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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    22/10/2015    1 recensioni
Morzan non è sempre stato malvagio.
Solo lui lo sa.
Lui che era il suo drago.
Lui di cui nessuno sa il nome, perchè non è più.
Lui che lo ha seguito ovunque, anche se non era d'accordo con le sue decisioni.
Lui che, sin dall'inizio, avrebbe voluto evitare in ogni modo l'incontro che avrebbe cambiato la vita di entrambi.
Questa è la storia di Thangarrion, il drago rosso e dimenticato nel Rinnegato Morzan, e della sua caduta.
Genere: Drammatico, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Galbatorix, Morzan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Corlors of the Rainbow'
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COLORS OF THE RAINBOW-THANGARRION, FOR YOU

Lo conobbe in primavera.
Solo ora mi rendo conto che, se avessi potuto, avrei dovuto evitare in qualsiasi modo quell’incontro che avrebbe cambiato la mia vita per sempre.
Fino ad allora, avevo sempre creduto che mai nulla avrebbe potuto fermarci.
Che il mondo era nostro.
Che nessuno poteva contenere la nostra voglia di vivere e scoprire, di vedere e conoscere.
Che mai saremmo stati succubi di qualcuno.
Quanto mi sbagliavo.
Si incontrarono a Ellesmera.
Egli sedeva tranquillo tra le radici dell’Albero di Menoa, quando arrivammo. Ci eravamo concordati con i ostri compagni di vederci li prima della nostra battuta di caccia serale, ma non era ancora arrivato nessuno.
Ci guardò privo di interesse, appure non potei non notare il guizzo insolito che percepii nel cuore del mio compagno di fronte a tale comparsa. Cos’era? Non lo so. Ammirazione, forse. Oppure, semplicemente, quel senso di naturale inferiorità che ogni creatura sperimenta almeno una volta trovandosi di fronte a qualcuno di nettamente superiore a lui.
Non che quel qualcuno fosse tutto questo gran che.
Il giovane Galbatorix era una ragazzo smilzo, magro all’inverosimile, gli occhi neri come l’inchiostro erano circondati da profonde occhiaie scure mentre i capelli lucenti e lucidi gli cadevano sulle spalle come petrolio liquido. Non aveva nulla che lo contraddistinguesse dagli altri.
Solitamente, un tipo simile il mio Morzan lo avrebbe calciato via dal suo posto a sadere a calci in culo. Invece non fece nulla, e si sedette al suo fianco.
Lo fissavo interrogativo, ma non pareva proprio intenzionato ad ascoltarmi.
Sembrava letteralmente ipnotizzato da quell’individuo.
Io, d’altra parte, non potevo non tremare di disgusto di fronte a ciò che i miei affinati sensi di drago percepivano in lui. Era come se all’interno del suo animo fosse racchiuso un bozzolo nero e oscuro, solo in attesa di una buona occasione per esplodere e disintegrare il mondo…il potenziale di pericolo che traspariva da quell’umano era tanto forte da farmi venire il voltastomaco.
Non volevo averci a che fare, punto.
Stettero in silenzio per qualche minuto.
Improvvisamente, come incapace di reggere oltre a quella tensione, Morzan esordì: “Che libro leggi?”
Una domanda banale. Se non che era la prima volta che il mio compagno si interessava ai libri, anzi, che si interessava alla cultura. Generalmente, avrebbe semplicemente preso lo scritto e lo avrebbe dato in pasto alle mie fiamme.
Inutile dire quanto ci rimasi di sasso.
Aveva preso una botta in testa?
Che stava facendo?
Quasi annoiato, Galbatorix alzò lo sguardo dal libro, con l’aria sperduta di chi si accorge solo allora di essere stato chiamato per nome. “Oh…beh…è un vecchio tomo di arti proibite”
Come sentii quella risposta, così pacata eppure tanto sconvolgente, non potei non perdere le staffe. Arti proibite? Ma stiamo scherzando? Sai che ci fanno i maestri se ci beccano con un libro simile? C’è un motivo se sono state bandite e questo moccioso ne parla come si parla del tempo?
Guardai lui, supplicandolo con lo sguardo di lasciare perdere e sloggiare il prima possibile.
Niente da fare.
Non mi stava nemmeno guardando.
Fissava ammaliato le pagine di quel vecchio tomo e prima che me ne rendessi conto era giunta la sera, e lui aveva passato tutto il tempo in compagnia di quello squilibrato, parlando di magie di distruzione e morte come si parla del proprio vicino di casa.
Tornammo a casa in silenzio.
Sentivo la sua mente come elettrizzata, quasi fosse stata travolta da una scarica di energia che l’aveva riportata alla luce. Tenebre oscure adombravano il suo animo mentre piano piano i semi della corruzione mettevano radici e la sua ammirazione per quello sconosciuto di trasformava in adorazione, e l’adorazione in sottomissione.
Giungemmo ai nostri alloggi cambiati.
Lui non era che un ombra del mio Morzan, una marionetta nelle mani di un pazzo sconsiderato.
Io, invece, sentivo ancora qualcosa del vecchio compare battere in lui, lottando disperatamente per non essere sommersa dalla pazzia, e la mia fedeltà mi impediva di mollarlo li e lasciarlo al destino che si era scelto.
 
Lo seguii sempre.
Il giorno in cui abbandonò precocemente l’Accademia, preferendo la compagnia di Galbatorix a quela dei nostri maestri.
Il giorno in cui distrusse a sangue freddo il primo villaggio.
Il giorno in cui si scherò apertamente con Lui, e fui costretto a tradire la mia stessa razza pur di stargli accanto.
Il giorno in cui uccise a sangue freddo quella dragonessa. Non avevo nulla contro di lei, ricordo ancora il bagliore delle sue squame color lapislazzuli, e la sua sopresa quando, prima di perire, le chiesi scusa.
 
Ora eccomi qui.
Ancora al suo fianco.
Ancora disposto a dare la vita per lui.
Mi chiedo, per un breve istante, se abbia mai più pensato a me dopo aver incontrato Lui. Mi ha davvero dimenticato?
Non lo so.
Ormai non conta più nulla.
Come temevo, la punizione per il mio tradimento è infine giuta.
I draghi anziani stanno cancellando il mio vero nome, e sento ormai la mia essenza svanire nel nulla.
Chi ci sarà dopo di me per lui?
Chi lo appoggerà elle sue imprese?
Chi gli scalderà il cuore nei momenti di solitudine?
Una lacrima di solca il muso.
Improvvisamente, sento la sua presenza al mio fianco.
Mi fissa sconvolto, consapevole tramite il nostro legame di ciò che mi stanno facendo.
Sento l’ira ardergli dentro.
E capisco.
Non mi ha mai dimenticato.
L’incanto di Galbatorix cade.
Quella notte, prima che perdessi me stesso, fu la prima in cui lui disobbedì agli ordini del Traditore. Andò a Ellesmera, e distrusse coloro che avevano cancellato ciò che ero.
Scomparsa la mia coscienza, non ci fu più nulla a proteggerlo dal potere di Galbaotix. Fu allora che cadde definitivamente nell’oblio.
   
 
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