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Autore: Mrs_Nella    20/10/2015    1 recensioni
Ero seduta su quei maledetti gradini. Ero stata una stupida a pensare che tra me e Greg potesse esserci qualcosa. Improvvisamente sentii una presenza al mio fianco e mi voltai. Non potevo credere che proprio lui, con quei suoi occhioni azzurri e capelli biondi, fosse venuto a cercarmi, anche se ci conoscevamo da qualche ora appena.
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*dalla storia*
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"Il primo che arriva al tronco vince e si fa offrire qualcosa dall’altro, ci stai?” chiese, illudendosi di poter vincere. [...]
“Non ti lascerò vincere!” le ultime parole famose.
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“Sediamoci un attimo e ascoltiamo un po’ di musica” e mi trascinò sul divano facendo partire lo stereo. Era solo la base musicale, e lui iniziò a cantare. [...]
“…Never felt like this before, are we friends or are we more?” nell’udire queste parole sentii un brivido di piacere lungo la schiena. Quella frase descriveva alla perfezione quello che c’era tra di noi.
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"È una sensazione diversa da quella che provo quando bacio le altre ragazze. Mi hai colpito subito, e non so perché. C’è qualcosa di diverso in te”. Lo disse in una maniera tale da farmi sentire davvero diversa, speciale. Nessuno mi aveva mai detto una frase del genere.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Sono le 4 e un quarto, sei in ritardo” scherzò il moro appena mi vide, carica del mio borsone.
“Scusa, colpa di Colette” dissi scaricando la colpa sulla mia amica.
“Dai, salta su, siamo già in ritardo per preparare la cena” continuò mentre mi apriva lo sportello.
“Soluzione: andiamo a cena fuori. Difficile? Io non credo” decretai, e lui mi batté il cinque, accettando la mia proposta.
Infatti alle 8 eravamo seduti a un tavolo dell’”Elephant Royale”, che dava sul Tamigi.
“Avevo proprio voglia di mangiare tailandese. Non l’avevo mai provato, e oggi ero in vena di sperimentare” esclamai a fine pasto.
“Ottima scelta. Ogni tanto fa bene cambiare un po’ abitudini. Ci credi che in quasi 5 anni che abito qui, non ero mai venuto?”
“Sul serio? Sarebbe stato uno dei primi posti che avrei provato” esclamai.
“I signori desiderano altro?” ci domandò un cameriere.
“Siamo a posto così, ci porti solamente il conto, per favore” risposi cordialmente, e quello si allontanò, dopo un cenno di assenso.
Prima di uscire, Liam venne bloccato da una giovane fan, che chiamò entrambi per una foto, poi lui si fermò a firmarle la cover del telefono. Quando ci vide insieme sembrò confusa, ma mettemmo subito in chiaro che la nostra era un’uscita tra amici, nessun gossip particolare.
Tornammo a casa a piedi, godendoci la fresca aria marzolina, e fermandoci anche in un pub vicino casa, ma solo per una birra veloce e poi via.
Quando entrammo in casa trovai due valigie, con sopra un biglietto. Liam si avvicinò e lo lesse.
Liam, Niall mi ha incaricato di andare a prendere la roba di Stefy e fargliela avere. So che sta facendo una cazzata, ma non ha intenzione di sentire ragione. Ho pensato di portarla a casa tua perché so che starete un po’ di tempo insieme. Io però non gli ho detto che era da te, voglio evitare casini con quella testa di cazzo. Scusa se non ti ho avvisato, ma ho il telefono andato, è caduto dalla terrazza e domani devo prenderne un altro. H.
“Harry dice che è la tua roba che era a casa di Niall... Lui gli ha chiesto di fartela riavere” disse, porgendomi il foglietto e prendendo la valigia più grande per portarla al piano superiore.
“Quindi... Quindi è proprio finita. È un segno di rottura definitiva, senza possibilità di ritorno?” chiesi, la testa bassa e gli occhi che si riempivano di lacrime.
“Spero che ci ripensi. Non sa quel che si perde” disse tirandomi su la testa e asciugandomi una lacrima, con un accenno di sorriso.
“Scusa... Porto su la roba e vado a dormire. Non sono in vena di stare sveglia a fare qualsiasi altra attività” e lo superai velocemente, impugnando la valigia più piccola.
Lasciai Liam di sotto, sentendo il suo sguardo sulla mia schiena, ma appena arrivai in camera aprii la valigia e iniziai a frugarci dentro, senza sapere bene il motivo. Appena trovai la felpa che mi aveva regalato lui una delle prime volte che eravamo stati insieme, quella che mi aveva dato dopo la corsa bagnata di qualche anno prima, la presi e me la infilai, poi misi un paio di pantaloni che usavo come pigiama e mi buttai sotto alle coperte, quasi volessi sparire.
Sentii solo Liam arrivare nella stanza e posare l’altro bagaglio, poi dopo qualche minuto mi raggiunse nel letto, avvicinandosi il più possibile a me, e stringendomi. Intanto continuava a sussurrarmi qualcosa, anche se non lo ascoltai, perché ero troppo occupata a piangere per dar retta a qualsiasi altra cosa intorno a me. Così mi lasciai cullare dalla sua stretta e mi addormentai.
Le due sere successive non andarono molto meglio. Ero rientrata in quella fase di depressione che sembrava stessi superando. Almeno cercai di contenermi davanti a Liam. Non volevo che si preoccupasse in continuazione per me, o che mi trattasse come se fossi una malata, anche se mi sentivo tale, ma non si può curare una persona se è malata d’amore, tranne che con una medicina più potente. Però mi faceva piacere quando mi abbracciava, e mi veniva automatico girarmi verso di lui per cercare una sicurezza, un qualcuno che era lì pronto a darmi una mano ogni volta che stavo cadendo.
Ma il lunedì sera non mi diedi il minimo contegno, pensando che sarei dovuta essere con Niall da qualche parte per festeggiare 2 anni e 8 mesi che stavamo insieme.
“Il primo festeggiamento mancato è il più duro, perché quel numero non avrà più lo stesso significato, ma poi, come tutto il resto, passa anche questo” disse la sera, mentre eravamo impegnati a mangiare una cena improvvisata da lui a base di pesce.
“Liam, smettila di cercare di tirarmi su di morale, tanto non ci riesci” ribattei io, con poca convinzione, giocando con i resti di una trota salmonata nel mio piatto.
Lui mi posò la sua mano sulla mia, obbligandomi ad alzare lo sguardo e a posare la forchetta.
“Stefy, sveglia! Non puoi continuare a piangerti addosso per sempre! Hai 21 anni, sei intelligente, simpatica, carina, solare... Non puoi abbatterti per un ragazzo, anche se è quello che reputavi l’amore della tua vita. Il mare è pieno di pesci” esclamò lui. “Potresti iniziare da quello che stai mangiando. Non ho cucinato un nuovo piatto per poi vederlo tutto avanzato nel tuo piatto” continuò, scherzando e fregandomi un boccone dal piatto, per poi prenderne un altro e fare l’”aeroplano” come si fa con i bambini quando devi obbligarli a mangiare qualcosa. Mi scappò una mezza risatina, e con la mano libera cacciai la sua.
“Visto? Ti ho fatta ridere” scherzò un po’ lui, sogghignando.
“Solo perché sei talmente idiota che non posso fare altro” commentai mentre ripresi a mangiare. “Tra l’altro... Mai pensato di fare il cuoco? Cucini davvero bene! Se continui così, non penso che ti libererai molto facilmente di me” proseguii più allegra, e allora lui lasciò la presa sulla mia mano.
“E chi ha detto che mi voglio liberare di te?”
Roteai gli occhi al cielo, quasi come a dire uno scherzoso “chi vuoi prendere in giro?”, poi mi alzai per posare tutto nel lavandino.
“Film?” proposi.
“Come sempre!” e si diresse a prendere una scatola con un po’ di custodie di DVD, ma alla fine optammo per “Anonymous”.
Alla fine delle oltre due ore di film, ci trovammo a parlare del più e del meno, come sempre, ma a un certo punto lui se ne uscì con una domanda che mi spiazzò.
“Se Niall tornasse da te, strisciando come un verme, tu cosa faresti?”
“C-come?” lo guardai allibita, allontanandomi un po’ da lui e spalancando gli occhi.
“Beh, se lui dovesse tornare da te tu co...” ripeté lui, guardandomi fissa.
“Ho capito cosa hai detto” risposi un po’ acida. “Ma da dove ti salta fuori questa domanda?”
“Era solo per chiedere, non mi mangiare” controbatté, mentre si girava di nuovo verso il televisore al fondo del letto, un po’ scocciato.
“Non so cosa gli direi...” ripresi dopo qualche istante di silenzio. “Non so se riuscirei a stare ancora con qualcuno che ha poca fiducia in me, e soprattutto che mi ha chiamata... chiamata in quel modo” decretai, ma la mia voce uscì meno convinta di quanto pensassi.
“Io scommetto che non ci penseresti due volte, e che ti butteresti a capofitto tra le sue braccia” rispose continuando a guardare un punto fisso.
“Perché te ne esci con queste domande? Cosa... cosa stai cercando di dirmi?”
“Niente era solo per parlare. Non sto cercando di dirti niente. Forse sto solo cercando di capire veramente quanto rancore porti per lui. Io, probabilmente, se avessi la possibilità di tornare con Sophia, correrei scalzo fino in capo al mondo, solo per rivederla e per stare di nuovo con lei. Ma sto cercando di non pensarci, di andare oltre, perché ormai queste cose non si cambiano” concluse con un sospiro.
In quel momento capii che ero stata troppo presa dalla mia rottura con Niall che mi ero totalmente dimenticata che anche lui, nonostante non lo volesse ammettere e cercava di nasconderlo, stava soffrendo. Stavo capendo che aveva iniziato quella conversazione solo per giungere al punto in cui stavamo arrivando, al punto dello sfogo.
“Ma non sei stato tu a lasciarla?” chiesi confusa.
“Vuoi la verità? No. È stata lei a troncare con me. Diceva che non ero più lo stesso, che avevo sempre altro per la testa, che ero sempre preso da mille impegni e che ci vedevamo poco. Inoltre ero sempre distaccato nell’ultimo periodo, come se non mi importasse più niente di lei, ma solo della mia musica e della mia carriera. Lei stava cercando di farmelo capire, ma io avevo i paraocchi, e non vedevo oltre quello che volevo vedere. Stavo prendendo una brutta strada, e così facendo lei ha deciso di rompere, perché per lei era diventata una situazione insostenibile” trasse un sospiro, poi continuò. “Solo dopo un paio di giorni mi sono reso conto di tutto questo, che avevo sbagliato e che avevo bisogno di lei per essere me stesso. Agli altri non l’ho mai raccontato, mi vergogno troppo per quello che ero diventato, e non ho il coraggio di ammetterlo. Con te, invece, è tutto diverso. So che non mi giudichi, e che se ce n’è bisogno mi rimproveri, ma non mi tieni rancore. I ragazzi... Per loro è tutto diverso. Nessuno di loro ha mai provato a montarsi la testa, e se lo facevano si riusciva subito a bloccare tutto. Non so perché questo non sia successo anche con me, ma forse perché nemmeno loro se ne sono accorti. È successo tutto in un periodo un po’ impegnato del tour, la fine, quando tutto diventa più frenetico e i tempi si accorciano sempre di più per qualsiasi cosa. Ma vorrei che se ne fossero accorti. Vorrei poter tornare indietro e far capire agli altri che avevo bisogno di essere salvato prima di precipitare in un buco, da cui sono uscito distrutto.” Disse tutto questo lentamente, al contrario del suo solito, ma espresse tutto ciò che aveva dentro. Probabilmente non si era accorto di quanto si stesse torturando le mani, e non si era nemmeno preoccupato che, questa volta, era lui a piangere, mentre piccole goccioline si bloccavano sulla sua barba. Lo lasciai parlare senza interruzione, perché capivo il bisogno che aveva di sfogarsi.
Ero stata una pessima amica nelle due settimane precedenti, ma volevo rimediare. Così invertii i ruoli. Questa volta era lui che si trovava con la sua testa appoggiata sul mio petto, le mie mani tra i suoi corti capelli, che cercavano di tranquillizzarlo.
“Scusa, Liam. Scusa per non essermi accorta prima di questo bisogno di parlarti. Ero troppo impegnata su di me per accorgermi di quanto tu stessi male. Ma ora ci sono, e potrai contare sempre su di me” dissi per farmi perdonare, mentre intrecciavo una mia mano alla sua.
“Non ti preoccupare. So come stai, è normale che non te ne sia accorta. Ma forse, se non fosse stato per il crollo di questa sera, non te ne avrei parlato, e mi sarei portato tutto dentro. Non riesco ad esprimermi molto a parole, non l’ho mai fatto. Non con i miei sentimenti, almeno. Grazie, Stefy, che non te la sei presa per come mi sono comportato. Grazie mille” disse, scoccandomi, forse involontariamente, forse no, un bacio vicino all’angolo delle labbra.
Anche quella giornata era finita. Ma non sapevo che quella sarebbe stata l’ultima prima di un cambiamento, che avrebbe modificato alcuni equilibri quasi perfetti.



 
Ritardo imperdonabile, come sempre... Nessuna scusa, solo che il tempo sta volando, qui in Irlanda, e tra lavoro, palestra e studio sono sempre indaffaratissima...
Non ho molto da aggiungere, solo che il prossimo capitolo... beh, lascio spazio alla vostra fantasia su quello che potrà succedere, e fatemelo sapere lasciandomi una piccola recensioncina ;)
Detto questo... Lo scorso weekend a Dublino mi sono avvicinata alla 3 Arena dove c'erano i ragazzi e quando si è aperta una porta ho sentito un piccolo pezzo di Little Black Dress, e mi sono emozionata davvero tanto! ** e ho trovato anche il loro albergo.. solo che Harry e Niall sono usciti esattamente un quarto d'ora dopo che io me ne ero andata T.T 
smetto di stressarvi con problemi che non vi interessano, torno a guardare fuori dalla finestra in attesa di non si sa cosa xD
Alla prossima! xx
E grazie sempre a chi legge e recensisce, ma anche a chi legge e basta x
  
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