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Autore: vanessie    16/10/2015    5 recensioni
Questa FanFiction è il continuo di Sunlight's ray...non l'avete letta? Era la mia prima storia pubblicata qualche anno fa, quindi correte a cercarla!
Avevamo lasciato Jacob e Renesmee ormai adulti, felici e contenti, ma nuove avventure aspettano loro, Jessie, Sarah e Jeremy, nonchè tutti gli altri personaggi della Saga di Twilight.
Una storia fantasy e romantica in cui tutte le ragazze possono riconoscersi, ma che non mancherà di stupirvi!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

 

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Capitolo 157

“Vecchi ricordi e nuove sfide”

 

POV Jeremy

Eravamo andati con i bambini a pattinare. Allison ci guardava a bordo della pista, dato che era incinta di sette mesi e mezzo e non era prudente che si mettesse i pattini. Kevin e Nicole si stavano divertendo moltissimo e gli avevo insegnato a trovare l’equilibrio giusto, anche se ancora talvolta cadevano. Ricordavo sempre quando mia madre mi insegnò a pattinare, anche a me piaceva molto farlo insieme a Jessie e Sarah, che però essendo più grandi erano sempre più bravi di me in qualsiasi cosa. Poco dopo Jessie e Katy ci raggiunsero con i loro figli Dylan e Nicholas. Vennero tutti in pista e non facemmo che ridere. Poi ecco anche Sarah e Seth con i loro bambini, Mya e William. Anche loro ci raggiunsero. La pista da pattinaggio era piena di risate di grandi e piccini. Giocai a farmi inseguire da Dylan, Nicholas e William, lasciando i miei figli con zio Jessie e zia Katy. Mi piaceva moltissimo fare lo zio giocherellone e un po’ pazzo, del resto anche loro avevano capito che lo zio responsabile e più serio era Seth, mentre io ero lo zio ancora un po’ ragazzino. Poi pattinai con Mya. La tenevo per mano e lei mi sorrideva e mi chiedeva di farle fare la giravolta, di passare sotto alle mie gambe, di fare una specie di balletto tipo principessa. La accontentai e poi la lasciai a giocare alla principessa sui pattini con mia figlia Nicole. Dopo un po’ togliemmo i pattini e restammo al parco tutti insieme. I nostri sei bambini avevano fame, volevano fare merenda, allora andai con Jessie al bar a prendere qualcosa, lasciandoli con le ragazze e con Seth. Nel tragitto ne approfittammo per parlare soli noi due, come ai vecchi tempi “Allora? A che punto sei con la sorpresa?” mi chiese mio fratello, alludendo alla sorpresa che stavo preparando per Allison e che le avrei fatto per il giorno del nostro anniversario di matrimonio. “Ci sto lavorando, ma ho ancora molto da organizzare” risposi “Beh mancano ancora diversi mesi, quindi il tempo non ti mancherà!” “Sì, per fortuna!” “Ci resterà di stucco, non credo che si aspetti una cosa del genere…così romantica” disse sorridendo, mi imbarazzai un po’ “Piacerebbe a qualsiasi donna Jeremy. Sono sicuro che anche a Katy piacerebbe se io facessi una cosa così, ma per metterla a punto servono certe doti che io non ho e non posso di certo acquisire” aggiunse. “Troppo sdolcinata secondo te?” gli chiesi titubante “No, è fantastica” “Mmmm è che…non vorrei apparire a Allison troppo melenso…forse preferirebbe vedermi in versione uomo super rude…” “Secondo me no. Insomma tu sei così e a lei piace la tua personalità…sei determinato, forte e passionale come papà, ma sei anche romantico come nonno Edward. Praticamente sei l’anello di congiunzione tra i Black e i Cullen e credo che il tuo fascino derivi anche da questo” disse mio fratello. “Mi tieni i gemelli quella sera?” “Certo che te li tengo. Quella dovrà essere una serata senza figli tra i piedi! A patto che…tu tenga i miei figli per il compleanno di Katy” “Ok, nessun problema” risposi sorridendo. Ordinammo al barista qualcosa da mangiare per i bambini e da bere per tutti e continuammo a confidarci parlando del nostro lavoro, poi tornammo indietro. Passammo a parlare del branco e delle sue vicissitudini nell’addestrare le nuove reclute che si erano aggiunte al nostro branco.

Quando il pomeriggio terminò, tornammo ognuno a casa propria. Allison mise a letto i gemelli dopo la cena e poi venne con me sul divano a guardare la tv. La baciai e le accarezzai il viso e il pancione. Era bellissima mentre il suo aspetto fisico mutava a causa della gravidanza. Allison aveva chiesto a Carlisle di non dirci se era maschio o femmina, avevamo deciso di riservarci una sorpresa. Eravamo ancora un po’ indecisi tra due nomi e ogni volta che ne parlavamo ricominciavamo a far finta di bisticciare per scegliere quello più giusto. Avevo sistemato per il/la bambino/a in arrivo un’altra cameretta al piano superiore. I gemelli avrebbero continuato a dormire insieme nella stessa stanza, il/la bambino/a invece ne avrebbe avuta un’altra tutta sua. Nicole e Kevin crescendo avrebbero avuto ciascuno la sua camera, ma per il momento ci avevano detto che gli sarebbe piaciuto restare ancora insieme e noi li avevamo accontentati. “Amore” mi chiamò Allison risvegliandomi dai miei pensieri “Pensavo che forse…sarebbe meglio se io una volta che il bambino avrà compiuto un anno ricominciassi a lavorare a tempo pieno” disse. La guardai male “Non se ne parla nemmeno. Non voglio vederti di nuovo piangere e soffrire per il distacco dai bambini” “Ma Jeremy…io vorrei vederti di più a casa con noi, non ci sei mai. Lavori troppo e non voglio che ti sacrifichi così tanto per noi” “Non è un sacrificio per me. Lo sai che farei qualsiasi cosa per voi tre, anzi no per voi quattro” precisai. Mi sorrise e con una mano attirò a sé la mia testa per baciarmi. Restammo abbracciati sul divano e poco dopo lei si addormentò. La portai a letto e scesi di nuovo in salotto. Ora che nessuno era in giro per casa, potevo continuare ad organizzare la sorpresa per il nostro anniversario di nozze del prossimo giugno. Non volevo che qualcuno mi sorprendesse e rovinasse tutto. Accesi il mio computer portatile e entrai nella cartella delle immagini. Volevo selezionare alcune foto mie e di Ally di quando eravamo più giovani, per realizzare un video con le nostre immagini. Questa era la sorpresa. L’avrei portata a cena fuori e poi una volta tornati a casa le avrei mostrato il video, mentre le avrei suonato al piano e cantato quella canzone d’amore che adorava e che la faceva sempre piangere ‘Mirrors’ di Justin Timberlake. Inoltre avevo scritto per lei una canzone e ormai mi ero esercitato tantissimo ad eseguirla al piano e a cantarla, ovviamente sempre quando in casa non c’era nessuno. Trovai un sacco di foto bellissime di noi due, scattate nei primi anni in cui ci eravamo fidanzati. Le misi in una cartella del pc e per essere sicuro che nessuno andasse ad aprirla, decisi di rinominarla con un nome legato al mio lavoro da poliziotto ‘Indagini caso Mrs.June’. Che nome idiota…signora giugno…beh del resto mi serviva riconoscere quella cartella e il mese di giugno mi avrebbe ricordato che si trattava della sorpresa per l’anniversario. Entrai per caso nell’album di foto del viaggio di nozze. Oh Signore…quanti ricordi indimenticabili…l’Australia, la Polinesia, noi due…Allison era veramente stupenda in quelle foto e mi ci incantai per interminabili minuti. Mi sentii parecchio eccitato. Era favolosa in ogni scatto e aveva sempre un’espressione serena e innamorata. Ci eravamo divertiti parecchio in luna di miele e si vedeva…soprattutto dal mio viso…era attraente con quei costumi e la sua pelle abbronzata. Era esattamente identico ad allora ciò che provavo per lei, nonostante fossero passati già quasi 6 anni dal matrimonio. Continuai ad ammirare le sue foto così semplici e così sexy e persi definitivamente il sonno. Mi ripromisi che un giorno, quando i nostri tre figli sarebbero cresciuti, l’avrei presa e portata da qualche parte nel mondo, lontana da tutto e tutti. Solo noi due, come ai vecchi tempi.

Era passato un mese e mezzo. Allison aveva accusato un dolore acuto alla pancia quella mattina. Avevo telefonato alla centrale dicendo che non sarei andato al lavoro. Le restai accanto, forse era arrivato il grande giorno e non volevo lasciarla sola. Nel pomeriggio i dolori si fecero più frequenti, doveva aver cominciato il travaglio. Presi il telefono e chiamai Sarah, dicendole di venire a casa mia. Poco dopo arrivò. Le spiegai la situazione e lei andò a vedere con i suoi occhi come stesse mia moglie. “Jeremy credo che sia il caso di portarla da nonno Carlisle” disse mia sorella “Sì infatti, pensi tu ai gemelli?” “Certo tranquillo, li porto a casa mia e non devi preoccuparti di niente” “Sarah mi aiuteresti a prendere le ultime cose?” le propose Allison. Lei accettò e andò in camera a prendere delle cose che mia moglie le aveva chiesto e che le sarebbero servite dopo il parto per sé e il/la bambino/a. Salutammo i gemelli, che erano un po’ impauriti nel vedere la loro madre sofferente, ma li rassicurai e poi li lasciai con zia Sarah. Andammo in auto e guidai velocemente verso casa Cullen. Nonno Edward aveva già letto i nostri pensieri mentre ci avvicinavamo con la macchina, ci aspettavano tutti in giardino infatti. Presi tra le braccia Allison che si lamentava dal dolore e la portai nello studio al primo piano insieme ai due medici, Carlisle e Edward. Il travaglio fu molto lungo. Soffrivo nel vederla tanto presa dai dolori e nel sentirla urlare in quel modo. Era accaduta la stessa cosa anni prima quando aveva partorito Kevin e Nicole, ma avevo scordato l’angoscia di quelle urla. Le tenni la mano per tutto il tempo e sussultai ad ogni contrazione. Se ci fosse stato un modo per farla smettere di patire l’avrei messo in atto. Non sopportavo che Allison stesse male. Era stremata, erano già trascorse molte ore e avevo il terrore che qualcosa non stesse andando per il verso giusto. Carlisle e Edward mi dicevano di non preoccuparmi, ma non ce la facevo. Chiusi gli occhi e le strinsi entrambe le mani quando le dissero che si vedeva la testa. Dopo due o tre spinte e delle urla lancinanti che mi straziarono l’anima, nacque e tutto finì. Era una bambina. Edward, che si era specializzato in pediatria, la visitò e io restai con Ally e nonno Carlisle, che si assicurò che mia moglie stesse bene. Ci lasciarono soli nello studio con la piccolina, mettendola tra le braccia della sua mamma. Era meravigliosa. Tanto piccola e tanto tenera. Fisicamente assomigliava a Allison. Aveva il suo stesso colore degli occhi e i suoi lineamenti. Aveva i capelli rossicci, come quelli di mia madre. Non sapevamo se una volta cresciuta avrebbe mantenuto quell’aspetto o se sarebbe cambiata, ma ero felicissimo che somigliasse a lei, che avesse preso tutta la sua bellezza. I gemelli infatti somigliavano a me e quindi era perfetto che adesso avessimo una figlia identica a Allison. Alla fine il nome prescelto era Amy Black. Perché proprio Amy? Semplice, perché univa i nostri nomi: A come Allison e MY come la fine del mio nome, Jeremy. Ci aveva convinti entrambi e adesso che vedevo in faccia la bambina, pensavo davvero che quel nome le stesse bene. Le presi la manina e restai ad ammirare quanto fosse bella per un bel pezzo. Allison adesso stava abbastanza bene, era felice e commossa, glielo leggevo chiaro in volto.

“Ti amo da morire” le dissi “Ti amo tantissimo anch’io tesoro” mi rispose sorridente. Le diedi un bacio e strofinai il mio naso con il suo. “Continui ogni giorno a regalarmi ciò che ho sempre voluto Allison” “E tu continui a rendere la mia vita perfetta Jeremy” “Promettimi che mi amerai per sempre” dissi accarezzandole il viso “Te lo prometto, ma promettimelo anche tu” “Te lo prometto anch’io Ally” dissi, prendendomi un altro bacio. Restai a coccolarla, poi lasciai le mie due donne dai Cullen e tornai a La Push a riprendere i bambini da Sarah. Diedi a tutti la lieta notizia e poi parlai con i gemelli della nuova arrivata in famiglia. L’avevano presa benissimo, erano sempre stati desiderosi di avere un fratello o una sorella e ormai con i loro 5 anni si sentivano grandi tanto da poterla accudire. Promisi loro che il giorno successivo li avrei portati a conoscere Amy e ne furono felici. Prepararono un disegno come regalo per la loro mamma, in cui inclusero la loro sorellina. Non mi sembrarono gelosi, almeno per il momento. “Papà ma la mamma sta bene?” mi domandò Nicole “Certo amore, sta bene, è solo un po’ stanca” le assicurai “Starà via tanti giorni?” chiese Kevin “No, solo tre o quattro giorni e poi tornerà qui da noi” spiegai. “Perchè i bambini li devono fare le femmine papy?” disse la bambina “Beh…è così che funziona, è la natura” risposi “Quindi la mamma ti porta in pancia e ti fa nascere…e i papà cosa fanno?” domandò curiosa. Certo non potevo ancora dirle che i papà partecipavano esclusivamente alla parte più bella e divertente. Mi affannai a trovare una risposta plausibile “Nicole…i papà…accudiscono le mamme e i bambini” dissi. Mi guardarono entrambi dubbiosi. “Quando saremo grandi Nicole farà dei bambini? Lei è una femmina!” esclamò Kevin “Sì, certo. Quando sarà moooolto grande” dissi sorridendo “Avrò la pancia grande come quella della mamma e poi gli darò il latte” disse lei felice. Kevin la guardò e non disse nulla. Non capivo se ci fosse rimasto male all’idea di quelle differenze sessuali, che ancora alla loro tenera età di 5 anni potevano apparire incomprensibili “Che hai Kevin? Sei triste?” gli domandai “No. Sono contento. Io non voglio aspettare un bambino. Sono più fortunato. È più bello essere maschi!” disse facendo una smorfia alla sorella e facendomi scoppiare a ridere. In un certo senso aveva ragione. Non era più bello essere maschi, ma era infinitamente più semplice. “Diciamo che non è più bello essere maschi, ma è un po’ meno faticoso. Però Kevin sappi che le femmine sono più intelligenti e mooooolto più belle” dissi. Nicole gli fece la linguaccia. Chiudemmo lì l’argomento, sul quale quando sarebbero cresciuti un po’ saremo di sicuro tornati. Festeggiai con i gemelli quella giornata importante per la nostra famiglia, con una bella fetta di torta preparata da me e un bicchiere di latte al cioccolato che loro adoravano.

 

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Il latte al cioccolato…era una tradizione di famiglia, papà lo preparava sempre a me, Jessie e Sarah. Lo avevo sempre considerato il latte al cioccolato migliore del mondo e lo sarebbe sempre stato. Papà era sempre stato un padre da imitare per me. Nemmeno lontanamente mi avvicinavo ad assomigliargli. Ma sarei stato felice se un giorno Kevin, Nicole ed Amy mi avessero considerato all’altezza del mio ruolo anche solo un 50% rispetto a come io consideravo mio padre. Non poteva esistere un altro Jacob Black, nonostante mi sforzassi nel prenderlo a modello. Non ero Jacob e non lo sarei mai stato. Sì…fisicamente forse potevo assomigliargli, caratterialmente potevo avere con lui delle cose in comune, ma ancora adesso a 31 anni compiuti, proprio come un bambino piccolo, consideravo insuperabile il mio papà.

 

NOTE:

Ciao! Jeremy sta preparando una sorpresa per l'anniversario di nozze, che sicuramente farà piacere ad Allison. Ma c'è un evento importante in questo capitolo: nasce la terzogenita della nostra coppia!!! Tutte voi che avete recensito eravate convinte che fosse femmina e infatti avete indovinato! Non so proprio come lo abbiate intuito, visto che non ho mai dato indizi di nessun genere, comunque mi fa piacere che abbiate indovinato il sesso della bambina, poichè significa che sia voi che io avevamo avuto la stessa idea per completare la famiglia, ossia quella di una piccolina. Che ne pensate del nome? Amy mi sembrava perfetto perchè davvero unisce i nomi di Ally e Jeremy <3 La piccola somiglia a Allison, ma ha i capelli rossi di Renesmee :D

I gemelli sono felicissimi di avere una sorellina e la conversazione finale spero vi sia piaciuta! Così come l'accenno a Jacob (con il quale Jeremy è sempre stato molto legato).

Vi saluto, a martedì!

Vanessie

   
 
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