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Autore: Elenie87    16/10/2015    8 recensioni
A seguito della scomparsa della Sfera dei Quattro Spiriti, Kagome non è più riuscita a riattraversare il pozzo. Inuyasha e la ragazza vivranno le loro vite separate e moriranno nelle rispettive epoche. E se il destino avesse ancora un'ultima carta da giocare? Se il loro amore fosse soppravvisuto al tempo? Le loro anime si reincarneranno nel futuro, e con loro ci saranno anche Sango e Miroku. Riusciranno Inuyasha e Kagome ad incontrarsi? Riusciranno a ricordarsi del loro passato? Tutto dipenderà da un unico elemento: l'amore. Ed un pizzico di mistero.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cucù! Ciao! Come state? Ecco qui la prima parte del capitolo... Spero sia venuto bene. Purtroppo non sono stata benissimo ed ho avuto anche parecchi impegni! Siccome è venuto lunghetto, l'ho diviso in due parti ed ho più tempo per scrivere l'ultimo pezzo rimanente.
Che dire... grazie di cuore per i vostri commenti, nonostante il capitolo precedente fosse stato d'effetto  vi è piaciuto ugualmente, ne sono contenta!
Vi lascio alla lettura del risveglio dei due protagonisti! Attendo i vostri feedback^^



CAPITOLO 17 - L'ALTRA META' DEL MIO CUORE - prima parte
 


Si osservarono per un istante che parve infinito. Era davvero reale? Sì, Inuyasha era davanti a lei nella sua forma umana, non era affatto un sogno.
Si mise a sedere sul lettino, tremando come una foglia.
Gli occhi erano umidi, come al solito non riusciva a trattenere la minima emozione.
Lui la stava fissando come fosse un'incredibile apparizione. Allungò una mano, lentamente, quasi con la paura che quando le sue dita lo avrebbero sfiorato, lui si sarebbe dissolto nell'aria. Eppure, quando la mano si posò sul capo del ragazzo lui era ancora lì.
Un secondo...due... tre.... Non era svanito. Mosse piano le dita, accennando una carezza.
"Lo sto davvero toccando...Non sto sognando"
-Niente... orecchie da cane- bisbigliò con la voce rotta dall'emozione.
Inuyasha sorrise. Quelle labbra piegate all'insù. Sarebbe potuta morire anche ora, solo per la bellezza di quell'istante.
La mano scese sfiorandogli il viso, lo vide chiudere gli occhi per un secondo come se stesse cercando di assaporare ogni istante di quel contatto.
Allontanò la mano dal suo volto ma solo per afferrare timidamente quella di Inuyasha ed osservarla.
-E niente artigli- disse ancora.
Lui fece una risata roca.
-Niente artigli- confermò.
Il cuore gli balzò in gola. Il suono della sua voce, buon Dio! Quanto gli era mancato? Quanto aveva pregato di risentirla?
-Ricordi tutto, Kagome?- le chiese.
Strinse la presa, assaporando il contatto con quella mano calda che così tante volte in passato aveva stretto nella sua.
-Sì, tutto. E tu?-.
Inuyasha annuì mentre un lampo attraversò le iridi nere. Con un gesto fulmineo la afferrò e la attirò nel suo abbracciò, facendola sedere sulle sue gambe.
Il respiro le si bloccò in gola, mentre il ragazzo affondava il viso nei suoi capelli  ed ispirava profondamente.
La stava stringendo con forza, ma senza farle male, come se in quel momento lei fosse la cosa più preziosa che possedesse.
-Kagome- mormorò -Siamo stati due sciocchi, non credi? Ci siamo incontrati da diverso tempo, eppure nessuno dei due ha saputo riconoscere l'altro-
Kagome avvampò.
-Eravamo entrambi.. bloccati- rispose la ragazza, mentre un calore improvviso la stava ardendo viva. Era tra le sue braccia e non avrebbe voluto separarsi da lui per niente al mondo.
Inuyasha inchiodò gli occhi nei suoi fissandola con uno sguardo indecifrabile, ma talmente profondo che lanciò il suo cuore dritto in orbita. Vide lo sguardo del ragazzo posarsi per un istante sulle labbra, che si morse istintivamente, avvertendo lei stessa il desiderio di posarle su quelle di Inuyasha.
Cosa avrebbe dato per poterlo baciare, in quell'istante?
"Oddio, ma cosa vado a pensare! Infondo è come se lo rivedessi per la prima volta dopo anni e..."
La porta della camera si aprì ed entrambi si staccarono velocemente da quell'abbraccio.
Nella stanza avevano fatto ingresso Sango e Miroku e li stavano guardando con espressione incredula.
-Vi siete svegliati?- mormorò Sango.
I due ragazzi non osavano muovere un muscolo e Kagome capì che probabilmente stavano aspettando un qualsiasi segno che li facesse comprendere se avevano guadagnato i loro ricordi.
Fu Inuyasha a rompere quell'imbarazzante situazione alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi a Miroku.
-Dì un po' bonzo, com'è che non hai ancora chiesto a Sango di darti un figlio? A quest'età, nell'epoca Sengoku, avevi già tre pargoli- chiese intrecciando le braccia, con un ghigno derisorio.
Miroku dapprima sgranò gli occhi, poi le labbra si incurvarono in un sorriso ed infine scoppiò a ridere passando un braccio attorno al collo dell'amico stringendolo a sè.
-Maledetto idiota, ce l'hai fatta!- esultò.
Sango emise un gridolino di gioia e poi anche lei abbracciò l'amico. Dopo un primo istante di euforia, entrambi i due fidanzati spostarono lo sguardo su Kagome che arrossì.
-Kagome?- la incalzò l'amica nel dire qualcosa.
-Ehm... a questo giro non potrete liberarvi di me. Non ci sarà nessuna sfera a trascinarmi via da quest'epoca-
-Aaaaaaah, lo sapevo!- esplose Sango, correndole addosso ed abbracciandola di slancio con affetto.
Kagome scoppiò a ridere e con la coda dell'occhio vide Miroku sorriderle con il pollice in sù, in segno di approvazione.
-Ragazzi, non avete idea di quanto abbiamo penato in questi anni! Avervi vicini senza i vostri ricordi mentre noi invece possedevamo i nostri. Grazie a Dio è finita!- affermò Miroku con un gesto di sfinimento.
-Già. O forse, è solo finalmente iniziata- commentò Inuyasha senza distogliere gli occhi da quelli di Kagome, facendola arrossire oltre ogni dire.
"Accidenti, ma perchè mi guarda  in quel modo? E' così... così... seducente", riflettè, diventando ancora più rossa.
-Che ne dite di andare a casa? Io e Miroku vi abbiamo vegliato per ore e siamo stanchi morti. E poi abbiamo così tante cose da dirci!- affermò la sterminatrice, osservando l'ora.
-Ma come, non è mattina?- domandò Kagome voltandosi verso l'orologio al centro della stanza. Gli occhi le schizzarono fuori dalle orbite. -Cosa?! Ma sono le dieci di sera?!-
Miroku rise.
-Kagome-chan, tu hai dormito da questa mattina al parco, Inuyasha invece lo abbiamo trovato addormentato intorno all'una e mezza di pomeriggio. Vi siete fatti un bel pisolino-
Inuyasha si grattò il capo.
-Accidenti, che situazione assurda. Comunque Sango ha ragione, andiamocene di qui- commentò aprendo la porta.
Tutti furono concordi, e dopo aver firmato il verbale di dimissione per Kagome, si avviarono verso la casa delle due ragazze.
-Donzelle, eccovi alla vostra dimora- esordì Miroku, con un plateale inchino quando giunsero a destinazione.
Le due ragazze risero, poi Sango intervenne.
-Grazie della cavalleria, ora è proprio il caso di darvi la buona notte!-
Inuyasha guardò Kagome, poi le si avvicinò frattanto che i due fidanzati si scambiavano dei gesti di affetto.
-Ehi- bisbigliò -Domani lavori?-
La ragazza fremette. Santo cielo, se impazziva così solo nel sentire la sua voce, sarebbe presto morta di infarto.
-Ah... sì, al mattino. Poi al pomeriggio devo passare al tempio dalla mia famiglia-
Lo sguardo del ragazzo si fece cupo, poi divenne improvvisamente diverso... la osservava in un modo.. così possessivo!
-Capisco- replicò, continuando a scrutarla con una strana luce negli occhi.
"Ma la sera sono libera.."
Non fece in tempo a dar voce ai suoi pensieri che Miroku afferrò Inuyasha sotto braccio trascinandolo via con sè, mentre Sango la spingeva per le spalle e chiudeva il portone.
-A-aspetta Sango, non ho fatto nemmeno in tempo a salutare Inuyasha!- protestò.
 La ragazza fece un sorriso.
-Lo so, abbiamo origliato. Siete ancora come due cuccioli impacciati!- sentenziò ironicamente aprendo la porta di ingresso.
Kagome arrossì.
-Insomma, che intendi... non è affatto una situazione facile. Lui è molto... diverso da allora-
L'amica la guardò comprendendo cosa le si agitava dentro.
-Immagino che continui a paragonarlo al vecchio Inuyasha. Sei ancora sotto l'effetto del risveglio, sai? Le prime ore ci si sente molto confusi, poi si ritorna in sè ed il passato resta davvero un ricordo. Ma all'inizio non si capisce sino a che punto finisce la vecchia vita ed incomincia quella del presente-
Era vero, diverse domande la avevano affollato la mente durante il rientro a casa.
Sua madre, come doveva considerarla, ora? Mamma o nipote? E Sota? Nonno o fratello? E come doveva comportarsi con Inuyasha?
"Che gran casino.."
-Domani andrà meglio, Kagome- disse Sango, come se le leggesse in faccia il turbamento interiore. -E' anche per questo che Miroku ha voluto portar via Inuyasha, sembrava proprio un demone intento ad assaporare la preda- disse ancora ridendo.
-In che senso?- chiese ingenuamente Kagome.
L'amica roteò gli occhi.
-Kagome! Ma l'hai visto come ti guardava? Se foste rimasti soli per soli cinque minuti ti sarebbe saltato addosso-
La ragazza avvampò in un istante.
-S-Sango, ma che cavolate spari! Lui è Inuyasha, non.. non si comporterebbe mai.. così-
-Davvero? Ne sei sicura? Io immagino un ragazzo, che è rimasto secoli lontano dalla donna che amava. Si reincarna e se ne innamora nuovamente, questa volta crescendo senza freni inibitori con il gentil sesso, e la desidera. E ti prego, non fare quella faccia sconvolta! Inuyasha è attratto da te come una calamita. Dicevo? Sì, poi si risveglia trovandosi nel cuore quindi l'amore ed il desiderio per la vecchia e per la nuova Kagome. Fidati. In questo momento quel ragazzo è una mina pronta ad esplodere-
La ragazza si posò una mano sul petto.
Che fosse davvero così? Inuyasha la desiderava davvero così tanto?
"Kami, ma a chi vuoi mentire... come se tu non avessi mai pensato a..."
-Ed ora voglio sapere tutto, ma proprio tutto di ciò che avete visto in sogno!- affermò Sango, sedendosi sul divano.
Kagome sospirò. Le sue riflessioni doveva aspettare.
-Preparati. Sarà una storia lunga a piena di sorprese- commentò, accostandosi all'amica.
 
-Che cosa?! I quattro spiriti ci hanno ridato la vita?!- esclamò Miroku. Inuyasha aveva appena terminato il resoconto di quanto accaduto durante il suo risveglio, ed un ghigno si formò sulle sua labbra osservando compiaciuto lo shock dell'amico.
-E chi l'avrebbe mai detto!- continuò.
Il ragazzo scrollò le spalle.
-Direi che alla fine è andata bene, abbiamo ottenuto tutti qualcosa di prezioso-
Gli occhi di Miroku si socchiusero minacciosi.
-Già. Quanto a te...- si avvicinò pericolosamente ad Inuyasha e poi gli sferrò un pugno sulla testa -Razza di deficiente! Cosa cavolo ti è saltato in mente di ammazzarti a quel modo?! Hai idea di cosa ci hai fatto passare?- gli urlò dritto in faccia.
Inuyasha si irrigidì.
-Mi dispiace- commentò, massaggiandosi il punto in cui era stato colpito.
Miroku incrociò le braccia al petto.
-Idiota! Ci hai spezzato il cuore!-
Ogni parola dell'amico era una stilettata al petto. Quando lo Spirito gli aveva mostrato le conseguenze del suo gesto aveva avvertito il dolore straziante dei suoi amici. Si era comportato da egoista.
-Sai che presto o tardi dovrai dirlo a Kagome, vero? Non potrai tenerglielo nascosto-  continuò Miroku.
"Cazzo!"
-Se verrà fuori l'argomento, glielo dirò- replicò, sentendosi enormemente a disagio.
-Togli pure il "se". Dovete parlarvi, dovete finalmente dirvi che vi amate! Santissimi Kami, avete questa occasione! Se non vi vedo felici ed insieme entro ventiquattrore, giuro che vi strozzo con le mie stesse mani!- affermò Miroku con impeto.
Inuyasha sorrise.
-Va bene, va bene. Volevo invitarla ad uscire prima, ma qualcuno mi ha interrotto!- replicò ironico.
Miroku alzò un sopracciglio.
-Ma sei scemo sul serio, Inuyasha? Volevi chiederle un appuntamento in quello stato? Sembravi in procinto di saltarle addosso. Ed inoltre... il tuo status lombare era evidente- replicò sorridendo come un ebete.
Inuyasha arrossì violentemente, stringendo i pugni.
-Razza di pervertito, ma cosa cavolo dici?! Io non ero affatto..!-
-Oh, si invece. Ma eri talmente preso a squadrarla che nemmeno te ne sei reso conto- rispose l'amico scoppiando a ridere vedendo il rossore diffuso sul volto di Inuyasha.
-Tu sei matto! Me ne vado a letto!- replicò chiudendosi in camera, sbattendo la porta.
"Io non ero affatto....!....o sì?"
 
Quella mattina Kagome si preparò in fretta ed uscì di corsa per recarsi alla gelateria.
Iniziò il solito tran-tran. Chi si sedeva al tavolino per bersi un caffè, chi voleva il cappuccio e verso le undici iniziarono ad arrivare le prime ordinazioni per i gelati. Serviva i tavoli, sorrideva alle persone, lavorava più o meno come sempre.
Sospirò rassegnata. Aveva completamente la testa altrove. Non faceva che pensare ad Inuyasha, alla sua precedente vita, a tutto ciò che avevano affrontato per restare insieme.
Ed ora era il loro momento. Come si sarebbe evoluto il loro rapporto? Come doveva comportarsi? Cosa doveva dirgli? Le parole le sembravano così banali!
"Sai, Inuyasha, ti amavo così tanto che gli spiriti ci hanno fatto reincarnare!".
Si, una dichiarazione degna di una bambina di sei anni! Ma, infondo, lei che ne sapeva dell'amore? Niente.
Mai un ragazzo in vent'anni. Ripensò a tutti i corteggiatori scartati:
Iroshi, bello sì, ma il biondo di quei capelli non gli piaceva. Sembrava uscito direttamente da qualche libro di fiabe, talmente era perfetto.
Yue.. sì, carino, ma sin troppo. Insomma, il classico ragazzo che ti riempie di complimenti e poi ti stufa. Un uomo deve anche sapersi fare un po' desiderare!
Hiroshi, bel tipo, bel fisico.... ma c'era sempre quel non so cosa che la turbava. Non era a suo agio, in sua compagnia.
Insomma, erano piedi di difetti che lei non sopportava! Nessuno di loro si avvicinava minimamente ad...
Si portò una mano alla bocca, sconvolta da quella rivelazione, mentre il vassoio che reggeva finì a terra con un tonfo.
"Oh, mio Dio", pensò "Io... ho sempre allontanato tutti i ragazzi... tanto da non averne mai avuto uno.. perchè inconsciamente li paragonavo..ad Inuyasha..."
Una lacrima le rigò il volto. Dio, ma come aveva fatto a non riconoscerlo la sera del primo incontro? Era così... piena d'amore per lui, avrebbe potuto cospargere il mondo del sentimento che le riempiva l'anima per quel ragazzo. Eppure, mai come ora, si rese conto di quanto fosse vero il detto che diceva che il destino si compie sempre nel momento giusto.
-Kagome, tutto bene?-
La voce del suo capo la distolse dai suoi pensieri.
-Uh, si... credo.. Akito-san, le dispiace se prendo un permesso? Io devo.. fare una cosa importante-
L'uomo annuì e lei sorrise riconoscente. Si tolse al volo il grembiule, prese la borsa e corse verso il tempio Higurashi.
Quando vi arrivò scorse Sota intento nello spazzare il cortile. Si avvicinò a lui, mentre la paura di non sapere bene come comportarsi stava prendendo il sopravvento.
-Ciao nonno-
Sota alzò lo sguardo e sorrise.
-Kagome! Che ci fai già qui, non dovevi venire nel pomeriggio con la mamma?-
Lei annuì.
-Sì, ma ho preferito raggiungerti ora. Nel pomeriggio credo sarò impegnata-
-Oh beh, poco male. L'importante è che ogni tanto passi a trovare il tuo vecchio-
Kagome rise. Era sempre il solito. Sapeva quanto le volesse bene.
-Nonno, posso chiederti una cosa?- chiese dopo qualche istante di silenzio.
Sota la osservò per un istante.
-Dimmi, bambina-
-Perchè sulla tomba della zia Kagome hai messo quella foto? Insomma... lei è morta a sessant'anni, mentre li è ritratta a quando ne aveva quindici-
Lo vide trasalire un momento, poi si schiarì la voce.
-Beh vedi, fu lei a chiedermelo. Devi sapere che tua zia amò per molto, moltissimo tempo un uomo. Per varie vicende, essi sono stati separati... con la forza. Lei non ha mai superato quel dolore, tant'è che rimase nubile per tutta la sua vita, senza mai frequentare un altro uomo. Mi aveva fatto promettere che se non la avessi vista appagata ed in pace prima della sua morte, avrei messo quella foto in suo ricordo, perchè in quel momento lei era con lui ed era felice. E purtroppo così fu. Morì di infarto molto giovane. Ma io sono convinto che lei sia morta di crepa cuore, per aver amato per anni un uomo senza averlo mai potuto avere-
Gli occhi di Kagome si riempirono di lacrime e d' istinto abbracciò Sota.
-Grazie- bisbigliò.
Sota ricambiò il gesto confuso da quell'affetto improvviso.
-Ma.. Kagome, che ti prende?-
-Grazie... per esserti ricordato di quella promessa-
Gli occhi del nonno si allargarono sino a diventare due puntini neri.
-Co-cosa.. tu... tu... cioè ti ricordi...-
Kagome rise.
-Andiamo, nonno... non essere stupito. Non fosti forse tu a minacciare Inuyasha di ricordare chi fosse quando è venuto al tempio, la prima volta?-
-B-beh ma ecco io... non credevo che davvero... Oh, santi Kami!- biascicò disperato. - Sei davvero, tornata... sorellina?- chiese poi più calmo.
Kagome annuì, facendogli un breve resoconto di quanto accaduto alle loro anime.
-Ne ero sicuro. E sono davvero felice per voi, Kagome- disse Sota, abbracciandola.
Poi lo vide tirarsi indietro dall'abbraccio e ghignare.
-Ma vedo che abbiamo visite, perchè non corri dal tuo ragazzo cane?-
-Eh?- borbottò, voltandosi, seguendo la direzione dello sguardo di Sota. -Ma, ma.. che ci fa qui Inuyasha?- chiese stupita, vedendo il ragazzo fermo di fronte al Goshinboku osservare le fronde dell'albero e poi la tomba di Kagome.
-Vai a chiederglielo, sciocca!- rispose, dandole una spinta sulla schiena.
 
Quando Inuyasha si svegliò quella mattina, ebbe la sensazione che quella giornata avrebbe cambiato la sua vita radicalmente. 
Sbuffò, pensando a Kagome. Diamine, gli sembrava di avere la guerra nel cervello.
Una parte di lui voleva correre dalla ragazza, stringerla tra le sue braccia e non lasciare andare mai più, l'altra parte invece, inutile negarlo, era terrorizzata. I sentimenti per quella ragazza erano talmente forti che aveva paura di sbagliare, di approcciarsi nel modo scorretto, di spaventarla, di mostrarle il lato di lui che la desiderava. Miroku aveva visto bene la sera prima. La voleva da morire. Voleva che fosse sua, corpo e anima. Completamente sua.
Un brivido gli attraversò la schiena immaginando come sarebbe stato baciare per la prima volta le sue labbra. Un bacio. Che sapore aveva? Forse come il suo profumo? Non aveva più l'olfatto di mezzo demone, ma quando era vicino a lei... poteva ancora sentirlo. E Dio, ci sarebbe potuto morire per quell'odore meraviglioso!
Sospirò di frustrazione, mentre si infilò un paio di jeans ed una maglietta. Aveva bisogno di pensare.
Uscì di casa e si diresse verso il tempio Higurashi. Kagome aveva detto che si sarebbe recata li nel pomeriggio, quindi non avrebbe corso il rischio di incontrarla.
Percorse il tragitto, nuovamente con quella sensazione dentro di sè che qualcosa stava per accadere. Salì la scalinata del tempio, pochi passi e si ritrovò d'innanzi al Goshinboku.
Gli venne in mente il giorno in cui aveva pensato, osservandolo, che quell'albero gli stava antipatico.
Rise sotto i baffi. Effettivamente era vero. Il Goshinboku rappresentava per lui due antitesi: il suo sigillo, il suo passato e Kikyo, ma anche la sua rinascita, le sue rivincite sulla vita crudele ed ingiusta e Kagome.
Si accostò maggiormente all'albero, quando scorse un particolare che l'altra volta non aveva notato.
Fece il giro del tronco ed il cuore gli si strinse, capendo di cosa si trattasse. Era una tomba, e su di essa era posata la foto di Kagome.
"Non posso crederci", pensò. Lei era stata sepolta li... esattamente dove si trovava anche il suo corpo, dove i suoi amici avevano scelto di dargli sepoltura.
Strinse i pugni. Riconosceva quella foto, apparteneva ad una giornata splendida, dove Kagome aveva portato nell'era Sen Goku la macchina fotografica per spiegare loro come funzionasse ed immortalare dei ricordi. Uno dei pochi giorni in cui non c'erano stati attacchi da parte di demoni o di Naraku. Ricordava bene che Kagome, quel dì, aveva sorriso così tanto che se anche il sole non ci fosse stato, il suo mondo sarebbe comunque rimasto illuminato.
"Kagome... eravamo così lontani... eppure così vicini..."
-Inuyasha?-
Sussultò violentemente, sentendosi chiamare da quella voce che conosceva così bene.
-Ka-Kagome... cosa ci fai qui? Non dovevi lavorare stamattina?-
La ragazza arrossì.
-Beh sì, ma.. non riuscivo a concentrarmi molto e così... sono passata a trovare mio nonno ed ora ho il pomeriggio...libero- concluse in un soffio, mentre le guance assumevano il colore delle pesche.
Inuyasha la osservò. Era così bella che....
"Calmati, cretino...."
-Capisco... anche io stamane ero parecchio confuso... avevo bisogno di pensare-
-A cosa?- gli chiese.
Il ragazzo inchiodò gli occhi ai suoi.
-Scema. A cosa, se non a quanto ci è successo?- rispose in un ghigno.
Kagome abbassò lo sguardo.
-Già, certo- mormorò lei.
Perchè ora si era intristita di colpo? Che le prendeva?
Si avvicinò, alzandole il viso posando due dita sotto il mento.
-Kagome. Guardavo la tua tomba. Ricordo quella foto, sai?-
Gli occhi della ragazza si inumidirono.
-Perdonami. Non sai cosa avrei dato per riattraversare il pozzo- continuò lui.
Una lacrima scivolò via dai suoi occhi, posandosi sulle sue labbra.
-Non hai niente di cui scusarti. Era destino che dovesse andare così- disse Kagome, posando la mano sulla sua.
-Forse hai ragione-
Rimase ad osservare la ragazza per qualche istante interminabile.
-Kagome io.... anche io fui seppellito qui-
La bocca della ragazza si aprì di stupore, così come i suoi occhi divennero enormi.
-Cosa?- mormorò.
Lui annuì.
-Era passato molto tempo da quando te ne eri andata. Io mi sentivo...perso. Avevo smarrito me stesso. Tu eri l'unica che era in grado di capirmi, ti bastava uno sguardo. Così come eri l'unica in grado di darmi serenità. Io... ho perso la testa. Cercai volutamente Sesshomaru per sfidarlo. Volevo... che lui mi uccidesse, Kagome.  Ma quell'idiota... non ci è cascato. Così io....- la ragazza non proferiva parola e rimaneva immobile ad ascoltarlo. -Io... ho afferrato Tessaiga e.... mi.. mi sono trafitto-
Kagome non disse nulla. Era in silenzio.
-Ka-Kagome.. mi hai sentito?- chiese insicuro vedendola impassibile.
-Ti ho sentito- disse in un sibilo, ed un brivido gli attraversò la schiena vedendo lo sguardo della ragazza mutare, fumante di ira. -Sei uno stupido! Come hai potuto fare una cosa del genere? E Sango, Miroku e gli altri?! Non hai pensato a loro? Non hai pensato a me? E se fossi tornata? Tu non ci saresti più stato e mi avresti lasciata so..!-
La foga di quelle urla fu interrotta da Inuyasha. L'aveva presa tra le braccia e la stava stringendo convulsamente a sè.
-Mi dispiace. Ma tu .... Non saresti mai tornata. Ed una parte di me non voleva che tu lo facessi- la sentì irrigidirsi all'improvviso tra le sue braccia.
-Tu non... non volevi rivedermi?- chiese in un sussurro Kagome.
-Temevo... anzi.. sapevo che non saremmo mai stati felici insieme. Non in quel modo. Kagome, tu ricordi che ero un mezzo demone. Il tempo per me... sarebbe passato lento...tu saresti invecchiata da sola... ti avrei visto morire un giorno....Io non volevo questo per noi. Io volevo una vita normale, volevo invecchiare con te, volevo che fossimo....veramente felici-
La ragazza si rilassò nuovamente.
-Stupido- mormorò dolcemente.
Inuyasha le accarezzò i capelli, poi si avvicinò al suo orecchio.
-Ehi, ragazzina...- mormorò.
Lei si staccò da lui, arrossendo.
Quella visione di lei, così timida, lo fece sorridere.
-Non chiamarmi così- rispose gonfiando le guance.
-Giusto. Maestrina, dunque... se questo pomeriggio lei è libera, che ne direbbe di passare la giornata con me?- domandò ironico.
-Solo se me lo chiedi smettendo di fare il cretino- rispose incrociando le braccia al petto, fulminandolo con uno sguardo.
Lui sospirò con finta disperazione.
Le mise le mani sulle spalle, facendola voltare verso di sè, incrociando i loro sguardi.
-Kagome, vorrei portarti in un posto. Vuoi venire con me?-
Vide lo sguardo della ragazza cambiare espressione ed addolcirsi. Dopo pochi secondi, annuì con la testa e lui sorrise vittorioso.
Senza attendere oltre le prese la mano, ed iniziò ad incamminarsi senza mai lasciare la presa. Le loro dita si intrecciarono lentamente, passo dopo passo, come due cuori che si incontrano per la prima volta e devono imparare a sincronizzare i loro battiti.
 
Sota li osservò allontanarsi, sbirciando da dietro la porta di casa.
Il suo animo si riempi di gioia ed iniziò a saltellare per la felicità. Dopo l'euforia, si ricordò di quanto materiale aveva preparato in quel periodo per mandare ad Inuyasha una quindicina di maledizioni e si irrigidì.
"Sarà meglio far sparire quella roba"
E fischiettando allegramente cominciò a riporre tutto quanto.



 
  
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