Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: ninety nine    21/10/2015    3 recensioni
[421 PAROLE- FINNICK ODAIR- PRE SAGA]
Finnick Odair. Quindici anni, una vittoria agli Hunger Games e una maschera eretta a seconda di ciò che la gente desidera vedere.
Ma sotto di essa ci sono ombre e fantasmi che spingono per uscire e c'è un luogo soltanto in cui sono liberi di farlo.
Un luogo incastrato tra le dune, dove metallo e sabbia si fondono insieme all'odore del mare.
Il cimitero delle ancore.
DAL TESTO:
L'ancora era forse l'attrezzo più importante per un navigatore.
Simboleggiava la stabilità della terra, la concreta possibilità che tutto andasse per il meglio.
[...] Ma, non da ultimo, l'ancora era la sicurezza che [...] evitava agli uomini di andare alla deriva fra i loro stessi sentimenti, che in mare esigono di essere sentiti con tutta la forza del vento di maestrale.
Finnick conosceva la loro violenza e il dolore che ne derivava.
Lì, al riparo da occhi indiscreti, poteva togliersi la maschera che tutti volevano vedere e chiedere al Mare per quale motivo fra tutti avesse scelto proprio lui.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                           La tomba delle ancore



                                          




Ogni volta che voleva voltare le spalle al mondo, Finnick si recava in quel luogo.

Era certo che nessuno sarebbe venuto a cercarlo, lì, dato che tutti se ne stavano ben lontani.
Sembrava ad un cimitero: un cimitero di vecchi rottami, di timoni ormai ammuffiti, di reti da pesca troppo logore per essere riparate.
Insomma, il posto adatto per un quindicenne che ancora non si era reso conto di aver vinto gli Hunger Games.
Ma era un angolo in particolare, incastrato fra le dune, che il ragazzo prediligeva.
Amava l'odore del metallo corroso dal sale che faceva da padrone, prima ancora degli oggetti che ne componevano il paesaggio.
File e file di ancore si stendevano davanti ai suoi occhi, alcune ancora brillanti, appoggiate lì in fretta e subito dimenticate, altre ormai arrugginite dal tempo che non era clemente nemmeno di fronte alla loro passata utilità in mare.
L'ancora era forse l'attrezzo più importante per un navigatore.
Simboleggiava la stabilità della terra, la concreta possibilità che tutto andasse per il meglio. Durante ogni partenza, i famigliari dei marinai si sporgevano a sfiorarla mentre veniva levata, quasi a voler affidarle il ritorno dei loro cari.
Molti degli abitanti del Quattro se la tatuavano sulla pelle, simbolo di fedeltà alla famiglia e al Distretto accanto alla libertà delle vele spiegate e all'infinita irruenza del mare.
Ma, non da ultimo, l'ancora era la sicurezza che, salda sul fondale, teneva la barca al suo posto ed evitava agli uomini di andare alla deriva fra i loro stessi sentimenti, che in mare esigono di essere sentiti con tutta la forza del vento di maestrale.
Finnick conosceva la loro violenza e il dolore che ne derivava. Non era raro che, come un lampo a ciel sereno, si risvegliasse in lui la memoria di tutto ciò che aveva compiuto e perduto.
Allora lui voltava le spalle a tutti i finti sorrisi, fuggiva, correva fino a farsi scoppiare i polmoni e infine capitava sempre lì, in piedi ad osservare decine e decine di rotonde cicale* brillare al sole.
Pezzi di ferro in un mare di sabbia nei quali lui si rifletteva, rivedeva il bambino che era stato, gli attimi che si era lasciato alle spalle, le persone che se n'erano andate per sempre e quelle che erano rimaste.
E allora cadeva, si accasciava sulle ginocchia e stringeva la sabbia con le mani.
Perché lì, al riparo da occhi indiscreti, poteva togliersi la maschera che tutti volevano vedere e chiedere al Mare** per quale motivo fra tutti avesse scelto proprio lui.

 



*La cicala è, in gergo marinaresco, la parte superiore dell'ancora, ovvero l'anello a cui viene fissata la fune o la catena.

 

**In molte civiltà, antiche e non, a stretto contatto con il mare, questo prendeva sembrianze divine e diventava colui che controllava le vite dell'uomo. Una specie di Destino, di Fato. Ecco perché è in questo punto indicato con la lettera maiuscola.

 



Bonjour!

Giuro che da giovedì tornerò a scuola e smetterò di pubblicare storie tipo ogni tre giorni! Ma intanto...parliamo di Finnick! O meglio, di un Finnick adolescente, appena uscito vincitore da un'arena, distrutto dentro, e del suo rapporto con i luoghi del Distretto e con il mare. Almeno, la mia idea di partenza era quella, ma temo di essermi decisamente distaccata da essa, complice il prompt ''Ancora'' della Challenge ''Benvenuti al banco dei prompt'' sul forum di EFP (E anche, qui, mi sa che non era esattamente ciò che la prompter si aspettava...ma l'accento non era specificato e io mi sono presa quest libertà ^^)

Ho cercato di porre in questa flashfic parte del mio amore per il mare, anche se non è stata cosa semplice...

Spero davvero che vi sia piaciuta...vi ricordo della presenza di un tasto blu come l'acqua qui sotto, mi farebbe tanto piacere se lo schiacciaste e mi lasciaste due righe...ma ovviamente la scelta è vostra!

Grazie a tutto <3 A presto 99

 

PS: Sì, il titolo è un tributo al film ''La tomba delle lucciole'' dello studio Ghibli <3

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: ninety nine