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Autore: myavengedsevenfoldxx    17/10/2015    1 recensioni
-allora devi fotterti, noi cerchiamo di aiutarti, ma se non ci dai una mano non possiamo venirti incontro-
-non posso semplicemente rimanere così?-
-stai scherzando?- sbottò James, rimasto taciturno fino a quel momento.
-nah-
-vaffanculo allora, quello che ti raccontiamo non serve a nulla?-
Rimasi in silenzio, Jimmy si stava alterando e non avevo ben capito il perché.
Non che me ne importasse molto alla fine.
Almeno credo.
-Brian cazzo fallo per Angelica- e detto ciò James si alzò e se ne andò seguito dagli altri.
Angelica … Angelica.
Quel nome non mi suonava nuovo, ma non mi diceva niente.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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XV


So take the photographs, and still frames in your mind
Hang it on a shelf in good health and good time


 

 

Mi chiamo Synyster Gates, ho 21 anni e sono nato il 7 luglio ad Huntington Beach e volevo che Angelica coronasse il suo sogno perché la sua felicità era un sorriso sulle mie labbra.


-stampa- dissi al computer – e dai cazzo muoviti.- erano quasi le sei di pomeriggio ed ero appena tornato a casa dal lavoro in negozio, avevo passato il dopo mezzogiorno a pensare se sarei riuscito a compilare il modulo  e trovare le fotografie per la mattina seguente, dato che il negozio era aperto solamente la mattina.
Avevano dimesso Angelica qualche giorno fa e avevamo iniziato anche a fare prove, ma per le foto non sapevo ancora come fare. Alla fine lei era a casa a quell’ora ormai mancava un ora all’ora di cena e solitamente era lei che preparava. Poi era tanto felice che di lì a poche ore avrebbe compiuto18 anni che non prestava nemmeno molta attenzione quando le si parlava.
Come ieri, a prove, si era portata dietro come al solito la macchina fotografica e le avevamo chiesto io e Johnny di fare una foto a noi due assieme.
- Angelica …?- chiamai
-dimmi Brian -
-fai una foto a me e Johnny?-
-certo- prese la macchina, provò a mettere a fuoco, ma si vedeva che era con la testa fra le nuvole.
-mettetevi in posa!- cantilenò lei felice
-tu la foto non la fai se non togli il tappo dall’obbiettivo- dissi
-cosa..?- guardò la macchina e si mise a ridere, a dire il vero sembrava un po’ fatta, ma non glielo dissi. Fatto sta che da quando era tornata a casa dall’ospedale era così, chissà che le avevano dato là dentro.


-GRAZIE DIO PER AVERMI STAMPATO IL FOGLIO-  urlai appena vidi sbucare il foglio stampato dalla stampante. Lo presi e cominciai a compilarlo, alla fine era un regalo, dovevo prima vedere se la prendevano, almeno non c’era scritto di firmare …
Fatto questo, che impiegai al massimo due minuti, scrissi con una calligrafia abbastanza orrenda, ma non importava. Uscii di casa, feci due passi e bussai alla porta di fronte, James venne ad aprirmi.
-ciao Jimmy –
- ehy Brian, tutto ok?-
-si si tu?-
-certo.- dissi tutto contento
-sembri fatto – commentò Jimmy ridendo, poi sentii una voce da lontano che disse “JAMES CHI E’ ALLA PORTA?”
- mi sto facendo quattro chiacchiere con Brian- rispose lui
-CIAO BRIAN- urlò Angelica dalla cucina, almeno presumevo fosse dalla cucina
-ciao Angelicaaaa- urlai dai corridoio e poi aggiunsi sotto voce – esci fuori un momento dobbiamo parlare- e chiuse la porta dietro di sé.
-sapevo io che c’era qualche cosa che non andava- dissi fissandomi negli occhi, lo guardai strano poi smentii.
-no no è tutto a posto-
-sicuro? Sembri strano- ammise lui piegando leggermente la testa verso destra.
-riguarda Angelica- Jimmy rimase in silenzio così continuai – l’ho iscritta ad un concorso di fotografia, come regalo di compleanno-
-davvero?-  il volto del batterista si illuminò
-si, guarda questa è l’iscrizione, che ho compilato, almeno non chiedevano la firma-
-sei grande Gates-
-lo so, lo so, ma c’è un piccolo problema-
-ossia?-
-dobbiamo portare 5-6 foto per vedere se passa … -
-adesso son cazzi- ammise lui girandosi a fissare la porta di casa –come facciamo? Non possiamo chiedergliele-
-ma tu sai dove le tiene, no?- mi guardò con aria indagatoria, amavo far rimanere le persone in attesa della mia risposta o affermazione. – la distraiamo per un momento e tu ne prendi alcune, quelle che reputi migliori, anche perché le avrai viste decine e decine di volte-
-si, si potrebbe fare, ma la spazzatura l’ha portata giù prima e non saprei che farle fare-
-si è fatta la doccia?-
-solitamente la fa dopo cena, okay idea-  disse alzando le sopracciglia, io lo guardai – la mando a farsi un bel bagno caldo e tu rimani a cena da noi e mentre io metto quattro cose in riga in pentola tu vai in camera sua, sotto il letto ha un pacco, lo apri e li ha le foto più recenti, però devi fare in fretta-
-ci sto-
-perfetto- disse The Rev il quale poi si voltò e aprì la porta. – sorella, ho invitato Brian a cena-
- COSA- urlò apparendo dalla porta della cucina – potevi avvisarmi così facevo qualche cosa di più decente –
-stai tranquilla, tu ora vai a farti un bagno e io finisco di preparare la cena-
-no?-
-si invece sennò mi arrabbio-
-ma, stavo ..- non finì il discorso che il fratello la interruppe.
-niente ma, muoviti- la ragazza sbuffò e si avviò verso il bagno, io invece seguii Jimmy in cucina, c’era un buonissimo odore di carne e non vedevo l’ora di assaggiarla, aspettammo che lei aprisse l’acqua della vasca e poi il fratello mi diede il consenso per andare nella sua camera.
-prima porta a destra del corridoio- disse e io annuii con la testa. Il corridoio era pieno di foto dei fratelli Sullivan da piccini ed erano così teneri, entrai nella camera e le pareti furono la prima cosa che notai. Erano tappezzate da foto della natura e di Jimmy da piccolo, inoltre sulla mensola accanto a dei libri c’era una cornice con quattro persone, erano loro due con i genitori, mi si strinse il cuore.
Mi sedetti sul letto e fissai la stanza, i vestiti erano gettati un po’ alla rinfusa, le penne sulla scrivania accanto alla finestra e la macchina fotografica su un ripiano poco più in alto, mi inginocchiai ai piedi del letto e tirai fuori una scatola nera con su scritto “foto”. Il primo pacco di foto che mi capitò in mano era quello datato agosto-settembre-ottobre-novembre 2002, sarebbe andato benissimo e poi non potevo perdere tempo, James mi aveva detto che lei non stava tanto tempo nella vasca in quanto lo reputava una perdita di tempo e così dovevo darmi una mossa. Aprii il fascicolo e le prime erano foto della casa da varie inquadrature, poi c’erano paesaggi e persone sconosciute che aveva visto al parco.
-dio quanto sono belle- sussurrai, erano davvero belle, lo pensavo davvero. Erano semplici, non c’era nulla di esagerato e ti colpivano parecchio. Tra le prime che vidi scelsi quella che ritraeva due ragazzi di spalle che passeggiavano mano nella mano sotto un arco di rami di alberi con i fiori appena sbocciati.
Continuai a guardare le foto, ora passammo a quelle di James mentre stava in casa: o giocava con la play o con le bacchette o stava dormendo, scelsi la più semplice quella dove era stata scattata senza che l’occhio di The Rev si accorgesse, erano semplici scatti della vita di tutti i giorni.
La presi e la misi da parte.
Poi iniziarono una serie di foto di Huntington Beach e della sua spiaggia nelle varie ore del giorno e della notte e tra le tante ne scelsi due, una che aveva immortalato il riflesso della luna nell’acqua e una che mostrava un castello di sabbia con l’oceano dietro. Erano stupende. Non pensavo che fosse così brava, sapeva immortalare ogni momento con estrema delicatezza come se fosse stato apposta per lei, poi coglieva tutte le ombre e i giochi di luce erano bellissimi.
Meritava di vincere solo a vista di quelle foto che segretamente stavo raccogliendo.
Poi iniziarono le foto della band, io, Johnny e tutti gli altri, foto scattate mentre non ce ne accorgevamo o che avevamo chiesto noi, foto degli strumenti, foto della nostra sala prove, poi definirla sala prove era pessimo dato che era una vecchia casa in cui andavo a giocare da bambino, ma nessuno la voleva comprare.
Scelsi le foto di noi mentre suonavamo e che eravamo stati immortalati senza accorgercene, poi due degli strumenti e basta, ero a 8 e andavano più che bene, ma non misi via il tutto, perché ce n’erano ancora e le sfogliai, oltre a quelle delle band c’erano una ventina di foto che ritraevano solo me, mentre ridevo, scherzavo o mentre dormivo sulla poltrona. Chissà quando le aveva fatte, non me lo ricordavo, ma erano stupende.
Ne girai per caso una e trovai la data, così in tutte.
20 agosto, 13 settembre, 5 novembre … aveva delle mie foto con la data, perché?
Poi sentii la porta della camera aprirsi, mi girai di scatto in preda al panico pensando che fosse Angelica che aveva finito di lavarsi e invece no. Tirai un sospiro di sollievo, era James.
-cazzone hai finito?-
-si si metto via ora- risposi piegandomi a raccogliere e rinfilare il tutto nella scatola, uscii dalla stanza e chiusi la luce, arrivai in cucina che Angelica uscì dal bagno e ci raggiunse.
Nel frattempo le foto le avevo nascoste in una rivista di musica.
-spero che non la apra- pensai dando un’occhiata alla rivista appoggiata sul tavolino vicino l’entrata.
-è pronto?- chiese entrando nella stanza e cospargendo l’ambiente di un profumo di fresco e lavanda, la guardai. Aveva i capelli bagnati che le ricadevano sulle spalle, una canottiera rossa e i pantaloni del pigiama rosa con i coniglietti.
-a tavolaaaa- cantilenò James e mi accomodai vicino alla ragazza che da li a poco avrebbe fatto 18 anni. 

   
 
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