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Autore: MarieCullen    19/02/2009    5 recensioni
Io cercavo lui. Ma non l’avrei trovato, ne ero consapevole eppure non potevo smettere di cercarlo, anche nei sogni. Negli incubi. E poi arrivava la certezza che non l’avrei trovato. Perché lì non c’era niente da cercare, lui non sarebbe tornato, non per me, non mi voleva più. E io l’avevo sempre sospettato. Come poteva uno come lui innamorarsi di una come me? Mi ero illusa e alla fine era arrivata la delusione, la più grande che potesse capitarmi, di una sofferenza che non potevo immaginare … Eppure lo odiavo per ciò che mi aveva fatto? No, non potevo. Io lo amavo. Questo niente poteva cambiarlo, nemmeno le parole con cui aveva messo fine alla nostra storia, portandosi via il mio cuore.
Cosa sarebbe successo a Bella se dopo essere stata lasciata da Edward non ci fosse stato Jacob?
E cosa provano il vampiro e l'umana?
Edward tornerà o sarà Bella a doverlo cercare?
Le recensioni sono gradite.
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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15. Trappola




La stanza che ci trovammo di fronte era ampia e sembrava la più antica di tutte.
Vi erano tre troni sui quali sedevano altrettanti vampiri, che sicuramente dovevano essere quelli che venivano chiamati Volturi. Due di essi avevano i capelli neri e lisci; sembravano molto giovani. L’altro aveva i capelli bianchi come la neve, corti e dal suo aspetto doveva essere certamente il più grande dei tre. Per il resto i loro lineamenti erano molto simili. La pelle sembrava essere molto sottile e fragile, non di marmo come ero abituata a pensare, e pareva polverosa. Erano come statue antiche lasciate senza cura per troppo tempo. I loro occhi erano di un rosso scuro e acceso, che rispecchiava il loro stile di caccia. Ma non erano come quelli dei nomadi che avevamo incontrato mesi prima. Le pupille sembravano vitree, lattiginose.

«Edward, che piacere rivederti!» Disse uno di loro, dai capelli neri, che sedeva al centro.

«Non posso dire lo stesso per te, Aro.» Rispose Edward, freddo. Ma cosa gli passava per la testa? Voleva peggiorare la nostra situazione già critica?

«Oh, lo immagino bene.» Quello che si chiamava Aro non perse il buon umore. Dopotutto non sembravano così cattivi.
Mi guardai intorno. Gli altri due avevano lo sguardo perso nel vuoto, sembravano non interessarsi minimamente a noi.

«Felix, chiama Jane per favore.» Chiese Aro a uno dei due vampiri che ci avevano accompagnati. Questo Felix aveva la corporatura di Emmett e per certi versi gli somigliava anche. Annui solamente ed uscì dalla stanza.

«Allora hai intenzione di trattenerci ancora per molto? Sai, abbiamo un matrimonio da organizzare.» Edward sembrava piuttosto alterato. Non capivo proprio, ma perché si comportava così?

«Certo, certo. Non preoccuparti ci vorrà poco.»

«Hai intenzione di dirci come mai ci hai chiamati qui? La scusa del controllo dei neonati è un po’ patetica, non credi?»

«Ah ah, forse hai ragione. Ma cos’altro potevo fare?»

«Per esempio lasciarci in pace. Ho già detto no la prima volta, cosa ti fa pensare che cambierò idea?» Edward stava decisamente giocando con il fuoco.

«Una serie di cose. Tu non vuoi mettere a repentaglio la vita della tua futura moglie, vero?» Ora non era più simpatico come sembrava. Mi decisi a intervenire.

«Potreste spiegarmi di cosa parlate?» Mi ero rivolta più a Edward. Non osavo guardare negli occhi quel vampiro millenario.

«Vogliono che ci uniamo a loro. Pretendono che li serviamo come fossero divinità. E se non accettiamo hanno intenzione di ucciderci.»

Mi irrigidii all’istante. Era questo quello che volevano allora. Dei nuovi servitori.

«Oh no, ti sbagli mio caro Edward. Voi ci servite vivi.» La voce di Aro celava una malignità inaudita. Gli servivano nuove pedine da manovrare e avevano scelto noi.


In quel momento entrò una ragazzina magra dai capelli scuri e corti. Era bellissima ed elegante, ma in tutto quello vedevo una potente minaccia. Il viso era privo di emozioni. Non un sorriso, non un accenno di vitalità.
Sembrava un automa addestrato a svolgere un compito senza avere il controllo delle proprie emozioni.

«Mi avete fatto chiamare, mio signore?» Chiese la ragazza con il volto da cherubino. La voce, esattamente come mi aspettavo, era priva di vitalità.

«Sì, Jane. I nostri ospiti fanno un po’ i capricci. Vedi di farli ragionare e poi conducili nelle loro stanze.» Disse Aro voltandosi e tornando a sedere al centro.

«Subito.» Rispose soltanto.

Vidi il volto della ragazza chiamata Jane addolcirsi ed Edward cadde sul pavimento freddo.
Mi avvicinai a lui per cercare di soccorrerlo ma due braccia forti mi presero e mi trascinarono via. Ero una neonata, certo, e la forza non mi mancava. Ma non riuscivo a muovermi.
Mi dimenai il più possibile ma non riuscii a sfuggire a quella presa. Mi sentii improvvisamente senza forze, troppo debole per dibattermi ancora.

Il buio mi inghiottì, trascinandomi nel peggiore degli incubi.








L'angolo della scrittrice



Ciaoo!! Bene il capitolo non è proprio lungo insomma, però oggi non avevo proprio fantasia XD
Ma domani andrà molto molto meglio!
Commentate please! Devo sapere se la storia piace o no... O non ha senso continuare! XD
A domani per il prossimo capitolo, baci! =)
  
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