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Autore: Juliet Leben22    25/10/2015    2 recensioni
Castiel ha richiamato i suoi fidati cacciatori per assegnargli una missione di vitale importanza che potrà cambiare l'esito di alcuni loro scontri: dovranno proteggere una ragazza, dal carattere forte con sfumature velate di fragilità, con un potere molto speciale.
Riusciranno i due fratelli a compiere la missione e a fermarsi solo alla sua "protezione"?
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più stagioni
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Capitolo 9” Rivelations”

 
Entrarono nella camera del ragazzo e lei si tolse velocemente le scarpe.
La bloccò, non appena richiuse la porta dietro di sé.
-Elenie, fermami ora se non vuoi, se no è un cazzo di casino…-
Lei ridacchiò e si avventò sulle sue labbra. –Perché dovresti fermarti?-
Le si avvicinò e si tolse le scarpe. Si mise a carponi di fronte a lei, aiutandola a togliersi i pantaloni. Indossava un completino intimo coordinato, reggiseno a balconcino e slip, di color nero. Risaltava un sacco su quella pelle chiara e quegli occhi color ghiaccio che lo facevano impazzire.
Si leccò le labbra e questo gesto non sfuggì alla ragazza che si eresse per slacciargli il bottone dei jeans. Lo sguardo del ragazzo seguiva le mani della giovane, senza perdersi il minimo movimento. Sentiva che gli indumenti cominciavano a stargli stretti e il calore che avvertiva dal basso sembrava solo essere sul punto di aumentare. Gli tolse anche la maglia e cominciò a baciargli il petto per poi scendere sempre più, fino all’elastico dei boxer.
La ragazza parve accorgersene e lo attirò a sé, mentre avvertiva l’erezione del ragazzo premere contro i suoi slip.
Solo l’intimo li separava e Dean fu rapido a sbarazzarsene.
Il ragazzo si soffermò a baciare ogni centimetro della pelle della ragazza. Era cosciente che questo l’avrebbe fatta impazzire più che mai, lo poteva udire dai piccoli gemiti che si lasciava scappare, di tanto in tanto, senza riuscire a controllarli.
Le baciò il monte di venere e le sembrò di prendere fuoco.
I suoi occhi verdi scrutavano ogni centimetro di pelle scoperte, senza pudore.
-Qualcosa non va?- domandò lei, con un soffio di voce.
Per tutta risposta, lui allungò il braccio e prese da un cassetto l’apposita precauzione. Quando avvertì che lei era completamente pronta per accoglierlo, unì i loro corpi con uno sonoro impatto.
La sensazione era meravigliosa. Era come avvertire il fuoco liquido nelle vene, con una dose massiccia di adrenalina che gli dava più forza di quanto non pensasse.
Cercava di trattenere quei gemiti, urlati troppo forti, ma lui sembrava giovarsene tanto che spingeva sempre più in profondità, come se volesse squarciarle l’anima, e lei comprese che era proprio lì il posto in cui avrebbe voluto stare: con lui, a fare l’amore in un modo così passionale che nulla poteva fermarli.
Continuarono tutta la notte e Dean si spostò di fianco.
Elenie si girò sul fianco, osservandolo, ancora nudo. Non si capacitava di quello che era appena successo, ma era contenta.
Si mise velocemente la sua maglia e gli diede un bacio a fior di labbra, sorprendendolo.
-Buonanotte Dean- sorrise e si girò dall’altra parte.
Il ragazzo dagli occhi verdi la osservò con la sua maglietta troppo grande che le faceva da vestito e gli slip neri e sorrise.  Osservò il soffitto, non voleva pensare ad altro quella notte. Erano al sicuro.
Premette il suo corpo contro quello di lei e la strinse a sé con un braccio.
Elenie si morse il labbro, nascondendo un sincero increspare di labbra. Tenne gli occhi chiusi, perché se quello era un sogno non voleva svegliarsi. Si addormentò tra le sue braccia, ancora pelle contro pelle.
Dean la osservava e non poteva fare a meno di sorridere. Non sapeva cosa gli stava capitando in quel periodo.
Aveva già provato una cosa simile, ma mai così intensa. Forse era il fatto che vivessero la stessa vita, in un modo o nell’altro.
Le accarezzava i capelli, mentre lei era ancora appoggiata al suo petto.
Si lasciò cullare da morfeo con la mano ancora tra i suoi capelli, lunghi e ricci.
I suoi sogni furono tranquilli, era come se lei lo proteggesse.
Non appena Dean aprì gli occhi, vide un paio di occhi ghiaccio osservarlo per poi fingere di non aver fatto nulla.
-Ciao Elenie- mugugnò.
-Ciao- disse arrossendo.
-È tanto che sei sveglia?-
Scosse la testa, muovendo anche la chioma ormai scompigliata.  –Qualche minuto, penso. Non saprei.-
-Sei rimasta ad osservarmi per un tempo infinito?- domandò ilare.
-Sei uno sfacciato!- esclamò, fingendosi indignata.
Ridacchiò e lei si sporse per un bacio che non giunse. Gli sfiorò le labbra, ma non ricambiò.  Era una promessa di un bacio che sarebbe arrivato prima o poi, ma il momento non era quello.
-Qualcosa non va?-
-È la seconda volta che me lo domandi in poche ore, te ne sei accorta?-
-Perché è la seconda volta che non capisco i tuoi segnali, no?- si sollevò e si girò verso di lui, incrociò le gambe e rimase ad osservarlo.
-Voglio chiederti una cosa…-
Lei annuì, pronta ad ascoltare. Aveva paura di ciò che avrebbe domandato.
-Ti ho fatto male?-
Lei sgranò gli occhi. –Non era la mia prima volta, Dean.-
-Lo so.-
-Come lo sai?-
-Eri imbarazzata, ma non spaventata. E comunque non hai risposto alla domanda.-
Scosse la testa. –Mi hai fatto tante cose stanotte Dean, ma non male.- si morse il labbro e fu allora che lui si gettò sulle sue labbra.  Il bacio promesso era arrivato.
La mano del ragazzo fu abile ad intrufolarsi sotto la maglietta per afferrare i seni della ragazza che nascose un gemito sotto quei baci.
Avrebbero ricominciato, ancora e ancora, lo sapevano entrambi.
Elenie invertì le posizioni e si mise a cavalcioni sopra di lui che la osservava con una certa punta di malizia. Lei fu rapida a sbarazzarsi della maglietta e lui le osservò ogni centimetro di quella pelle scoperte.
Notò persino che sotto il seno aveva un simbolo, a cui non aveva fatto caso la notte precedente.
Lo sfiorò e lei abbassò lo sguardo.
-Cosa rappresenta?-
- È il simbolo degli oracoli.-
-Carino-
-Preferisco il tuo tatuaggio, sinceramente-
-Infatti ne dovrai fare uno simile. Non voglio che qualche demone o angelo prenda possesso del tuo corpo.-
-Ah, quindi solo tu puoi? No, fammi capire…-
Dean sollevò un sopracciglio e inarcò il bacino verso l’alto. Lei sospirò, avvertendo i due sessi scontrarsi e essere separati solo da pezzi di stoffa.
 –Sei in una posizione perfetta Elenie, se non vuoi impazzire, trattieni le parole in quella boccuccia-
-È una minaccia?-
-Potrebbe diventarlo –
Si sollevò solo per togliere gli slip al ragazzo. L’erezione sgusciò  fuori rigida e lei l’afferrò con le mani.
Fece scorrere la lingua sull’asta e poi si prodigò per il piacere del ragazzo.
Sembrava ipnotizzato dai movimenti che la ragazza compiva per lui, socchiudeva le palpebre solo quando il piacere diventava troppo intenso e non riusciva a rimanere lucido.
Non si spostò nemmeno quando il ragazzo raggiunse l’apice e si aggrappava alla sua chioma lunga.
Lei ridacchiò, quasi imbarazzata, vedendo il ragazzo in completo abbandono per il piacere che aveva appena provato.
Le accarezzò il viso, pronto a sporsi per darle un bacio, quando bussarono alla porta.
-Dean, sono Sam… abbiamo bisogno di te-
Elenie si rivestì, pronta ad andare in bagno per lavarsi, quando Sam proferì di nuovo parola.
-Ah, dimenticavo… Buongiorno Elenie!-
Arrossì bruscamente, colta sul fatto e Dean rise. Si alzò dal letto e le scompigliò i capelli.
Lei si sistemò il ciuffo e diede un’assettata anche alla chioma. Gli fece una linguaccia.
Si avvicinò per baciarla, ma lei non ricambiò. Era un’altra promessa di un bacio che sarebbe arrivato.
 
                                                             
Le giornate passarono tranquille. La ricerca delle tavole si faceva sempre più impellente. Castiel non tornava e Elenie era sempre più preoccupata. Certe volte si perdeva, in qualche angolo della sua testa e non ne usciva per un po’.
I ragazzi non le dicevano nulla, solo Dean cercava di tenerla tranquilla. Non le stava mai troppo addosso, ma lui era sempre intorno a lei che era cosciente che anche se era sommerso di libri e fogli, ci sarebbe sempre stato.
Elenie provava sempre di dare una mano, con la sua pazienza, la sua cucina, le sue visioni.
Si prendeva cura di loro nel modo in cui era più capace e gli altri apprezzavano.
Kevin era più spossato che mai e lei non gli faceva mai mancare le spremute di agrumi sul suo tavolo.
-Credo di aver trovato un possibile covo!- esclamò Sam un pomeriggio tardi.
Tutti e tre si avvicinarono al tavolo del ragazzo e alla cartina. Stava puntando verso lo stato adiacente al loro.
Non appena Elenie toccò la cartina, gli occhi le divennero neri e le mani iniziarono a tremare.
Si allontanò dal tavolo, cercando di prendere possesso di se stessa, ma era tutto vano. La visione la stava completamente inondando come un fiume in piena.
Fissò un punto definito e inspirò, pronta a concentrarsi.
Sam stava per scattare in direzione della ragazza, ma Dean lo bloccò e scosse la testa.
Sapeva cosa aveva, così si avvicinò lentamente.
Non appena lei mise a fuoco il luogo in cui si trovava, riconobbe Dean e tornò alla realtà.
L’afferrò per i fianchi e l’accompagnò a sedersi sulla sedia.
Kevin accorse a prenderle dell’acqua e si mise una mano sul petto, cercando di calmarsi.
-Cosa hai visto, Ellie?- domandò, nel modo più bisognoso e impellente che conosceva.
Le lacrime le inondarono il viso. –Castiel…-
-Cosa? Parla!-
-Lo… stanno torturando, ma lui non parlerà. Lo conosco.-
Dean le strinse la mano: uno di quei gesti dolci che accompagnavano le loro giornate.
-Lo andiamo a prendere, okay?-
Lei scosse la testa.
-Che ti prende?- domandò Sam.
-Aspettano solo che voi andiate a prenderlo, è una trappola… mandate ME.- propose.
Il ragazzo dagli occhi verdi le rivolse uno sguardo arcigno. –Non devi neanche pensarlo. Andremo io e Sam e lo riporteremo a casa.-
Scosse la testa, di nuovo. –Ha ancora un’opzione. Può farcela. Credo in lui. Inoltre è ciò che accadrà… non so dove sia adesso…-
Kevin annuì. –Bisogna attendere. Elenie ha ragione.-
Quella giornata fu parecchio silenziosa e persino la cena.
Verso tarda serata, ad eccezione di Kevin che passava imperterrito lo sguardo su quelle tavole, scambiarono qualche parola.
-Elenie, come stai?- domandò Sam, osservando la ragazza che non aveva nemmeno toccato cibo a cena.
-Sto bene, solo stanca… vedere mi prosciuga tante energie.- accennò un sorriso.
-Posso solo immaginare. Vado a dormire anche io. Buonanotte a tutti-
Dean e Elenie si mossero in direzione della stanza della ragazza.
-Devo prendere una cosa-
Entrarono e il ragazzo chiuse a chiave la porta.
Cominciò a baciarle il collo e la schiena dal dietro e lei ridacchiò.
Fece stendere il ragazzo sul suo letto e lei si mise sopra.
Furono veloci a sbarazzarsi dei vestiti e non appena lei fu pronta, entrò in lei.
Si muoveva ricercando il suo ritmo e lui la lasciò fare, gemendo.  Gli piaceva vederla sopra di sé.
Stavano per raggiungere l’apice, quando udirono un rumore dietro la ragazza e si voltarono di scatto.
Una figura coperta di sangue con un impermeabile si era come materializzata.
-Castiel!- esclamò la ragazza, riconoscendolo con la luce soffusa.
Diede uno sguardo veloce a Dean che annuì. Entrambi si rivestirono velocemente  e l’angelo li osservo quasi sconvolto.
-Voi…-
-Castiel ne parliamo dopo. Ormai dobbiamo curarti- esclamò Dean, mettendogli una mano sulla spalla.
Lui annuì e si lasciò accompagnare in sala, dove anche Kevin alzò lo sguardo e lo riconobbe.
Sam fu svegliato dal trambusto e raggiunse gli altri.
Elenie indossava ancora i leggins e la maglietta di Dean, essendo la prima che aveva trovato e Dean indossava solo i jeans.
-Da quanto va avanti tra voi?- domandò l’angelo, serio.
-Ne parliamo dopo Cas. Ora dicci cosa è successo-
Lui sospirò, pronto a raccontare.
-Elenie non sei il loro primo obiettivo. Sei diventata secondaria, perché hanno capito come far andare te da loro e io pensavo si sbagliassero, che tutto sarebbe stato vano… ma ora… capisco troppe cose.-
-Cosa? È un’ottima notizia, no?- esclamò Sam.
L’angelo scosse la testa. –Vogliono catturare Dean.-
Dean sollevò le spalle. –Non è una novità. Cosa c’è da preoccuparti?-
Elenie non rispose e, mentre gli altri discutevano, tornò in camera sua.
Lei aveva compreso davvero le parole dell’angelo.
Il loro obiettivo era rimasto lei, ma loro sapevano dei suoi sentimenti per il cacciatore… volevano usare lui come esca.
Le mancava quasi il fiato, mentre una visione le inondò completamente il corpo.
 
Macchie di sangue. Una sedia a cui è  legato un uomo, un cacciatore.
Di fronte a lui, Abaddon, Crowley e Noemi, pronti a torturare… Dean.
Domandano per molte volte dove sia l’Oracolo, ma lui non dice nulla. Sputa sangue contro i suoi aguzzini, ma non parla. Le è fedele.
 
Quando rinsavì, le lacrime le caddero sul volto, assieme al senso di colpa.
Dietro la porta, due voci stavano discutendo.
-Entro io, Dean. So come calmarla.-
-No, Cas. Ci penso io, non preoccuparti.-
-La conosco da più tempo, davvero-
-La conosco abbastanza bene da dire che le devo parlare io, visto che sono il diretto interessato.-
Elenie sospirò. –Potete entrare entrambi, la porta non è chiusa-
Entrarono assieme, quasi incastrandosi in quella piccola porta.
Dean vide immediatamente le lacrime della ragazza e si sedette accanto a lei.
-È tutta colpa mia, mi dispiace averti messo in questo casino.-
Il cacciatore scosse la testa. –Ho perso il conto di quante volte Crowley volesse uccidermi, non sarà questo motivo a farmi paura-
-Non è solo.-
-Chi?- domandarono in coro l’angelo e il suo fedele amico.
-Crowley si è alleato con Noemi e Abaddon.-
Lo sguardo di Cas si fece preoccupato.
-Tu dove sei stato, Castiel?- domandò Elenie-Ho il diritto di saperlo!-
-Anche tu mi hai tenuto nascosto qualcosa, non pensi?-
-Tu non c’eri. Cosa avrei dovuto dirti?!-
-Avresti potuto contattarmi…-
-L’ho fatto Castiel. Non sai nemmeno quante volte io ti abbia invocato. Eppure non hai mai risposto, non ti sei mai presentato. Nemmeno una fottuta volta!-
L’angelo rimase in silenzio, sapendo perfettamente che la ragazza aveva ragione.
Ricordava con esattezza tutte le volte in cui l’aveva supplicato di presentarsi e lui aveva deciso di custodire la tavoletta Angeli.
-Da quanto state assieme?- domandò a bruciapelo.
Lei osservò Dean. Non aveva mai pensato che per lui stessero assieme, perciò aspetto che fosse lui a parlare. –Qualche settimana, penso…- guardò la ragazza in attesa di conferme.
Non aveva mai pensato al loro come ad una relazione, ma poteva provarci.
Forse, nella missione più pericolosa, lui poteva provarci.
Poteva rischiare tutto, forse.
Tanto non aveva più niente da perdere.
Doveva tenere al sicuro la sua famiglia e lei avrebbe potuto aiutarli.
-Siete sinceri o andate solo a letto assieme?-
Elenie scosse la testa. –Sei incredibile!- si alzò di scatto dal letto –Non ti basta conoscermi?-
-So che hai provato ad avere storie in cui non eri affatto innamorata. Eppure non ti sei fatta problemi a…-
Gli puntò il dito contro. –Conosci tutti i ragazzi con cui sono uscita e sono pochissimi. Perché vieni a dirmi queste cose? Parli come se non sapessi cosa provo ora!- era esasperata, tanto che non si accorse di dire troppo.
Si voltò immediatamente verso il cacciatore che la osservava stranito, perso, come se solo ora avesse realizzato le parole della ragazza.
-Dean? Che succede?- domandò Castiel.
Il cacciatore si sollevò dal letto della ragazza e si congedò. –Credo dobbiate parlare di tante cose.-
Si prese il viso tra le mani. Era riuscita a rovinare tutto. Anche quella volta.
Non gli importava della rabbia che provava verso il suo migliore amico, aveva bisogno di un abbraccio. Si buttò tra le sue braccia e lui la strinse a sé.
-Non gliel’avevi detto?-
Scosse le testa. –Era presto, Cas. Troppo presto e lui… non credo provi lo stesso per me. Insomma… non lo so.-
-Perché non glielo chiedi?-
Ridacchiò. –Non sono cose da chiedere, purtroppo-
-Glielo chiedo io. I maschi umani lo fatto tra di loro, giusto?-
Gli prese il viso tra le mani e gli baciò la guancia. –Sono felice che tu sia tornato, angelo mio-
-Devo dirti una cosa, a proposito di questo…-
Lo guardò negli occhi. Non voleva deluderla, non voleva ferirla.
-Io…non sono più un angelo. Ho perso la grazia e le ali.- abbassò lo sguardo, colmo di tristezza.
Lei lo abbracciò, senza dire nulla. –Tu sarai sempre il mio angelo, Castiel. Non importa che tu abbia le ali o non le abbia. Mi importa che tu sia al mio fianco, perché tu sei la mia coscienza, capisci? Qui senza te ho fatto un po’ di casini. Di quelli che faccio solo io, senza di te-
Le diede un bacio sulla fronte e la strinse a sé. –Sono fortunato ad avere un’amica come te-
-Ora sei umano quindi!- realizzò la ragazza, sorridente.
Annuì. –È stranissimo. Devo ricordarmi di mangiare, di andare in bagno… cose difficili, capisci?-
Rise di gusto. –Guarda, non posso aiutarti su certe cose, ma sono sicura che Dean e Sam ti aiuterebbero senza problemi.-
Sorrise. Castiel aveva un sorriso dolcissimo, di quelli che ti fanno venire voglia di stringerlo forte a te e preservarlo da ogni male.
Era anche diventato un bell’uomo. Ora bisognava tenerlo d’occhio anche a livello… relazionale.
-Andiamo di là?- propose Cas- Te la senti?-
Lo prese a braccetto. –Insieme. Così glielo dici anche agli altri, cosa ne pensi?-
L’angelo annuì e uscirono dalla stanza.
I tre ragazzi si voltarono immediatamente verso i due e Dean rimase immobile non appena Elenie fece capolino nella stanza.
I capelli le cadevano ribelli sulle spalle. Li adorava e adorava aggrapparsi ad essi quando facevano l’amore.
Gli occhi ghiaccio si posarono su di lui che ebbe un sussulto.
Realizzò solo in quel momento e sollevò l’angolo della bocca, con fare sardonico.
Lei si grattò la nuca, arrossendo.
Castiel raccontò ai ragazzi ciò che aveva appena confidato alla sua migliore amica, ma aggiunse altro.
-Ho fatto l’amore-
Dean si scambiò un’occhiata con il fratello che sgranò gli occhi.
-E com’è stato? Hai usato protezioni?-
-Bellissimo, ragazzi. Ora capisco tante cose. Protezioni? Avevo il coltello!- sorrise, compiaciuto di se stesso.
L’oracolo ridacchiò, portandosi una mano sulla bocca e il cacciatore dagli occhi verdi proferì parola:- Menomale che avevi le protezioni, Castiel… -.
Sam diede una pacca sulle spalle al nuovo umano nella stanza che sorrise.
Si portò una mano allo stomaco e lo massaggiò. –MI fa male qui-
-Avrai fame. Non preoccuparti, ora cucino qualcosa- intervenne Elenie, passando affianco a Dean apposta.
Il cacciatore si morse le labbra carnose, seguendo con lo sguardo i movimenti della ragazza.
Mentre Kevin, Sam e Castiel chiacchieravano, Dean si spostò silenziosamente in cucina che aveva già messo sui fornelli padelle e pentole.
Lei si piegò per prendere qualcosa gli ultimi cassetti e lui proferì parola, spaventandola.
-Sai che sei sexy mentre cucini?- le fissava il sedere e le gambe.
Non aveva sentito il suo arrivo e si sollevò di scatto.
Si avvicinò a lei che si fece seria. –Dovremmo… parlare- disse, cercando di far resistenza ai segnali del suo corpo che desiderava quello del ragazzo più di quanto pensasse.
-Sicura di voler parlare?- la sua voce era suadente e incredibilmente sexy.
Deglutì, provando a darsi un contegno.
Sogghignò, quando lesse lo stato d’animo della ragazza.
-Sono seria- tentò, nuovamente.
Si avvicinò alle sue labbra e lei si sporse per baciarlo. La tenne in un limbo che le sembrò infinito, fino a quando lei appoggiò le labbra sulle sue.
-Hai proprio voglia di parlare, eh?-
-Ci sono di là gli altri…-
Dean si staccò, lasciandola in balia di desideri che avrebbero potuto essere soddisfatti solo con la notte.
-Dean non volevo metterti in pericolo. Era l’ultima cosa che avrei voluto.-
-Sei davvero innamorata di me?-domandò, zittendola.
-Non l’ho detto io…-
-L’hai lasciato intendere…-
Si voltò, controllando ciò che aveva messo sul fuoco.
-Elenie…- la richiamò, seriamente.
Inspirò e si girò. –Sì, lo sono.- cercava di non guardarlo negli occhi.
Lui si avvicinò a lei e le sollevò il capo, costringendolo a specchiarsi nel suo sguardo.
-Ti aspetto in camera mia, stanotte. –  disse tornando in salotto.
 
 
 
Crowley era sul punto di trovare e scovare il nascondiglio degli Winchester e non poteva essere più felice.
Sembrava un bambino a cui Babbo Natale avesse portato prima i regali.
Tutto sembrava andare meravigliosamente, dopo che aveva scoperto che Castiel era tornato umano.
Troppe buone notizie in quel periodo. Non gli sembrava possibile.
Entrò Abaddon nel suo covo e comprese che qualcosa non andava. Quella donna gli stava procurando troppe grane e cominciava a pretendere sempre più potere.
Avrebbe dovuto eliminarla, prima o poi. Ma era davvero così sexy e bella.
Sollevò le spalle a quel pensiero, c’erano altre mille belle come lei.
-Crowley, il Re dell’Inferno…-
Non era sola e lui comprese immediatamente le sue intenzioni.
-Oh, ma ben arrivata.-
-Non voglio girarci intorno… consegnami l’inferno e non ti ucciderò.-
Ridacchiò. –Dimentichi che tu hai fatto un patto con me, ragazza mia-
-Annullalo.-
-E rinunceresti ai poteri di preveggenza della ragazza? Deludi le mie aspettative così!-
-Ti toglierò quel ghigno dalla faccia e la voglia di scherzare, Crowley. È una promessa!-
-Portami Dean Winchester, poi possiamo parlare dell’annullamento del patto.-
-Lo troverò prima di quando tu creda!-
Il re dell’Inferno si teletrasportò, poco prima che qualcuno si avvicinasse a lui.
   
 
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