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Autore: Destinycantbechanged    23/10/2015    3 recensioni
Dean e Castiel sono all'ultimo anno di liceo.
Dean non ha la minima idea di cosa saranno questi ultimi mesi di scuola. Incontri, perdite, nuovi sentimenti, forse l'amore.
Castiel è il nuovo arrivato. Riuscirà a crearsi una nuova vita e lasciarsi tutto alle spalle?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Mary Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna stagione
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“Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la resurrezione dei morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati.”
“Mr Winchester sarebbe così gentile da dire ai suoi compagni da quale passo della Bibbia è tratto questo chiarimento sulla morte?” chiese il Professor Chuck a Dean che sembrava dormisse sul banco.
In effetti si era appisolato davvero. Era l’ultima ora, l’orario scolastico prevedeva religione, e neanche Dio poteva immaginare la noia di Dean nel sentire quelle futili parole scritte nella Bibbia.
Dean stava seduto nell’ultima fila, da solo, accanto alla finestra. Aveva approfittato della voce soporifera del professor Chuck per schiacciare un pisolino e pensare a ciò che avrebbe fatto il week end.
La sua mente vagava già nel suo pub preferito, un paio di birre, qualche bella ragazza che magari si sarebbe portato a letto, cosa che, tra l’altro, gli riusciva benissimo.
Nessuno sfuggiva ai suoi occhi verdi, le morivano tutte dietro.
Dean si limitava a cambiarne una ogni sabato. “Non avranno mai il mio cuore, solo il mio corpo”, diceva spesso così a Sam, fratello minore, scherzando sulle sue avventure del fine settimana.
“Ben svegliato Cenerentola, vuole quindi dirci qualcosa a riguardo?” continuò il professore, mentre tutti stavano ridacchiando guardando Dean.
“A dire il vero no, se lo dice Gesù o chi per lui, mi fido”.
Il resto della classe scoppiò a ridere e mentre il professore cercava di ammonire il ragazzo, il suono della campana interruppe il siparietto esilarante.
“Va bene, potete andare, leggete tutta la lettera dei Corinzi 15 da cui è tratta questa frase e ne riparliamo venerdì prossimo. Vale  anche per lei Mr Winchester”.
Dean annuì distratto e uscì dalla classe insieme ai suoi compagni.

Il liceo John Kennedy, si trovava a dieci minuti da casa sua, ma Dean comunque si spostava soltanto con la sua Impala, Baby come era solito chiamarla lui, probabilmente l’unico vero amore della sua vita.
Era seduto sul muretto del cortile e stava aspettando Sam per tornare a casa e finalmente pranzare e poi buttarsi sul divano fino a sera. 
Sam come al solito era in ritardo perché secchione come lui, in quel liceo ce ne erano veramente pochi. Stava tutto il tempo sui libri e alla fine delle lezioni usciva sempre per ultimo dalla classe.
Dean lo prendeva sempre in giro e gli chiedeva se avesse potuto sostenere lui i suoi esami, magari tagliandosi quella massa di capelli e vestendosi un po’ meglio, giusto per assomigliare al fratello più grande.
Dean stava fumando una delle sue sigarette, le sue preferite, le Marlboro light, mentre vide Sam avvicinarsi all’uscita, stranamente in compagnia di un ragazzo.
I due andarono nella direzione di Dean.
“Dean lui è Castiel, è appena arrivato in città, il preside Crowley ha chiesto a me di fargli da tutor per i primi giorni, dice che sono l’unico qualificato qui”.
Castiel si stava guardando le scarpe e non riuscì a dire una parola se non un banalissimo ciao.
“E’ all’ultimo anno, come te, da lunedì sarete nella stessa classe” aggiunse Sam che invece non la smetteva mai di parlare.
“Amico, credimi, sei mesi e questo inferno sarà finito” Dean scese dal muretto, diede una pacca sulle spalle a Castiel e fece cenno di andare via a Sam.
“Ci vediamo lunedì qui, alle otto, meglio otto meno dieci, sai è sempre meglio essere puntuali e non farsi cogliere impre…”
“Saaaam, andiamo o chiamo mamma e ci facciamo portare il pranzo qui?”
Sam fu interrotto dalle urla di Dean che si era scocciato di stare lì ad aspettarlo. Salutò il nuovo arrivato e si precipitò in macchina dal fratello.

                           ***

“Mamma! Siamo a casa, che c’è per pranzo?” chiese Dean con voce squillante.
“Maccheroni al formaggio, sono di suo gradimento principino?” mamma Mary si divertiva ad apostrofare così Dean , che prima la guardò male, poi si avvicinò e le diede un bacio sulla testa. “Sì, mamma, sono i miei preferiti, lo sai, ma smettila di chiamarmi in quel modo!”
“Dai principino non fare l’offeso” aggiunse Sam divertito.
“Va bene, basta ragazzi, sedetevi, mangiate che poi si fredda e raccontatemi come è andata la vostra giornata” disse Mary.
Sam non se lo fece ripetere due volte e iniziò una fitta descrizione degli avvenimenti, mentre Dean si gustava il suo piatto di pasta.
“E sai è arrivato un nuovo studente, Castiel, è del Minnesota, si è trasferito qui in Kansas ed è pure lui all’ultimo anno come Dean, saranno compagni” disse Sam.
“ Sai che gioia, un nuovo secchione come te” rispose Dean con la bocca piena di cibo.
“Cosa ne sai tu che è secchione, manco lo conosci, non lo conosco neanche io, ma mi pare affrettato dare giudizi così su due piedi su una persona”
“Dai Sam, quello è strano forte, non ha alzato lo sguardo, ha sussurrato un misero ciao, se ne stava tutto raggomitolato in quel cappotto beige, di certo è un tipo insolito e comunque è secchione perché l’ho deciso io”
“Trench si chiama trench, non cappotto”
“Adesso mio fratello sembra figlio di Tyra Banks, ma che ne sai di moda tu che ti metti lo stesso maglione da tre anni?”
“Idiota”
“Stronzo”
“Adesso direi che è il caso di smetterla” disse infine Mary per far tacere i due fratelli, che non perdevano mai occasione di star lì a punzecchiarsi.
Dean si alzò e si diresse in bagno.
“Io mi faccio la doccia, ho cose da fare nel pomeriggio, voi continuate pure a parlare di quel tizio” disse noncurante Dean.
“Studiare non sia mai” disse tra se e se Sam.
“Dai, finisci di mangiare e riposati pure tu un po’, ne hai bisogno” aggiunse poi Mary scompigliando la folta chioma di capelli a Sam.

     ****
Tre ore più tardi Dean si stava guardando allo specchio, cercando di decidere se mettere la camicia a scacchi rossa o quella nera.
“Metti quella col rosso” Sam stava sull’uscio della porta della camera di Dean quando disse quelle parole.
“Ah già, abbiamo qui l’esperto di moda, l’avevo dimenticato” rispose Dean ironicamente.
“Invece di stare lì impalato, cambiati ed esci con me, ne hai bisogno” disse il fratello maggiore.
“Dovrei finire il capitolo di storia, ma mi sa che può aspettare. Esco con te, ma non mi cambio, sto benissimo così” disse Sam fingendo di fare una piroetta.
“Come vuoi, basta che molli quei libri!”
Dean si arrotolò le maniche della camicia, si passò una mano tra i capelli, diede un ultima occhiata allo specchio e si affrettò ad uscire dalla stanza in compagnia di Sam.
“Mamma noi usciamo, sì, noi, viene pure Sam, ha battuto la testa e dice di voler godersi la vita, le donne, le macchine, una birra e quindi stasera è con me. Stai tranquilla” queste di certo non erano parole rassicuranti, soprattutto se a dirle era Dean Winchester alla madre.
“Mamma andiamo semplicemente a fare un giro, non ascoltarlo neanche” aggiunse poi Sam.
 
Dean decise di portare Sam in quel locale nuovo dove già era stato un paio di volte. Si chiamava ‘L’angolo dei demoni’ e la loro specialità era il colore delle bibite, qualsiasi cosa era di colore rosso, pure la birra.
Sam si guardava intorno un po’ a disagio.
“Certo che tu una cosa carina e normale non la scegli mai” disse Sam con una faccia tra il disgusto e la voglia di andare via.
“Sam, se fossimo in libreria allora avresti il diritto di dire qualcosa, ma la vita sociale e i locali sono il mio ambito e quindi, come al solito, decido io e fidati di me”, rispose Dean convinto di sé.
“Sediamoci qui e ordina quello che vuoi, offro io” aggiunse poi Dean.
Sam optò per un banale succo di frutta, anche questo ovviamente di colore rosso, Dean prese una birra alla spina per iniziare la serata.
Erano trascorsi solo dieci minuti e Sam doveva già andare al bagno, Dean ne approfittò per andar fuori a fumare una sigaretta.
La fila in bagno era piuttosto lunga, Sam si appoggiò al muro in attesa.
Notò che davanti a lui c’era un ragazzo moro e con un trench beige e si ricordò subito del nuovo ragazzo a scuola, e lo chiamò per capire se fosse veramente lui.
“Castiel?”
Castiel si girò lentamente e incredulo, non capiva come qualcuno potesse sapere già il suo nome visto che era in città da meno di un giorno.
“Sono Sam Winchester ci siamo visti oggi a scuola, ti ricordi, vero?”
Cas capì subito chi fosse il ragazzo ma non capiva cosa ci facesse in quel locale.
“Ciao Sam”- disse Castiel guardando ovunque tranne che nella direzione dell’altro ragazzo.
“Anche tu qui. Strano. Sei appena arrivato. Conosci qualcuno qui? O sei solo venuto a fare un giro?”
Tutte quelle domande resero Cas ancora più inquieto del solito.
“Sono qui per caso” aggiunse poi non sapendo bene cosa dire.
Anche Sam, che era un gran chiacchierone , non sapeva bene cosa dire, ma adesso era il turno di Cas di andare alla toilette e così la conversazione finì lì.
Ma Sam non era certo un tipo da arrendersi così facilmente.
Quando Cas uscì gli chiese di aspettarlo.
Cas sempre più inquieto decise di aspettarlo per non creare ancora più disagio.
“Dai sono con mio fratello, siediti con noi al tavolo così ti ambienti un po’, ti raccontiamo un paio di cose del posto, la vita in città, dai, sarà divertente.” Disse Sam piuttosto entusiasta.
“Ok” rispose Cas, che invece aveva voglia di starsene da solo e pensare a come attuare un piano per risolvere le sue sventure.
Sam arrivò al tavolo seguito da Castiel.
“Dean guarda un po’ chi ho trovato?” disse Sam indicando il ragazzo moro col trench.
Dean era sorpreso quanto il fratello se non di più. “Hey amico, anche tu qui” aggiunse piuttosto spiazzato dalla situazione.
“Già” fu la misera risposta di Castiel, che aggiunse poi, di nuovo, un banalissimo ciao.
“Ma tu oltre al ciao sai poi dire qualcos’altro?” chiese spavaldo Dean.
“Beh, Sì” disse Cas guardando questa volta finalmente Dean in faccia, rivelando due occhi di un blu accecante.
“Siediti con noi, ordina qualcosa, ci fa piacere, vero Dean?” Sam guardò il fratello cercando solidarietà, ma Dean si limitò a fare spallucce.
“Grazie dell’invito, davvero, ma non ho trovato cosa stavo cercando, quindi tornerò a casa. Tanto ci rivedremo lunedì a scuola” Cas disse così e fece per andarsene.
“Quello è strano forte, lo confermo” disse Dean un po’ a voce alta, quasi per farsi sentire dal ragazzo col trench che ormai ,però, era fuori dal locale.
“E tu invece sei il solito diffidente e antipatico” rispose Sam un po’ scocciato.
“Sam se hai finito , andiamo, perché mi sono rotto le scatole di stare in questo posto pure io.”
“Così, improvvisamente?” chiese Sam.
“Sì improvvisamente” disse Dean.
“Adesso sei tu quello che non sa dire più di due parole di fila” aggiunse infine Sam mentre usciva dal locale seguito da Dean che non lo degnò neanche di una delle sue battutacce pseudoironiche.
 
   
 
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