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Autore: ludo22    25/10/2015    3 recensioni
La mia storia è ambientata subito dopo che Silas ha fatto la sua comparsa nel mondo dei vivi e Kol, nel presente di Caroline, nel nostro presente (oh santo cielo mi impiccio da sola e non avete ancora iniziato a leggere il capitolo) è già morto. Questa premessa mi è necessaria perché è proprio il minore dei fratelli Mikaelson il mio punto focale.
Bene, se non vi ho scoraggiato e volete proseguire nella lettura mi fa piacere, sennò pace, amore e fantasia.
Personaggi: Klaus\Caroline, Kol, Elijah, Rebekah Mikealson
Genere: Romantico, Avventura, Azione
Avvertimenti: Lemon, AU
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline\Klaus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In Time 


Klaus rideva, ma non la perdeva mai d'occhio. 
Caroline era… raggiante, oltre che assolutamente splendida e affascinante.  
Era abituato, fin da bambino, d'altronde, a puntare la sua preda e a non lasciarla mai. 
Gli diede particolarmente fastidio che Antoine Guerrera le avesse chiesto di ballare quando anche lui sapeva bene che il primo ballo generalmente era destinato a lui e alla compagna del momento o a Rebekah.
Solo che Caroline non era una compagna del momento, tantomeno la sorella.
Non era una conquista da sfoggiare come si fa con un cavallo di razza.
Non era un mezzo per raggiungere un fine. 
<< Jaqueline, sai per caso perché tuo marito abbia regalato un bracciale, appartenente alla sua defunta sorella, a Caroline? >> chiese, interrompendo qualsiasi frivolezza la donna gli stesse raccontando.
<< Chi è Caroline? >> chiese innocentemente l'umana, ma i suoi occhioni sgranati non fecero effetto sul vampiro, che si concentrò sul suo battito cardiaco.
Stava mentendo! 
La trascinò con sé, prendendola per un braccio e facendo attenzione che nessuno li notasse, in un angolo buio del cortile.
<< Non mentirmi, Jaqueline! >> ordinò, sibilando cattivo. << Entrambi sappiamo che… >>
<< Non dovresti essere tu a mentire a me, Klaus! >> replicò lei, sullo stesso tono, liberandosi facilmente dalla momentanea incatenazione, battendogli semplicemente le mani sul petto. << Non crederai davvero che sia lei quella giusta? >>
<< Non solo lo credo, ma lo so! >> disse lui, fiero e senza l'ombra di un cedimento.
<< Oh, ti prego Klaus. Sei così insulso… Come probabilmente lo è lei. >> aggiunse la donna.
Il quasi ibrido si limitò a ringhiare.
Non le avrebbe fatto del male, ma se continuava su quella strada…
<< Saprai senz'altro, allora, cosa dicono le streghe sul suo conto… >> sussurrò l'umana, strizzandogli l'occhio, in una parodia di complicità.
<< Si, e sai come la penso sulle profezie delle streghe! >> ribatté il vampiro, ancora più deciso e battagliero.
Avrebbe dovuto lottare per lei, era una delle cose che gli era stata chiara fin dal principio.
Lottare per il suo affetto, per il suo sorriso, per vederla fidarsi di lui…  
<< Andiamo Klaus… sappiamo entrambi che con lei non sarai mai felice. Entrambi sappiamo a chi appartiene davvero il tuo cuore. >> e gli strizzò, decisa e senza esitazione alcuna, il cavallo dei pantaloni. 
Klaus sentendo la mano della donna appoggiarsi sul suo membro, chiuse gli occhi, ma non si scostò.
Le immagini di lui e Jaqueline erano ancora così dannatamente vivide.
Le promesse, i baci, i morsi, i corpi, intrecciati e nudi… 
<< Questo era un tempo. >> disse con voce mortalmente bassa. << Ora non sei nulla per me. >>
La donna parve offesa, ma il suo cipiglio battagliero non diminuì.
<< Allora dimmi, se il tuo cuore non mi appartiene più davvero, perché mi hai promesso di vampirizzarmi una volta che avessi distrutto Antoine? >> chiese languidamente, massaggiandolo affettatamente, esattamente come piaceva a lui.
<< Questo era prima. Te lo ripeto ancora una volta per fartelo entrare in quella tua testaccia dura. Non mi interessi più. >> rispose il quasi ibrido, che continuò a stare fermo ('E perché non ti muovi?' sembrò rimproverarlo una voce nel suo cervello, 'Muoviti, dannazione!').
<< Ne sei sicuro? Il corpo non mente, tesoro, me l'hai insegnato tu stesso! O forse te ne sei dimenticato, come hai finto di dimenticare me? >> la donna sospirò sulle sue labbra, non smettendo nemmeno per un istante di muovere quella mano.
Klaus si sentiva… debole.
Era stato forte per talmente tanto tempo, d'altronde…
Si sentiva… Stanco.
Era rimasto così tante notti sveglio, a leggere carte che indicavano gli spostamenti del padre, d'altronde… 
Era terrorizzato. 
E stavolta non era per il padre, o per qualche demone oscuro troppo difficile da uccidere. 
Tutti sapevano che tra lui e Caroline non avrebbe mai funzionato.
Lei era troppo bella per lui, troppo luminosa, troppo… 
L'unico ad avere qualche residua speranza era Marcellus… E Caroline, molto probabilmente. 
Che senso avrebbe avuto continuare a fingere?
Si abbandonò, per un solo istante, al tocco della donna, appoggiando il capo sulla sua spalla, che prese la sua non-reazione come un invito a continuare, intrufolando la mano dentro ai suoi pantaloni, e baciandogli, piano, il collo sussurrandogli:
<< Ecco il mio giocattolino preferito. >> 
Jaqueline non si accorse della lacrima che gli lasciò il viso e che le si depositò sul vestito.
Avrebbe rovinato tutto, in un modo o nell'altro.
'Le lacrime non macchiano,' pensò il quasi ibrido. 'non se ne accorgerà nessuno.'
Era solo questione di tempo…

-Ognuno di noi vive nella sua personale trappola!- le aveva sussurrato, quando l'aveva portata nella sua radura. Si erano, ormai da qualche ora, sdraiati e stavano chiacchierando di tutto e di niente, la testa di lei appoggiata mollemente sul suo torace, quando lui se ne era uscito, di punto in bianco, con quel discorso serio. -Siamo bloccati e non ce ne liberiamo nemmeno se vorremmo.-
La giovane era stata molto enigmatica, ma gli aveva risposto serenamente:
-Ogni tanto decidiamo volontariamente di cadere in una di queste trappole.- 
-Io sono nato nella mia.- le aveva confidato, e non c'era un minimo di rimpianto nel suo tono di voce, il che aveva costretto la ragazza a tirare su la testa e a guardarlo. -Non che mi interessi. Non più, comunque.-
-Ma dovrebbe farlo.- il vampiro l'aveva guardata e le sue guance si erano tinte di un delizioso rosso, che gli aveva fatto venire voglia di dipingerla subito. -Dovrebbe interessarti, intendo.-
-Certo che mi interessa, ma mi piace dire che non lo faccia, Caroline.- aveva ghignato e le aveva dato un bacio a fior di labbra.

Caroline che rideva… Caroline spaventata… Caroline che si concentrava sui passi di danza… Caroline affranta… Caroline che piangeva… Caroline emozionata… Caroline mentre spiegava la matematica a Marcellus… Caroline piccola… Caroline che lo baciava… Caroline timida… Caroline… Caroline… CAROLINE…   


Klaus ringhiò e si mosse.
Non era ancora detto.
C'era un margine di possibilità che lui non le facesse del male.
Sì, ci doveva essere.
Da qualche parte, nel mondo, c'era una remota chance che lui non l'avrebbe ferita. 
Era millesimale, Klaus lo sapeva, ma ci si aggrappò con tutto sé stesso. 
<< Oh, guarda, il mostro che è in te deve essersi risvegliato. Immagino che lei non sappia niente di noi. >> lo prese in giro la donna. 
Il quasi ibrido ringhiò di nuovo, appena più forte, stavolta, quasi a volerle intimare il silenzio.
<< Tra me e te non c'è niente >> chiarì. << Abbiamo fatto del buon sesso, ma è tutto qui. Non ti avrei comunque vampirizzata, Jaqueline. Il mio è stato tutto un piano per sottrarre il potere a tuo marito. >> il vampiro vide le lacrime di disperazione sul viso della donna, ma non si lasciò commuovere. << Vattene, ora! Non voglio farti del male, ma se continuerai, sarò costretto a fartene. >>
La donna lo guardò per un ulteriore secondo prima di voltarsi e andarsene. 
Klaus tirò un sospiro di sollievo, prima di girarsi e tornare con gli occhi alla festa.
Tutto stava andando come previsto.
Solo la musica era un po' troppo alta per i suoi gusti, ma oltre questo, non vide nulla di strano. 
Guardò Marcellus giocare con un gruppo di bambini e ne sorrise.
Marcellus era felice.
Con un po' di fortuna, Caroline gli avrebbe concesso il prossimo ballo e tutto sarebbe tornato al proprio posto.
Sarebbero stati felici anche loro.
Prima o poi. 
Seguì il suo inconfondibile odore, per trovarla in compagnia di Antoine Guerrera.
Quel maledetto le stava facendo fare un casqué, e con la scusa di quella posizione, le si era avvicinato.
Un po' troppo sia per i suoi gusti, che per quelli della vampira.
<< Mi lasci, subito! >> la sentì sibilare. 
<< Altrimenti? Rischieresti seriamente di mordere il più importante membro della famiglia di licantropi dell'intera Louisiana? >>
Si avvicinò ulteriormente dicendo quelle parole.
Tra i due, ora, non c'erano che cinque centimetri scarsi.
Gli avrebbe strappato le braccia e le gambe, poco ma sicuro! 
<< Caroline? >> si limitò a chiamarla, consapevole che il lupo l'avrebbe lasciata andare a quel punto.
Ci poteva essere un solo Re, ed era lui. 
<< Klaus? >> lo chiamò la ragazza, << Grazie a Dio! >> mentre il Guerrera la riportava lentamente in piedi.
Troppo lentamente! 
Le braccia, le gambe e la testa, si corresse mentalmente l'Originale.
Il vampiro ringhiò, infastidito. 
Bastò quella a far capire al lupo mannaro che non era il caso di giocare ulteriormente e, scusandosi, si allontanò.
<< Credevo che ti avessero ucciso! Stupido di un vampiro Originale. >> lo rimbrottò Caroline, mentre lui la faceva ballare. << Dove ti eri andato a cacciare? >> domandò poi.
Klaus scrollò le spalle.
Non voleva parlarle.
Avrebbe voluto trascinarla in camera sua e marchiarla.
Con il suo corpo e con i suoi denti e con tutto quello che c'era nel mezzo.
Ma, probabilmente, lei non avrebbe apprezzato.
Il pensiero gli fece fare un mezzo sorriso triste.
Era tutto così difficile. 
Perché doveva essere tutto così difficile?
<< Grazie, per essere sempre il mio personale salvatore. >> sussurrò la giovane, appoggiando la testa sulla sua spalla. 
Klaus si limitò ad annuire. 
Nella sua testa stavano prendendo piede tutta una serie di immagini spiacevoli.
Cosa sarebbe successo se fosse arrivato con solo un secondo di ritardo?
<< Klaus, va tutto ben… >> fece in tempo a chiedere, prima che la sua bocca fosse sopra la sua e un ringhio gutturale gli lasciasse le labbra, come un monito. 
 
                        -°°°°-


Marcellus li osservava, da lontano.
Era felice. 
Erano felici
La sua famiglia.
Certo, erano parecchio disfunzionali e con parecchi problemi di temperamento, sia da una parte che dall'altra, ma quale famiglia è perfetta?
Osservò Caroline prendergli la mano e, dopo avergli lanciato un'occhiata penetrante, condurlo in casa, e capì che quelle erano cose da grandi.
Li lasciò andare, con un mega sorriso sul volto, rincorrendo un altro bambino.
 
                        -°°°°-


Prima che Klaus potesse parlare, rimproverandola per il suo comportamento sconsiderato, o le provasse a dire altro, Caroline lo baciò.
Le sarebbe piaciuto che quel momento, -quello in cui la sua lingua entrava nella bocca dell'Originale e lui si faceva trasportare da lei, per i primi due secondi almeno, mentre il suo cuore batteva forte, così forte che le sembrò di sentirlo dentro le orecchie ed uno strano languore, che non aveva mai sperimentato prima la colse- fosse durato per sempre.
<< Caroline… >> Klaus si staccò ed appoggiò la fronte contro la sua.
<< Non c'è bisogno che parli. Sono stata sciocca, irresponsabile e… >>
<< E meravigliosa. >> finì il quasi ibrido per lei.
<< Già, oltre che incoscient… Aspetta, cosa hai detto? >> chiese la ragazza, sorpresa.
<< Ho detto che sei meravigliosa, Caroline Forbes, e non mi rimangerei niente. >> confermò lui, sorridendo.
Fu quello, il momento in cui non facevano altro che guardarsi e sorridere, che la convinse. 
<< Vieni >> sussurrò, troppo timorosa di farsi sentire, se avesse alzato solo di un'ottava la voce, conducendolo nella loro stanza da letto.
Lui la seguì, curioso.
Fu quando la vide iniziare a slacciarsi il corsetto che, però, parlò, schiarendosi la voce:
<< Caroline, non mi devi niente, non lo faccio per quell… >>  
La ragazza alzò lo sguardo e Klaus pensò, per un solo secondo, che gli sarebbe piaciuto annegare nei suoi occhi, così azzurri e così… 
<< Lo so. >> disse solamente, continuando nel suo lavoro.
<< Caroline, >> l'Originale prese nuovamente la parola. << se questo è quello che veramente vuoi… >>
<< Si, Klaus è questo quello che voglio! >> sbuffò la giovane. 
Lentamente indietreggiò, fino a quando non sentì il legno del letto scontrarsi con le sue gambe. 
In quel momento Klaus perse del tutto la ragione.
Si avventò, ringhiando, contro le sue labbra.
Non c'era più niente di puro, niente di casto, non c'era più la morigeratezza del primo bacio.
C'era solo desiderio.
Si stavano baciando come si baciava una coppia di amanti che si amavano da secoli.
Klaus esigeva, Klaus pretendeva! 
Caroline, nella sua breve vita, non si era mai sentita potente o necessaria.
Mai!
Nemmeno per sua madre o suo padre.
Certo, le volevano bene, ma Caroline sapeva che, se non fosse stato per lei, i suoi non si sarebbero mai sposati e, forse, sarebbero stati entrambi più felici.
Beh, Klaus, quel bacio, i loro corpi pressati, quasi volessero fondersi -e non potevano, non potevano, perché due corpi non ne possono fare uno, nemmeno volendolo- le diedero l'impressione di essere tutto quello.
Caroline era potente! 
Caroline era necessaria! 
Caroline era amata! 
<< Piccola, te lo chiedo per l'ultima volta, è davvero questo quello che vuoi? >>
I suoi magnetici occhi blu erano ricolmi di sentimenti che non si sarebbero mai e poi mai potuti etichettare sotto la voce di un'unica emozione.
C'era desiderio, c'era lussuria, c'era devozione, c'era affetto, c'era amore
Klaus le stava, ancora una volta, dando la possibilità di scegliere. 
Klaus, il potente signore degli ibridi, le stava dicendo che avrebbe sempre avuto una scelta.
Non era poi tanto diverso da quello che le aveva da sempre offerto a Mystic Falls… 

Era al ballo dei decenni e stave ballando con Tyler, un suo braccio sopra le sue spalle, l'altro intorno alla sua vita, mentre quelle di lui le circondavano delicatamente i fianchi.
Caroline si era sentita così felice.
Il suo ragazzo era lì! 
Contro ogni previsione era riuscito anche a liberarsi dal soggiogamento di quel mostro di Klaus ('Alla faccia tua Damon' ricordava di aver pensato).
Poi Tyler si era girato verso l'entrata della palestra e aveva guardato qualcosa o qualcuno sconvolto.
-Che c'è?- gli chiese lei, più che altro perché, per un solo secondo, con gli occhi del suo ibrido, si era vista per ciò che realmente sentiva di essere: una ragazza felce e innamorata.
Il clima si era subito raffreddato, non appena anche lei si girò, per incontrare lo sguardo fiero di… 
-Dove sei stato, amico?- chiese Klaus, il tono di voce basso e abbastanza furibondo, ma non eccessivamente, come se si stesse trattenendo solo perché c'era lei.
Caroline roteò mentalmente gli occhi.
-Sono appena tornato in città.- Ty era stato evasivo, e la ragazza se avesse potuto l'avrebbe abbracciato stretto.
-Ah, questa è bella. Non ricordo di averti dato il permesso per andare via in primo luogo.- non c'era ombra di un sorriso sul suo volto, facendole temere il peggio. Stava quasi per intervenire lei stessa, ma Klaus fu più veloce, avvicinandosi a loro, a lei. -Non ti dispiace se mi metto in mezzo, vero?-   
-Si, veramente, ci dispiace.- erano state queste le prime parole che le erano uscite dalla bocca, acide e brusche, come voleva essere con lui.
Insomma, che diritto aveva di rovinare anche il ballo?
Già era stato abbastanza brutto assistere al ridicolo spettacolino che aveva messo in piedi per quel maledetto ballo (il bracciale, tutte quelle bugie su quanto fosse bella, il disegno in cui la ringraziava per la sua onestà e via dicendo), ma non si sarebbe fatta rovinare anche questo.
Nossignore, era Caroline Forbes, d'altronde.
Klaus aveva fatto una piccola smorfia a Tyler, che poteva sembrare un sorriso, ma che, in verità, era un implicito invito ad andare a farsi un giro per la durata della prossima canzone.
-No, va bene!- aveva detto lui a quel punto.
La coppia si era guardata negli occhi per un solo istante, in cui lui aveva cercato di farle capire che lo stava facendo solo perché lui non sospettasse, perché non lo scoprisse e lei aveva mosso appena le labbra, per fargli capire che si, aveva capito.
Il suo piano di rifiuta-Niklaus-Mikaelson avrebbe preso un'altra volta il volo, ma non poteva semplicemente lasciar correre come niente fosse.
Le parole le erano, per l'ennesima volta, scivolate fuori senza che lei ci potesse pensare:
-Perché devi sempre dimostrare di essere il maschio dominante?-
-Io non devo dimostrare niente, tesoro, io sono il maschio dominante.- aveva detto lui, seccato ('Bingo' aveva pensato lei, felice che non la trattasse come la principessa a cui aveva rubato il braccialetto. Lei non era sua amica, non lo voleva essere e il diavolo se la portasse via se mentiva!).
Lei aveva sbuffato, alzando il bel nasino verso il cielo. 
-Andiamo,- l'aveva invitata lui, porgendole una mano. -un ballo. Non mordo.- aveva aggiunto sorridendo per la sua battuta, quasi. 
Caroline si era girata verso Tyler, alla ricerca del salvataggio del principe azzurro, ma la sua espressione schifata le aveva fatto capire che lui non l'avrebbe potuta aiutare.
Non in quel frangente.
Non ora.
Non lei, comunque.
Klaus era rimasto fermo e lei aveva potuto vedere il sorriso allargarsi e le fossette fare capolino, mentre anche lei tendeva la mano per prendere quella di lui.
La solita scarica di adrenalina le era circolata dentro il corpo, come a ricordarle con chi stava veramente ballando, con chi stava parlando, con chi…
Non appena le loro mani si incontrarono il senso di pericolo si acuì ancora di più.
Ma era anche così dannatamente eccitante.
La sensazione di pericolo, ovviamente, non Klaus.
Però il pericolo era collegato a Klaus, quindi, probabilmente, lei trovava eccitante lu… 
'No, sei ubriaca, Caroline.', l'aveva redarguita parte della sua mente.
L'uomo la portò al centro della pista, per oscurarle la visuale di Tyler, capì, ma le fece fare una lenta giravolta, per poi adagiare una sua mano su un fianco, l'altra nella sua.
-Ti sarebbero piaciuti gli anni venti, Caroline. Le ragazze erano spericolate, affascinati, divertenti. Ballavano letteralmente fino a cadere per lo sfinimento.- rise l'ibrido, facendola voltare.
La ragazza rise sarcasticamente prima di dire:
-Suppongo che ciò non succedeva ai loro compagni di ballo.- 
-Dovresti essere più gentile con me.- Klaus aveva fatto una piccola pausa, quasi volesse stuzzicarla a chiedergli il perché, ma l'unica cosa che aveva ottenuto era stata un'occhiata sorpresa. -Domattina andrò via dalla città. Ti avrei invitata a venire con me, ma entrambi sappiamo che non sei ancora pronta per accettare la mia offerta. Forse un giorno, tra un anno, o tra un secolo, busserai alla mia porta, e mi permetterai di mostrarti ciò che il mondo ha da offrire.- aveva finito di parlare e si erano guardati intensamente negli occhi.
Non c'era desiderio carnale nei suoi occhi, solo desiderio di farle vedere cosa si stava perdendo.
Klaus l'avrebbe portata con sé.
Klaus, un giorno, se lei avesse avuto la forza di andare da lui e bussare alla sua porta, l'avrebbe incoronata regina.
Caroline riuscì a vedere il grandioso piano che l'ibrido aveva, per entrambi.
Tutto ciò che voleva, poteva essere a portata di mano… 
Tutti i pensieri reconditi e nascosti nella sua anima… 
Tutto ciò che voleva veramente dalla vita… 
Si riscosse da quel sogno ad occhi aperti e sbuffò di derisione, abbassando gli occhi.
Era un illuso se si aspettava veramente che lei l'avrebbe seguito.
Non importava se fossero passati cento o duecento anni o un millennio.
Lei non si sarebbe mai schierata dalla sua parte.
Mai! 
Anche lui abbassò lo sguardo, e Caroline avvertì il solito senso di dispiacere che le attanagliava le viscere quando gli rispondeva male.
Sapeva che Klaus non si era fatto così da solo, ma era sempre più facile dare il suo peggio a quell'uomo che provare ad essere gentile con lui.
-Ricorda le mie parole.- le disse l'ibrido, mortificato e offeso, sciogliendo le loro mani, il loro abbraccio, i loro corpi. -Piccolo ragazzo di provincia significa piccola vita di provincia. Arriverà il giorno in cui non sarà abbastanza per te.- e si allontanò.
Caroline era rimasta per un tempo indefinito a guardare l'uscita, sperando quasi che rientrasse…
 

Una mano gentile la svegliò dal suo sogno ad occhi aperti.
<< Hey >> 
Caroline non perse tempo.
Lo baciò, come un assetato nel deserto beve la sua ultima goccia d'acqua.
Lo baciò, come un malato di tumore ai polmoni respira la sua ultima boccata d'aria.
Lo baciò, come un funambolo mette piede sul suolo dopo aver fatto il record mondiale.
Lo baciò perché non avrebbe saputo cosa rispondere a quegli occhi, che la stavano implorando, letteralmente, di potergli permettere di perdersi in lei, di unirsi in un unico corpo, di… 
<< Se ti farò del male… >> sussurrò lui, improvvisamente spaventato.
<< No, non me ne farai. >> gli poggiò dolcemente una mano sulla guancia, e lo sentì rilassarsi sotto il suo tocco. 
Lei gli si mise a cavalcioni, smaniosa, ma Klaus fermò le sue piccole mani frettolose.
<< Vai troppo veloce. >> si lamentò. 
<< E' così che facciamo nel futuro. >> Caroline corrucciò la fronte, esasperata.
<< Ma qui non sei nel futuro, tesoro. Qui sei nel passato. Fatti guidare da me! >> le sussurrò piano, con voce seducente, che le fece correre milioni di brividi lungo la spina dorsale.
Così iniziò una lenta ma, oh, così dannatamente piacevole tortura.
Klaus le sfilò gentilmente prima un guanto, poi l'altro, percorrendo con le labbra il tragitto che, piano piano, stava liberando.
La ragazza mugolò qualcosa di indistinto e Klaus ne sorrise.
Era troppo impaziente.
Non dubitava che nel futuro si usasse essere più veloci, ma qui erano nel passato.
Non c'era fretta.
E poi Klaus voleva amarla per bene, non come si fa sesso con una prostituta.
Caroline era una Regina e meritava di essere trattata come tale.
Poi toccò al corsetto di pizzo bianco, che fu levato con i denti, ma delicatamente, mentre la ragazza sentiva ogni asola di madreperla lasciare al suo posto la pelle nuda.
Improvvisamente, Caroline realizzò che era Klaus quello che la stava toccando, era Klaus che la stava guardando, come un lupo fa con un agnellino, era Klaus che la stava spogliando… 
Si coprì il petto con le mani, come se gli volesse oscurare, solo grazie a quelle piccole mani, la vista del suo seno.
<< Tesoro, non farlo. >>
<< Perché? >>
Klaus la guardò di nuovo negli occhi, quasi fosse solo il suo corpo una distrazione, stupito, prima di risponderle: 
<< Perché sei una visione magnifica, Caroline. >>
Forse fu il modo che aveva solo lui di guardarla, come se fosse la più unica e rara creatura sulla faccia della Terra, forse fu il modo che solo lui aveva di chiamarla, giocando con quella piccola r nel mezzo del suo nome, forse fu il modo in cui le sfiorò la mano destra, così gentile e delicato da farle dubitare perfino che fosse la stessa persona che aveva ucciso Elena e Jenna e Carol Lockwood, ma Caroline sentì le sue mani scivolare via e il suo corpo pressarsi contro quello dell'Originale con ancora maggiore foga, baciandolo.
Fortunatamente, anni e anni di cheerleading l'avevano temprata bene, facendo sì che tutto fosse al posto giusto.
L'amore non è tutto bianco o nero, realizzò, quando lui la spinse ad inarcare la schiena, per avere completo controllo sul bacio.
L'amore ha un milione di sfumature diverse!
Sentì anche le mani di lui diventare, improvvisamente, impazienti, perché si sfilò la camicia a velocità vampirica, staccandosi per un secondo scarso, ma che bastò a farle sentire la sua mancanza.
Fu in quel momento che Caroline realizzò la portata dello sguardo di Klaus.
Nessuno l'aveva mai guardata come la guardava lui. 
Stefan non l'aveva mai guardata, semplicemente perché non gli era mai piaciuta, Matt l'aveva amata, certo, ma non c'era devozione nel suo sguardo (aveva spesso pensato che, quel particolare sentimento fosse destinato solo alla sua migliore amica), Tyler non aveva mai cercato la sua vera essenza solo con lo sguardo e Damon… beh Damon l'aveva solo sfruttata quindi…
C'era qualcosa di spaventoso e, al tempo stesso, bellissimo nell'essere guardate così.
C'era qualcosa di spaventoso e, perciò, bellissimo nell'essere guardate così da Klaus.   
C'era qualcosa di spaventoso e, per questo, bellissimo nell'essere guardate così da Klaus mezze nude.
Klaus, terrore del mondo sovrannaturale, Klaus, il potente signore degli ibridi e dei vampiri, Klaus, l'invincibile.
Caroline sapeva che era praticamente impossibile attirare l'attenzione di un'Originale, che lui avrebbe potuto avere tutte le donne che voleva, solo schioccando le dita, che non ci sarebbero state possibilità, probabilmente, nel suo mondo, nella sua Mystic Falls, ma ciò non le impedì di sperare.
<< Cos'è questo? >> domandò, notando uno strano marchio percorrergli l'avambraccio e, parzialmente, la spalla sinistra.
<< Un tatuaggio. >> grugnì lui, evidentemente non molto propenso a chiacchierare in quel momento.
<< Grazie >> la giovane alzò gli occhi al cielo, sfiorando la morbida e calda pelle. << volevo sapere cosa significa. >>
<< La piuma significa leggerezza, negazione e superamento degli ostacoli, >> le spiegò, sbuffando. << le rondini la libertà. >>
<< Oh, beh, i miei complimenti. Tra tutti i tatuaggi nel mondo, sei riuscito a trovare quello che si adatta meno alla tua personalità! >> lo prese in giro, prima di rendersi conto, come al solito, di aver dato fiato alla bocca senza prima pensare.
Lo guardò negli occhi, per cercare un segno della sua probabile quanto certa morte, ma lo vide serrare le labbra, prima di scoppiare a ridere.
<< Qualcuno potrebbe vederla in questo modo, piccola, certo, ma tantissimi altri potrebbero dirti il contrario. >> rise l'Originale.
Caroline amò il fatto che lui potesse ridere anche in una situazione come quella.
Damon l'avrebbe, molto probabilmente, morsa, Matt sarebbe scappato e Tyler l'avrebbe mandata a quel paese.
Klaus invece rise, e lei con lui.
Quando, infine, lui arrivò a slacciarle la lunga gonna, Caroline si sentì in paradiso. 
Si chiese se era questa la sensazione che provavano tutte le donne, mentre facevano l'amore con l'uomo che amavan… 
No, aspetta un attimo.
Lei non amava Klaus!
Era affascinante e bellissimo e carismatico e iperprotettivo, ma lei non lo amava.
Si pressò con ancora più forza contro il suo petto, decidendo all'istante che non era quello il momento giusto per scandagliare i suoi sentimenti, e poggiò le mani sul suo stomaco, che si contrasse istintivamente sotto il suo tocco.
Improvvisamente, fu lei a stare sotto di lui, i capelli sparsi sul cuscino, gli occhi chiusi, in completa estasi, mentre le dita abili di lui le scavavano nella pelle, e tra i seni. 
Caroline mosse, esitante, una mano verso i suoi pantaloni, chiedendosi se fosse ancora troppo presto, ma lui non la fermò e capì che aveva, almeno per il momento, via libera. 
Si limitò a sfiorare il suo membro, prima di toccarlo più energicamente, guadagnandosi un respiro più profondo da parte dell'Originale, che le sorrise.
A quel punto, la ragazza decise che era abbastanza e gli sfilò la cintura in pelle e tirò giù i pantaloni, rivelandole l'unica parte del corpo di lui che non poteva mentirle, non più, ormai.
<< Klaus… >> ansimò lei, con voce roca. 
<< Sei troppo frettolosa, piccola. >> la riprese subito l'Originale, sorridendo, ma la baciò, l'istante dopo, come se lei fosse la cosa più bella che avesse mai visto, come se non si potesse mai stancare di lei, come se fosse un angelo sceso sulla Terra, con l'unico compito di redimerlo. Caroline lo baciò a sua volta, con tutta la passione repressa e il desiderio e l'attrazione che da sempre provava per quell'uomo. 
Lei si dimenò contro di lui, contro le sue mani, contro il suo corpo, quando sentì una delle sue grandi mani scivolare quasi innocentemente lungo le sue cosce, su e giù, avanti e indietro, e di nuovo su e giù. 
Sdraiata con le gambe di lui attorno al suo corpo, Caroline provò l'intenso desiderio di tornare a coprirsi, ma lo sguardo bruciante che le lanciarono gli occhi di Klaus, ormai del tutto inscuriti dal desiderio, la fece fermare, mentre faceva scivolare seducentemente un dito dal suo femore verso il piccolo centro di terminazioni nervose che l'avrebbero condotta al Paradiso.
<< Sei bellissima, Caroline >> disse, con voce gutturale e arrochita. Caroline sentì le guance arrossire e gli diede nuovamente un bacio, perché non poteva essere serio, non poteva essere nel giusto, non poteva… 
Le labbra di Klaus, i denti e la bocca, passarono, improvvisamente, a torturarle il seno. La giovane pensò che non sarebbe potuto essere più bravo nemmeno volendolo, quando le sue mani entrarono in gioco, una le afferrò gentilmente le mani, spingendogliele sopra la sua testa, l'altra scese giù, lungo le cosce, poi arrivò al suo interno cosca e poi… 
Oooh
I suoi fianchi spinsero contro la mano di Klaus che ridacchiò.
<< Devi avere pazienza, piccola. >>
Le sarebbe piaciuto rispondere con qualche commento salace e sarcastico ma il tocco del quasi ibrido era così dannatamente appagante, al punto che le sembrò di avere le vertigini. L'Originale attese ancora un momento, godendosi le espressioni del viso di Caroline, continuando a disegnare cerchi attorno a quel punto, quando inserì un dito.
<< Klaus >> il suo nome le uscì dalla bocca come una preghiera e una maledizione nello stesso tempo << non smettere! >>
Caroline si agitò dicendo quelle parole e lui fece come lei gli aveva richiesto, giocando con lei come fosse la corda di un violino. 
Il pollice continuava a fare piccoli cerchi attorno a quel punto, mentre un secondo dito si era unito al primo, lavorando abilmente dentro di lei. 
Ma fu quando le sue labbra e i denti scesero sul suo collo che Caroline sentì un'energia mai provata prima, percorrerla per arrivare dritta fino al cervello.
<< E' stato… beh… wow… >> ansimò la bionda.
<< Non siamo che all'inizio, tesoro. >> sorrise Klaus, esibendo quelle dannate fossette.
<< Chiaramente! >> alzò gli occhi al cielo, ma sorrise, guardandolo leccare il frutto del suo piacere dalle dita, il suo sguardo che continuava a bruciarla.
Le poche volte che qualsiasi altro ragazzo lo aveva fatto, dopo glielo aveva fatto pesare terribilmente (perfino Matt e Tyler), Klaus, invece, sembrava volesse farlo senza ricevere niente in cambio e sembrava anche averne bisogno, in un certo qual senso, il che era una cosa estremamente sexy, ebbe modo di notare. 
Scivolò lungo le sue gambe seducentemente, per fargli capire che era pronta.
Klaus non se lo fece ripetere due volte e affondò in lei, fino in fondo.
<< Sei stremata, amore? >> le chiese, gentilmente, notando che aveva chiuso gli occhi.
Lei si limitò a scuotere il capo. 
Cosa avrebbe potuto fare, mentre lui si iniziò a muovere piano dentro di lei?
<< Guardami. >> canticchiò lui al suo orecchio. Voleva vederla, non voleva che gli venisse sottratta una sua singola espressione. Pensò, per un istante, che gli sarebbe piaciuto ritrarla anche in quella posizione, anche se dubitò che la sua mano sarebbe mai riuscita a replicare il suo bellissimo volto mentre lui si accingeva a riempirla.
Lei aprì gli occhi e per la prima volta si riconobbe nello sguardo dell'Originale. 
Lei era perfetta.
Lui era perfetto.
Loro erano perfetti, insieme.
Separati non sarebbero valsi un granché, ma uniti… Beh, avrebbero potuto distruggere il mondo o… 
Non ci fu tempo per altre elucubrazioni perché lui si iniziò a muovere più velocemente dentro di lei, e lei lo accolse, come un contadino accoglie la pioggia dopo la torrida estate, come un pittore accoglie una nuova sfumatura di rosso, come… 
Forse significava questo essere amate.
Forse significava questo essere amate da Klaus.
Mentre lui continuava a muoversi, lei si concentrò sulle sensazioni che le stava donando.
Per un solo istante, volle distogliere lo sguardo, perché c'era troppo nei suoi occhi, troppo amore, troppo dolore, troppo sangue, ma non lo fece, perché ebbe paura di rompere il collegamento che si era venuto a creare tra loro due.
Sembrava che dove finisse l'uno, iniziasse l'altra e così per sempre.
Lei desiderava stare con lui, lei aveva bisogno di lui, lei…
<< Klaus >> urlò Caroline, mentre anche lui veniva, dentro di lei, ringhiando il suo nome.
E fu in quel momento che Caroline si sentì completa.


N/A 

Come distruggere la mia reputazione anche su EFP? Semplice, dandomi al porn! 
Spero abbiate apprezzato il momento che ho voluto dare a questi due (lo so, non è un granché, ma abbiate pietà, non scrivo mai di cose così spinte, ma volevo premiare chi mi legge fin dal primo capitolo, quindi…)
Un bacio,
Ludovica   
   
 
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