Michael la guardó aspettando una sua risposta.
Le sembró nervosa, agitata, intimorita ma con un velo di imbarazzo.
Cose le stava per dire Michael? Avrebbe trovato una risposta alla sua domanda?
E lui, si sarebbe messo l’anima in pace?
Erano domande che nessuno dei due sapeva
rispondere.Domande lasciate in sospeso.Domande con
ancora delle risposte da cercare.
Nessuno dei due sapeva realmente quello che
provavano: amore, confusione, amicizia...Ma sapevano
soltanto che, ad ogni sguardo ricambiato, ad ogni
sorriso fatto, fremiti di piacere inondavano le loro
schiene.
“P-parlarmi..?” chiese perplessa.
“Sí” replicó accennando un sorriso timido e impacciato.
“Di...di cosa...?” domandó nuovamente cercando in tutti i
modi di apparire tranquilla, anche se a fatica riusciva ad
esserlo.
“Ehm...Possiamo prima uscire da qui?”.
“È una cosa importante?”.
Michael sospiró mollando la presa.
“Sí.Almeno per me lo é…” rispose prima di mordersi il
labbro inferiore.
“D’accordo...Ehm...Peró possiamo fare in fretta..?”.
Il ragazzo aggrottó la fronte.
“Hai da fare?”.
“Sí...Stavo cercando dei lavori...” replicó Kristen mentre
si sistemava lo zainetto sulla spalla.
Michael annuí.
“D’accordo...”.
Entrambi uscirono dal negozio e cominciarono a
camminare in silenzio.
Michael intascó le mani e sorrise.
“Come mai hai sempre quel zainetto dietro..?” chiese
curioso.
La ragazza sorrise e si portó una ciocca di capelli dietro
all’orecchio prima di rispondere: “Oh..Ehm..Me l’ha
regalato mio fratello...Per il giorno del mio
compleanno...Ero piccola...Avevo otto anni...”.
“Wow! Te lo porti dietro da quando avevi otto anni?”
esclamó incredulo.
“Sí..! Perchè, sono troppi Jackson?” chiese dilettata.
Michael restó sorpreso.Jackson.Oh, l’amó, non appena
lei lo chiamó in quel modo.
Sorrise mentre si passava la lingua sul labbro inferiore,
poi puntó nuovamente lo sguardo su di lei che restó
leggermente imbambolata nel vederlo.
“Sono sorpreso! Sembra nuovo di zecca!” ammise
gettando una sbirciatina allo zainetto.
Kristen stiró le labbra in un sorriso soddisfatto.Si sentiva
fiera di sè stessa.
“Grazie..!”.
“Ti piace molto, non è cosí?” le domandó sorridendo.
Lei annuí ricambiando il sorriso.
“Molto...”.
Dopo ció, il silenzio si fece padrone tra di loro.Nessuno dei due parlava, anzi, fissavano la strada o punti bianchi a caso, senza peró guardarsi negli occhi.
Sarebbe continuato cosí all’infinito, se non fosse stato
per Michael, che, impaziente ruppe quel silenzio che
man mano diventava imbarazzante.
“Comunque...Volevo parlarti di una cosa...” disse senza
degnarla di uno sguardo.
Quella paura che poco fa abbandonó la ragazza, ritornó
ad impossessarsi di lei.
“D-dimmi...” a stento riuscí a replicare.
Michael si fermó obbligandola a fare lo stesso; tiró fuori
le mani dalle tasche dei pantaloni, si passó l’indice sul
labbro inferiore e poi, leggermente nervoso le chiese:
“Perchè mi eviti..?”.
Kristen spalancó gli occhi.L’aveva notato.Si era accorto
del distaccamento da parte sua.Cominció a sudare
leggermente e a tremare come ad una foglia in pieno
inverno.Cosa le avrebbe risposto? Che aveva paura di
lui? Oppure che quando gli stava accanto si sentiva diversa o addirittura completa? Non sapeva nemmeno lei quello che provava; se amore o soltanto una semplice amicizia.
Nessuno dei due lo sapeva.
Non rispose, ma si limitó ad abbassare lo sguardo,
puntandolo sulle proprie scarpe.Si sentiva morire
dentro.Forse lui voleva essergli d’amico, ma lei per paura
di non so cosa, lo stava soltanto allontanando.
Il ragazzo, notando l’espressione confusa e intimorita della ragazza, sorrise appena, cercando in tutti i modi di incrociare il suo sguardo con il suo.Non voleva farle pressione, ma semplicemente avere una risposta ad una sua domanda che continuava a tormentarlo ormai da giorni.
“Allora..?” sussurró con tono dolce attendendo una sua
risposta.
“Io...Io non ti sto evitando...” replicó quasi in un sussurrio
mentre incrociava gli occhi di lui.
“Ah no..? Ho cercato di parlarti tante volte, ma mi
sfuggivi in continuazione...Dimmi cos’ho sbagliato e
forse potremo ricominciare da capo...O almeno potró chiederti scusa...” disse lui.
‘Potremo ricominciare da capo’.Quella frase.Cos’è che
avrebbero ricominciato da capo?
“É solo che in questi giorni sono molto occupata…Sono
in pensiero anche per il lavoro…Sai com’è...” si giustificó
quasi mentendo.
Ed era vero.Era in pensiero per molte cose in quel
momento, ma lo era anche per lui.Era fuggita senza
dargli una risposta plausibile da questa sua fuga.Si stava allontanando da lui; non che il loro rapporto era qualcosa di grande, ma forse, se non fosse stato per quel complimento un po’ affrettato, almeno cosí pensava
Michael, forse avrebbero fatto del loro rapporto, frutto di amicizia.
“Capisco...Beh...Comunque, se ho sbagliato in qualcosa, puoi dirmelo...” mormoró Michael mentre si grattava la nuca.
“Ah, nono, non hai sbagliato in nulla...” si affrettó a dire quella.
Ed era vero.Lui non aveva sbagliato in nulla, ma era lei
che, fattosi prendere dal panico per un complimento
fatta da una persona che forse per lei era qualcosa di piú
che un semplice direttore dello studio o amico,
cominciava a sfuggire ad ogni suo sguardo o parola.
Si sentiva stupida in quel momento.Forse lui stava male per colpa sua e lei si sentiva un mostro.
“D’accordo...Allora posso stare tranquillo?” chiese
leggermente sollevato dall’affermazione di Kristen.
Lei accennó un piccolo sorriso che rese Michael
leggermente nervoso.
“Tranquillo? C-certo!” rispose cercando di apparire piú tranquilla, anche se dentro di lei era tutto al contrario.
Michael sorrise e si morse leggermente il labbro inferiore.
“D’accordo...”.
“Ehm...Adesso dovrei andare...” disse ad un tratto
Kristen facendo intristire Michael.
“Ah...D’accordo...Hai fatto qualche domanda?” le
domandó di proposito.Non voleva lasciarla andare.
“Ehm...Sí..! Ad un bar!” replicó sorridendo.
Michael spalancó leggermente gli occhi.Come poteva lasciare che una ragazza indifesa e fragile come lei, potesse lavorare in un locale colmo di ubriachi e drogati?
“In un bar? E che hanno detto?”.
“Che non ci sono posti disponibili al momento…”.
“Capisco...Beh, non ti scoraggiare! Vedrai che prima o poi troverai un lavoro che fa’ per te! Dobbiamo solo cercare qua in giro!” la incoraggió lui.
Kristen sorrise dolcemente e si aggiustó lo zainetto che aveva in spalla.
“Certo...Ho ancora tutta la giornata a disposizione!
Basta che ne trovi uno adesso...” mormoró l’ultima frase cercando di non farsi sentire, ottenendo peró degli scarsi risultati.
“Oh! Ne troverai! Quanti giorni ti restano?”.
“Quattro...Quattro giorni...” rispose con un velo di tristezza negli occhi.
“Quattro...” mormoró Michael leggermente pensieroso.
“Già..! Quindi credo che debba muovermi, se voglio racimolare qualcosa entro la prossima settimana” disse
Kristen accennando uno di quei sorrisi falsi e nervosi
che lui conosceva benissimo.
“Non vuoi una mano?” le chiese subito.
“Non vorrei disturbarti…Credo che tu sia uscito per sbrigare delle faccende, no?”.
Lui arrossí appena e ridacchió imbarazzato.Come le avrebbe detto che era uscito con la speranza di incontrarla?
“Sí, hai ragione..! Allora possiamo farlo per la prossima volta.Non so quando sei libera tu” disse.
Kristen sorrise e annuí.
“D’accordo...Te lo faró sapere, allora...”.
“Bene...Ci vediamo lunedí signorina Moore” disse
sorridendo.
Lei ricambió il sorriso leggermente divertita e rispose: “Ci vediamo lunedí Jackson”.
Michael sorrise e si congedarono per un’ultima volta prima che entrambi proseguissero il proprio cammino, dirette in strade diverse.
Erano le otto di sera e Sam, ancora dietro ai banconi, finiva stremato il suo lavoro: servire e prendere ordini.
Le mancava tanto Kristen, la ragazza di cui aveva perso
la testa dalla prima volta che la incontró, ovvero, mentre si esibiva per strada insieme ad alcuni ballerini poco più piccoli di lei.
Sorrise debolmente, ripensando al ‘primo appuntamento’.La rivoleva indietro, al suo fianco.Poterla riabbracciare un’altra volta e magari darle quel bacio che tanto sognava, ma sapeva benissimo che non poteva.Lei era molto lontana da lui e lui molto lontano da lei.Si spaventava all’idea che forse aveva conosciuto un ragazzo.Non era più al suo fianco e non poteva sapere ció che faceva e non.Come biasimarlo?
Intento a riporre le ultime prenotazioni, una ragazza sui vent’anni si avvicinó a lui sorridendo.
“Buonasera!”.
Sam ricambió il sorriso.
“Buonasera signorina! Cosa potrei fare per lei?” chiese dolcemente.
“Oh, nulla in particolare! Volevo solo scambiare quattro chiacchiere con il cameriere più bello del ristorante” replicó con tono di voce ammaliante.
Sam arrossí di poco e rise lievemente impacciato.
“Oh la ringrazio! Anche lei non é male…” rispose senza smettere di ridere.
La sua risata contagió anche la ragazza che in meno di due secondi scoppió a ridere.
“Comunque mi chiamo Elisah” disse porgendogli la mano.
Sam sorrise e allungó la propria mano stringendo quella di lei.
“Sam! Piacere di conoscerla”.
“Il piacere è tutto mio Sam! Come sta?”.
“Oh, dammi del tu! Non vorresti farmi sentire vecchio, immagino” ridacchió seguito a ruota da lei.
“D’accordo! Come stai?”.
“Bene, grazie, lei?”.
“Vorrei che anche tu mi dessi del tu, se non le dispiace” disse sorridendo.
“D’accordo! Bene grazie, tu?”.
“Bene, ti ringrazio!”.
E fu cosí che cominciarono a parlare e a conoscersi.
~~~~
Immobile davanti alla grande vetrata, Kristen osservava in silenzio il riflesso del suo corpo ormai spossato e sudato dovuto al ballo di poco fa.
Era da sola in quella grande stanza.Gli altri se n’erano andati e lei si era trattenuta per riprovare alcuni passi e cercare di non pensare.
Non era ancora riuscita a trovare nessun posto di lavoro libero.Si sentiva male, delusa, abbattuta.Si sentiva una perdente.
Con ancora il fiato corto, Kristen si diresse verso al grande stereo e fece partire la musica, per poi riposizionarsi in mezzo alla sala e aspettare l’attacco per potersi finalmente muovere liberatamente.
Cominció a far oscillare il proprio corpo al ritmo della musica fissandosi allo specchio posta di fronte a lei.
Voleva migliorare.Migliorare e imparare cose nuove.Voleva arrivare in alto, potersi sentire fiera di sè stessa e poter mostrare al mondo intero il talento che aveva a spronarli a mettere in atto la loro.
Non era ancora riuscita a trovare nessun posto di lavoro libero.Si sentiva male, delusa, abbattuta.Si sentiva una perdente.
Con ancora il fiato corto, Kristen si diresse verso al grande stereo e fece partire la musica, per poi riposizionarsi in mezzo alla sala e aspettare l’attacco per potersi finalmente muovere liberatamente.
Cominció a far oscillare il proprio corpo al ritmo della musica fissandosi allo specchio posta di fronte a lei.
Voleva migliorare.Migliorare e imparare cose nuove.Voleva arrivare in alto, potersi sentire fiera di sè stessa e poter mostrare al mondo intero il talento che aveva a spronarli a mettere in atto la loro.