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Autore: Legolas_97    18/10/2015    1 recensioni
Se sei giunto fino qui, significa che hai abbastanza fegato per assistere agli orrori della nefasta battaglia di Angmar. Affila le lame, riordina le frecce e assicurati che il tuo arco sia ben teso; in questa landa oscura, il pericolo si cela dietro ogni pietra!
Le vicende narrate prendono spunto da una role tra me e Hydrogen96 che ha magistralmente interpretato il Re degli Elfi. Ecco spiegato il motivo della suddivisione della storia in capitoli corrispondenti ai diversi punti di vista di Thranduil e Legolas.
Buona lettura... e attento alle spalle!
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Thranduil
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Dopo essersi riposato un po', immerso nell'acqua tiepida della sua vasca, il Re degli Elfi ne uscì, e si mise addosso una vestaglia più comoda.
Adesso il da farsi gli era più chiaro, in quel giorno aveva perso la madre del proprio figlio e anche se non sarebbe mai riuscito a prenderne il posto, doveva educarlo sia mantenendo la propria fierezza di padre che acquisendo i toni dolci della defunta moglie, e ciò sarebbe stato difficile, ma ci avrebbe comunque provato.
Thranduil lo vide accasciato contro lo scranno della madre -che in seguito avrebbe fatto rimuovere- e si avvicinò a lui.
«Mi dispiace... Non sapevo come dirtelo...Sono sconvolto anche io, Legolas...» la sua voce aveva perso quel tono severo e duro, impenetrabile, che aveva di solito, riducendosi ad un sussurro.
Il grido che aveva fatto sul corpo della donna, nel nome del suo dolore, gli aveva graffiato profondamente le corde vocali, che avevano vibrato quasi quanto il suo cuore mentre si spezzava.
Non esisteva dolore maggiore, e se prima credeva di conoscerlo, ora aveva avuto la conferma di non aver mai saputo nulla.
Prese in braccio il figlio, la sua veste era molto più morbida e calda dell'armatura che aveva indossato in battaglia.
Lo strinse a sé, facendo attenzione a non fargli male, e si sedette sul proprio scranno, adagiandolo sulle proprie gambe. Sapeva che non avrebbe mai dimenticato, sapeva, ed anche questo gli doleva infinitamente.
Aveva negato l'infanzia al proprio figlio, e si sentiva in colpa. Tremendamente in colpa, perché gli aveva promesso che sarebbero tornati a casa insieme, che sarebbe andato tutto bene, ed invece no. Quel tutto stava crollando loro addosso.
«Mi dispiace» lo strinse a sé, «mi dispiace tanto» sussurrò.
Il suo viso ebbe uno spasmo, stava per incrinarsi, ma riuscì ad evitarlo, non poteva mostrarsi debole.
Doveva dare l'esempio al suo erede, doveva fare di lui un Re clemente ma duro e forte come una roccia.
Gli passò una mano sui capelli, come faceva di solito ogni volta che c'era qualcosa che non andava, per tranquillizzarlo.
Quando finalmente ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi, vide due lacrime, adagiate come perle sulla sua guancia, che gli asciugò con la propria manica.
«Dobbiamo essere forti» gli disse, «lei non vorrebbe mai vederti piangere, e nemmeno io, intesi?» aggiunse, cercando di incoraggiare anche sé stesso, di farsi forza e di fare forza anche al suo piccolo elfo.
   
 
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