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Autore: Virgola4869    16/10/2015    6 recensioni
Aoko è disposta a far tutto pur di catturare Kid, anche a diventare una ladra.
Con l'aiuto della ex ladra parigina riuscirà nel suo intento?
Kaito si trova ad affrontare una volta per tutte l'organizzazione, che ha acquisito un nuovo membro.
Intanto nella vita di tutti i giorni la normale quotidianità di Saguru, Akako, Kaito e Aoko viene sconvolta da un nuovo arrivo...
Kaito e Aoko riusciranno finalmente a capire ciò che provano?
Questa è la storia di Kaito Kid e la Phantom Lady!
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akako Koizumi, Altro Personaggio, Aoko Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

Strega ieri, strega domani

 

Martedì 17 Marzo

Nella stanza d'ospedale Akako guardava impaziente l'orologio. Non che le servisse essere curata, dato che poteva auto-guarirsi, ma sarebbe stato troppo sospetto se le ustioni le fossero sparite in una notte.

Finalmente dalla porta entrò la giovane donna dai capelli violetti. Quell'aria che rimaneva sicura e fiera dopo tutto quello che aveva passato, non poteva desiderare madre migliore. Chikage si sedette su una sedia bianca e accavallò le gambe, lasciando poco all'immaginazione. Aveva preso da lei anche quel lato seducente.

- Credo che tu sappia quello che è successo ieri- disse la più matura.

- Sì, l'avevo visto il giorno prima del White Day, ma credevo di essere riuscita ad impedirlo. Anche se manca ancora qualche visione...- disse mettendosi le dita sotto il mento. Arrossì al solo pensare che assomigliava molto al fidanzato con quell'aria da detective- Manca ancora un funerale, poi c'è a parte delle maschere, anche se può essere riferita ad ogni furto che quei due compiono, non so se lo sparo che ho visto si riferiva a quello che ha preso ieri Kaito per striscio, dovrei indagare- scosse la testa, si stava ancora immedesimando nell'amato- Adesso ho sonno, dopo la scuola viene Saguru, quindi non farti trovare.

Chikage poteva pur aver perso i suoi poteri, ma certi poteri una donna non li perdeva mai. Gli occhi della figlia che brillavano appena pronunciato il nome del figlio del questore ne erano una prova. Doveva proprio amarlo per avergli lasciato oltrepassare quella barriera dettata di menzogne e magia che aveva costruito intorno a sé. Era bastata una piccola crepa nel suo cuore per distruggerla. Ma anche il loro rapporto era basato su una bugia e per questo non sarebbe durato.

La donna si alzò e guardò con occhi di ghiaccio la figlia, che rabbrividì.

- Lo perderai.

Due semplici parole, scagliate contro come proiettili, distrussero del tutto la protezione che avvolgeva il cuore della liceale e lo lasciarono indifeso.

- Lo dici perché l'hai visto in una previsione?- domandò con la gola secca e le lacrime agli occhi.

Chikage uscì dalla porta e mormorò parole quasi impercettibili, che solo l'orecchio di un essere non del tutto umano avrebbero potuto intercettare. Le aveva detto una frase, troppo dura per una semplice adolescente e alo stesso tempo troppo sentimentale per una strega. Non solo, un incantesimo... in quelle parole aveva inserito una magia, l'unica che una strega non poteva mai perdere, l'unico incantesimo che le sarebbe riuscito, L'incantesimo 1.
 


 

Gli uccellini cinguettavano, il sole splendeva in celo e la luce filtrava dalle tapparelle... si poteva definire l'introduzione perfetta per un giorno perfetto.

Certo, la sarebbe stata se non si fosse a letto con qualche piccola ustione e colpi di pistola sul corpo. Questa si poteva definire la situazione in cui si trovavano ora Kaito e Aoko. Naturalmente il tutto doveva rimanere nascosto a occhi indiscreti.

Il ragazzo si era probabilmente preso la febbre. Si sentiva il corpo bollente e svenire. Riuscì con un grande sforzo ad arrivare a casa dell'amica per fare colazione, anche se non si aspettava di trovarla, dato che credeva fosse andata a scuola.

Aoko si alzò e si mise le sue ciabatte pelose... saranno state le ustioni che le gonfiavano i piedi, ma le sembravano più piccole del solito. Scese a fare colazione e, scherzo del destino, ci trovò Kaito. Ma non doveva stare a scuola?

Il mago non si accorse di lei e cominciò a sventolarsi la mano davanti alla faccia per prendere aria. Adesso si sentiva come se fosse entrato in un cratere di un vulcano. Si tolse la maglietta e restò a petto nudo.

Mancava poco che Aoko svenisse. Si appoggiò a una parete, per non cadere fulminata da quella visione “celestiale”. Un ottimo risveglio si poteva definire.

- 'giorno- mormorò lei imbarazzatissima per attirare l'attenzione.

Di fatti lui alzò lo sguardo e la notò. Le ustioni e i graffi erano stati coperti dalla cipria, che le rendeva la pelle ancora più chiara di quanto non fosse già, una specie di color porcellana. Kaito la guardò e arrossì, era bellissima. Deglutì maledicendosi. Se continuava ad avere quelle reazioni l'avrebbe capito prima o poi, ci mancava solo sbavasse.

Solo dopo qualche secondo si accorse che non aveva la camicia, e in fretta e furia se la rimise. Se prima era in un vulcano, ora era approdato sul Sole.

“ Complimenti Kaito, ottimo modo per bruciare le tappe!”

- G-giorno- balbettò.

Aoko continuò a fissarlo con aria sognante, per poi darsi una gomitata da sola e tentare di spiccicare qualche parola. Peccato le uscisse dalla bocca solo un minimo sussurro.

- Come mai non sei andato a scuola- sì, ce l'aveva fatta a spiccicare una parola, sempre senza smettere di fissare il petto dell'amico, anche se ormai era coperto- Oggi davano l'indirizzo del posto in cui saremmo andati in gita domani.

- Lo so, ero solo stanco. Poi, penso che staremo tre giorni a Kyoto, l'avevano detto l'anno scorso, mi sembra.

Kaito si stupì della reazione pronta della ragazza, poi scosse la testa. Aoko non era come le altre ragazze che si lasciavano sedurre facilmente e soprattutto era fidanzata, erano migliori amici fin dall'infanzia e non avrebbe mai provato niente per lui! Ma allora perché sembrava ancora più imbarazzata di lui? Aveva una voglia irrefrenabile di chiederle “Come va con Ryu”, sperando una risposta negativa, ma sarebbe uscito troppo geloso. Gli cadde l'occhio sul giornale che c'era sul tavolo.

- Kyoto, eh?

Si alzò e uscì, tornando a casa sua.

“ Ma oggi cosa gli è preso? Prima viene a casa mia bello come un dio e poi se ne va senza degnarmi di una minima attenzione! Mannaggia a te Aoko che ti illudi ancora!” Aoko scrollò le spalle e diede un pugno al muro. Gli uomini non li avrebbe mai capiti.

Dopo aver finito il suo latte con i cereali, non che avesse fame, ritornò in camera. Sul guanciale del letto aveva lasciato il cellulare e si accorse che stava vibrando.

 

<< Ehi, non so se ti sei ripresa dall'ultimo furto, ma mi chiedevo se ti andasse di fare un furto... che ne so, giovedì?>>

<< La mia famiglia è di Kyoto, quindi giovedì vado a trovarla, non credo di poter ritornare a Tokyo in tempo per il furto>> (era la verità... cioè, sarebbe andata a Kyoto con la scuola, ma non poteva dirglielo espressamente, altrimenti avrebbe capito in che scuola e classe stesse)

<< Ma io pensavo di rubare la “Gran Maria”! Si tratta di una reliquia venuta direttamente da Gerusalemme. Ora si trova esposta a Tokyo, ma domani verrà trasferita in una chiesa a Kyoto, quindi il furto andrebbe commesso lì!>>

<< Rubare in una chiesa... non so... vediamoci oggi pomeriggio al solito posto, dobbiamo parlare>>

<< Se non vuoi più compiere furti con me ti capisco, ieri per colpa mia hai rischiato la vita...>>

 

Ecco un altro esempio di uomo idiota... se si potevano definire uomini!
 



Akako si sentì sola, come era prima di frequentare il liceo Ekoda. La madre aveva ragione, Saguru era sempre così gentile con lei e in cambio lei gli raccontava tutte bugie sul suo conto? Forse non erano fatti per stare insieme.

I muri che erano stati demoliti dal detective in precedenza si eressero ancora più spessi e ormai raggiungerla sarebbe stato impossibile per chiunque.

Questa volta la strega in lei aveva vinto...

“ Bentornata Akako Koizumi” si disse emanando attorno a sé un aura oscura.

… e per sempre.

 


 

Saguru uscì di corsa dalla scuola. Incrociò qualche gruppo di ragazze che rimasero affascinate dalla sua bellezza e gli venne inevitabilmente da sorridere. In effetti, sembrava proprio un modello. I capelli biondi al vento, la divisa di scuola un po' sbottonata, il suo modo di correre autoritario, tutte cose che alle ragazze non passavano inosservate. Soprattutto a una.

- Non è che poi la tua ragazza si ingelosisce?

Il ragazzo rallentò l'andamento e si guardò attorno. Tutti i gruppi di studenti si erano fermati a vedere cosa stesse succedendo, ma una in particolare attirò la sua attenzione.

- Veyrid, cosa vuoi?

Brutta dentro e bella fuori, ecco come si poteva definire quell'arpia.

- Ma come, non ti sei accorto che qui ti sbavano tutte dietro?- disse Rosannah in modo arrogante, poi indicò tutte le ragazze che erano arrossite- E tu non fai niente per non passare inosservato?

Saguru strinse i pugni. Era la persona peggiore che avesse mai conosciuto. Con Kaito faceva l'angioletto, ma era un diavolo con gli altri.

- Non mi sembra che tu faccia qualcosa per non ingelosire Kaito?- avrebbe di grazia aggiunto “Anche perché non ci riusciresti mai, dato che lui non ti ama!”

La liceale scosse la sua chioma di capelli color pece al vento e lo guardò dritto negli occhi. Sbagliava o aveva visto una fiamma nelle iridi di quella diavoletta?

- Te ne pentirai di questo affronto. A proposito, la scuola lo sa che tu e lei state insieme?- gli disse con un ghigno, poi si rivolse alla folla di adolescenti attorno a loro- Gente, ascoltate, Koizumi e Hakuba stanno insieme, ripeto, Akako Koizumi e Saguru Hakuba stanno insieme!

Un brusio si espanse per tutto il cortile. La ragazza più popolare della scuola e uno dei più popolari stavano insieme? Molte liceali cominciarono a piagnucolare, vedendo i loro sogni romantici con protagonista il detective, tutti distrutti. I ragazzi si accasciarono a terra maledicendosi per non aver fatto per primi il primo passo. Insomma, Rosannah aveva mandato in uno stato pietoso tutti gli studenti dell'Ekoda. I professori uscirono dalle aule per capire il perché ci fosse quell'aria di depressione in giro e si stupirono nel constatare che fosse colpa di due studenti modello.

- Veyrid, Hakuba, in classe, subito!- urlò la professoressa Konno.

In fila indiana, con in testa Rosannah, rientrarono nell'edificio.

Saguru poteva anche scordarsi ora di andare di Akako.

Rosannah sorrise senza farsi vedere. Guardò il display del cellulare e le uscì un risolino.

<< Non saremo alleate, ma non devi farmelo incontrare>>

Era riuscita nel suo intento e si era guadagnata una nuova amica.

“ Questa punizione però me la paghi, Akako-san!” pensò con un ghigno.
 


 

- Sicura di volermi accompagnare, sorellina?- chiese Kaito in macchina di Jii prendendola in giro.

- Sorellina a chi? Sono molto più matura di te!- sbuffò lei indignata- Poi non sto venendo per interrompere il vostro appuntamento romantico!

Kaito avvampò a quella definizione. Sì, stava per incontrare una ragazza che gli piaceva, che l'aveva baciato, ma non era sicuro di essere ricambiato! Il giorno prima l'aveva praticamente messa in pasto a quelli di una delle organizzazioni più pericolose in Giappone!

- E la mamma?- chiese, tentando di cambiare argomento.

- Partita- Akako volse lo sguardo al finestrino- Mi ha lasciato qui sola in pasto agli squali!

- In che senso squali?- chiese Kaito, stranamente interessato a quel paragone.

- Ma come, non lo sai, chiedi a tuo cugino, allora!

Akako lo guardò negli occhi e sorrise beffarda. Kaito sapeva benissimo di non avere cugini, ma allora perché sembrava sincera nel dirlo? Non fece in tempo a chiederglielo, che lo buttò per strada e gli fece l'occhiolino.

- Non fammi diventare zia!- rise la strega e lasciò Kaito da solo davanti al cantiere navale.

 

“ Perché mi travesto sempre da me stessa? Prima o poi capirà che sono veramente Aoko Nakamori!Ma quando arriva, è in ritardo!” picchiettò il dito contro l'orologio “ Se non viene col cavolo che...”

Le si mozzò il fiato quando lo vide. Aveva ancora la maschera del suo amico, con quei capelli arruffati e corvini e quegli occhi azzurri, perché diavolo doveva sempre essere Kaito?

- Quindi si va a Kyoto?- disse lui, con un tono di imbarazzo nella voce.

“Logico che sono imbarazzato!” pensò lui spostando il suo sguardo all'abbigliamento della socia: jeans che le delineavano il fondo schiena e una maglietta rossa a maniche lunghe scollata, aveva anche un cappotto, ma non risaltava all'occhio quanto quegli altri capi di vestiario.

Probabilmente adesso la Lady avrebbe pensato che fosse un pervertito, dato che le guardava sempre le curve. Peccato Aoko non ci fece minimamente caso, troppo occupata ad evitare il contatto visivo con il ladro.

Dovevano mettere le cose in chiaro e una volta per tutte!

- Se non la smetti ti tiro uno schiaffo- disse lei, non sapendo neanche cosa l'altro dovesse smettere, ma ebbe successo, dato che lui volse lo sguardo altrove- Non credi di dovermi dire qualcosa?

- Se ti riferisci all'organizzazione credevo che...

- Non mi riferisco a quello!- lo interruppe lei.

Ma allora a cosa si riferiva?

Certo che i maschi erano proprio duri di comprendonio, possibile non capisse che lo stava incitando a fare un passo avanti?

Aoko sospirò. Doveva sempre fare tutto lei?

- Cosa ti dice la parola White Day?- chiese lei esasperata.

- AH!!!

Kaito fu folgorato dall'immagine di loro due che si baciavano allo scoccare della mezzanotte. Ecco cosa voleva. Non gli aveva ancora tirato schiaffi, quindi forse anche lei ricambiava quei sentimenti? Doveva rischiare e dirle che l'amava, ma amava anche un'altra?

- Mi dispiace- disse lui alla fine e la ragazza sgranò gli occhi. Aveva mal interpretato tutto?- Mi dispiace per quello che sto per fare...

 

- Mi dispiace per quello che sto per fare...

La donna chiuse svelta il computer e si sistemò comoda sul sedile dell'aereo.

Ormai la sua parte l'aveva fatta e doveva lasciare che la situazione si evolvesse prima di ritornare. In conforto sapeva di aver lasciato in buone mani quei due scavezzacolli, anzi quei quattro, poiché il figlio del questore e Akako ci erano dentro fino al collo, proprio come quei ladri.

Chissà cosa avrebbe fatto suo figlio adesso che si era conclusa la conversazione... Si sarebbe confessato? Le sarebbe saltata addosso? L'avrebbe baciata?

Ordinò un bicchiere di champagne e chiuse gli occhi. Come avrebbe voluto avere ancora il suo potere e vedere quello che stava succedendo.

Spostò il bicchiere avanti e indietro e lo fece volteggiare in aria. Magari fossero stati tutti dolci e flessibili nella vita, proprio come quel vino.

Riaprì gli occhi e guardò fuori dal finestrino. Era già sera, il tempo era volato.

<< Good luck my dear and see you next week, for now i will stay where i'm safe, at Los Angeles>> e scritto questo sul telefono si abbandonò a un sonno ristoratore verso il nuovo continente.
 


 

Saguru uscì sfinito da scuola. Aveva dovuto pulire moltissime aule insieme all'arpia e non era ancora riuscito a contattare Akako nonostante tutte le telefonate che le aveva fatto.

- Ehi- Rosannah gli corse incontro, con uno sguardo angelico- devo passare da Kaito per avvertirlo della gita a Kyoto, probabilmente tu vorrai dirlo ad Akako e Ryu a Aoko, possiamo andare tutti insieme!

Il detective ci pensò un attimo, non era così male come idea. Insieme si avviarono verso casa Kuroba, mentre Ryu li raggiunse a metà strada.

Rosannah continuava ad arricciarsi nervosamente dei capelli che le ricadevano davanti agli occhi, mentre Saguru e Ryu conversavano allegramente.

- Non sai quante volte ho tentato di prendere Kid!- diceva il primo.

- E non ci sei ancora riuscito?- ribatteva l'altro.

Alquanto annoiata dalla conversazione prese il telefono e mandò dei messaggi a quella che un tempo era la sua migliore amica. Non si sentivano da tempo, anzi l'ultima volta era finita male fra loro, ma la considerava comunque una fonte preziosa da cui attingere.

Scorrendo i messaggi rivide quello di Akako.

“ Dopo tutto l'hai detto tu...” disse vedendo in lontananza la casa della strega “ Noi due non siamo alleate, quindi non ti devo nessun favore”

Finalmente il gruppo arrivò a destinazione e suonò il campanello.

Ad aprire fu Aoko, con uno sguardo shockato.

- A-Akako e K-Kaito...
 


 

- Allora fratellino, sei tornato dal tuo appuntamento?

Ecco, ci mancava solo la ramanzina di Akako, perché lei sapeva quello che era e non era successo. Allora perché prenderlo così in giro?

- Koizumi, lasciami stare!- tentò di usare un tono autoritario, ma gli uscì molto supplichevole e soprattutto imbarazzato.

La strega uscì dalla cucina con un grembiule da casa rosa, probabilmente della madre, e nascosto qualcosa dietro le mani. Aveva un ghigno sul volto che stava a significare: Io so tutto, quindi non fare il finto tonto con me!

Kaito si accorse solo allora dell'oggetto che aveva in mano la sorella: un coltello.

Sbiancò di colpo e indietreggiò di qualche passo, ma andò a sbattere al muro.

“ Mi vuole uccidere?” pensò rabbrividendo.

- Se avessi voluto farti fuori avrei usato la magia, non credi?- gli disse leggendogli nel pensiero.

- A-allora c-cosa v-vuoi f-fare?- chiese con la voce insicura. Non l'avrebbe mai ammesso, ma Akako era peggio di tutta l'organizzazione messa insieme.

- Divertirmi!

La strega fece la sua risata sprezzante e corse contro il gemello con “l'arma” sguainata.

Cominciò una vera e propria lotta. Akako prevedeva abilmente tutte le mosse del mago e gli dimostrava quanto erano semplici da capire.

“ Mi sta mettendo alla prova!” realizzò Kaito, poi si scansò per evitare una pugnalata in pancia “ Beh, di solito non si misura la forza di una persona così! È da rinchiudere in un manicomio!”

Akako rise un'altra volta e gli si parò alle spalle e fece un taglio da destra a sinistra sulla sua schiena, ma anzi che sangue uscirono dei coriandoli. Il ragazzo, infatti, si era spostato agilmente dietro la sorella, sostituendosi con un manichino, e ora l'aveva buttata a terra.

- Hai superato l'esame!- disse lei sorridendo con la faccia rivolta verso il pavimento.

- Tu sei pazza!- ribatté lui con il fiatone.

La giovane si rialzò, ma con un abile gesto ritirò fuori il coltello da cucina e si avventò verso la faccia di Kaito, lui fece appena in tempo a spostarsi per non farsi colpire in pieno. Guardò l'arma di Akako e poi si toccò la guancia... c'era del sangue su entrambe.

- Ancora troppo debole...- prese un pezzo di scottecs e ci pulì il coltello- Considerala una piccola vendetta per quello che hai fat...

Un piccolo grido echeggiò per la casa.
 


 

Saguru osservò incredulo la scena. Davanti a lui Aoko aveva gli occhi spalancati, mentre Rosannah e Ryu li stavano appena sgranando. Il motivo era uno solo: Akako teneva dietro la schiena un coltello e un pezzo di carta sporco di sangue, mentre Kaito aveva un graffio in faccia.

- C-ciao ragazzi, che bella sorpresa!- tentò di dire Kaito con una voce apparentemente normale. In realtà credeva che la vendetta della sorella sarebbe stata anche peggiore, invece aveva ricevuto solo un graffio, doveva ritenersi fortunato, ma gli altri non l'avrebbero capito.

- Non posso dire altrettanto.- borbottò la strega.

Saguru guardò con occhi spalancati Akako. Chi era quella ragazza che aveva davanti? Dov'era la liceale seducente e ironica che si ricordava? Chi era quell'adolescente con gli occhi di ghiaccio e la voce incolore che aveva tentato di ferire gravemente l'amico?

- Beh...- tentò di parlare Kaito, capendo che la situazione che si era andata a creare era molto tesa- Akako stava giusto preparando da mangiare, quando sono tornato, poi per sbaglio mi sono avvicinato di scatto a lei e mi sono graffiato.

Rosannah e Ryu annuirono credendoci, mentre Aoko e Saguru fecero una smorfia. La strega salutò con una mano e si congedò.

- Che caratteraccio quella!- esclamò Rosannah- A proposito, abbiamo grandi novità!

- Si va a Kyoto!- disse felicemente Ryu- Preparate le valigie, si parte domani!

Saguru continuò a guardare verso la porta dov'era uscita la sua ragazza. I conti non tornavano, soprattutto la faccia di Aoko era troppo sconvolta per aver visto un semplice incidente.

La liceale in questione aveva lo sguardo perso nel vuoto e si sforzò a sorridere e sembrare sorpresa.

- Che bello!- diede una gomitata a Kaito- Non lo trovi magnifico?

Lui annuì, anche egli assorto in chissà quali pensieri, ma un'occhiataccia della fidanzata lo fece svegliare e formulare la fatidica domanda.

- Rosannah, hanno già formato le stanze?

Gli occhi della ragazza luccicarono e guardarono entusiasti tutti.

- Certo! Proprio come ho chiesto alla prof, mi ha messo in stanza con Aoko e Akako, mentre tu tesoro stai con Hakuba e Ryu!- la ragazza si rattristì per qualche secondo, poi continuò con un tono molto malizioso- Sai, avevo chiesto se ragazzi e ragazze potevano stare in stanza insieme, ma la Konno ha detto di no! Non ti sembra un ingiustizia?

Aoko e Kaito arrossirono, mentre Akako dal piano di sopra si stette per strozzare.

- Ma certo amore!- disse il mago tutto rosso sulle guance, poi si avviò verso la fidanzata e le diede un bacio a stampo- Mi sarebbe piaciuto, sai...

Rosannah sghignazzò, mentre Aoko si maledì per non portare sempre un'ascia con sé, poteva risultare utile per tappare la bocca a quell'arpia!

Bene, se loro volevano essere sdolcinati, o meglio pervertiti, allora anche lei lo sarebbe stata!

- È un peccato!- disse e si avvicinò a Ryu, e gli si avvinghiò- Non capisco cosa c'è di male!

- Neanch'io...- osservò l'altro, un po' in imbarazzo, poi abbracciò la fidanzata e la baciò.

“ Togli quelle luride labbra da Aoko!” pensò Kaito stringendo i pugni, ma non diede a vedere la rabbia che l'aveva invaso e prese con forza i fianchi di Rosannah e le diede un lungo bacio.

“ Togli quelle luride labbra da Kaito!” pensò la ladra, che per controbattere aveva messo le mani nei capelli biondi dell'amico continuando a baciare il fidanzato con foga.

- Ehm-ehm...

I quattro si staccarono e, con un po' di imbarazzo e si accorsero che c'era anche Saguru tra loro, il quale li guardava molto divertito.

Probabilmente in quella situazione era l'unico ad averci capito qualcosa. Era tutto così palese, perché anziché fare una gara al bacio più passionale non ammettevano i loro veri sentimenti?

“Che idioti in amore!” pensò esasperato.
 


 

“ Perché tu saresti un genio in queste cose?”

Akako rise sprezzante, poi scagliò una freccetta contro il bersaglio.

Aveva colpito il centro, con sopra scritta una x, ai lati c'era una striscia blu, una rossa, una gialla e la più esterna era nera.

“ L'amore è un sentimento inutile, serve solo per farti perdere tempo” la ragazza ne rese un'altra e ricolpì la x. Fece una smorfia.

“ La mamma ha ragione... o forse torto del tutto! Io il mio cuore non l'ho ancora donato né ora, né mai!” un altro tiro a segno fece centro.

“ Non dimenticherò mai la tua frase e quell'incantesimo nascosto fra le righe... mi hai aperto gli occhi!”

Questa volta il colpo finì sulla striscia gialla e quella rossa, Akako sorrise in modo terrificante.

“ Bingo!”



Nota d'autrice:
Ok... *chiede perdono in ginocchio per l'immenso ritardo* per la prima volta mi è venuto il blocco dello scrittore. Non ci ho messo anni a scrivere questo capitolo inutile perché avevo compiti, ma perché mi era passata l'ispirazione (adesso è tornata).
Allora, passiamo alla storia...
Chi di voi è contento che Chikage finalmente è tornata in America? (io si, stava diventando troopo OOC, di pazze abbiamo già Akako XD)
Cosa è successo per voi dopo che abbiamo lasciato soli quei due? (hanno procreato XD?)
Che frase ha detto Chikage per convincere Akako (maledetta Chikage) a "tornare" strega?
Ho un altro milione di domande, che forse non ci so rispondere neanche io, ma vi dico subito che non ho dimenticato pezzi e non ho saltato frasi, il capitolo è fatto per essere così.
Ho una voglia matta di spoilerarvi una cosa del prossimo capitolo: ci sarà un flashback, ma non noioso e pieno d'azione, ma romantico...^.^
xoxo
Virginia
Ps: postare alle 11 di sera non è il massimo...

   
 
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