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Autore: RuWeasley    20/10/2015    1 recensioni
Sei schiavo degli stereotipi. Tu come tutti gli altri.
Il tuo essere libero è sbagliato sin dal concetto.
E nonostante tu lo sappia
ora è troppo tardi. Le mie parole ti appartengono. Ho narrato la tua storia.
Quindi, perchè ora non posso continuare a farlo?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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19

Bianco. E’ tutto così bianco. Le pareti, il letto.
I camici che lo circondano.
C’è però un vetro, che separa gli uomini dalle mani blu da me. Un vetro ed una porta, che nonostante i miei sforzi non riesco ad aprire. Mi siedo esattamente lì, per terra, sulla soglia. Un ritmo dal timbro elettronico mi accompagna.
Sono inesorabilmente legato a quel suono.
Deve continuare.
Deve continuare finchè non si sarà aperta la porta.
Aspetto, e le mani degli uomini sono ormai rosse.
Ho lo sguardo fisso alle mattonelle, uno sguardo spento che vuol spegnere anche la mente, con scarsi risultati.
Negli istanti di pausa del suo cuore
si annidava un gelido silenzio.
Quel silenzio teso
il ronzio del nulla
che penetra nei timpani.
Gradualmente, un brusio si sostituisce all’ormai familiare ronzio.
Parole veloci, che si perdono nell’aria.
Bastò un attimo.
Un battito.
Il suono regolare ora impazzava, e allo stesso tempo diventano chiare le parole dei camici.
Parole chiare eppure mute.
L’apprensione mi volta. Gli occhi sgranati rivolti verso il lettino dove giaceva inerme il corpo di Igor.
Apprensione, timore.
Batto i pugni al vetro, disperato.
Il suono elettronico ormai frenetico.
Solo urla uscivano dalla mia bocca, e continuavo a battere le nocche contro il vetro, senza risultati.
Non posso accettarlo, non posso.
Batto ancora più forte, e le mie urla rimbombano per il corridoio vuoto, e la mia mente, urlante e dolorante, mette a fuoco solo la frenesia del suono.
Le mani ormai sanguinanti tirano ancora pugni, sempre più deboli, tra le lacrime che rigano il mio viso.
La frenesia porta avanti un climax, e la mia mente si innesca, disperata e agonizzante.
I pugni imperversano sul vetro, sporco del mio respiro e del mio sangue, eppure ancora sano.
Finchè
tra le urla della mia mente
il climax non giunge al suo termine.

Un urlo acuto e distorto mi libera dagli artigli. Mi butto giù dal divano e rigetto tutto ciò che avevo in pancia.
Mi accascio a terra, sfiorando quasi il mio stesso vomito.

Perchè devo rivivere tutto questo?

   
 
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