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Autore: mrsSalvatore    22/10/2015    1 recensioni
Alison ha appena otto anni quando incontra Luke Hemmings, un ragazzino di un anno più grande di lei, antipatico e pieno di sé, con cui proprio non riesce ad andare d'accordo; e sebbene i due trascorrano di lì in avanti quasi tutte le giornate insieme, entrambi continueranno ad insistere sul fatto che non sono assolutamente, per niente, mai e poi mai nella vita, amici.
Ma se Alison, bambina viziata e strafottente, è sicura di questo, come mai per lei Luke e una semplice altalena in legno diventeranno le fondamenta della sua infanzia?
“La verità è che il mondo sarebbe migliore se tutti quanti almeno una volta al giorno andassero su un’altalena. Di sicuro sorriderebbero un po’ di più.”
Storia pubblicata anche su Wattpad
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando Alison aveva detto di sì ad Ashton, non aveva la benché minima idea di cosa quello avrebbe comportato. All’inizio era stato tutto molto dolce e romantico. Lui le aveva messo l’anello al dito, l’aveva abbracciata sollevandola e facendola girare, e alla fine le aveva dato un breve bacio a fior di labbra. Somigliava tutto ad un film, ed Alison era ancora talmente intontita ed inebriata da quella surreale situazione, che quando la mattina dopo, svegliandosi, la luce del sole che entrava dalla finestra socchiusa aveva illuminato il suo anello, lei aveva sentito il suo cuore sprofondare sempre più giù, nei meandri di quella che ormai non sarebbe più stata la sua vita.
Aveva cercato di essere positiva per tutto il pomeriggio. Aveva sorriso raggiante ogni volta che Ashton si rivolgeva a lei chiamandola futura moglie, e quando la sera, esausta, si era gettata sul letto ancora vestita, aveva sperato con tutta se stessa che quello fosse solo un brutto incubo dal quale si sarebbe svegliata l’indomani.
Sono passate un paio di settimane dalla proposta, ed Alison ha imparato a conviverci. Qualche volta pensa a come ha fatto a ridursi in quello stato da sola. Lei che non voleva nessuna catena, che non voleva essere legata a nessuno. Lei che aspirava alla libertà quasi più dell’aria stessa. Ed ora invece è come una di tutte quelle fidanzatine spumeggianti super eccitate in vista del loro matrimonio. Ha deciso che vorrà un matrimonio in bianco, come quello nelle fiabe. Che se proprio deve farlo, lo vuole come se l’è sempre immaginato.
Ashton le ha detto che non c’è alcun problema, che può pensare a tutto lei, che può decidere tutto lei. E’ a causa di questa concessione che ora si ritrova per le strade di New Haven a passeggiare per negozi con la madre di Ashton. E questo non sarebbe un problema, se non fosse che quest’ultima ha qualcosa da ridire su qualunque decisione prenda la ragazza. Alison l’ha capito dal primo momento di non piacerle. Da quando Ashton l’aveva presentata come la sua ragazza che frequentava ancora la terza liceo; e lei, con la sua aria da ragazzina ancora presuntuosa le aveva dato due baci stringendo le labbra in un sorriso tirato. Anche la signora Irwin l’aveva guardata in malo modo, ma lì per lì ad Alison non era importato. Di certo non pensava che un giorno sarebbe stata la sua futura suocera.
E quell’astio non detto scorre ancora tra le due donne, che cariche di sacchetti e borse fingono di andare d’amore e d’accordo. Hanno già prenotato il posto, un ristorante sul mare: la cerimonia sarà sulla spiaggia, e la madre di Ashton ha avuto così tanto da ridire riguardo al fatto che il vestito si sarebbe riempito di sabbia, che alla fine sono dovute scendere ad un compromesso. Ovvero, sarà lei a scegliere il menù. Hanno ordinato già le bomboniere, e qualche sera prima Alison e Ashton hanno compilato la lista dei regali di nozze. E’ tutto già pronto, e il matrimonio è a settembre. C’è solo una cosa che manca, e Alison lo sa bene: il vestito.
Non l’ha detto ad Ashton, ma non vuole comprare il vestito ancora per un po’. Gli ha detto che vuole comprarlo con sua madre, che vuole che lei la veda per prima, e che è il suo sogno fin da quando era bambina, ma non è affatto vero. Cerca di non ammetterlo nemmeno a se stessa, ma la verità è che nel momento in cui comprerà il vestito, sarà tutto fin troppo reale. Ormai ha detto di sì, questo lo sa, ma in questi giorni sta vivendo in una sorta di limbo in cui il tempo sembra essere rallentato. Continua ad avere molti dubbi che cancella sempre ripetendosi tutti i buoni motivi che ha per sposare Ashton. Perché è questo il problema: ci sono solo buoni motivi. Ashton è un ragazzo perfetto: ha finito gli studi, ha fatto il college, sta studiando medicina e porta a casa uno stipendio. La mantiene e non ha mai niente da ridire su ciò. Non le fa mancare nulla, la tratta come una principessa, e non farebbe mai niente che potrebbe ferirla. E allora Alison si dà della stupida, perché è tutto ciò che di più stabile potrà mai avere, ma mentre questo dovrebbe rassicurarla, non fa che spaventarla.
E se poi fosse lei quella imperfetta? Ha il terrore che poi potrebbe stancarsi di avere sempre tutto a portata di mano, e anche se è un desiderio sciocco, alle volte lei avrebbe voglia di litigare, di verificare se sotto tutta quella calma c’è qualcosa che brucia. Ma tutto con lui è sempre quieto, tranquillo. E’ un porto sicuro dal quale alle volte lei vorrebbe salpare. Ha bisogno di un po’ di mare mosso nella sua vita, perché tutta quella bonaccia le dà alla testa.
 
                                                                                                                        ***
 
Quella mattina Luke si alza tardi, con un fastidioso e continuo mal di testa. La sera prima ha davvero esagerato con tutto quello scotch, tanto che sulla lingua può ancora sentirne il sapore dolciastro. Si trascina in cucina a petto nudo, mentre cerca tra i vari sportelli qualcosa di commestibile. Nel frigorifero è rimasta solo una lattina di birra e un avanzo di una torta del locale in cui lavora. Tira fuori entrambi e li posa sul tavolo, mentre allontana una sedia per sedercisi. Apre la lattina e beve un lungo sorso che gli crea un buco ancora più grande in quello che ormai non sa più se essere lo stomaco o il cuore, mentre con una forchetta cerca di tagliare la torta vecchia di qualche settimana. E’ messo davvero male negli ultimi tempi: gli hanno spostato i turni di sera, così adesso dorme tutta la mattina e la notte serve ragazzi sui vent’anni che sembra passino la loro intera estate a sbronzarsi in quel pub. E’ immerso nei suoi pensieri quando un’altra forchetta afferra il pezzo di torta che era appena riuscito a tagliare.
-Ehi.- si lamenta con voce ancora impastata dal sonno e dall’alcool, mentre Lila, coperta di solo una T-shirt gli sorride colpevole.
-Ho fame anche io.- replica questa. Hanno iniziato a frequentarsi verso la metà di giugno, ma nessuno dei due vuole una storia seria, quindi sono entrambi d’accordo sul fatto che la loro sia una relazione assolutamente aperta, anche se negli ultimi giorni lei è sempre lì da Luke.
-Non pensi di dover fare la spesa?- domanda lei sarcastica, e Luke si passa una mano tra i capelli biondi sbuffando sonoramente.
-Non iniziare a fare la rompi scatole, oppure te ne puoi anche andare.- borbotta, mentre Lila alza gli occhi al cielo.
-Sto solo dicendo che magari potresti prenderti un po’ più cura di te stesso. Guardati: sei messo uno schifo.- nota.
Luke sbuffa ancora, mentre finisce di bere tutto d’un sorso la birra, e poi lancia la lattina in direzione del cestino. Lo manca di molto, e quest’ultima finisce per terra, in mezzo a tutto il resto dello sporco che si è accumulato nell’ultimo periodo.
Si alza e mette il piatto della torta finita nel lavello. –Credevo mi frequentassi per fare sesso, non per fare la mammina.- sbotta, e lei aggrotta la fronte.
-Sei consapevole di essere un emerito stronzo?- domanda ironica.
-Me l’hanno detto.- butta là lui, e lei esce seccata dalla stanza, solo per tornarci qualche minuto più tardi rivestita e con la borsa alla mano.
-Pensavo che conoscendoti fossi un po’ meglio di ciò che sembri, e invece mi sbagliavo.-
-Credo che siamo rimasti delusi entrambi.- fa lui alzando un sopracciglio. Lila lo guarda un’ultima volta.
-Ma che problemi hai?- sbotta prima di percorrere a falcate il salotto e uscire di casa, sbattendo la porta.
Luke alza gli occhi al cielo, senza che la situazione gli interessi davvero. Si china per afferrare la lattina che poco fa ha gettato per terra e apre il cestino per buttarla via, ma alla sua vista compare un cartoncino appena stropicciato sul fondo della spazzatura. E’ scritto con un bel font, di quelli ricercati, pieno di ricciolini dorati e ingrassature sulle pance delle lettere tonde. Il bordo è tutto ricamato con piccoli fiorellini fucsia, e Luke lo guarda disgustato. Alla mente gli ritorna prepotente quell’orribile mattina in cui ha iniziato a ridursi in quelle condizioni. Si era svegliato di buon umore, pieno di propositi della giornata, finché non era andato a controllare la posta e l’aveva vista. Una busta color crema che sembrava prendersi gioco di lui dal fondo della cassetta dipinta di bianco. Dietro, con lo stesso dannato font dell’interno, c’era scritto Per il sign. Luke Hemmings. Lui l’aveva guardata senza capire, mentre con mani dubbiose l’aveva aperta. Quello schifoso cartoncino aveva fatto la sua entrata trionfale in tutti quei ghirigori dorati, mentre nella sua testa erano rimbombate le parole: Alison & Ashton si sposano! Il 15 Settembre ti aspettano a festeggiarli con grande gioia! Seguivano le indicazioni del posto, dell’ora, della cerimonia e del menù. Luke era rimasto fermo immobile sul posto, senza capire, mentre in testa continuavano ad echeggiare quelle stupide frasi con quegli stupidi punti esclamativi. E la cosa forse più bizzarra era che a ripeterle nella sua mente era la stupida, fastidiosa e noiosa vocetta di una Alison di otto anni.
Aveva gettato subito l’invito, senza nemmeno fermarsi a pensare. All’inizio aveva finto che la cosa non gli importasse, ma la sua caduta verso la disperazione era stata talmente ripida e veloce che aveva capito da solo che probabilmente la cosa gli importava eccome.
Così adesso fissa nuovamente quelle frasi dorate. Con grande gioia! dicono, e Luke è quasi tentato di sputarci sopra. Senza rendersene conto ha accartocciato la lattina di birra che tiene ancora in mano. La guarda con sguardo assente mentre sente nuovamente Alison bambina che gli parla con voce acuta.
La getta nella pattumiera e chiude con un colpo secco il cestino.
 
                                                                                                                       ***
 
La madre di Ashton si siede sulla sedia dall’altro capo del piccolo tavolino da caffè nel quale hanno deciso di sostare per un po’. Posa tutte le borse sulla sedia vuota che le sta accanto, e dopo aver ordinato un caffè d’orzo, si volta a guardare Alison.
-Allora dimmi,- esordisce seccata –cos’è che non ti va giù di questo matrimonio?!- La bionda sussulta presa alla sprovvista. Balbetta qualche parola incomprensibile senza ben capire dove lei voglia andare a parare.
-Oh, fammi il piacere.- esclama la signora Irwin agitando una mano in aria –Ho capito che stai avendo un sacco di ripensamenti. Ma fai un favore ad Ashton e a me: se non vuoi sposarlo, diglielo. Smettila di illuderlo in questa maniera, o quando lui lo scoprirà ci rimarrà ancora peggio.- sbotta. Poi fa un cenno di ringraziamento alla cameriera che le ha appena posato di fronte il suo caffè d’orzo. Afferra la tazza e beve un lungo sorso.
-Io lo amo.- afferma Alison, che nel mentre non ha ancora capito come reagire. La donna di fronte a lei storce il naso. Le dice che se lo amasse davvero allora non avrebbe quella faccia costipata ogni qual volta che uno di loro due nomina il matrimonio.
-Sono solo agitata.- asserisce lei annuendo, e per un attimo riesce quasi a convincere se stessa –Ma voglio sposarlo, ne sono più che certa. Lei non era agitata prima del suo matrimonio?-
-Qui non stiamo parlando di me, ragazzina.- soggiunge la madre di Ashton –E comunque, spero per te che tu mi stia dicendo la verità. Se farai un passo falso, te la vedrai con me.-
-La cosa non mi spaventa.- replica Alison e la signora Irwin le rivolge un’occhiataccia –Lo dico perché non avrò alcun ripensamento. Sposerò Ashton, diventerò sua moglie, e resteremo insieme finché morte non ci separi.- recita Alison con voce saccente, lasciando la donna senza nulla da ridire. Quest’ultima termina in silenzio di bere dalla tazza, rivolgendo qualche occhiata furtiva ad Alison che improvvisamente non si sente più molto bene. Dopo aver pronunciato quelle parole, ha capito che il suo destino è già stato scritto, che tutto quanto nella sua vita è già stato programmato. Rivolge un ultimo sguardo alla signora Irwin prima di rigettare sul tavolo la misera colazione della mattina in un fiotto di vomito.


 
Angolo autrice:

Ciao a tutti!
Sono tornata!
Allora, allora, allora. Cosa posso dire? Mi sentivo un po' in colpa per essere stata assente negli utlimi giorni e per le nuove modifiche riguardo gli aggiornamenti, così ho deciso di allungare il capitolo, che ovviamente spero vi sia piaciuto!
Luke è ridotto uno straccio, poverino, senza Alison, mentre per quest'ultima fin'ora la preoccupazione più grande sembra cercare un modo per scappare via. Vi avviso che durante questa estate 2004 succederanno molte cose, perciò i capitoli saranno suddivisi in giorni e non più in mesi.
Non ho altro da dire, se non che spero di non aver fatto errori visto che questo capitolo l'ho scritto di getto e l'ho riletto una sola volta. In caso, se ne trovate, avvisatemi!
Spero nuovamente che questo capitolo vi abbia incuriositi perchè vi assicuro che lunedì succederanno cose che non potete immaginare (o perlomeno credo. Spero di non essere così prevedibile.)
Bene, qui ho finito! Vi auguro buon week-end e non ci risentiamo lunedì!
Un bacio in fronte,
-Sve
  
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