
Quando la porta-finestra si aprì di scatto rivelando una figura famigliare.

Mi alzai di colpo - Nico! -

Davanti a me stava Nico di angelo con la sua solita espressione da cadavere e il suo sguardo di ghiaccio.

- C-cosa fai tu quì? -
Domandai nascondendo come potevo i segni, lui si avvicinò e disse con tono lapidario

- Per lo Stige... Jason quelli sono...! - annuì stringendo appena la mano sul segno
- Si Nico sono...-


"Sono i segni del morso di un vampiro"

  
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