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Autore: Belieber_Jasmine_98_94    24/10/2015    0 recensioni
Alesha, una ragazza di 17 anni, piomberà nella vita del grande e famoso Justin Bieber, suo padre.
Tratto dal primo capitolo:
-Wilson dove mi manderà?.- Chiese col tono di voce più preoccupato che potesse avere.
-Mi dispiace...so che hai sempre voluto evitarlo, ma dobbiamo, tuo padre deve prendere le sue responsabilità.-
-No, no, giuro che non mi drogherò più, non ruberò più nulla, me ne starò buona ma non mandarmi da Bieber, ti prego.-
**.
Tratto dal capitolo 24:
-Mmh..- Si alzò, facendo cadere lo sguardo sul polso rotto.-Sei bellissima, sono preoccupato, quanti ragazzi proveranno a portarti via da me?- L'attirò verso di sé, appoggiando la fronte contro la sua.
Sorrise.-Nessuno mi porterà via da te.-
-Davvero?-
-Sì.-
-Promettimelo.- Avvolse le braccia attorno al suo corpo, annusando il suo profumo.
-Te lo prometto, ti voglio bene.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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I'm the daughter of Justin Bieber.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

10/01/2014

In questa vita la gente ti amerà. La gente ti odierà. E niente di tutto ciò avrà a che fare con te.

(Abraham-Hicks)

-Voglio tornare a casa, non andare a pranzo con te.-

-Justin ha detto che posso portarti ovunque io voglia, quindi andiamo all’Eggsperience, è tutto fantastico lì-

-Non mi piacciono le uova.-

-Bugia, ho già chiesto a tuo padre, smettila di fare così.-

-Smettila di parlarmi.-

-Va bene…-

-Dammi il tuo telefono, voglio parlare con mio padre.- Ryan non rispose, continuando a guidare.-Dammi il telefono!-

-Sto eseguendo le tue richieste, smetto di parlarti.-

-Stronzo.- Borbottò sfilandogli il telefono dalla tasca in pochi secondi.-Qual’è la password?-

-Non contare che io te la dica. Usa il tuo telefono-

-Ryan!- Strillò tirandogli un pugno sul braccio.-La password! dopo dico a Justin che mi tratti male.-

-1,2,3,4 ora non rompere più.-

-E’ una password stupida.- Disse evitando di aggiungere che era identica alla sua.-Sì certo.-

Sbloccò il telefono, scorrendo tra la rubrica per trovare il numero.-Eccolo.- Bisbigliò cliccandoci sopra.-Voglio tornare a casa, di a Ryan di riportarmi a casa.- Iniziò subito a parlare, senza aspettare la risposta.

‘’Uhm...ciao, anche a te bellissima. E’ successo qualcosa? Avete litigato?’’

-Mi ha insultata.- Mentì, ricevendo un occhiataccia dal guidatore.-Non è vero!-

-Sì invece e mi ha anche minacciato.-

-Sei una sparacazzate, ridammi il telefono.-

-No!-

-Ridammi quel cazzo di telefono Alesha, ora.- Si sporse di più, lasciando il volante per alcuni secondi.

Alcuni secondi che avrebbero potuto ucciderli.

*.*

-Ugh, Ryan?- Borbottò la ragazza portandosi la mano sulla fronte.-Hai visto? E’ tutta colpa..- Si bloccò, nel vederlo col viso insanguinato premuto sull’airbag.-Cazzo..- Non era la prima volta che succedeva, anzi, le era capitato più volte. Ignorando i vari dolori su tutto il corpo, lo afferrò, portando le mani sotto le ascelle e anche se con estrema fatica, riuscì a trascinarlo fuori.

-Perchè non date una mano invece di videocamerare?- Tossì la ragazzina notando alcune persone lontane da loro che registravano la scena.

-Abbiamo chiamato l’ambulanza, ma dovete allontanarvi da lì, la benzina è ovunque.-

Alesha sgranò gli occhi, provando ad allontanarsi più velocemente.-Porca puttana, sei pesantissimo-

-Alesha! Alesha, mio dio, stai bene?- Justin, ignorando le persone che tentavano di fermarlo, corse verso di lei, preoccupato.-Lascia, lo porto io, tu corri , allontanati Alesha.-

-No, ti do una mano.- Scosse la testa, aiutandolo a trasportare Ryan il più lontano possibile.-Ecco, credo che qui vada bene. Stendilo a terra.- Ordinò asciugandosi la fronte sporca.

-Alesha credo tu debba aspettare un medico, perdi sangue e…-

-Justin sto bene, ora controlliamo il suo battito cardiaco..- Prese il polso, respirando più tranquillamente quando capì che il battito c’era.-Ryan! Ryan, devi svegliarti, ora!- Gli tirò un paio di sberle , evitando di esagerare.-Justin tiragli su le gambe, qualcuno ha un pò d’acqua?- Mantenendo la calma, riuscì a farlo riprendere, sotto lo sguardo di civili incuriositi e fan in delirio, tenute ferme dalle guardie del corpo.

Neanche in quel momento si poteva avere la privacy desiderata.

-Mio dio, ti sei ripreso!- Justin lasciò le gambe dell’amico, chinandosi per  controllare che stesse bene.

Ryan tossì violentemente, aggrappandosi istintivamente alla prima persona che vide, Alesha.-Ugh, Ryan va tutto bene.- Strinse le braccia attorno al suo corpo, trattenendosi dal non fargli male.-E’  meglio se ti distendi ancora un pò.- Suggerì aiutandolo a ristendersi.

-E’ arrivata l’ambulanza e l’auto non è ancora esplo…- Un forte botto fece sussultare tutti i presenti e Justin non riuscì a fare a meno di proteggere la figlia col suo stesso corpo, benchè fossero abbastanza lontani dal luogo dell’esplosione.

-Justin?- Alzò timidamente lo sguardo, stringendo più forte la maglietta del padre tra le mani.-E’ finita?-

-Sì, io credo di sì.- Disse abbassando gli occhi.-Si stata bravissima tesoro, sul serio. Credevo di averti persa.-

-Ti voglio bene.- Sussurrò sporgendosi per stampargli un leggerissimo bacio sulle labbra.

-Ti voglio bene pure io.-

*.*.*.*

-Mio dio Justin, tu stai bene?- Pattie entrò nella stanza, quasi correndo verso il divano non appena notò il ciuffo biondo del figlio.

-Shh...mamma non urlare, Sì è addormentata da poco.- Disse scorrendo la mano sulla sua schiena.-Comunque sì, sto bene, io non ero lì..-

-Ryan? Ryan come ti senti?- Raggiunse il letto, controllando che fosse tutto ok.

-Va tutto bene signora, non mi è successo niente, oltre al ginocchio slogato e qualche punto sulla fronte.-

-Oh, e cosa è successo?-

-Stavo discutendo con Alesha e mi sono distratto un pò troppo. Ho sbagliato, avrei dovuto concentrarmi solo sulla guida.-

-Alesha! Lo sapevo! Sempre a portare problemi, dovrebbero rinchiuderla.-

-Non permetterti di parlare così di lei mamma, non è stata colpa sua!-

-Mi ha praticamente salvato la vita, se non fosse stato per lei sarei rimasto chiuso in quell’auto.-

-Si ma…-

-Niente ma, mamma, il discorso è chiuso.- Si zittì, non appena sentì dei mugolii provenire dalla ragazza addormentata tra le sue braccia.

-Hey principessa.- Sorrise, baciandole la fronte.

In risposta, ricevette vari sbuffi e parole incomprensibili sul fatto che avesse sonno.-Quand’è che si mangia?- Strinse le mani in pugni, strofinandoli sugli occhi.

-L’ora di cena è già passata, posso mandare Kenny  a prenderci qualcosa in rosticceria.-

-Io mangio il doppio.- Sospirò, chiudendo di nuovo gli occhi, accoccolandosi sul padre.-Sei caldo, sei molto caldo, mi piace.-

Lui rise leggermente, stringendola.-Hai freddo?-

-Un pochino, come sta Ryan?-

-Benissimo, è proprio lì.- Disse indicandoglielo col mento. Si girò, salutandolo con la mano. Quest’ultimo ricambiò, sorridendole.-Grazie.-

Pattie, che se ne era rimasta in disparte, si sedette accanto a loro.-Mi dispiace averti sottovalutata, grazie per aver salvato la vita di Ryan tesoro- Fece per accarezzarle la testa, ma lei si scostò subito, come se spaventata.

-Va tutto bene?- Justin, preoccupato per quell’azione repentina la fece alzare.-Accompagnami da Kenny-

-Uhm...mi fa male la testa.- Si appoggiò sulla sua spalla, tenendosi al suo braccio per non perdere l’equilibrio.

-Mi dispiace tanto...vuoi che ti prenda in braccio?- Disse aspettandosi una risposta negativa.

-Sìì!- Strillò saltandogli sulla schiena.-Vai!-

-Credevo rispondessi di no, altrimenti non lo avrei proposto.-

Rise, appoggiando la testa.-Ho fame.-

-Kenny! So che qua fuori ci sono un miliardo di fan, quindi non è che potresti portarci qualcosa da mangiare? Per te, mia madre e ricorda, il doppio di quello che prendi per Alesha.- Gli- porse una banconota da 50, sistemando meglio Alesha, che stava iniziando a scivolare via.

-Certo, cercherò di fare il prima possibile.-

-Anche una fetta di torta al cioccolato!-

-Nie..- Lesha portò subito le mani sulla bocca del biondo, tappandola con le mani.-Torniamo da Ryan, si sentirà solo.-

-Va bene, allora a tra poco.- Detto questo la guardia del corpo sparì dalla loro vista.

Senza troppa fatica, Justin la riportò nella stanza, tornando a sedersi di nuovo sul divano.

-Ho freddo.- Disse appoggiando la testa sul suo petto.

-Uhm...aspetta, vado a prendere una coperta ok?-

-No..sei abbastanza caldo, così va bene. Anzi, stringimi più forte.- Lui lo fece, baciandole il cuoio capelluto.

-Alesha?-

-Uhm?

-Dov’è finito Luke? Ero andato a trovarlo un paio di anni fà, ma era stato scarcerato.-

-Io e papà abbiamo vissuto insieme per un pò, gli ho dato una mano...beh, ora è in viaggio, un pò ovunque.-

-Può permetterselo? Lavora? Da quando?-

-Si, ha trovato un lavoro..viene pagato abbastanza bene. A volte parliamo al cellulare.-

-Si? Mi fa piacere. L’ultima volta che l’ho visto mi stava imprecando contro in tutte le lingue possibili.-

-Cosi impari, ha fatto bene-

-Sì lo so, ora sta un pò zitta, voglio ricordare i momenti passati assieme a te e tuo padre.-

Flashback:

-Senti tesoro, lo so che sei molto triste per tuo padre, ma mettere il broncio ed evitare di mangiare non aiuterà a farlo uscire di prigione.-

Alesha fece spallucce, tirando su col naso.

-Guarda che brutte occhiaie , cosa fai la notte, uhm?- Sospirò, prendendola in braccio.-Andiamo fuori a fare i compiti, poi ci farò portare la merenda.-

-Non voglio la merenda…-

-Mio dio, sentirtelo dire quasi mi fa venire un infarto, non fare storie.-

-Sei giovane per poter avere un infarto.-

-Sì, ma potrei averlo comunque.- Ricevendo un occhiata spaventata dalla bambina, capì di aver esagerato.-Scherzavo, io stavo scherzando ok? Non avrò un infarto.-

-Owh…- Si portò le dita in bocca, guardandosi attorno.-Dov’è Selena?-

-Credo sia al lavoro, perchè?-

-Mi manca.- Rispose alzando le spalle.-Posso chiamarla più tardi?-

-Certo.- Sorrise, appoggiandola a terra.-Dai, iniziamo con matematica?-

Grugnì, alzando gli occhi al cielo.-Va bene.-

-Dai, devi fare soltanto alcune operazioni, ti aiuto io.-

-I miei compagni le fanno da soli…-

-Beh tu hai qualche difficoltà in più, ma sei tanto intelligente.-

-Io non sono intelligente.-

-Si che lo sei.-

-No che non lo sono, non si dicono le bugie.-

-Non è una bugia, non sminuirti così solo perchè hai l’insegnante di sostegno e ci metti più tempo degli altri a fare gli esercizi.-

-Sono stupida-

-No, non lo sei.-

-Va bene, hai ragione tu.- Mugugnò imbronciandosi.-Mi dai il quaderno?-

-Mmh..non tenermi il broncio.- Disse tirandogli un buffetto sul naso.-Heyy, ecco i miei migliori amici- Ryan sorrise, spalancando le braccia.

-Ugh, posso fare i compiti in camera, prometto che li finisco tutti.- Disse Alesha con un filo di disperazione nella voce. Non sopportava Ryan.

Suo padre rise, annuendo.-Sì, ma matematica la facciamo insieme più tardi.-

-Grazie.- Si sporse, per baciargli la guancia, ma fu immediatamente afferrata per i fianchi.

-Quindi stai cercando di sfuggirmi eh? Che è successo alla piccola stronzetta?-

-Ryan!- Lo rimproverò Justin, lanciandogli un occhiataccia.

-Scusa, scusa, mi sono dimenticato che questo diavoletto è una bambina-

-Ryan mettimi giù, non mi va di litigare con te oggi.- Il loro rapporto non era tra i migliori, pieno di liti e insulti infantili.

-Come non ti va?-

-Mettimi giù e basta.-

-Okay, diavoletto, ti metto giù-

-Brutto antipatico.- Mormorò allontanandosi frettolosamente.

-Cosa? Vieni qua e dimmelo in faccia.- Rise, infilando le mani in tasca.-Su, dimmi tutto, che le è successo?- Prese posto accanto all’amico, inarcando le sopracciglia.

-Non dirle niente ok? Non le piace parlare di questo argomento.-

-Certo, mi tratterrò al massimo.-

-Allora…-

.**.**.**

-Che brutta faccia.- Commentò Ryan mordendo il suo panino imbottito.

-Sta zitto.- Alesha salì sulle punte ed aprì il frigorifero, cercando con lo sguardo il succo d’arancia.

-Hai le occhiaie.-

-Non te l’ho chiesto.- Prese la bottiglietta in vetro di succo d’arancia, chiudendo l’anta.

-Beh almeno non hai gli occhi inniettati di sangue, saresti sembrata una droga…-  Non finì la frase che la bottiglia che teneva Alesha in precedenza lo sfiorò di pochi centimetri, finendo frantumata contro il muro.

-Non finire la frase!-

-Mio dio Alesha! Sei per caso impazzita!? non ho mica parlato di tuo padre.- Accorgendosi soltanto dopo di quello che aveva appena detto. Justin gli aveva detto di stare zitto. Lui non avrebbe dovuto sapere.

-Non parlare di mio padre!  Non ne hai il diritto, stronzo!- Una scarica di adrenalina le attraversò il corpo, mentre afferrava lo sgabello per colpirlo.

-Alesha!- La voce di suo padre rimbombò per tutta la cucina, in contemporanea allo sgabello, che volava dall’altra parte della stanza.

-Mio dio!- La domestica soccorse immediatamente Ryan, lanciando un occhiataccia ad Alesha, rimasta in silenzio ad osservare la scena.

-Porca puttana Alesha, mi dici che cazzo ti è preso!?-

-Hai detto a Ryan che mio padre è un drogato! E ora lui mi prende in giro.-

-Vai in camera tua Alesha.-

-Ma..-

-Ho detto vai in camera tua Alesha, ora!-

-Non è giusto- Abbassò lo sguardo, girando i tacchi.

*..*..*..*

-Sì, sì sto bene. No, non ho fatto cazzate. No, non è vero. No, se solo mi lasciassi parlare io..- Justin osservava ogni movimento della figlia, accertandosi che non le accadesse nulla.

-Uhm.. va bene..sì, non lo farò mai più. No! Non fare lo stronzo ora, prova a dirgli qualcosa e ti do fuoco.- Si passò la mano tra i capelli, fermando il suo continuo camminare avanti e indietro.-Non è vero, smettila di dire così, tu non sei stato meglio! No, se continui così non ti parlo più- Nervosa, iniziò a mordersi il labbro, quasi fino a farlo sanguinare.

-Alesha, il medico ha detto che non devi agitarti troppo, vieni qua.- Fece spazio sul suo letto, attendendo che si accoccolasse accanto a lui. Subito la ragazzina accettò l’offerta, non utilizzando però lo spazio libero, ma intrufolandosi tra le sue gambe.-No e non chiamarmi più finchè non sarò io a farlo.- Avvisò riattaccando.

-Era tuo padre?-

-Sì, voleva sapere come stavo.-

-Ci hai litigato?- L’avvolse in un abbraccio, scorrendo con le dita sulle sue braccia nude-Sì-

-Sai che sei adorabile, sì?-

-Anche con questo cerotto gigante?- Chiese con voce insolitamente timida.

-Sì anche con questo cerotto gigante, anzi, forse sei ancora più bella.-Sorrise, guardandola dall’alto.-Sei proprio una principessa.-


 
  
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