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Autore: Malanova    20/10/2015    1 recensioni
Come non detto... HO MODIFICATO LEGGERMENTE LA STORIA!
Ebbene si... perennemente insoddisfatta, ho deciso di fare altre piccole modifiche e cercare di migliorare la storia ed il suo contenuto, grazie anche all'aiuto di Felinala che, con la pazienza di una santa, mi aiuta con la grammatica e mi da qualche spunto XP.
Questa storia narra di Piccolo, figlio del Grande Mago che tenne sotto il suo giogo il mondo per oltre trecento anni, e di Lyrica, la bellissima e alquanto misteriosa fanciulla apparsa dal nulla costretta a prestare servizio alla Famiglia Demoniaca in cambio della sua vita. Sperando di non aver creato un ulteriore pasticcio, vi auguro buona lettura!
P.S. La storia segue la trama dell'opera di Toriyama... se ci sono spazi vuoti vuol dire che la storia è rimasta inalterata
P.P.S Dedico questa storia ad una ragazza molto speciale, di cui non ricordo il nickname (Malanova sei una cretina) che leggeva questa storia, anni fa, ad un gruppo di ragazzini molto speciali... Perdonatemi se vi ho fatto aspettare, non vi ho dimenticati, spero che questa revisione vi piaccia perché grazie a voi che c'è ancora!
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Piccolo, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Intanto sull’isola…

“UUUAAHHHH! Non voglio stare qui! Voglio tornare a casa mia!” urlò Gohan, piangendo disperato. Erano passati solo quindici minuti che suo padre era andato via che già Drak non sopportava più quel piagnucolante moccioso. All’inizio gli aveva fatto un po’ pena perché gli ricordava sé stesso ai primi allenamenti con il genitore, ma tutto aveva un limite “Piantala! Mi stai perforando i timpani!” gridò, sperando che la sua voce sovrastasse tutto quel rumore e tappandosi contemporaneamente le orecchie appuntite. Il piccolo Sayan si calmò un pochino “C-come fai a rimanere c-così t-tranquillo?” gli domandò tirando su con il naso “Il tuo p–papà ci ha abbandonati su un isola deserta e tu? Non hai paura?” “Certo che ho paura!” gli rispose Drak “Ma non posso mica stare a piangermi addosso come stai facendo tu!”. Gohan si offese ma smise di piangere. “Per prima cosa dobbiamo cercare dell’acqua e fare un rifugio vicino ad essa…” continuò Drak togliendosi le mani dai lati della testa “Per cui andremo ad esplorare l’isola…”. Fece qualche passo ma si accorse che il coetaneo non lo stava seguendo. Era rimasto a fissarlo con un’espressione da cane bastonato, senza muovere un muscolo. “Vuoi startene lì impalato ad aspettare le bestie feroci o vieni con me?”. Il bambino non rispose così Drak si voltò e iniziò ad allontanarsi. Il mezzo Sayan, alla fine, lo chiamò, impaurito “Aspetta, vengo anch’io! Non lasciarmi qui da solo!”.

Drak sbuffò. Sei mesi con questo qui sarebbero stati un’eternità e se c’era una vaga possibilità che lui divenga un guerriero era pari a cavar sangue da una rapa. Dopo un ora di cammino non erano riusciti ancora a trovare niente. “Ehi, tu… Ho sete ed inizio ad aver fame…” “Chiariamo subito delle cose, scimmiotto…” sibilò l’altro bambino, voltandosi. Lo colpì improvvisamente con un calcio allo stomaco, che fece cadere Gohan a terra, lo afferrò per la collottola della canottiera e chiuse una mano a pugno e gliela mise sotto il naso “In primis, io non mi chiamo –Ehi tu-. Se proprio devi rivolgermi la parola, e il Dio della Terra abbia la pietà che sia il meno possibile, puoi chiamarmi anche Drak oppure Junior, non me ne frega quale scegli. Seconda cosa: qua siamo sulla stessa barca per cui ti consiglio vivamente di abbandonare ogni piagnisteo, ordine e ogni tipo di tono vocale che non sia di deferenza… Non sono un cane o il tuo draghetto domestico. Terzo: se mi rompi le scatole, ti rompo le ossa… CHIARO?!?” lo lasciò andare “Ora alzati e vedi…”. Non riuscì a finire di parlare. Un ruggito alle sue spalle lo fece voltare di scatto. A pochi metri di distanza c’era un ferocissimo tirannosauro dalle tre corna. Gohan, nel vederlo, iniziò ad urlare ed a tremare come una foglia. “Bene Gohan! Ora fa quello che ti dico…” gli iniziò a dire Drak, mettendosi in posizione d’attacco, ma l’altro bambino si mise a correre nella direzione opposta, urlando a squarciagola dalla paura. “Stronzo! Me la pagherai questa” borbottò il demonietto e cercò di affrontare il dinosauro da solo. Però l’animale sembrava aver preso di mira il piccolo Sayan e partì al suo inseguimento.

Drak li vide allontanarsi e, ridacchiando, disse “Questa non me la voglio perdere…”. Volò al loro inseguimento fino a quando sentì l’aura del ragazzino e lo trovò in cima ad una altissima montagna ricoperta d’erba, che piangeva come un dannato. Il dinosauro se n’era andato via da un pezzo, confuso. “WAAAA! Adesso come faccio a scendere?!?” strillò Gohan, disperato “Drak, dove sei?!? Aiutami!” “Che tipo…” borbottò Drak avvicinandosi ma una mano sulla spalla lo fermò. Era Piccolo. Il bambino tremò appena “P-Pensavo che saresti tornato fra…” “Ogni tanto dovrò venire a controllarvi ma non dirlo a Gohan”. Lo vide in cima alla montagna, urlante, e ringhiò “E lui sarebbe il figlio di Goku?!?” “Vado ad aiutarlo” borbottò il figlio ma il padre lo trattenne “Fermati Junior! Lascia che se la cavi da solo…” “Ma…” “Non imparerà mai se c’è sempre qualcuno pronto ad aiutarlo!”.

Gohan rimase là in cima per tutto il giorno e, anche quando il sole era ormai sceso all’orizzonte, lui si trovava ancora lì. Calò la notte. In cielo splendevano le stelle come mille lucciole e la luna piena illuminava la landa desolata rendendola magica. Gohan si stese per terra, raggomitolandosi e tremando per il freddo. Perché Drak non era venuto ancora a prenderlo? Iniziò a lamentarsi per la fame. Alla fine Piccolo, stufo di sentire tutte quelle continue lagne, gli lanciò due mele. Entrambi lo videro mangiarsele con avidità, lamentandosi ad ogni morso perché erano ancora acerbe, per poi addormentarsi raggomitolato per terra. “Che tipo…” ripeté il demonietto, fissandolo. Poi padre e figlio iniziarono a meditare. Solo quando si accorsero che Gohan si era svegliato smisero. Dopo aver fatto pipì, il bimbo sollevò la testa e guardò la luna. Subito il suo sguardo si fece assente. Il corpo di Drak ebbe un tremito “Ma che…”.

Gohan si stava trasformando: il suo corpo si stava ingigantendo a vista d’occhio, ricoprendosi di una fitta pelliccia nera. Il viso si allungò e spuntarono nella bocca diverse zanne affilate mentre gli occhi divenivano completamente rossi. Alla fine divenne un grosso scimmione dagli occhi di fuoco grande quanto una montagna. Il mostro ruggì, furioso, e iniziò a distruggere l’area circostante. “Che cosa gli sta succedendo?!?” urlò Drak, schivando per un pelo una grossa sfera di energia che gli era fuoriuscita dalla bocca. “Deve essere il potere nascosto di cui parlava Radish, il Sayan che ho ammazzato!” gridò Piccolo, voltandosi verso la luna “Junior, dobbiamo distruggerla! Altrimenti Gohan distruggerà la Terra prima che arrivino i due Sayan”. Drak si concentrò. Unì le mani e puntò gli indici uniti contro il satellite mentre il padre spalancò una mano e fece altrettanto. Dai indici uniti di Drak spuntò una sfera piccola ma molto potente, che lanciò ad altissima velocità, come un proiettile, inseguita dal raggio di Piccolo. La luna esplose in mille frammenti argentati.

Alla Huis, Lyrica si stava allenando. Era concentrata sulla sua energia spirituale ed ascoltava la natura che la circondava. Il suo scopo era quello di unirsi a Piccolo nella lotta contro i Sayan. Doveva assolutamente vederli e… Si sentì un boato echeggiare nell’aria. Lei guardò il cielo e vide la luna esplodere, fino a diventare polvere argentea nel cielo notturno. Lyrica sentì fin nelle ossa lo sconvolgimento della natura, lasciandola d’improvviso senza forze. Chinò la testa e si mise a contatto con la terra, cercando l’artefice della distruzione del satellite. Quando lì scoprì borbottò “Che esagerazione…”.

Il mattino seguente, Gohan si risvegliò e si accorse di essere steso per terra, con Drak al suo fianco che lo guardava con una strana espressione. Ma la cosa che lo fece squittire di sorpresa fu che al posto dei pantaloni verdi e della canotta, aveva addosso una tutta simile a quella del padre e una spada. E la coda… non c’era più! “Stai bene?” domandò cautamente il demonietto. Il mezzo Sayan lo fissò, confuso “Si perché? Cosa è successo mentre dormivo?” “N-Niente…” balbettò l’altro tenendosi a distanza di sicurezza. Poi si riprese e domandò “Allora? Sei pronto per le lezioni intensive di sopravvivenza?” “Cosa è successo ai miei vestiti e perché non ho più la coda? E poi perché ci hai messo tanto ad arrivare?” “Se tu non fossi scappato come una femminuccia di fronte al dinosauro ti avrei trovato prima! La montagna è crollata durante la notte, tu non ti sei rotto niente ma i tuoi vestiti erano diventati carta straccia così ne ho recuperati degli altri! E mentre ti tiravo fuori dai detriti mi è rimasta in mano la tua stramaledetta coda! Ora se hai finito con le domande sceme possiamo iniziare ad allenarci?!?”. Gohan si irrigidì di fronte alla rabbia del coetaneo, poi borbottò “Scusa io…”. Drak alzò le spalle e borbottò, seccato “Dai… abbiamo un anno difficile davanti a noi…”.

  
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