Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Gigulina    20/10/2015    0 recensioni
Com'è possibile vedere il nostro amato Jack Frost senza che nessuno creda in lui? Beh, Elsa ci riesce, ma come? Grazie ad una preziosa amica... La Luna!
È una storia che narra di un'amore, probabilmente, impossibile tra Jack ed Elsa. Quest'ultima, divenuta regina di Arendelle, ha delle priorità e non può far sprofondare la città per i suoi desideri... o forse si?
Scopritelo in questa fantastica storia... buona lettura!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Lime, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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CAPITOLO 3
Anche la neve è calda.


Sembrava un'allucinazione, eppure quell'ombra luccicante era davanti a lei e sembrava svolazzare attraverso una minima quantità di neve, attorno ad oggetti piccoli, come se essa potesse cambiare forma e andare ovunque, in ogni parte della stanza.
Il capo della regina non si fermava un attimo e le iridi riflettevano il luccichio della Luna, che facevano luce in una parte ristretta della stanza. Scostò le coperte e poggiò i piedi sul pavimento.
Quest'ultimo era ricoperto da uno strato sottile di neve.
La mente era confusa così come la vera forma che rappresentava quell'ombra. O aveva perso la ragione o tutto ciò era solo un sogno, uno stranissimo sogno!
Scese dal letto, affrontando quel brivido che le correva lungo la schiena e, passo per passo, cercò di avvicinarsi a quel luccichio, ora vicino alla finestra. Più Elsa si avvicinava e più l'ombra sembrava prendere una vera e propria forma.
Una sagoma umana si presentava davanti a lei.
Non era certo però se fosse un uomo o una donna. Il palmo della mano destra della sagoma stringeva un bastone, oggetto ben visibile rispetto all'ombra, non molto lungo. Assomigliava ad una bacchetta.
Quel sussurro che aveva sentito ultimamente si fece più vivo.
- “Ehi...”- e molto più dolce.
Parte della sagoma umana si avvicinò a lei. Sembrava come se stesse tendendo una mano verso il suo volto. Elsa sgranò gli occhi e indietreggiò appena. Non aveva paura ma l'istinto la portò ad indietreggiare ugualmente. Il viso era pallido e gli occhi fissi sulla figura dinanzi a lei. Avrebbe potuto farle del male o anche peggio.
La sagoma sembrava ridacchiare.
- “Finalmente....”- disse, mentre un luccichio sembrava correre sul suo volto come se accentuasse un sorriso. Sembrava felice che la regina si fosse accorta della sua presenza.

La sagoma abbassò lentamente quello che avrebbe potuto sembrare un braccio sinistro e indicò, col medesimo braccio, la Luna.
Elsa portò al petto i palmi della mani, stretti a pugno, e gli occhi si volsero verso quel cielo illuminato dalla Luna. Bellissima e luminosa come sempre. Non capiva però cosa volesse quella misteriosa figura da lei.
La sagoma sembrava sorridere ancora, attraverso quel folgorio che lo lasciava intendere. Poi quella luce scomparve, come metà del suo corpo.
- “Domani sarà.... completa.”- sussurrò, mentre svanì lentamente attraverso la finestra, che si chiuse da sola non appena la sagoma, insieme alla neve che s'era adagiata al suolo precedentemente, venne portata via dal vento.
Quelle parole rimbombarono nella sua mente e non riuscì a capire subito ciò che volesse intendere quella strana figura. Cos'è che doveva essere completa? Le iridi osservavano lo svanire dell'ombra sfavillante, così come la neve che s'era portata dietro.
Negli occhi della regina albergava ancora quel brillio e la sensazione dolce di ogni sussurro. Sembrava assaporare il momento e quando si rese conto di farlo, arrossì. Incredula, porse le dita sulle sue labbra, screpolate a causa del freddo.
Sospirò e chiuse lentamente gli occhi per poi lasciar andare il corpo, facendolo cadere sul letto dietro di lei. Raggiunse una posizione comoda e ritornò sotto alle coperte, sperando che, tutto quello che era accaduto, facesse parte di un sogno.
Uno strano sogno in cui avrebbe voluto assaporare ogni momento, cercando di scoprire di più su quella sagoma.
-Perché....- pensò la regina, mentre andava a coprirsi ancora di più. Sembrava frastornata da quella che poteva sembrare una piccola magia avvenuta intorno a lei. Ma era davvero una magia?
Tante furono le domande quella notte, nessuna però ebbe delle risposte, bensì la portarono a formulare altre dubbi e insicurezze, tra cui anche su di lei e sui suoi poteri.
Il sonno la raggiunse dopo qualche minuto e non portò alcun sogno o almeno lei non se lo sarebbe ricordato.

Non fu il Sole a svegliarla quella mattina, né le cameriere o la sorella, ma semplicemente Anais.
La nipotina sembrava serena. Di fatti, spalancò lentamente la porta per non svegliare subito la bella addormentata e infilarsi di soppiatto nel letto della zia.
Ridacchiò ed Elsa, facendo finta di dormire, mosse la mano dietro la sua schiena, cercando così di creare un piccolo pupazzo di neve dietro la nipotina. Anais sentì quel fruscio e il suo corpo si girò totalmente, vedendo quel piccolo pupazzo sul pavimento della stanza.
Continuò a ridacchiare e i suoi occhi s'illuminarono per lo stupore. Scese dal letto e raccolse quel pupazzetto, che non sembrava sciogliersi subito. Almeno ha potuto constatare che riesce ancora a controllare i suoi poteri.
- “Sembra caldo!” mormorò la ragazzina, tenendo tra le mani il pupazzo di neve e osservandolo attentamente.
- “Caldo..?!?” disse, alzandosi di scattò dal letto e avvicinandosi ad Anais.
Toccò leggermente la parte superiore del pupazzo, senza toglierlo dai palmi della nipotina, e sentì il freddo della neve di cui era composto. Accentuò un sospiro di sollievo. Credeva che l'incontro di ieri fosse stato reale e che i suoi poteri ne avessero risentito.
Anais notò la preoccupazione di Elsa e, arricciando il sopracciglio, osservò di nuovo quel buffo e piccolo pupazzo di neve. Cercò di scrutare la stranezza di quell'ammasso di neve e il timore che aveva raggiunto precedentemente la zia. La sua testolina però non riuscì a ricavarci nulla, così che continuò a sorridere verso l'oggetto.
Elsa, con i suoi poteri, costruì un cappellino di neve al pupazzo e una sciarpetta.
- “Ora sentirà un po' di calore.”- disse, sorridendo alla ragazzina.
Anais ricambiò il sorriso e i le sue iride s'ingrandivano di stupore ogni volta che vedeva la sua preziosa zietta usare la magia. Una cosa però cercò di precisare.
- “Ma sembrava già abbastanza caldo!”- insistette la bimba, con tono deciso, portando i palmi e il pupazzo verso Elsa, cercando di farle raggiungere la sua stessa idea.
Un po' stizzita dalla cosa, la regina le chiese il perché di quella sua affermazione e il perché della sua sicurezza sul fatto che fosse calda quando in realtà la neve è fredda.
- “Anais...”- iniziò dolcemente - “Davvero non capisco.” - concluse in tono interrogatorio.
La bambina sorrise e sbuffò divetita.
- “Ma come zia, non riesci a capirlo?” -  precisò, come se fosse normale capire il perché della sua frase precedente.
- “Il pupazzo è caldo perché sembra trasmettere amore! E' vero se si tocca sembra freddo ma in realtà è caldo!”- afferma la bimba in tutta la sua innocenza. Le sue guance paffute arrossiscono e il suo viso cerca di invogliare la zia a sentire il suo stesso tepore.
E' come se Anais stesse cercando di farle capire che non è la composizione del pupazzo ad essere caldo, ma ciò che trasmette.
Certo, Elsa ha sempre fatto le cose con amore, soprattutto per quanto riguarda la sua preziosa nipote. Ma non riusciva ancora a spiegarsi del perché Anais sentisse quel calore mentre lei, toccando il pupazzo, sentiva la solita neve gelida che raffreddava i polpastrelli ad ogni tocco su di  essa.
Che fosse o meno l'amore contenuto nell'oggetto, lei non ci sarebbe arrivata finché non l'avesse provato sulla sua pelle.
Lasciò il dubbio per sé, annuendo alla nipotina e ricambiando quel suo calore con un dolce sorriso e un leggero bacio sulla fronte.
- “Ora vai Anais, oggi è un grande giorno e devi essere preparata.”- disse, alzandosi e invogliando la bambina a fare altrettanto.
- “ E' vero!”- la bambina s'alza di scatto, stando comunque attenta a non lasciar cadere il pupazzetto. - “Oggi il palazzo viene aperto al popolo e ci saranno tante persone!”- entusiasta della cosa, inizia a correre per l'intera stanza. Infondo è figlia di Anna ed è normale prevedere tale reazione.
Elsa sorride leggermente e sente che un'altra figura sta per entrare dalla porta.
- “Elsa! Sbrigati oggi è il grande giorno!”- le braccia si spalancarono e la voce rimbombò nella stanza.
- “Anna...”- disse Elsa, disperata dalla confusione che s'era creata. A quanto pare, entrambe erano entusiaste dalla cosa e allo stesso tempo non erano per nulla preparate. Indossavano ancora i pigiami e le loro capigliature erano sfatte, capelli del tutto in disordine.
La regina sospirò leggermente e acquisì l'atmosfera che s'era creata.
- “D'accordo! Andiamo a preparaci!”- sorrise ad entrambe e queste ultime andarono ad abbracciarla,  ridendo e saltando sul posto, mentre Elsa cercava di non perdere l'equilibrio tra quei salti. Il pupazzo si sciolse lentamente sul pavimento.
Le cameriere entrarono nella stanza e interruppero quel caos. Ognuna di loro prese separatamente le due principesse e la regina, nell'intento di prepararle il prima possibile. Tutti uscirono dalla stanza mentre Anais cercò di recuperare il pupazzo, ormai sciolto. L'acqua che s'era formata andò fin sotto la finestra. Anais seguì la scia cercando di recuperare, anche se invano, qualche pezzo del pupazzo. D'improvviso trovò qualcosa.
- “Oh, un bastoncino!”- disse, agitandolo come se fosse una bacchetta. Della neve uscì da quel piccolo bastone e gli occhi della bambina si riempirono di gioia. Sembrava che avesse trovato un nuovo giocattolo. Un giocattolo al quanto insolito ma soprattutto... magico!
   
 
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