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Autore: Drops of Neverland    16/10/2015    1 recensioni
Vi č mai capitato di associare la vostra vita ad una canzone? Di accorgervi che il testo di quella canzone vi rappresenta in pieno?
E' un po' quello che succede ai sette protagonisti, legati da una strana amicizia, che perņ funziona. Tutto quello che sanno č che sono diversi, che amano la musica, che sono costretti a vivere l'adolescenza... E le canzoni che all'inizio li rappresentavano, rimarranno le stesse?
Mi sento un'idiota ad aver scritto questa orribile presentazione, ma io almeno ci ho provato; ora sta a voi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Thank God It's Monday
Chase

«Odio i lunedì» borbottò Claire, appoggiandosi al muretto della scuola e bevendo un sorso del tè freddo che teneva in mano.
«Ma tu anche di mattina bevi tè freddo alla pesca?» Chiese un riluttante Dylan. Come ogni mattina erano appoggiati al muretto fuori dalla scuola, ad aspettare che arrivassero gli altri. Chase fece volare il proprio sguardo da Claire a Dylan, ascoltando il botta e risposta, simile a una partita di tennis, che ogni mattina si verificava tra i due, irritabili come non mai di mattina presto. Non osava mai mettersi in mezzo, temeva un’occhiataccia da parte di Dylan o una brutta risposta di Claire.
«Sì, persino di mattina bevo tè freddo alla pesca, mi tiene sveglia. E comunque non era su quel particolare che ti saresti dovuto soffermare. Ho mormorato “odio i lunedì”, tu avresti dovuto darmi una risposta su quello» finì, alzando le sopracciglia annoiata e prendendo un’altra sorsata di tè.
Dylan la guardò di traverso per poi rispondere, snervato «Ma come fai a fare questi discorsi da… psicopatica già di prima mattina?».
«Lei non è psicopatica» s’intromise Christopher, saltando giù dal muretto sul quale era seduto da tempo indefinito «se lo fosse, sarebbe un genio. Giusto, Richardson?».
Claire  sorriso soddisfatta, annuendo «Giusto, Chris. Vedo che qualcuno mi ascolta. Sì, sarei un genio, avendo già un quoziente intellettivo superiore alla media, ma sono troppo normale, maledizione. E non chiamarmi Richardson. Comunque, Dylan, ci riesco perché sonointelligente. E giuro che continuate a farmi domande di prima mattina, qualcuno non arriverà vivo in classe» disse infine, chiudendo gli occhi e prendendo l’ennesimo sorso di tè freddo.
«Chase» aggiunse poi. Il ragazzo, al suono del proprio nome, spostò il peso da un piede all’altro, stando zitto come al solito.
“Sono un idiota” pensò  “Non riesco neanche a rispondere ad una delle mie migliori amiche”.
«Dimmi, Chase» ripeté Claire, sempre con gli occhi chiusi «perché ci siamo solo noi quattro, stamani?».
«Ancora non riesco ad abituarmi a come parli» borbottò Dylan, rivolto a Claire, che lo ignorò bellamente.
«Uhm, Alexis è sicuramente in ritardo, come tutte le mattine» prese a spiegare Chase.
«Tipico» commentò Claire.
«Nathan mi ha scritto poco fa che passava dal negozio a prendere il regalo per Dana e arrivava» continuò Chase, alzando lo sguardo verso il cielo, come faceva sempre quando rifletteva «E lei… be’, non so cosa le sia successo».
«Dite che vorrà fare un’entrata speciale di scena per il suo compleanno, come abbiamo fatto io e Claire?» chiese Chris.
Chase sorrise al ricordo: Christopher e Claire compivano gli anni lo stesso giorno, il 19 settembre, e l’ultima volta avevano organizzato la più grande entrata di scena nella storia della scuola di praticamente sempre. Il giorno del loro compleanno era stata istituita la prima assemblea d’istituto dell’anno. L’occasione perfetta, erano persino riusciti convincere la banda della scuola a suonare “Happy Birthday” invece dell’inno scolastico. Mentre il preside Donovan faceva il solito discorso di apertura, inserendoci una nota sulla bizzarra scelta musicale della banda, Chris era entrato nella palestra, era andato dal preside e dicendogli “mi lasci il microfono, non sa come si intrattiene un pubblico, lei” aveva preso in mano lo strumento acustico, per annunciare “la grande entrata”. Il Preside lo guardava, allibito, e nel frattempo cercava di convincere i professori a fare qualcosa, ma erano tutti troppo confusi anche solo per rendersi conto di cosa stesse succedendo.
«Allora, compagni e compagne di scuola!» aveva urlato Christopher, con un sorriso smagliante «Sono qui per annunciare il compleanno della ragazza che probabilmente odia l’ottantacinque percento di voi: Claire Richardson!».
A quel punto tutte le luci si spensero e un fascio di luce, proveniente da chissà dove, venne puntato sui gradini più alti degli spalti. Claire venne illuminata, e iniziò a suonare “Another One Bites the Dust” dei Queen al basso. Poi un altro fascio di luce venne puntato su Christopher che annunciò con una largo sorriso «E sono anche qui per annunciare il compleanno del grande, bellissimo, magnifico Christopher Waaaard!» allungando quel tanto che bastava la “a” di “Christopher”. Poi le luci si accesero e Chris gridò «Claire scappa!» La ragazza diede il basso ad un ragazzo che la guardava divertito, mentre il Preside e il professore di ginnastica si davano all’inseguimento dei due ragazzi.
«Ma va’, è di Dana che stiamo parlando. Si sarà sicuramente fatta prendere dal panico, in qualche modo» disse Dylan scrollando le spalle. Chase venne immediatamente riportato alla realtà dalla voce del biondo, che stava controllando l’orario con noncuranza.
«Figuratevi, starà contando uno a uno i cupcakes, anche se sono solo una scusa per avvelenare la prof. Non ho capito perché non si è voluta sbilanciare più di tanto: è la cocca dei prof, la farebbe franca in ogni caso» disse Claire.
«Anche se strangolasse la prof con le proprie mani davanti a più di venti testimoni oculari» disse Dylan, ridendo all’idea.
«Infatti, tutti adorano Dana, probabilmente riuscirebbe a farla passare franca anche a noi» commentò Chase, piano.
«Attenzione ragazzi: Chase vuole abusare di Dana per riuscire a convincerla a commettere una rapina insieme a lei, e non farsi scoprire. Non preoccuparti, Chaz, nessuno sospetterebbe di te, sei troppo adorabile» commentò Claire ridendo, tirandogli un buffetto sulla guancia.
Chase arrossì, consapevole del fatto che lui, con la sua terribile timidezza, non aveva niente da temere, o che almeno nessuno gli avrebbe mai puntato un dito contro accusandolo di essere l’artefice in stile Christopher, Dylan o Claire.
Aveva uno strano rapporto con Claire: lei lo trattava come un fratello più piccolo, era molto protettiva nei suoi confronti. Chase all’inizio si sentiva sempre  in imbarazzo allo strano comportamento di Claire, poi aveva capito che lei lo trattava così semplicemente perché lo adorava. All’inizio era strano: Chase non aveva mai visto Claire comportarsi così con nessuno, era sempre una gran menefreghista nei confronti degli latri e, a parte i suoi amici, non riusciva mai a portare avanti una conversazione sincera, o perlomeno normale, con un suo coetaneo. Finiva sempre per litigare, o farsi odiare, da tutti.
«Chi è che vuole commettere una rapina?» commentò una voce alle spalle do Chase. Si girò, davanti a lui si ergeva Nathan, con un’espressione divertita in volto e una busta lilla in mano.
«Oh, nulla Nathan, Chase lo Spaccone voleva portare a rapinare una banca Dana la Ribelle, roba di routine, sai com’è. Comunque, hai preso il regalo, Lewis?» disse Claire, prendendo l’ultima sorsata di tè «È finito, maledizione» borbottò mentre alzava gli occhi al cielo.
«Sì, l’ho preso, Richardson» rispose Nathan. La squadrò un attimo e poi le si avvicinò, le prese il tè dalle mani e disse, piano «Lo butto io» e, esitante «comunque buongiorno».
«Buongiorno, piccioncini» s’intromise Dylan, alzando gli occhi al cielo. Chase non aveva capito bene il tipo d rapporto che c’era tra Claire e Nathan. Era strano, molto intimo e talvolta imbarazzante, ma se c’era qualcosa che era chiaro come l’acqua, era che quei due si piacevano. Era un’opinione che si era fatto tutto il gruppo, ormai. O meglio, avevano indetto una riunione proprio per parlare di questo.
«E dài, Dylan, smettila!» aveva riso Alexis due mesi prima, in un freddo pomeriggio domenicale di febbraio «È una cosa seria, smettiamola di distrarci!».
Alexis si alzò dal tavolino tondo attorno al quale si erano seduti, nel solito bar, e reclamò il silenzio lanciando una delle sue tipiche occhiatacce “Se non ubbidisci ti uccido”. Alexis era una persona talmente affascinante, carismatica, che non si poteva fare a meno di ascoltarla. Nessuno aveva mai il fegato di contraddirla, a parte i suoi amici, ovviamente. Dylan, Christopher, Dana e Chase cercarono di rimanere seri, mentre Alexis si schiariva la gola – quando erano insieme, era impossibile rimanere seri.
«Siamo qui oggi» annunciò Alexis con fare solenne «per parlare di due persone a noi care: Claire Richardson e Nathan Lewis».
«Sembra un funerale, Al» commentò Christopher, per cercando di farla andare su tutte le furie.
«Chris, se non la smetti anche tu, ti cavo gli occhi».
Christopher ammutolì.
«Allora, secondo alcune fonti segrete, ovvero noi stessi, Nathan e Claire si piacciono. Dobbiamo fare qualcosa».
«Tipo?» chiese Dana, aggrottando la fronte.
«Tipo farli mettere insieme» disse Christopher.
«Fin qui c’era arrivato persino Dylan».
«Infatti, fin qui c’ero arrivato persin… Ehi!» Dylan, offeso, prese gli occhiali a Dana, che subito cercò di riprenderseli, invano.
«Ragazzi!» li richiamò Alexis, esasperata «Abbiamo cose più importanti a cui pensare!».
Chase, che fino a quel momento non aveva detto una parola, si girò verso Alexis e disse, con il suo solito tono leggero «Secondo me, prima di tutto dobbiamo farli ammettere che si piacciono».
«Chase Middleton, hai una maledetta ragione!»  esclamò Alexis sorridendo. Gli scompigliò i capelli e, dopo aver appuntato ciò, chiamarono al cellulare i due oggetti della conversazione, e invitarli al loro solito bar.
«Terra chiama Chase. Ci sei, bello?» Chris diede uno scappellotto a Chase, che si riprese immediatamente dai suoi pensieri.
«Ti vedo un po’ tra le nuvole, stamattina» disse Dylan, lanciando uno sguardo all’amico.
«Stavo solo pensando al fatto che Dana non è ancora arrivata. È insolito, per lei» mentì, con una scrollata di spalle. Non avrebbe mai detto ciò che aveva per la testa. Non davanti a Nathan, e soprattutto non davanti a Claire. Ci teneva, alla sua vita.
«Le mando un messaggio»  disse Claire, estraendo il cellulare dalla tasca.
«Illuminami, Occhi Zaffiro, che abbiamo preso a Dana?» chiese Christopher, puntando lo sguardo sul pacchetto lilla che teneva stretto Nathan.
«Un libro, su consiglio di Chase. È arrivato stamattina alla libreria del signor Adams» disse Nathan, aprendo leggermente il pacchetto e sbirciandosi dentro.
«Mi sta simpatico quel vecchietto. È… dinamico, per i suoi settantacinque anni» disse Dylan appoggiandosi al muro e passando un braccio sulle spalle di Claire. Quest’ultima gli lanciò un’occhiataccia che le bastò per far togliere immediatamente il braccio dalle sue spalle «Ne hacinquanta, Dylan» disse, scocciata «E comunque non capisco ancora perché non abbiate accettato la mia proposta».
«Dubito seriamente che a Dana sarebbe piaciuto un saggio su alcol, violenze e droga tra gli adolescenti, Richardson» le disse Christopher.
«Si sarebbe scandalizzata» aggiunse Chase.
«E non ci avrebbe mai più rivolto la parola» concluse Nathan.
«Catastrofici,» mormorò Claire «perlomeno è un romanzo  veritiero».
«Ma Claire, non deve essere veritiero, deve solo piacerle» disse Chase, alzando le sopracciglia, abituato alla testardaggine della castana «E sono abbastanza sicuro che il mio libro le piacerebbe molto di più».
Dylan fece per dire qualcosa, tipo “Si, ma di che parla questo libro?” quando il suo sguardo si puntò al di là delle teste degli amici, e la sua attenzione venne immediatamente attirata da qualcosa che Chase non riusciva a vedere. Seguì l’esempio di Dylan, come tutti gli altri.
Alexis sembrava esasperata, camminava velocemente, con un sorriso nervoso sulle labbra, e aveva al seguito due ragazze che sembravano alquanto appiccicose, pensò Chase, e fu abbastanza certo che fossero Tabby Baker e Zoey Moore, andanti in classe con Alexis.
Le due ragazze gesticolavano e parlavano di qualcosa che Chase non reputava neanche lontanamente interessante, e che Alexis, a quanto pareva, reputava decisamente irritante.
«Sai, Lex, adoro le tue scarpe» diceva Tabby, trotterellando vicino alla ragazza dalle punte rosa per starle dietro « le vans vanno molto quest’anno».
«Decisamente» le faceva eco Zoey, annuendo con un sorriso condiscendente.
Chase capiva perché Alexis avesse tutta quella fretta. «Sentite» disse, girandosi di scatto con un sorrisetto nervoso tirato sulle labbra «non mi interessa, okay?» si mise le mani in volto, mentre Tabby e Zoey si lanciavano un’occhiata. Sembravano quasi ferite dalle parole di Alexis. Anche la ragazza sembrò accorgersene, che cerò subito di rimediare al suo errore «Insomma, sono le otto meno un quarto di lunedì» si scusò con un sorriso «e abbiamo anche il compito di letteratura alla seconda ora, lasciatemi riprendere» accennò una risatina e le ragazze sembrarono soddisfatte mentre si allontanavano ridacchiando.
Alexis si avvicinò a Chase e gli altri «Le inizio a detestare».
«Noi le detestavamo già da prima, se è quello che ti stai chiedendo» disse Claire, con un’alzata di spalle.
«Non essere cattiva» ribatté Alexis, sospirando « sono solo… hanno bisogno di qualcuno da seguire, ecco».
«Siamo commossi dalla tua carità» disse Dylan, mentre dietro di lui Christopher si copriva il volto con una mano, non riuscendo a trattenere le risate.
«Siete due idioti» disse Alexis, prima di rivolgersi a Chase «Sai, Zoey ti reputa carino».
«Io?».
«Già. Posso sempre combinarti un appuntamento, se vuoi».
Chase fece per ribattere, quando vide arrivare Dana con in mano una grossa scatola rosa. Ciò che conteneva l’arma del delitto, pensò Chase.
«Scusate il ritardo» disse lei, con gli occhiali leggermente calati sul naso e un’espressione colpevole in volto.
«Puoi fare tutto quello che vuoi, festeggiata. Dammi il cartone» Nathan prese la scatola dalle  braccia della ragazza che lo ringraziò con un sorriso riconoscente, prima di essere travolta dagli abbracci affettuosi di Claire e Alexis.

Neverland's corner:
perdonatemi, ma è stato tutto molto complicato. Oggi è tornata l'ispirazione... quindi eccomi qui, dopo non aver studiato neanche una pagina, solo per voi. La canzone, Thank God It's Monday, è dei NOFX, e la consiglio vivamente, nel caso vi piaccia il punk. Comunque, lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate, perché so dove vivete sarebbe molto importante per me.
Miss Neverland
  
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