Serie TV > Hannibal
Ricorda la storia  |      
Autore: Johanna_Reprise    19/10/2015    1 recensioni
[SPOILER TERZA STAGIONE]
Capitava, tuttavia, che, nel cuore della notte, mentre Alana respirava sommessamente al suo fianco e Morgan dormiva nella camera accanto, Margot spalancasse gli occhi e si tirasse su a sedere di scatto, senza fiato, boccheggiando come dopo una lunga apnea, con la fronte imperlata di sudore e i pugni serrati: allora urlava con la bocca socchiusa, un urlo immateriale che era solo nella sua testa , le scuoteva ogni fibra del corpo e le martellava alle tempie, dove i capelli umidi di sudore le si raccoglievano in ciocche scomposte.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alana Bloom, Altri, Mason Verger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
In the name of the Vergers
- We built this house with our hands, and our time, and our blood
You build this up in one day to fall downward and rust.*
Se qualcuno gliel’avesse chiesto, Margot Verger avrebbe risposto di sì: aveva tutto ciò che si potesse desiderare.
Una vita migliore di quanto avesse mai osato immaginare, che a volte la faceva quasi sussultare, con il cuore che le guizzava silenzioso nel petto, quando la realtà la investiva vivida e perfetta. Sua moglie era reale, e la amava, con un’intensità ed una complicità fisica ed emotiva che stentava a credere potesse legare due esseri umani. Suo figlio Morgan aveva gli occhi di lei, gli stessi occhi profondi ed enigmatici: Margot aveva desiderato con una forza quasi dolorosa quel bambino, introverso, perlopiù silenzioso, ma di un’intelligenza a volte così matura per la sua età che la spaventava. Per Margot lei ed Alana erano bastate sin da subito a ricucire i tasselli mancanti l’una dell’altra, tuttavia sentiva che suo figlio aveva sugellato quella sua nuova vita, donandole una dimensione di amore fatta di emozioni ingenue, gesti delicati, parole appena mormorate ed una segreta serenità domestica.
Sì, loro tre insieme erano una famiglia, e se qualcuno gliel’avesse chiesto, Margot avrebbe avuto paura che, anche solo sussurrando quella parola, le sarebbe sfuggita, semplicemente svolazzando via, abbandonandola silenziosa com’era arrivata, lasciandole in bocca e nel cuore il sapore amaro della mancanza e dell’illusione.
Eppure, sì, per Margot quella era la felicità.
Capitava, tuttavia, nel cuore della notte, mentre Alana respirava sommessamente al suo fianco e Morgan dormiva nella camera accanto, che Margot spalancasse gli occhi e si tirasse su a sedere di scatto, senza fiato, boccheggiando come dopo una lunga apnea, con la fronte imperlata di sudore e i pugni serrati: allora urlava con la bocca socchiusa, un urlo immateriale che era solo nella sua testa , le scuoteva ogni fibra del corpo e le martellava alle tempie, dove i capelli umidi di sudore le si raccoglievano in ciocche scomposte. A quel punto anche Alana apriva gli occhi, le prendeva la mano e la guardava, nonostante Margot fissasse un punto indefinito davanti a sé e non ricambiasse mai il suo sguardo: e allora anche lei si tirava a sedere e la stringeva senza dire nulla, posandole la testa sulla spalla e dondolando lentamente, quasi volesse cullarla, come faceva con Morgan dopo un brutto sogno.
Ma Margot sapeva che, pur rimanendo in silenzio, Alana capiva.
Mason.
Suo fratello le aveva fatto visita, a modo suo, come ai vecchi tempi. Quando la immobilizzava umiliandola e violandola, in tutti i modi possibili, ripetendole che loro due erano una cosa sola, che lei non aveva nient’altro che lui, e che lui si sarebbe preso cura di lei; com’era sempre stato, come sempre sarebbe dovuto essere. Mason era entrato nei suoi sogni vivido e reale – i sogni erano sogni, si ripeteva Margot, eppure... – con lo sguardo guizzante del bambino che era sempre stato e la sfrontatezza crudele che fino all’ultimo lo aveva accompagnato, e il suono gutturale e strozzato della sua risata le aveva riempito la testa facendola sobbalzare. Aveva rivisto suo fratello mentre compiaciuto la sentiva piangere lacrime che aveva trattenuto con forza ma che alla fine pure le avevano rigato il viso, e le ripeteva che le avrebbe asciugato gli occhi, prendendosi cura di lei, nel suo modo speciale.
In quei sogni gli occhi azzurri di Mason dietro al riflesso delle lenti le danzavano davanti, mentre lui si chinava a baciarle la fronte e le mormorava soddisfatto che i dottori l’avevano aggiustata, che non avrebbe celebrato la Festa della Mamma con nessun altro se non con lui, perché l’impero dei Verger sarebbe stato per sempre loro, e solo un piccolo Verger, un bambino loro in tutto e per tutto, avrebbe potuto un giorno, prendere il loro posto. Aveva mantenuto la sua promessa, diceva in un ghigno, mentre Margot rivedeva se stessa stringere tra le braccia un bambino mai nato morto nel ventre di uno dei suoi maiali.

Margot allora si destava di soprassalto, un attimo prima di annegare negli occhi lattiginosi del fratello, mentre il suo volto era ancora impresso da qualche parte sulla sua retina, ad offuscare la realtà della sontuosa camera da letto, i mobili eleganti, la luce fioca che filtrava dalle tende di seta, la mano calda di Alana.
Margot sapeva, in quelle notti, che Mason Verger vegliava su di lei come un’ombra: era una convinzione sciocca ed infantile, si ripeteva il mattino seguente, eppure si svegliava con una sensazione di malessere da qualche parte nel corpo che le guastava la colazione.
In quelle notti, Margot sentiva la presenza del fratello, a ricordargli che sarebbe sempre stata una Verger, e quella sua identità le bruciava sulla pelle come un marchio a fuoco per il bestiame.
In quei momenti, Margot Verger prometteva a se stessa che avrebbe stretto a sé la sua felicità e amato sua moglie e suo figlio con tutta la forza di cui sarebbe stata capace, mentre un’eco le si spandeva in testa, un lamento amaro e senza fine:

Io e te, Margot. Solo noi due. Per sempre.


 
*Dal testo di Virgin, dei Manchester Orchestra.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hannibal / Vai alla pagina dell'autore: Johanna_Reprise