- Ora accelera piano. -
Andy gira lo sguardo dubbioso verso di me, poi lo riporta sulla strada. Siamo nella piccola via che circonda lo stadio di calcio del mio paese: è qui che ho deciso di farlo provare a guidare, perché la zona è molto spesso deserta. Sono seduto accanto a Andy, mentre Tom è seduto dietro. Lui ha già provato ed è andato piuttosto bene. Incredibilmente sono l'unico di noi tre ad avere la patente, nonostante il mio terrore iniziale.
Andy preme con paura l'acceleratore e la mia piccola auto inizia a ruggire dolcemente.
- Bravo, ancora un pochino...vai – mormoro, osservando la macchina camminare lentamente
– continua ancora...-
All'improvviso la macchina fa un balzo in avanti e poi si spegne, facendoci balzare in avanti.
- Ecco, non così però...-
Andy batte le mani sul volante con rabbia, mentre Tom scoppia a ridere.
- Cosa non ha funzionato ora, eh? Cosa? - chiede Andy, diventando tutto rosso per la furia.
- Hai lasciato troppo presto la frizione – rispondo – e tu, Tom, non ridere. E' successo pure a te. -
Il mio amico torna serio e consola Andy, che scende dal posto di guida e si va a sedere dietro con lui. Perfetto, questo significa che abbiamo già finito. Scendo e vado al posto di Andy: dovrò riportarli a casa.
Nel mentre che sto per fare retromarcia, però, mi blocco all'improvviso, facendo sussultare i miei amici. Nello specchietto retrovisore, infatti, ho visto apparire Catullo, che per poco non veniva investito. Tom e Andy si voltano indietro per vedere cosa sia successo, mentre io scendo dall'auto, del tutto perplesso.
Catullo sta osservando il veicolo e ripete: “Mac- chi – na...mac – chi – na...”.
- Cosa ci fai tu qui? - chiedo.
Lui mi guarda con fare confuso . - Voglio esercitarmi per la patente, voglio guidare la tua macchina – risponde.
I miei amici scendono e osservano Catullo, che gli rivolge un sorriso in segno di saluto. E adesso? Come spiego loro che sono amico di un uomo vissuto duemila anni fa?
- Bel vestito...- commenta ironico Tom, osservando la tunica
- Grazie – risponde Catullo.
Sono veramente nei guai, non ho il coraggio di dire la verità. Tom e Andy mi credono già pazzo, questo non farebbe che confermare la loro ipotesi. Innanzitutto, però, devo giustificare gli strani vestiti di Catullo.
- Ragazzi – esordisco – vi presento il mio amico..ehm...vi presento Valerio, viene da un Paese molto lontano. -
Catullo fa un inchino e porge con grazia la mano destra ad entrambi, che ricambiano con indecisione.
- Vi chiedo di non ironizzare sul suo abbigliamento – proseguo – fa parte della sua cultura, che è molto differente dalla nostra. -
Tom e Andy si scusano, mentre Catullo sale velocemente in auto. Ora cosa vuole fare? Lo vedo specchiarsi nello specchietto, analizzare ogni dettaglio della macchina, tastare i sedili e girare a proprio piacimento il cambio.
Decido di intervenire, aprendogli lo sportello dal lato di guida
- Scendi – gli ordino
- Non se ne parla – detto questo, richiude lo sportello e finge di manovrare il volante, come se stesse guidando.
Sospiro: sarà difficile fargli cambiare idea. I miei amici tornano di nuovo in macchina e io non posso che fare lo stesso. Mi siedo accanto a Catullo, sapendo già che andrà male: non sa neppure cosa siano i freni, come posso fargli guidare una macchina?
- Allora, Valerio, anche tu sei alle prime armi? - domanda da dietro Tom
- Armi? No no, a sedici anni ho già impugnato la mia prima spada – risponde Catullo.
Tom fa una faccia confusa, così come Andy. Mi porto le mani alla testa e la scuoto lentamente. Non posso farcela, non ci riesco. Non ho la forza di sopportare tutto questo.
- Intendevo: hai mai guidato? - insiste Tom - Sì, una volta ho condotto una biga. -
Sbatto la testa violentemente sul cruscotto, sperando di perdere i sensi. Stavolta i miei amici si guardano di nuovo in faccia, per poi esplodere a ridere.
- Sei strano, ma mi piaci! - esclama Andy, mentre Catullo lo ringrazia.
Mi giro verso di lui e gli do le prime informazioni sull'acceleratore, i freni, la frizione e tutto ciò che serve per guidare. Lui, ovviamente, non capisce niente. Prego mentalmente che tutto vada bene, poi Valerio inizia la sua prima guida.
Non appena la mia auto inizia a muoversi, Catullo comincia a ripetere: “Uh! Uh! Uh! Mi sto muovendo! Uh! Mi muovo!”, mentre i miei amici gli fanno un applauso di incoraggiamento.
- Forza, Valerio! Forza! - gridano.
Catullo ha la bocca aperta e tiene gli occhi fissi sulla strada, ogni tanto gira lo sterzo per evitare dei rami a terra. Onestamente devo dire che pensavo peggio. Stiamo andando a quindici chilometri orari, ma per ora tutto va benissimo. Giriamo tutto intorno lo stadio, mentre al suo interno i riflettori si accendono: probabilmente sta iniziando una partita.
- Cosa sta succedendo lì dentro? - chiede Catullo, notando le luci sul campo
- Non ti preoccupare, sta per iniziare un match. Tu concentrati sulla strada – lo rassicuro.
Lui annuisce e continua a guidare, accelerando di un poco. Sembra davvero felice e io un po' lo invidio: non ricordo più l'ultima volta che sono stato veramente felice. O meglio: la ricordo, ma in quell'occasione ero con Matilde, quindi ormai appartiene al passato.
- Jack, voglio fermarmi. Come devo fare? - mi domanda Valerio.
Guardo davanti: in effetti fa bene a fermarsi, dal momento che ci stiamo avvicinando ad un fosso.
- Schiaccia la frizione e inizia a frenare. -
Catullo si passa la lingua sulle labbra per concentrarsi, poi lo vedo contrarsi per mettere in atto quello che gli ho detto. Vedo i suoi piedi cercare i pedali giusti, poi lentamente la macchina inizia a decelerare.
- Piano, piano..così...- sussurro, vedendo avvicinarsi pericolosamente il fosso – forza, ancora un po'...-
L'auto si ferma proprio sul ciglio del fossato, dopo averci lasciati tutti col fiato sospeso. Tom e Andy applaudiscono di nuovo, mentre Catullo lascia le mani dal volante e si gira verso di loro.
- Grazie mille per il vostro supporto! Siete stati veramente...-
Come già avvenuto con Andy, Valerio lascia istintivamente la frizione e la macchina sobbalza in avanti, trascinandoci nel fosso buio.