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Autore: Veni Vidi Jackie    19/10/2015    1 recensioni
Matilde, amica (o qualcosa di più?) da più di un anno di Jack, ha da tempo dimostrato con lui atteggiamenti aggressivi. Quando lei troverà l'amore in Frank, Jack verrà prima relegato in secondo piano e poi abbandonato dalla ragazza. Ormai libero, la fine del "regime tirannico" di Matilde dovrebbe farlo stare meglio, ma la gelosia lo dilanierà e ben presto lo farà arrivare sull'orlo della pazzia.
In questa situazione, saranno personaggi assai strani a farlo tornare su di morale!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Ora accelera piano. -

Andy gira lo sguardo dubbioso verso di me, poi lo riporta sulla strada. Siamo nella piccola via che circonda lo stadio di calcio del mio paese: è qui che ho deciso di farlo provare a guidare, perché la zona è molto spesso deserta. Sono seduto accanto a Andy, mentre Tom è seduto dietro. Lui ha già provato ed è andato piuttosto bene. Incredibilmente sono l'unico di noi tre ad avere la patente, nonostante il mio terrore iniziale.

Andy preme con paura l'acceleratore e la mia piccola auto inizia a ruggire dolcemente.
- Bravo, ancora un pochino...vai – mormoro, osservando la macchina camminare lentamente

– continua ancora...-

All'improvviso la macchina fa un balzo in avanti e poi si spegne, facendoci balzare in avanti.
- Ecco, non così però...-

Andy batte le mani sul volante con rabbia, mentre Tom scoppia a ridere.
- Cosa non ha funzionato ora, eh? Cosa? - chiede Andy, diventando tutto rosso per la furia.
- Hai lasciato troppo presto la frizione – rispondo – e tu, Tom, non ridere. E' successo pure a te. -

Il mio amico torna serio e consola Andy, che scende dal posto di guida e si va a sedere dietro con lui. Perfetto, questo significa che abbiamo già finito. Scendo e vado al posto di Andy: dovrò riportarli a casa.

Nel mentre che sto per fare retromarcia, però, mi blocco all'improvviso, facendo sussultare i miei amici. Nello specchietto retrovisore, infatti, ho visto apparire Catullo, che per poco non veniva investito. Tom e Andy si voltano indietro per vedere cosa sia successo, mentre io scendo dall'auto, del tutto perplesso.

Catullo sta osservando il veicolo e ripete: “Mac- chi – na...mac – chi – na...”.
- Cosa ci fai tu qui? - chiedo.

Lui mi guarda con fare confuso . - Voglio esercitarmi per la patente, voglio guidare la tua macchina – risponde.

I miei amici scendono e osservano Catullo, che gli rivolge un sorriso in segno di saluto. E adesso? Come spiego loro che sono amico di un uomo vissuto duemila anni fa?
- Bel vestito...- commenta ironico Tom, osservando la tunica
- Grazie – risponde Catullo.
Sono veramente nei guai, non ho il coraggio di dire la verità. Tom e Andy mi credono già pazzo, questo non farebbe che confermare la loro ipotesi. Innanzitutto, però, devo giustificare gli strani vestiti di Catullo.
- Ragazzi – esordisco – vi presento il mio amico..ehm...vi presento Valerio, viene da un Paese molto lontano. -

Catullo fa un inchino e porge con grazia la mano destra ad entrambi, che ricambiano con indecisione.
- Vi chiedo di non ironizzare sul suo abbigliamento – proseguo – fa parte della sua cultura, che è molto differente dalla nostra. -

Tom e Andy si scusano, mentre Catullo sale velocemente in auto. Ora cosa vuole fare? Lo vedo specchiarsi nello specchietto, analizzare ogni dettaglio della macchina, tastare i sedili e girare a proprio piacimento il cambio.

Decido di intervenire, aprendogli lo sportello dal lato di guida
- Scendi – gli ordino

- Non se ne parla – detto questo, richiude lo sportello e finge di manovrare il volante, come se stesse guidando.

Sospiro: sarà difficile fargli cambiare idea. I miei amici tornano di nuovo in macchina e io non posso che fare lo stesso. Mi siedo accanto a Catullo, sapendo già che andrà male: non sa neppure cosa siano i freni, come posso fargli guidare una macchina?
- Allora, Valerio, anche tu sei alle prime armi? - domanda da dietro Tom
- Armi? No no, a sedici anni ho già impugnato la mia prima spada – risponde Catullo.

Tom fa una faccia confusa, così come Andy. Mi porto le mani alla testa e la scuoto lentamente. Non posso farcela, non ci riesco. Non ho la forza di sopportare tutto questo.
- Intendevo: hai mai guidato? - insiste Tom - Sì, una volta ho condotto una biga. -

Sbatto la testa violentemente sul cruscotto, sperando di perdere i sensi. Stavolta i miei amici si guardano di nuovo in faccia, per poi esplodere a ridere.
- Sei strano, ma mi piaci! - esclama Andy, mentre Catullo lo ringrazia.

Mi giro verso di lui e gli do le prime informazioni sull'acceleratore, i freni, la frizione e tutto ciò che serve per guidare. Lui, ovviamente, non capisce niente. Prego mentalmente che tutto vada bene, poi Valerio inizia la sua prima guida.

Non appena la mia auto inizia a muoversi, Catullo comincia a ripetere: “Uh! Uh! Uh! Mi sto muovendo! Uh! Mi muovo!”, mentre i miei amici gli fanno un applauso di incoraggiamento.
- Forza, Valerio! Forza! - gridano.

Catullo ha la bocca aperta e tiene gli occhi fissi sulla strada, ogni tanto gira lo sterzo per evitare dei rami a terra. Onestamente devo dire che pensavo peggio. Stiamo andando a quindici chilometri orari, ma per ora tutto va benissimo. Giriamo tutto intorno lo stadio, mentre al suo interno i riflettori si accendono: probabilmente sta iniziando una partita.
- Cosa sta succedendo lì dentro? - chiede Catullo, notando le luci sul campo
- Non ti preoccupare, sta per iniziare un match. Tu concentrati sulla strada – lo rassicuro.
Lui annuisce e continua a guidare, accelerando di un poco. Sembra davvero felice e io un po' lo invidio: non ricordo più l'ultima volta che sono stato veramente felice. O meglio: la ricordo, ma in quell'occasione ero con Matilde, quindi ormai appartiene al passato.
- Jack, voglio fermarmi. Come devo fare? - mi domanda Valerio.
Guardo davanti: in effetti fa bene a fermarsi, dal momento che ci stiamo avvicinando ad un fosso.
- Schiaccia la frizione e inizia a frenare. -

Catullo si passa la lingua sulle labbra per concentrarsi, poi lo vedo contrarsi per mettere in atto quello che gli ho detto. Vedo i suoi piedi cercare i pedali giusti, poi lentamente la macchina inizia a decelerare.
- Piano, piano..così...- sussurro, vedendo avvicinarsi pericolosamente il fosso – forza, ancora un po'...-

L'auto si ferma proprio sul ciglio del fossato, dopo averci lasciati tutti col fiato sospeso. Tom e Andy applaudiscono di nuovo, mentre Catullo lascia le mani dal volante e si gira verso di loro.
- Grazie mille per il vostro supporto! Siete stati veramente...-

Come già avvenuto con Andy, Valerio lascia istintivamente la frizione e la macchina sobbalza in avanti, trascinandoci nel fosso buio.

 

 

 

  
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