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Autore: ChiaraBJ    17/10/2015    3 recensioni
….la piccola tolse le mani dalla ferita, strinse in un ultimo abbraccio Ben e chiuse gli occhi, il suo amico se ne era andato per salvare lei; triste pensò che, se non lo avesse conosciuto, lui sarebbe ancora vivo e questo la fece stare ancora peggio. L’aveva protetta fino all’ultimo, ma non era servito a niente. Niente. Poi un’arma sparò.
Consigliata, ma non indispensabile la lettura de “la stanza dei specchi”
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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INFERNO SULL' A4

Una settimana dopo Ben e Semir stavano pattugliando l’autostrada.
Era una giornata afosa e l’aria condizionata della BMW di Semir era al massimo.
“Domenica…dovremmo essere al mare, non qua…” sbuffò Ben.
“Che vuoi che ti dica socio, tu potresti anche permettertelo, ma io tengo famiglia” replicò divertito Semir “E poi che parli a fare …torni oggi dopo una settimana di ferie”
“A proposito, com’ è andata sabato scorso la serata con le tue donne?” chiese curioso Ben.
“Bene, anche se al cinema mi sono addormentato, Andrea mi ha svegliato ai titoli di coda e tu?”
“Io quella sera ho suonato…” ma prima di poter concludere la frase fu interrotto dal partner.
“Davvero? E dove? Potevamo venire a sentirti dopo il cinema così magari prendevo sonno ancora…” lo canzonò Semir.
“Spiritosone, comunque ero nella mia sala prove…in compagnia di una ragazzina, così pure mercoledì e venerdì” rispose Ben un po’ imbarazzato.
“Una ragazzina?” chiese perplesso Semir  “Scusa, non vorrei …equivocare…frequenti una ragazzina?”
Ben guardò il socio, alzò gli occhi al cielo, poi replicò:
“Semir per favore…le sto insegnando a suonare la chitarra”
“Ah, dai lezioni ad una ragazzina…” ma Ben bloccò subito Semir.
“Sì abita in una piccola fattoria lì vicino, sai com’è tra artisti” rispose con fare scanzonato il giovane.
“La prima sera, quando ci siamo conosciuti” continuò il giovane “Abbiamo fatto tardi e quando l’ho riaccompagnata a casa …ho rischiato che il padre mi mangiasse vivo. Comunque non aveva tutti i torti, era tardi e visto il lavoro che faccio…dovevo essere più responsabile e accorto”
“Beh, noto con piacere che non dovrò sgomberare la tua scrivania…dimmi da dove spunta fuori tutta questa saggezza, il ‘Peter Pan’ che è in te se ne è andato?” replicò scherzosamente il piccolo ispettore.
Ben stava rispondendogli a tono quando la conversazione  fu improvvisamente interrotta da un’auto che li tamponò violentemente.
Entrambi gli ispettori furono letteralmente sbalzati in avanti, ma fortunatamente le cinture di sicurezza fecero il loro dovere.
 
Dopo il violento impatto la BMW di Semir fece un testacoda e per un soffio non si scontrò frontalmente  con un’altra auto che stava avanzando a velocità sostenuta, mentre l’auto che li aveva tamponati continuò la sua corsa, come se niente fosse accaduto.
“Ma chi è quell’idiota che sta guidando…cerchiamo di fermarlo…mica sarà ubriaco alle dieci di mattina…” sentenziò Ben.
“Sono d’accordo socio” replicò l’altro ispettore inserendo la marcia, accedendo i lampeggianti e la sirena.
La BMW argento si mise all’inseguimento…
110…
130…
150…
Il tachimetro della macchina stava salendo velocemente e la distanza tra le due auto stava diminuendo.
“Eccolo, lo abbiamo lì davanti…cerca di avvicinarti al lato del conducente, vediamo che faccia ha questo pazzo al volante” consigliò Ben.
“Quando lo fermiamo…altro che multa, mi ha ammaccato l’auto…” sbottò Semir.
Una volta affiancati il conducente si voltò nella direzione della BMW e Ben notò che l’uomo aveva un’espressione a dir poco terrorizzata.
Gli sguardi di Ben e del pilota s’incrociarono.
“Non riesco a frenare…ho i freni bloccati” urlò disperato l’uomo.
“Cosa?”
Il ragazzo non era sicuro di aver capito bene, quindi  abbassò il finestrino e altrettanto fece l’automobilista dell’altra macchina.
“Ho i freni bloccati…non riesco a frenare…” urlò ancora più disperato il conducente.
“A tutte le unità” gracchiò improvvisamente la radio di servizio ”C’è stato segnalato un incidente sull’A4 in direzione nord all’altezza del chilometro 125, un autocarro pieno di liquido infiammabile si è ribaltato, ha bloccato l’intera carreggiata, è stata istituita l’uscita obbligatoria a Colonia Ovest”
“Mapporca miseria” esclamò Semir “L’incidente è tra cinque,  forse sei chilometri”
“Anche meno, Semir dobbiamo fermarlo…” disse risoluto Ben.
Il piccolo ispettore accelerò, superò l’auto piazzandosi davanti.
“Reggiti che ci tampona di nuovo” avvisò l’ispettore alla guida.
Appena l’auto fu addosso alla BMW, Semir cominciò a frenare, ma la macchina dietro di loro non diminuì la velocità.
“Semir” urlò tra lo stridore dei fremi della BMW Ben “Li davanti c’è l’incidente…”
Semir diede un’occhiata al suo tachimetro: erano ai 120 km/h.
Aveva il piede premuto sul freno, ma nonostante tutti i suoi sforzi la velocità non diminuiva.
Le due auto lanciate a velocità sostenuta superarono l’uscita obbligatoria di Colonia Ovest sfondando il posto di blocco istituito dai colleghi dell’autostradale.
Fortunatamente a parte distruggere alcune macchine di servizio nessuno dei colleghi rimase ferito.
“Maledizione… che disastro” urlò ancora Ben “Dobbiamo fare qualcosa…Semir affiancati di nuovo…proviamo a farlo uscire dal finestrino …”
“Cosa? Ma sei fuori di testa?” Semir era allibito.
“Se hai qualche altra idea dimmelo ora e subito, manca pochissimo all’incidente”
Semir si affiancò alla macchina e Ben si sporse dal finestrino.
“Si sganci la cintura di sicurezza e tenti di uscire dal finestrino…la prendo io…” urlò con tutto il fiato che aveva Ben.
Il conducente mise mano all’aggancio della cintura.
“Forza la sganci, non perda tempo” urlò ancora Ben.
“E’ incastrata, non riesco a sganciarla” gridò terrorizzato il conducente.
“Ben muoviti…” gridò disperatamente Semir vedendo vicinissime le luci delle sirene delle auto dei colleghi presenti vicino al luogo dell’incidente.
“Ben ….devo frenare! Rientra!!!”  gridò ancora più forte e contemporaneamente frenò e tirò per la maglietta Ben facendolo rientrare nell’abitacolo della BMW.
Pochi istanti dopo l’auto che i due ispettori avevano tentato inutilmente di fermare si schiantò contro l’autobotte messa di traverso nella carreggiata ed esplose.
Le fiamme si alzarono verso il cielo e pezzi di carrozzeria dell’auto e dell’autocisterna volarono ovunque, alcuni finendo a pochi metri dall’auto di Semir.
I due ispettori stettero a guardare quel disastro, poi Ben con un filo di voce sussurrò “Mancava così poco e l’avremmo salvato…”
“Abbiamo fatto il possibile Ben” rispose Semir, ma guardando verso il suo giovane collega il piccolo ispettore constatò che il ragazzo era turbato.
“Non mi abituerò mai Semir …non ne posso più…comincio ad essere stufo di vedere la gente morire sotto gli occhi”
Semir non seppe cosa rispondere e un’ invisibile fitta al cuore si fece strada in lui.

Poco dopo altri mezzi dei vigili del fuoco e un’ambulanza furono sul posto dell’incidente.
Il corpo del conducente della macchina fu estratto dai resti dell’auto e adagiato dentro ad una bara metallica sotto il vigile sguardo di Semir, mentre Ben assisteva alla scena tenendosi a distanza con le braccia conserte, scuro in volto, appoggiato al cofano dell’auto di servizio.
Semir si avvicinò alla carcassa dell’auto e poco dopo telefonò a Susanne.
Dopo qualche minuto si diresse verso Ben.
“Ho chiesto informazioni a Susanne” esordì Semir “La targa fortunatamente risulta ancora leggibile. L’auto è intestata ad un certo Rafail Popov, celibe di cinquantasette anni, nato a Cottbus, da genitori russi, ora residente a Colonia”
“Cottbus quando nacque Popov era nella Germania dell’Es?” domandò Ben.
“Sì, ma perché questa domanda?” chiese curioso Semir.
“Così…” rispose Ben.
“Comunque dalla descrizione che mi ha fatto Susanne…la foto della patente…secondo me Popov è la vittima…” e mostrò al socio l’MMS che gli aveva mandato Susanne.
Ben annuì.
“Senti stanno portando quello che resta della vettura alla nostra scientifica…” lo informò Semir.
“Sì dai andiamo anche noi, vediamo cos’ha da dirci il nostro Einstein sicuramente ci metterà poco a capire perché l’auto non si fermava” e rizzandosi in piedi salì sulla BMW dell’amico.
Semir prese posto alla guida dell’auto e poco prima di avviarla si rivolse a Ben.
“Ehi, socio, come stai?” disse quasi in apnea l’ispettore più anziano.
“Come vuoi che stia…una meraviglia!” ma quel genere di risposta Semir la conosceva bene…Ben cercava di sdrammatizzare la situazione, ma era ancora visibilmente scosso.

Per strada i due soci non proferirono parola e dopo un quarto d’ora arrivarono alla sede della scientifica.
Pochi minuti dopo arrivò anche il carro attrezzi con i resti dell’auto e Hartmut dopo aver salutato i colleghi si mise subito ad esaminare ciò che restava del mezzo.
Semir e Ben assistevano ai vari rilievi che stava facendo il tecnico e dopo un po’ Hartmut attirò l’attenzione dei due ispettori.
“Ehi ragazzi, guardate qui” esordì “I freni sono stati manomessi e c’è di più …il pedale dell’acceleratore è stato manipolato in modo tale che una volta premuto non torni più indietro”
“Quindi non si tratta di un incidente? Einstein, secondo te potremmo essere davanti a un caso di omicidio? Insomma pedali ed acceleratore…” domandò Semir .
“Beh direi di sì…le macchine di nuova generazione come questa hanno un dispositivo che…”
“Okay, okay…ho capito…” troncò il discorso Semir che poi rivolgendosi a Ben continuò:
 “Senti mi faccio subito dare l’indirizzo preciso da Susanne, vediamo se a casa sua c’è qualcosa che ci possa aiutare”
Ben annuì col capo dopo di che si diresse verso l’uscita del capanno sotto lo sguardo accigliato di Semir.
“Che ha Ben?” chiese Hartmut.
“Ha dormito poco…” Semir disse la prima cosa che gli venne in mente. Salutò Hartmut e uscì anche lui dai capanni della scientifica.
Poco distante un uomo alto e robusto all’interno di una macchina scura vide Semir e Ben uscire dagli edifici della polizia scientifica.
 “Maledetti sbirri,  peggio per voi, se solo osate fermarmi, ne pagherete le conseguenze”
Poi appena vide i due ispettori allontanarsi dai laboratori della scientifica si mise a seguirli.
Il suo sesto senso gli diceva che lo avrebbero portato dove lui voleva.

Angolino musicale: Bene direi che per i due ispettori cominciano i guai…sorvegliati a vista…E il giovane ispettore in veste malinconica (che io adoro…).Tears for fears ‘mad world’(pazzo mondo)

Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=SFsHSHE-iJQ

Tutto attorno a me vedo visi familiari Luoghi consumati, visi consumati È luminoso ed è presto Per le loro gare giornaliere Non vanno da nessuna parte, Le loro lacrime riempiono i loro bicchieri Nessuna espressione, Nascondo la mia testa Voglio affogare la mia tristezza Nessun domani, E lo trovo piuttosto divertente Lo trovo piuttosto triste I sogni nei quali sto morendo Sono i migliori che io abbia mai avuto Trovo difficile dirtelo Perché è difficile da afferrare Quando le persone corrono in cerchio È davvero, davvero un mondo pazzo
 
 
 
  
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