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Autore: ChelseaH    19/10/2015    1 recensioni
Dove Harry e Louis pensano di non poter essere più incompatibili di così, finché Louis non riesce a trascinare Harry nei proprio guai.
“Non rispondere. Dimenticati dell’erba. Aspetta, ho un’idea... ricominciamo da capo.”
Così dicendo uscì dal negozio, lasciò passare due minuti esatti di orologio e rientrò.
“Buongiorno, sono Louis Tomlinson, sono qui per un colloquio,” disse allungando una mano verso Harry dall’altra parte del bancone.
“Tu sei pazzo,” disse Harry guardandolo come se fosse un alieno. “E comunque da dove vieni con quell’accento così marcato?”
“Donny.”
Harry lo fissò interrogativo.
“Doncaster,” ripeté usando il nome completo della cittadina dalla quale veniva. “Non l’hai letto sul mio curriculum? Sono abbastanza sicuro di averci scritto ‘Doncaster, patria dei gloriosi Rovers’.”

[Harry/Louis]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DANCE INSIDE

What makes the one to shake you down?
Each touch belongs to each new sound
Say now you want to shake me too
Move down to me, slip into you



In cui le parole scappano di bocca a Harry e Louis sorride
Liam si era presentato sullo zerbino di casa loro con un borsone pieno di vestiti e si era buttato sul letto di Harry affondando la testa nel cuscino. Poche ore dopo Zayn si era presentato sullo zerbino di casa loro completamente ubriaco, o fatto, o un mix di entrambe le cose – il tutto alle tre del pomeriggio – e si era accasciato sul letto di Harry incurante di Liam, il tutto dopo aver vomitato l’anima in bagno. Niall aveva messo in chiaro fin da subito che uno, non aveva tempo per occuparsi di loro, due, non voleva nemmeno sapere che problemi avessero e tre, che a nessuno dei due passasse per la testa di stabilirsi da loro visto che erano già in sovrannumero. Poi era tornato in camera sua dove il pavimento era pieno di fogli volanti sparsi intorno al suo portatile che spiccava al centro, lo schermo fisso su una presentazione Power Point.
Nessuno di loro sembrava intenzionato ad aprire bocca per spiegargli cosa stesse succedendo  e Louis era uscito di buon’ora quel mattino con lo skate sotto braccio, e quando Harry aveva provato a chiamarlo disperato il telefono aveva squillato da sotto il suo cuscino, cuscino che stava per soccombere sotto al peso delle teste di Liam e di Zayn.
Insomma Harry era tutto solo con due amici a terra e un terzo amico che era così riservato su cosa stesse facendo da fargli quasi pensare che stesse progettando un attentato terroristico. Magari era un estremista irlandese e l’unica cosa che voleva era l’inabissamento dell’Inghilterra intera, non si poteva mai sapere di questi tempi, giusto? Quantomeno questa era la teoria che Louis aveva elaborato la sera prima, dopo che Niall l’aveva cacciato a calci dalla propria camera solo perché aveva aperto il suo portatile per controllare il meteo del giorno dopo.
“Si può sapere che vi succede ragazzi?” Harry era seduto a gambe incrociate sul pavimento e ritentò per l’ennesima volta di farli parlare.
“Non ora, Styles,” mugugnò Zayn tappandosi un orecchio con la mano, come se la voce di Harry fosse troppo da sopportare nello stato pietoso in cui si trovava.
Liam invece di rispondere si aggrappò in stile bradipo a Zayn.
Harry si alzò sospirando e andò ad affacciarsi alla porta di Niall cercando un po’ di supporto morale.
“Non ora, Harry,” fu la risposta dell’amico, seguito da un gesto della mano che lo invitava a girare al largo.
Dove cavolo era finito Louis? Iniziava a temere di non rivederlo fino a sera inoltrata, ormai aveva imparato che quando Louis usciva con lo skateboard sotto braccio era molto incline a dimenticarsi dell’ora perfino quando aveva impegni, figurarsi quando aveva la giornata libera.
Era ancora sulla porta di Niall quando Zayn uscì di corsa dalla sua stanza diretto verso il bagno. Peccato che non fece in tempo ad arrivarci, perché un istante dopo lo sentì vomitare dietro di lui e girandosi lo vide piegato in due che si reggeva con una mano al muro.
“Non sta succedendo davvero, non sta succedendo davvero, non sta succedendo davvero,” Harry chiuse gli occhi  cercando di mantenere la calma interiore.
Niall sbatté la propria porta facendo capire chiaramente il suo punto di vista sull’intera faccenda.
“Il solo sentir vomitare qualcuno mi fa venire voglia di vomitare,” a queste parole di Liam seguirono due conati, peccato che il ragazzo fosse ancora in camera di Harry e Harry sperava soltanto che avesse avuto la decenza di sporgersi verso il pavimento. Non aveva però intenzione di scoprirlo perché stava iniziando a sentire lo stomaco in subbuglio lui stesso e non ci teneva per niente ad unirsi a quella sottospecie di trenino, così girò sui tacchi e uscì di casa afferrando una giacca della tuta che trovò buttata sul divano e infilandosi le scarpe sulle quali inciampò nel corridoio d’ingresso. Si rese conto solo quando arrivò in fondo alle scale e si fermò ad allacciarsi le scarpe e buttarsi addosso la felpa che entrambe le cose erano di Louis e che entrambe gli stavano strette. E che era forse la prima volta in tutta la sua vita che indossava un paio di Vans, o un paio di scarpe se proprio doveva essere preciso, così usate e così sporche. Non aveva però nessuna intenzione di tornare su, in fondo poteva sopravvivere anche così e stare stretto in un paio di scarpe e in una giacchina della tuta era sicuramente una prospettiva più allettante che scoprire dove avesse vomitato Liam. E comunque essere avvolto in qualcosa di Louis – anche se non riusciva a tirare su la cerniera e sarebbe probabilmente morto di freddo – lo confortava, ora non doveva fare altro che trovare il proprietario, riportarlo a casa e lasciargli risolvere la situazione, in fondo sia Liam che Zayn erano prima di tutto amici suoi.
La prima tappa della sua ricerca fu l’appartamento di Gemma. Ovviamente non pensava di trovarci Louis, ma nella sua fuga da casa aveva dimenticato sia l’abbonamento ai mezzi che il portafoglio, quindi gli servivano soldi per comprarsi un biglietto. Non appena la ragazza gli aprì lui si fiondò nell’appartamento e si mise a frugare nella sua borsa appesa all’ingresso senza dare altra spiegazione che un misero, “Mi servono i soldi per il biglietto della metropolitana.”
“Rubi i soldi a tua sorella, prendi la metropolitana, sei vestito come un barbone... cosa ne hai fatto di mio fratello?”
A quelle parole Harry si osservò veramente per la prima volta da quando era uscito. Aveva la felpa di Louis, evidentemente troppo piccola per lui, aperta su una maglia bianca leggermente sporca perché si era versato un po’ di sugo addosso a pranzo, i pantaloni del pigiama che grazie al cielo sembravano pantaloni della tuta e le Vans nere di Louis tutte sporche di fango ai piedi. Doveva ricordarsi di pulirgliele un giorno di questi, non poteva certo lasciare che il suo ragazzo andasse in giro conciato come era conciato lui in quel momento. Si ritrovò a ridere di se stesso, stava diventando disagiato quanto Louis e in un certo senso anche disinibito come lui visto che fino a qualche mese prima non avrebbe mai messo nemmeno la punta del piede fuori casa ridotto così, lasciamo perdere fare irruzione in casa d’altri – seppur si trattasse di sua sorella. Per non parlare del fatto che ora prendeva la metropolitana praticamente ogni giorno.
“Magari sono solo una versione migliorata di tuo fratello,” le disse schioccandole un bacio sulla guancia e andandosene così come era arrivato. Ora non gli rimaneva altro che trovare Louis e ovviamente il primo posto in cui cercarlo era lo skatepark di Southbank, così rimase molto deluso e privo di idee quando non lo trovò lì perché se non era lì significava che era andato a fare skate per gli affari suoi lungo il fiume – a Louis piaceva molto passare il proprio tempo libero lungo il fiume - e il Tamigi era davvero molto, molto, molto lungo, senza contare il fatto che aveva ben due rive e gli ci sarebbero volute tre vite e mezza per setacciarle entrambe.
Percorse circa un chilometro e mezzo a piedi in una direzione a caso quando vide un Costa dall’altra parte della strada. Caffè, aveva bisogno di caffeina e di zuccheri in circolo per sopravvivere alla ricerca di Louis e più in generale a quella giornata, così entrò nel locale e solo dopo aver ordinato il caffè e una fetta di torta si rese conto che i soldi che gli erano rimasti in tasca non bastavano. La ragazza dall’altra parte del bancone lo fissava con un sopracciglio minacciosamente alzato e lui ponderò di mettere anche Costa nella lista dei locali proibiti, magari la prossima volta sarebbe andato da Nero, anche se le torte di Costa...
“Può togliere il caffè magari?”
La ragazza toccò un paio di volte il monitor della cassa e gli disse il nuovo totale.
“No, meglio se toglie la torta... quanto viene il caffè da solo?” chiese ricontando le monetine che aveva in mano.
“Gli dia sia il caffè che la torta, santissimo cielo, Harold!” una banconota da dieci sterline si era materializzata di fronte a lui e la ragazza la prese alzando gli occhi al cielo e borbottando qualcosa. “Come sei conciato? Sembri... me.” Louis di fianco a lui stava ridendo di gusto e Harry non era mai stato più felice di vederlo. Gli si buttò al collo e per un momento pensò di essere sull’orlo di una crisi di pianto isterico.
“Da quando vieni da Costa?” gli chiese una volta che si furono seduti con una sostanziosa merenda di fronte.
“Da quando qualcuno mi ha passato le sue abitudini. Ti dona il rosso,” gli rispose l’altro indicando la felpa che Harry indossava. “Ora vuoi dirmi cosa è successo per farti uscire di casa conciato così?”
“Non-uscire-mai-più-senza-cellulare,” piagnucolò lui e poi gli raccontò tutto. A Harry piaceva in maniera assurda il modo in cui Louis lo guardava mentre parlava, non distoglieva mai lo sguardo da lui facendolo sentire così importante.
“Zayn è un coglione, ti dico io cosa è successo. Perrie l’avrà lasciato di nuovo, quando succede lui va ad ubriacarsi come se non ci fosse un domani e poi va a smaltire la sbornia nel primo posto che gli viene in mente, che di solito è dove abito io.”
“In che senso lasciato di nuovo? Ma non le ha perfino chiesto di sposarlo?”
“Zayn non sa tenerlo nei pantaloni, letteralmente. Non hai idea di quante volte l’abbia cornificata, perfino lui secondo me ha perso il conto. Ma ogni tanto il coglione si rincoglionisce ancora di più e si fa scoprire, allora Perrie lo lascia. Peccato che due giorni dopo, tre al massimo, se lo riprenda perché lui una volta smaltita la sbornia e tutto quello che si è fumato di solito corre da lei e la implora in ginocchio, letteralmente in ginocchio, recitando il mea culpa. E lei ci ricasca.”
“È per questo che ti sei rifiutato di andare con lui a scegliere l’anello?”
“Sì, penso che il tradimento sia la cosa peggiore che una persona possa fare a un’altra persona. Ma non solo in una relazione sentimentale, anche in un rapporto di amicizia o di conoscenza in generale. Quindi per quel che mi riguarda gli conviene aver pulito il suo schifo per quando torneremo a casa o lo faccio volare dalla finestra. Sempre letteralmente.”
Harry si lasciò scivolare sulla sedia sollevato, lo sapeva che Louis avrebbe risolto tutto.
E adorava il modo nel quale Louis risolveva tutto, era sempre così spontaneo e pragmatico e diceva sempre quello che pensava e faceva sempre quello che gli veniva più istintivo. Zayn e Liam a parte, all’improvviso lo assalì la consapevolezza che sarebbe stato perso in quella grande città senza di lui, che probabilmente se non ci fosse stato lui sarebbe finito col tornare a Holmes Chapel nell’istante in cui si era ritirato dal corso di moda perché in quel periodo si sentiva sperduto e confuso e la persona che l’aveva guidato letteralmente per mano in quella giungla che era Londra e perfino la sua vita, era Louis.
“Dio, quanto ti amo,” fu un sussurro, quasi uno sbuffo d’aria uscito ribelle dalla sua gabbia toracica e capì di aver effettivamente dato voce a quel pensiero solo quando Louis si fermò nel mezzo di una frase fissandolo con gli occhi sgranati.
Merda, merda, merda! pensò subito dopo, e non sapeva nemmeno se il suo cervello si stesse riferendo al fatto di averlo detto ad alta voce o al fatto di aver anche solo partorito quel pensiero. Perché era la prima volta che pensava di amare Louis, era la prima volta che elaborava quel pensiero consciamente anche se inconsciamente chissà da quanto tempo provava quel sentimento. Da tanto, vista la naturalezza con cui gli era semplicemente scappato. Louis lo stava ancora fissando, poi piano piano la sua espressione mutò da incredula a... brillante? Luccicante? Harry non avrebbe saputo descriverlo, ma Louis stava luccicando, brillando, si era trasformato in una sorta di Edward Cullen molto più affascinante e dio, chissà quanto l’avrebbe preso in giro Louis se avesse scoperto che aveva un soft spot per la saga di Twilight.
“Interessante,” commentò Louis con un sorriso che gli illuminava l’intero volto. Interessante? Questo era perfino peggio del ‘Ti amo’, “Grazie”, di Marissa e Ryan in The O.C., un’altro suo piccolo segreto che era meglio Louis non scoprisse. Anche se pensandoci bene il film preferito di Louis era Grease, una scelta piuttosto insolita per un ragazzo, soprattutto uno che si atteggiava a duro come lui. “Anch’io comunque.”
A quell’uscita Harry avrebbe voluto mettersi a urlare perché no, non se lo aspettava minimamente. E Louis era un caso disperato, gli aveva praticamente detto di ricambiare il suo amore con il sorriso più bello che Harry avesse mai visto in vita sua e poi si era tirato indietro sullo schienale con malagrazia portandosi la tazza di cioccolata alla bocca, come se avessero appena finito di parlare delle notizie del giorno sul Times. Lui aveva appena realizzato di provare un sentimento così forte per il ragazzo che gli stava davanti e aveva tutto lo stomaco in subbuglio e il cuore che gli batteva a mille all’ora, Louis che era quello che aveva lasciato la sua ragazza per un ragazzo, sembrava invece tranquillissimo come se per lui l’unica novità fosse che Harry lo amava e lo ricambiava. Lo adorava, lo amava e non avrebbe mai smesso di adorarlo e di amarlo anche e soprattutto per la sua attitudine nei confronti della vita. Forse il tatuaggio che aveva sul petto e che recitava It is what it is non era poi così campato per aria come Harry aveva sempre pensato, ma era proprio la filosofia di Louis. E Louis lo amava, Louis aveva appena detto di amarlo e il mondo non aveva mai girato così in fretta per Harry, tanto che iniziò a temere che il cuore gli saltasse fuori dalla bocca o peggio ancora esplodesse di combustione spontanea lasciandolo con uno squarcio nel petto.
“Bevi il caffè o diventerà freddo,” gli disse Louis indicandogli la tazza che aveva davanti.
E Harry obbedì felice come non lo era mai stato.
 
Non appena rimisero piede in casa, Harry rimase abbagliato perché tutto intorno a lui brillava al punto che ci si poteva specchiare perfino nei muri. Nell’aria aleggiava un forte odore di detersivo per i pavimenti, sui mobili non c’era nemmeno un briciolo di polvere, l’angolo cottura e il lavandino luccicavano come nemmeno nelle pubblicità, non c’era un oggetto fuori posto e lo stesso valeva per il resto della casa, per il bagno, per la loro stanza e perfino per la camera di Niall che era immacolata e priva del suo abitante.
Liam e Zayn erano seduti sul divano e aspettavano con espressione trepidante che i due finissero il giro della casa.
“Te l’avevo detto,” disse infine Louis dando una pacca sulla spalla a Harry e riferendosi al fatto che Zayn – con l’aiuto di Liam evidentemente – avesse ripulito il casino combinato e non solo quello. Harry si lasciò andare a un sospiro di sollievo, visto che la sola idea di dover essere lui a pulire l’aveva portato a trascinare Louis da una parte all’altra della città inventandosi le commissioni più improbabili solo per ritardare il più possibile il momento della verità.
“Dov’è Niall?”
“È uscito poco dopo di te dicendo che aveva un meeting importante,” fece spallucce Zayn.
“Te l’ho detto che sta tramando qualcosa di losco, che razza di meeting importante può avere uno che fa il commesso in un negozio pakistano?” Louis scrollò la testa e nella mente di Harry si affaccio il pensiero che Niall in realtà si stesse vedendo ancora con Juliet e visto com’era finita la prima volta, sperava proprio di sbagliarsi. Stava per esprimere quella sua preoccupazione ad alta voce quando il campanello suonò.
“Sono le pizze, abbiamo ordinato pizza per tutti!” esclamò Liam trionfante alzandosi.
Mentre si spartivano le pizze e mangiavano seduti in cerchio sul pavimento, Liam raccontò di aver litigato con Sophia qualche giorno prima e che lei quella mattina gli aveva detto di aver bisogno di una pausa. Anche Zayn raccontò le proprie disgrazie e il suo racconto era esattamente come Louis aveva ipotizzato e Harry provava ancora qualche piccola fitta di gelosia ogni volta che assisteva a qualche dimostrazione del fatto che Louis e Zayn non avrebbero potuto essere più legati di quanto erano nemmeno se fossero stati fratelli. Ma Louis amava lui e ancora non riusciva a credere a quello che le sue orecchie avevano sentito, ed era così bello che in fondo poteva anche ignorare il legame che c’era fra quei due.
“Mi fa piacere che le mie disgrazie ti divertano, Styles.”
A sentir pronunciare il suo nome Harry venne riportato di peso nella stanza, e si rese conto di avere le labbra piegate in un sorriso enorme e che gli altri tre lo stavano fissando come se fosse un alieno.
“Niall ci ucciderà tutti quanti e tu te la ridi,” borbottò Louis alzando gli occhi al cielo.
“Niall?”
“Sì, quando gli diremo che Liam starà con noi per un po’.”
Prego?
No, no, no.
Harry non aveva idea del perché fosse stato deliberato che Liam si sarebbe trasferito da loro, era evidente che si era perso un intero pezzo di conversazione mentre ripensava al suo pomeriggio con Louis, ma non aveva nessuna intenzione di incrementare il numero degli occupanti di quella casa, non ora che erano già in sovrabbondanza di uno e quell’uno era Niall. Harry si sentì le guance avvampare, era un pensiero che gli ronzava in qualche scompartimento nascosto della mente da settimane ma a cui non aveva mai permesso di prendere forma concreta, un po’ come non si era mai permesso di pensare consciamente ai propri sentimenti per Louis. In realtà si sentiva anche un po’ in colpa nei confronti di Niall perché Niall era stata la prima faccia amica che aveva conosciuto a Londra ed era stato fortunatissimo a trovarsi proprio lui come coinquilino, e quindi non gli sembrava molto corretto considerarlo un terzo incomodo. Il fatto però era che sì, Niall era un terzo incomodo. Liam sarebbe diventato il quarto. E lui – per usare l’espressione che qualche ora prima Louis aveva utilizzato per Zayn – be’, lui non ce la faceva più a tenerselo nei pantaloni e se da un lato era un bene avere tutti quegli incomodi intorno, dall’altro lato passare le sue giornate a condividere tutto con Louis e le sue nottate abbracciato a Louis senza fare niente, stava iniziando a diventare oltremodo frustrante – e no, i baci non contavano, per quanto spinti potessero essere anzi, lo stavano solo portando a impazzire ancora di più. Il lato positivo dell’avere sempre Niall intorno era che Harry era terrorizzato dall’idea di andare oltre con Louis, era terrorizzato all’idea che Louis potesse scappare a gambe levate e realizzare che magari in fondo il sesso della persona con cui stava faceva la differenza. Però Louis lo amava, e Louis non sembrava il tipo di persona da dire certe cose così alla leggera – ad esempio non gli aveva mai sentito proclamare chissà che sentimenti per Eleanor e di sicuro non si era ridotto a uno straccio come Liam o Zayn quando Eleanor l’aveva temporaneamente lasciato. Il fatto che lo amasse cambiava le carte in tavola, perché significava che non si trattava di un semplice capriccio o del voler provare qualcosa di diverso – e Harry stava iniziando a rendersi conto di avere intere enciclopedie di paranoia nascoste in quel cassettino del suo cervello.
“Tommo, Liam non può stare qui, è la volta buona che vi sbattono fuori casa tutti quanti.”
Santo Zayn dal Pakistan o qualunque fosse la sua origine.
“Chi vuoi che se ne accorga? Di me non si è accorto nessuno.”
“Avranno chiuso un occhio, è impossibile non accorgersi di una persona chiassosa e invadente come te.”
Harry si ritrovò ad annuire alle parole di Zayn e Louis gli spintonò il braccio offeso. Chissà cosa ne pensava Louis, Louis che si allontanava sempre da lui quando le cose iniziavano a farsi troppo spinte perché quello stupido irlandese è dall’altra parte della porta, e poi sarei io la persona invadente.
“Zayn ha ragione, mi sentirei troppo in colpa se finiste nei guai solo per avermi ospitato qualche giorno,” disse Liam con la bocca piena.
“Louis non si è mai fatto di questi scrupoli,” sottolineò Harry con fare serio.
“Questo perché si è innamorato di te a prima vista ma era troppo ottuso per capirlo, non sai che testa che mi ha fatto con ‘Harry di qua, Harry di la, Harry non mi parla, Harry è troppo carino mi ha rifatto il letto, Harry è strano non mi rivolge la parola, credo di non piacere a Harry, Harry racconta i fatti suoi solo a Niall e a quella Gemma come la chiamava allora, Harry non mi invita mai a uscire, Harry mi ha lavato i vestiti, magari in fondo a Harry sto simpatico, no Harry non mi parla di nuovo’, era insopportabile!” rise Zayn.
 “Non me ne parlare, quando Harry ha attraversato la fase da modello Lou non faceva altro che lamentarsi da mattina a sera del fatto che Eleanor vedesse Harry più di lui che ci abitava insieme. E sottolineo che si lamentava del non vedere lui,” aggiunse Liam.
Louis mimò il parlare a vanvera con la mano e Harry si ritrovò nuovamente a sorridere. Erano cose che i ragazzi gli avevano già raccontato, ma non smetteva di sorprendersi. Era sbarcato in quella grande città con il cuore spezzato e giorno dopo giorno Louis gliel’aveva guarito, raccogliendone ogni singolo pezzo e aggiustandolo con precisione chirurgica. E Charles, Charles il ragazzo perfetto, Charles che doveva essere la sua anima gemella, Charles non era mai riuscito a farlo sentire così sicuro e protetto con la sua semplice presenza, non si era mai sognato di uscire di casa vestito come un barbone per cercare Charles perché qualunque cosa fosse successo Charles avrebbe saputo cosa fare, figurarsi che non si era mai sentito in diritto nemmeno di presentarsi al cospetto di Charles leggermente spettinato perché per tenere in piedi il loro rapporto perfetto, tutto doveva essere perfetto. Ed eccolo lì, seduto di fianco all’essere più imperfetto che avesse mai incontrato a mangiare pizza ormai fredda con indosso una felpa troppo stretta per lui e a sentirsi il protagonista della situazione più perfetta della quale si fosse mai trovato protagonista.
 
“Credo di aver capito male.”
“No, hai capito benissimo, Harry.”
Il ricciolino sbatté le palpebre incredulo, come se le sue ciglia potessero scatenare un mini tornado in grado di spazzare via ciò che Niall gli aveva appena detto. Solo la sera prima si era trovato a pensare all’amico come a un terzo incomodo, ma ora che l’incomodo gli aveva appena annunciato che si sarebbe trasferito in un appartamento tutto suo si rifiutava di crederci o di accettarlo. A quanto pareva il progetto a cui Niall aveva lavorato per giorni nel segreto più totale non aveva niente a che fare con nessuna donna sposata – cosa per la quale Harry ringraziò in silenzio tutti gli dei del cielo e della terra – ma era piuttosto un progetto di ampliamento per l’attività dello zio di Zayn, nonché suo datore di lavoro. Niall aveva passato l’ultima mezzora a spiegargli tutti i dettagli, ma le uniche due cose che Harry aveva afferrato erano che uno, lo zio di Zayn aveva deciso di promuoverlo e aveva accettato con entusiasmo tutti i suoi suggerimenti e due, che ora Niall poteva permettersi di vivere solo. Senza di lui. E che lui si sarebbe ritrovato a vivere senza Niall. Peggio ancora, che lui e Louis si sarebbero ritrovati a passare dallo stato di coinquilini a quello di conviventi e lui continuava a vivere nella paura che Louis potesse scappare da un momento all’altro da quel rapporto, pentendosi di nemmeno Harry sapeva cosa.
“Louis stravede per te,” Niall lo prese sottobraccio rispondendo a tutti i suoi dubbi non espressi. “Cosa credi? È l’unico motivo per cui non l’ho defenestrato nemmeno nei suoi momenti peggiori. Andrà tutto bene Haz. E poi mi trasferisco a un quarto d’ora di metropolitana da qui, e sai che la porta di casa mia sarà sempre aperta per te amico!”
Harry si accoccolò sull’amico abbracciandolo. Tutti non facevano che ripetergli quanto Louis stravedesse per lui ma Harry non riusciva a togliersi le sue paranoie dalla testa.
“E pensa, ora potrete strusciarvi l’uno sull’altro in un letto un po’ più comodo e senza preoccuparvi di fare rumore,” Niall prese a ridere senza ritegno. “E quando finalmente riuscirai a concludere, sappi che voglio sapere tutto.”
Niall!
“Eddai, è l’unica cosa a cui pensi da mattina a sera, sembri un sedicenne in calore.” La risata di Niall si fece isterica e Harry che accucciato com’era sul suo petto non riusciva a guardarlo in faccia, poteva comunque giurare che l’amico stesse piangendo dal ridere. Lo ignorò e si strinse ancora di più a lui, pensando a quanto fosse fortunato ad aver trovato sulla propria strada una persona che lo capisse così bene anche senza bisogno che lui aprisse bocca, anche se metteva sempre tutto sulla presa in giro. In fondo un quarto d’ora di metropolitana non era una tragedia, magari sarebbe sopravvissuto senza Niall nella stanza di fianco, e magari fra lui e Louis sarebbe andato tutto bene.
 
***
 
Louis e Zayn avevano passato la loro mattinata ad aiutare Niall a traslocare e ora stavano aspettando Harry poco lontano dallo skatepark per pranzare insieme.
“Ti vuoi calmare? Mi stai facendo innervosire,” gli disse Zayn accendendosi una sigaretta e offrendogliene una facendogli cenno di sedersi di fianco a lui. Louis accettò la sigaretta ma non si sedette, tornò piuttosto a fissare il fiume spostando nervosamente il peso da una gamba all’altra. Harry quella mattina aveva appuntamento con Eleanor, che l’aveva chiamato la sera prima chiedendogli se gli andasse di fare colazione insieme perché gli doveva parlare. Qualunque cosa Eleanor avesse da dirgli, a Louis non piaceva a priori. Non gli piaceva il fatto che il suo ragazzo avesse passato la mattinata con la sua ex ragazza, non gli piaceva il fatto che l’unica ragione per la quale la sua ex ragazza poteva aver bisogno di parlare con il suo ragazzo fosse per trascinarlo nuovamente nel proprio mondo, un mondo che a Louis non piaceva. Sapeva benissimo che Harry era affascinato dalla moda e da tutto ciò che le ruotava intorno e sapeva altrettanto bene che Harry non era Eleanor, ma sapeva anche che il motivo principale per il quale lui ed Eleanor avevano trascinato per anni una relazione senza mai riuscire a farla sbocciare era che provenivano da mondi troppo distanti fra loro e non voleva che Harry si facesse risucchiare da qualcosa che a lui non apparteneva. Era un ragionamento egoista, se ne rendeva conto, così come si rendeva conto del fatto che Harry sarebbe rimasto comunque Harry a prescindere dal proprio lavoro, ma non voleva che qualcuno – in questo caso Eleanor – gli portasse via quella quotidianità che si era creato con Harry, non ora che ci si era accomodato così bene. In più lui e Harry stavano per entrare in una nuova fase del loro rapporto, perché il trasferimento di Niall sicuramente avrebbe cambiato gli equilibri all’interno della casa: non erano più tre amici che vivevano insieme per dividere l’affitto, due dei quali era capitato che si mettessero insieme – ora erano solo lui e Harry e a tutti gli effetti convivevano. Era un bruciare le tappe atipico, uno scenario da sit-com americana probabilmente, ma Louis ne era così entusiasta che quando Niall gli aveva comunicato la notizia aveva fatto molta ma molta fatica per trattenersi dal mettersi a saltellare di gioia per tutta la casa. Non si era mai sentito così preso da qualcuno, non aveva mai nemmeno pensato di potersi innamorare di qualcuno seriamente, che poi forse era il motivo per il quale si era sempre “accontentato” di stare con Eleanor senza farsi troppe menate mentali per il fatto che fossero così mal assortiti, come non aveva mancato di fargli notare Harry quando aveva scoperto che i due stavano insieme. Caro, caro Harry che era già geloso di lui e nemmeno lo capiva.
“Hey, amico!”
La voce di Zayn lo distolse dai propri pensieri e voltandosi vide l’amico che abbracciava Harry e corse a fare lo stesso, buttando prima la sigaretta nel fiume.
“Allora? Com’è andata?” gli chiese impaziente mentre Zayn si prendeva carico del sacchetto di Pret a Manger che il ricciolino aveva portato con sé, stracolmo di panini e tramezzini.
“Voleva solo dirmi che alla fine non useranno i miei scatti e che le dispiace,” Harry fece spallucce come per sminuire l’informazione ma Louis gli lesse negli occhi quanto fosse deluso e si sentì leggermente in colpa per i pensieri che aveva formulato poco prima.
“Guarda il lato positivo, ti sei guadagnato gli stivali dei tuoi sogni,” gli disse scompigliandogli i ricci e Harry rise. Dio, quanto gli piaceva riuscire sempre a farlo ridere.
Si sedettero sulla panchina che Zayn aveva già colonizzato e mentre mangiavano gli raccontarono del nuovo appartamento di Niall e del fatto che Zayn avesse pensato di organizzargli una festa a sorpresa per inaugurarlo, ma che per farlo avevano bisogno dell’aiuto di Harry perché fra loro, il ragazzo era l’unico a cui Niall avrebbe mai affidato le chiavi di casa e Harry la trovò un’idea grandiosa. Poco dopo Zayn li abbandonò perché doveva vedersi con Perrie – a quanto pareva i due stavano tentando di ricominciare per l’ennesima volta – e Louis rimase solo con Harry a godersi quel poco di sole che filtrava dalle nuvole e lo sciabordio del Tamigi alle sue spalle.
“Cosa farai per Natale?” gli chiese Harry dopo un po’, appoggiando la testa sulla sua spalla.
“Torno a casa... non vedo la mia famiglia e i miei amici da quando mi sono trasferito qui, anche se Lottie e Fizzy sono venute a trovarmi un paio di volte con Stan.”
Harry si richiuse nel suo silenzio e Louis si rese conto che mancava meno di un mese a Natale e in tutto quel tempo aveva praticamente dato per scontato il fatto che Harry sarebbe stato suo ospite per le feste. Ma ovviamente anche Harry non vedeva la sua famiglia da mesi, Gemma esclusa, e soffriva di nostalgia di casa molto più di lui – che in realtà non ci pensava molto – e quindi era stato piuttosto egoistico darlo per scontato solo perché... be’, perché la vigilia di Natale coincideva con il suo compleanno e non voleva passare il suo primo compleanno con Harry lontano da Harry.
“Non voglio perdermi il tuo compleanno,” Harry diede voce ai suoi pensieri, tirandosi su e appoggiandogli un braccio sulla spalla. Ora lo stava fissando dritto negli occhi. “E alla mamma piacerebbe tanto conoscerti,” aggiunse. Forse dopotutto Louis non era l’unico che aveva pensato di portarsi a casa l’altro per le feste, o che l’aveva dato per scontato.
Gli sorrise.
“Mmmm, potresti stare da me un paio di giorni fino al mio compleanno... la sera del 24 potresti tornare a casa, il giorno di Natale lo passiamo in famiglia e il 26 potrei venire io da te. Holmes Chapel e Donny non possono essere poi così distanti!”
“Un’ora e quarantanove minuti di treno, con due cambi. Oppure due ore e quattro minuti e un cambio solo,” così dicendo Harry ricambiò il sorriso e Louis avrebbe solo voluto abbracciarlo e non lasciarlo andare mai più.
“Ho una macchina a casa, sai?”
“Sono comunque due ore, devi girare intorno al Peak District National Park e passare per Manchester. Oppure puoi tagliare in mezzo al parco ma non cambia granché. Preferisco passare per Manchester.”
“Da quando sei così ferrato in viabilità?”
“Gemma ha fatto l’università a Sheffield,” fece spallucce il ricciolino.
“Quindi il mio piano è stato approvato?”
Il sorriso di Harry si allargò ulteriormente e un istante dopo il viso di Louis venne inondato dai suoi riccioli mentre le loro labbra si toccavano. 

NOTE.
Chiedo umilmente perdono per aver saltato l'aggiornamento di settimana scorsa, e questa settimana posto con un giorno di anticipo un po' per farmi perdonare e un po' per non dimenticarmelo di nuovo. Da settimana prossima prometto di tornare regolare al martedì :D
(Lo so, sono un disastro xD).
   
 
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