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Autore: Ashbear    25/10/2015    1 recensioni
Rinoa e Squall. È la caduta che definisce il tuo cammino attraverso la vita. È come continui a vivere dopo la caduta che definisce chi sei. In un secondo, un proiettile ha cambiato tutto. Se le parole che hai confessato non dovevano essere sentite, non sarebbe abbastanza cancellare il passato?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart, Zell Dincht
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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AFTER THE FALL
di Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly
~ Capitolo XXXVI: ... Nor the Battle to the Strong ~

A quel punto, Rinoa era completamente dimentica quasi di qualsiasi altra cosa; si concentrava solo su quello che aveva dimenticato. Non aveva la lungimiranza o la capacità di nascondere le sue emozioni. Era uno shock puro e incontenibile. Zone non avrebbe capito il ragionamento dietro alla sua reazione, ma dato che già lui la considerava volubile, poteva sperare di fingere che fosse solo un altro inconveniente emotivo.

"Oh mio Dio..." riuscì a dire Rinoa, voltandosi in fretta. Si trovò a guardare quasi inconsciamente l'armadio, ma riuscì a correggersi, fissandosi invece sulle scatole.

Come poteva esserle completamente sfuggito di mente il testamento di Squall?

La notte prima era stata la cosa più lontana dai suoi pensieri, ma ora rendeva ancora più sgradevole una situazione già sgradevole. Fissò le scatole confusa; le aveva spedite da Balamb solo pochi giorni prima. Erano state spinte da parte, e con la confusione precedente per gli arrivi sia di Zone che di Zell, i loro colori si erano in qualche modo confusi nell'ambiente circostante.

Aveva completamente dimenticato di aver ereditato le cose di Squall, di aver svuotato il suo appartamento, e i guil presenti nel suo conto in banca. Non le era mai passato per la mente la sera prima. Gli aspetti monetari non erano mai stati importanti per lei, ma quell'inganno rendeva chiaro il quadro d'insieme; mostrava onestamente fino a che punto il Garden si sarebbe spinto per ingannare i suoi membri.

Rinoa sentì una mano posarsi dolcemente sulla sua spalla. Questa volta non sobbalzò al tocco di Zone. Non stava prestando molta attenzione ai suoi gesti; mente e pensieri erano concentrati altrove. Forse aveva inconsciamente sentito la sua presenza e, forse in un bisogno profondamente radicato, aveva richiesto il contatto di un'altra persona. Era nei momenti in cui si sentiva più sola che si sentiva più vulnerabile. Aveva cercato di lasciarsi alle spalle la paura, ma a volte era molto difficile superare il passato.

Da parte sua, Zone aveva assistito alla sua reazione con incerta curiosità. Non aveva mai voluto che lei affrontasse da sola questo ostacolo; aveva già sopportato così tante cose. Ma parte di lui era sorpresa dalla sua risposta; era come se lei avesse dimenticato la realtà e la stesse vivendo di nuovo per la prima volta. Quando capì che la sua concentrazione si era fissata sulle scatole, sentì il bisogno di rassicurarla.

"Rin, va tutto bene... non devi fare niente adesso. Prenditi il tuo tempo, lascia che le cose seguano il loro corso. Forse sarebbe meglio se mettessi le scatole in cantina - non hai bisogno di vederle adesso. È solo un ricordo costante. Con il tempo... ok?"

"No!" Lo interruppe davvero troppo velocemente, ma lui non sembrò sconcertato dal suo tono quasi di sfida. La sua voce si ammorbidì a un tono più naturale. "È solo che... lasciale lì e basta. Potrebbe aiutarmi metterle a posto oggi. Beh... forse."

"Rin, onestamente non penso che sia la cosa migliore per te, adesso. So che vuoi fartene una ragione, ma sembra che sia solo troppo presto. Non voglio davvero che tu affronti tutto questo da sola. Siamo tutti qui per te, ricordi?"

Si fermò, come per pensare a che parole usare nella frase successiva. Voleva sembrare amichevole, ma dare comunque voce alla sua opinione. Era preoccupato per lei - e con tutta l'evidenza che si stava accumulando, aveva un buon motivo per esserlo.

"Beh, intendi essere la solita normale ma innegabilmente testarda, e te la senti davvero di farlo oggi... che ne dici se mi do malato? Posso andare a prendere qualcosa per pranzo più tardi e possiamo mettere a posto le scatole insieme. L'ultima cosa di cui hai bisogno è stare sola in casa tutto il giorno, a pensare al passato. Forse possiamo affrontare questo futuro insieme, ok?"

"No, no, no, non puoi farlo." Lei lo guardò, cercando di restare calma; sperava che la risposta non fosse uscita come una preghiera, anche se, cazzo, sembrava proprio quello invece. Stava ancora cercando di affrontare le ultime rivelazioni nella sua vita; non aveva bisogno di aggiungere Zone alla cornice di compagnia inaspettata - quella quota era già stata sicuramente raggiunta.

Sapeva di dover fare qualcosa di più convincente, anche se a quel punto sembrava innaturale. Con un piccolo sorriso, allungò la mano e posò le dita su quella di lui, ancora sulla sua spalla. In qualsiasi altro momento, sarebbe stato un gesto di amicizia. Lo era. Anche se, in quel momento, non sapeva come lui lo stesse interpretando.

"Voglio dire... ti ringrazio dell'offerta. Lo apprezzo davvero, più di quanto tu possa mai sapere. Ma pensandoci, al mio crollo di ieri sera, a tutto... ho davvero bisogno soltanto di oggi per riposare - di prendermi del tempo per mettere in ordine la mia vita. E per quanto riguarda le scatole, la verità è che non so cosa fare della maggior parte delle cose. Molto probabilmente molte rimarranno impacchettate. Ci sono alcune cose che vorrei tirare fuori... ma a tempo debito. Ho bisogno di fare alcune cose da sola. Non posso avere qualcuno che mi tiene la mano ad ogni passo."

Fece un'altra smorfia per la goffa scelta di parole. Dannazione, perché era così complicato, cazzo?

Con un sorriso affettuoso, lui girò la mano e intrecciò le dita con quelle di lei. Avvicinandosi, la attirò dolcemente al petto. Anche se non parve esitare, il corpo di Rinoa si irrigidì dentro all'abbraccio. Sentì il tocco delle sue labbra mentre le posava un bacio sulla fronte. Voleva ritrarsi così disperatamente, ma doveva fare attenzione al suo comportamento. Se non fosse stato per Squall la sera prima, lo avrebbe accettato, ma forse non per i motivi giusti. Quindi si sarebbe comportata esattamente così, e gli appoggiò la testa sulla spalla. Era davvero istintivo; lo aveva fatto probabilmente quasi cento volte negli ultimi anni, e non aveva mai messo in discussione i suoi gesti. Lui era un amico - un amico. Giusto?

"Che ne dici di questo?" iniziò lui, accarezzandole la parte bassa della schiena con una mano. Avrebbe dovuto essere confortante, ma l'effetto su di lei era proprio il contrario. "Verrò dopo il lavoro, porterò qualche film, una pizza allo stile di Dollet, e staremo insieme tutta la notte. Saremo solo noi a non fare altro che stare insieme e guardare cattive commedie e a ridere della loro completa stupidità. Proprio come al solito. Rin, hai davvero bisogno di avere i tuoi amici vicino... anche se va bene stare un po' da sola, nessuno si aspetta che tu lo faccia da sola. Non è da te."

"...No, non lo è" rispose lei, sapendo che aveva ragione. Era difficile discutere la verità.

Cercò velocemente una scusa, ma quella farsa sembrava già complicarsi da sola. Era impossibile ribattere a quegli argomenti e rimanere fedele a se stessa. Voleva evitare di vederlo quella sera, ma sfortunatamente, avrebbe solo attirato più attenzione sulla cosa. Doveva offrire un compromesso.

"Uhm, possiamo forse uscire a cena, invece?"

Non era sicura di cosa l'avesse spinta a proporre quell'alternativa, ma era relativamente compiaciuta per la soluzione. Aveva raggiunto il suo obiettivo primario, che era tenere Zone fuori dalla casa e lontano dalla sua compagnia. In più aveva raggiunto anche il suo obiettivo secondario, che era cercare di evitare di essere sola con lui - un posto pubblico sembrava la scelta più tattica. Uscire a cena sembrava la scelta più logica da tutti e due i punti di vista.

"Sei sicura? Vuoi davvero uscire?"

Dal tono interrogativo della sua voce, Rinoa intuì che lui era in qualche modo contrario all'idea. Ovviamente, non sapeva se l'esitazione fosse dovuta al fatto che lei uscisse in generale, o se fosse scocciato per la mancanza di privacy.

Voleva semplicemente gridare.

Di nuovo, stava interpretando ogni suo gesto con un doppio senso; innocente o no non faceva differenza. Sembrava che non riuscisse a superare i suoi stessi demoni. Se fosse stato Watts seduto vicino a lei, non ci sarebbero stati dubbi sulla sua decisione. Ma non aveva quella fortuna, dato che lui era stato estremamente impegnato ultimamente. Sua moglie, agli ultimi giorni di gravidanza, e i bambini richiedevano la loro giusta parte di attenzione. Non che al suo vecchio amico non importasse, anzi... Ma le sembrava che Zone si fosse in qualche modo designato come la persona principale ad aiutarla nel lutto.

Sapeva che questo era il momento in cui avrebbe dovuto mostrare la validità delle sue ragioni. Aveva bisogno di credere alle sue motivazioni quanto lui.

"Zone, voglio davvero uscire. Ho pensato a quello che hai detto prima... e hai assolutamente ragione. Pensavi che rimanere in casa tutto il giorno non potesse farmi bene e io - io ho bisogno di uscire per un po'. Penso che uscire nel mondo reale, a Timber, anche solo per un pasto mi aiuterebbe molto. Pensa a stasera come al trampolino di lancio per il mio ritorno al lavoro. Devo essere in giro per Timber, insieme alla sua gente, solo per qualche ora. Significherebbe molto per me, per favore?"

Zone fece una breve pausa prima di rispondere: "qualsiasi cosa credi che sia meglio. Ti ho sempre guardato le spalle, quindi se pensi davvero che ti aiuterà, sarò sempre con te al cento per cento. Se cambi idea, ci sarò comunque - senza fare domande. Ma per adesso, ho in programma di essere qui stasera - ci vediamo stasera, è un appuntamento".

Mentre suggellava la promessa con un altro bacio sulla fronte, lei cercò di nascondere la sua apprensione.

No, di certo non è un appuntamento, pensò.

Rinoa voleva correggere quella scelta di parole, ma di nuovo, non avrebbe detto nulla se fosse successo due settimane prima. Fu grazie a quella finzione che si sentì spinta a continuare. Non aveva mai voluto che Zone rimanesse ferito, e aveva paura di illuderlo, ma dove stavano le sottili differenze tra l'amicizia e qualcosa di più? Si sentiva come se, ad un certo punto, lui avesse cambiato le regole. Ora lei aveva solo bisogno di capirle.

Pregava Dio di scoprire quell'equilibrio prima di quella sera.

*~*~*~*~*

I minuti successivi con Zone furono piuttosto scomodi, ma in generale sopportabili, rispetto alle conversazioni precedenti. A malincuore, lui accettò finalmente di andare al lavoro, come desiderava lei. Lo aveva incoraggiato ad andare in ufficio, insistendo anche che doveva riferire i suoi saluti ai colleghi. Erano stati tutti così d'aiuto; almeno i suoi amici che lavoravano a Timber, non i politici delle altre regioni che chiamavano per offrire le loro condoglianze.

Aveva ragionevolmente argomentato che il benessere di Timber non si sarebbe preso del tempo libero perché lei era in lutto. L'ultima cosa che voleva era che la città soffrisse. Era la verità, e anche lui aveva detto che la sua preoccupazione per gli altri era 'così tipica di Rinoa'. Forse le sue preghiere erano state un po' esagerate, ma la maggior parte di esse era comunque radicata nella verità. Gli aveva anche chiesto di controllare alcune cose che aveva sulla sua scrivania, per aiutarla a tranquillizzarsi.

Alla porta, si scambiarono alcune altre note di lavoro. Non era nulla di importante, solo quanto bastava per tenerla aggiornata. Lui menzionò di nuovo la sua irritazione sul dover lavorare sul disegno di legge dei trasporti, cosa che solitamente non era associata agli aspetti militari del suo lavoro. Era stato scelto da un comitato quando sembrava che tutti gli altri fossero già impegnati con altri progetti. Il consigliere politico del sindaco credeva che Zone o Watts fossero i migliori canditati al lavoro, dato che le loro relazioni con Fisherman's Horizon erano sempre state positive. Watts stava alleggerendo il suo carico di lavoro, quindi sfortunatamente rimaneva solo Zone, che davvero non era eccitato all'idea, ma l'aveva accettata senza opporsi.

Rinoa si sentiva male nell'ammetterlo con se stessa, ma era contenta di non essere stata scelta come legame con Fisherman's Horizon. Comunque, il disegno di legge era davvero importante per il commercio, perché un sistema migliorato per i pendolari tra Esthar e Timber sarebbe stato critico. Ad ogni modo, lavorare a stretto contatto con il Capostazione Dobe e sua moglie la metteva estremamente a disagio. I suoi passati rapporti con il Garden rendeva tese le relazioni politiche; sembrava che la colpa per associazione fosse ancora la norma quando era coinvolta FH.

Comunque, durante tutto il tempo passato a parlare alla porta, lei era estremamente consapevole della situazione dell'armadio. Non voleva mettere fretta a Zone, ma voleva continuare a far fluire la conversazione in una direzione positiva - una direzione positiva che finiva presto. Molto presto.

Quando infine la porta si chiuse, e Zone si avviò, lei si prese una piccola pausa per appoggiare la schiena alla porta. Alzò lo sguardo esausta e si prese quel secondo solo per darsi un contegno. Una mattina di inganno sembrava già un'eternità ai suoi occhi. Spostandosi sul fianco, sbirciò fuori dalla finestra, guardando con attenzione fino a quando la macchina di Zone fu fuori dal suo campo visivo. Tirò veloce le tende; questo almeno avrebbe dato loro un po' di tempo se un altro visitatore avesse deciso di farle grazia della sua presenza quella mattina - considerata la sua fortuna.

Tornando all'armadio, aprì la porta trattenendo il respiro, e poi aggiunse in tono di scuse: "mi dispiace davvero, davvero tanto".

Fu solo quando vide la scena piuttosto contorta che si trovò a reprimere una risatina. Era una brillante combinazione di ingenuità e flessibilità che era stata acquisita in anni di addestramento - o beh, forse era solo fortuna. Vide quanto sembravano infelici e simpatizzava davvero con loro... Ma dati gli eventi delle ultime settimane, non poteva ricordare nulla che l'avesse fatta ridere a quel punto.

Zell uscì per primo dall'armadio, prendendosi il comando. Cercò di scuotere tutte le sue estremità; non aveva mai pensato che fosse possibile intorpidirsi in tutti gli arti simultaneamente. Si sentiva persino il collo bloccato in una posizione permanentemente obliqua. Strofinandosi la ferita, che ora sembrava prudere parecchio, parlò per primo.

"Wow... è stato davvero imbarazzante."

Squall era ugualmente distrutto, ma nascose tutto il suo disagio uscendo silenziosamente dall'armadio.

"So che dovete essere stati orribilmente scomodi lì dentro. Volevo cercare di sbrigarmi, ma non potevo esagerare..." spiegò, sperando di non elaborare ulteriormente.

"Eh, non stavo parlando dell'armadio" affermò Zell con una risata sarcastica. "A dire il vero, parlavo del fatto che hai appena fissato un appuntamento con un tipo mentre il tuo ex ragazzo, con cui stai cercando di sistemare le cose, si nascondeva a portata d'orecchio. E non dimentichiamo, per tutto il tempo, che l'attuale ragazza del tuo ex ragazzo pensa che lui sia morto. Devi vedere l'ironia in tutto questo."

Rinoa si portò una mano sulla bocca, orripilata all'idea che avessero sentito tutto.

"Avete sentito tutto?" Anche se non intendeva dirlo ad alta voce, non poteva trattenere lo shock.

La porta di certo non era spessa, ma immaginava che sarebbe almeno servita a smorzare gran parte della conversazione. Lei e Zone non potevano essere stati così rumorosi, no? Forse Zell aveva l'udito equivalente a quello di un Red Bat, ed erano solo parole isolate. Rinoa non sapeva se essere imbarazzata o impressionata da quella svolta degli eventi.

Una cosa era certa, doveva chiarire con sicurezza che non era un appuntamento.

"...E Zell, non è un appuntamento. È solo una cena con un amico" lo corresse Rinoa.

Incrociò le braccia sul petto; il suo linguaggio del corpo sconfinava nel difensivo. Zell non mancò di notarlo, perché grazie ai nastri di auto aiuto, sentiva che questa era una nuova area di minima esperienza.

Lei cercò di minimizzare tutta la faccenda, tornando all'umorismo. "Ma grazie per averlo detto con lo stile drammatico che è tutto tuo, Zell. Penso che tu sia solo scocciato per il commento di prima, vero?" Gli sorrise, tornando alle vecchie routine.

Zell si dondolò sui tacchi, come se questo punzecchiarsi tra amici riportasse anche lui a molti anni prima. Normalmente non sarebbe stato così brusco sulla faccenda di Zone, ma c'era anche una certa stanchezza nella sua mente. Per non parlare del fatto che era ancora irritato con Squall per averlo piantato in asso in quel dannato furgone. Secondo lui, il Comandante si meritava quello sfottò - non altrettanto Rinoa, ma sapeva che lei riusciva a gestire una piccola canzonatura. Almeno sperava che quella parte del suo vecchio carattere fosse ancora intatta.

"Mi è stato detto di fare il bravo, ricordi? In un armadio, con Squall, era davvero necessario?" ribatté Zell, alzando le mani al cielo. Faceva tutto parte del suo stile naturale di cui lei aveva parlato solo pochi secondi prima. "Ma mettendo da parte la cosa dell'armadio, tutta quella discussione con Zone è stata molto im-ba-raz-zan-te da ascoltare. Sai, mi piacerebbe restare e capire questo triangolo, quadrato, esagono, o qualsiasi forma abbiamo raggiunto... ma c'è un divano letto che mi chiama."

Imbarazzata dal fatto che le parole di Zell avevano un fondo di verità, Rinoa rispose riluttante.

"Vai pure sul retro... fammi sapere se ti serve qualcosa."

Squall interruppe infine il suo silenzio auto-imposto. Non importava quanto questa riunione si stesse rivelando illuminante, che fosse buona o estremamente imbarazzante, c'era comunque una missione di base. Poteva essere ironico che fosse lui ad affrontare l'argomento, date le sue azioni, ma era anche l'unico modo per andare avanti. Se voleva la normalità, doveva attivamente indagare i fatti.

"Zell, dov'è il furgone?"

"Ah, sì, quello... me ne ero completamente scordato per un minuto. C'è un parcheggio comunale davanti a Timber Maniacs. L'ho parcheggiato lì."

"Chiavi?"

Anche le domande a una sola parola del Comandante erano dette con autorità. Rinoa doveva ammettere che c'era una certa qualità che non poteva negare quando era energico. Era una di quelle cose che l'avevano affascinata all'inizio, ma anche una di quelle che avrebbero contribuito alla loro rovina. Guardò Zell che sorrideva e gettava un paio di chiavi nell'aria. Squall le prese con i riflessi che lei ricordava - un miscuglio letale di abilità naturale e di ingegneria addestrata.

"Ci vai tu a prenderlo?" L'esperto di arti marziali dovette grattarsi la testa all'idea. Tutto il casino del furgone era una spina nel fianco per lui, anche se era essenziale al caso - sfortunatamente.

"No, lo prenderò io."

I due uomini si voltarono a guardare Rinoa quando parlò. Ad ogni modo fu solo Squall a dare voce alla sua protesta.

"Non possiamo chiederti di farlo."

"Davvero?" disse lei, guardandolo incuriosita. "Non fraintendermi, non dubito delle tue abilità furtive da SeeD stile ninja e tutto... ma a lato pratico, non sarebbe molto meno rischioso se io uscissi alla luce del giorno?"

"Ha ragione, Squall. Sai, poi siamo anche tipo una squadra, adesso" intervenne Zell, anche se non per la gioia del suo superiore.

"Non mi spingerei così in là" rispose Rinoa. Anche se si sentiva a disagio per l'uso della parola squadra, avrebbe lasciato correre per adesso. "Ma tecnicamente, sono l'unica qui che non è morta o in coma. In più, dopo tutta la pubblicità, sono davvero curiosa di vedere il furgone maledetto."

"In realtà, è il furgone dell'inferno" la corresse Zell. "Non dimenticartelo. Non gli piace essere chiamato con il nome sbagliato. Lui lo sa..."

Rinoa si voltò verso Squall, che non sembrava avere opinioni personali o paure irrazionali del veicolo. "Ok, allora... che aspetto ha? Potrebbe essere utile nel parcheggio."

"È bianco con un mazzo di rose rosse sulla fiancata. Dice 'Per Sempre in Boccio'. Non puoi mancarlo."

Lei non poté trattenersi; non era l'inquietante immagine mentale che le aveva dato Zell. "...Mi prendi in giro - il furgone dell'inferno è decorato con le rose?"

"Sì, vedi l'ironia" aggiunse l'esperto di arti marziali.

"Era pratico al funerale. Si mescolava facilmente agli altri furgoni di consegne" ragionò Squall. Poi si chiese cosa l'avesse spinto a difendere il piano ridicolo del Garden, ma a ripensarci la copertura era stata abbastanza pratica. Non sembrava così settimane prima dal letto d'ospedale.

Scuotendo la testa incredulo, fece un passo avanti offrendole le chiavi. "Grazie, Rinoa. Va' pure quando sei pronta. È davvero meglio così."

Lei prese le chiavi, sapendo quanto fosse difficile per lui permettere agli altri di aiutare. Sapeva che lui non voleva davvero darle problemi, che avrebbe preferito farlo lui stesso. A dire il vero, non sarebbe stata sorpresa se lui avesse voluto fare tutto da solo, data la sua natura solitaria. Erano quei piccoli passi in avanti che le dimostravano una crescita. Il fatto che lui la ascoltasse, e poi si fidasse del suo piano, senza dover essere convinto troppo, era davvero sbalorditivo. Lei non tradì la gioia che provava, accettò le chiavi con un semplice sorriso.

"Beh, ora che è deciso... vado davvero stavolta. Niente più distrazioni... solo dormire. Siamo a posto, giusto? Non si parla più di armadi, furgoni o appuntamenti?"

"Sì, va tutto bene." Squall annuì, e gli diede il permesso di cui aveva bisogno.

Appena prima che Zell sparisse nel corridoio, lei si rese conto del suo ultimo commento. Rinoa dovette chiarire un altra volta. "Non è un appuntamento. È solo una cena con un amico."

Ovviamente, anche mentre lo diceva, la distinta impressione che fosse un appuntamento permaneva, o almeno una delle due parti lo credeva.

"Sai che lo ha fatto apposta" disse infine Squall dopo un momentaneo imbarazzo.

"Cosa?" Rinoa lo guardò sospettosa.

Lui fece una pausa, sapendo di aver detto molto probabilmente la cosa sbagliata. Il Comandante aveva cercato di scendere a patti con tutto quello che aveva sentito prima. Non aveva alcun diritto di essere scocciato, ma qualcosa in lui rifiutava di sottomettersi a quell'idea.

Zell conosceva Squall, e nelle ultime settimane erano arrivati a capirsi meglio, anche se non per propria scelta. Nell'ultima settimana, avevano avuto alcune conversazioni che normalmente non sarebbero state fatte. Ad ogni modo, allo stesso riguardo, Squall stava iniziando a capire le sottili sfumature di Zell - spiegare quelle sfumature, comunque, era un'altra storia.

"Il commento di Zell - è solo il suo modo per farci parlare. Se ho imparato una cosa ultimamente è che ha un modo unico di essere diretto, senza mai essere diretto."

Il Comandante suppose velocemente di non poter spiegare a parole le abilità di Zell - i discorsi sui derivati della carne da soli la dicevano lunga su questo. Squall si rese anche conto che era la prima volta, dalla notte prima, che lui e Rinoa erano da soli, ed entrambi sembravano trattenersi. La realtà si rivelò a entrambi - erano state solo sollevate più domande quella mattina rispetto alle risposte date la sera prima.

Anche se Squall sapeva che poteva pentirsi di averlo chiesto, non era arrivato fin lì per indietreggiare davanti alle complicazioni adesso. Aveva sempre voluto che lei fosse davvero felice nella sua vita. Anche se significava che lei trovasse la felicità con qualcun altro, avrebbe accettato quella conclusione. Non poteva dire che non avrebbe sofferto - avrebbe sofferto da cani, ma forse era per questo che doveva saperlo adesso, prima di permettersi di diventare anche emotivamente vulnerabile.

"Allora, è un appuntamento?"

Rinoa fu colta di sorpresa dalla sua franchezza e dal suo candore. Voleva riderci su e dirgli che era parecchio fuori strada, ma non poteva esattamente farlo. C'era così tanta confusione nella situazione, ma doveva essere il più sincera possibile. Se c'era una qualche speranza per loro, le fondamenta doveva essere poste sull'onestà. Lui le aveva già mostrato quel fatto la notte prima, ora toccava a lei.

"Sinceramente per me non è un appuntamento. È davvero una cena con un amico. Solo che... non so proprio cosa prova lui."

"Davvero?" domandò Squall.

Era strano; non aveva alcun diritto di chiedere, quindi perché continuava? Nel profondo, poteva esserci qualche pregiudizio. La sua relazione con Zone non era mai stata solida, solo cordiale a dir tanto. Il loro unico legame era lei, cosa che sembrava vera adesso più che mai. Lui voleva davvero che lei fosse felice; era solo difficile pensare che potesse esserlo con Zone. Si odiava per questi pensieri ma, in qualche modo, le vecchie emozioni stavano improvvisamente trovando il modo di tornare a galla.

Lei nascose il viso tra le mani; voleva quasi crollare e piangere. Doveva essere sincera, ma questo significava anche sincera con se stessa.

"Dio, non lo so... sì, forse so che cosa prova. È solo... è come se tutto fosse annebbiato e io stessi solo cercando di svegliarmi - in un posto dove tutto con lui sembra normale. Squall, non posso perdere un altro amico, non uno dei miei migliori amici. Ho perso così tante persone negli ultimi anni... non anche Zone. Solo che non so cosa fare. Come posso anche solo iniziare a spiegargli parte di questo, di noi, adesso? Non voglio mentire, ma senza dirgli tutta la verità è solo... non posso."

Il Comandante non sapeva perché, supponendo che potesse essere puramente istintivo, ma le offrì la mano. Era un gesto di rassicurazione, ma la decisione finale al riguardo era lasciata a lei. Ricordava quello della sera precedente nella lavanderia, e di nuovo, lei scelse la via che la portò naturalmente nel suo abbraccio. Non era forzato o imbarazzante, non era come quando Zone cercava gli stessi gesti. Nella sua mente, sapeva che non c'erano paragoni, non c'erano domande.

"Lo capirai, lo fai sempre. Fidati di te stessa."

Le baciò la testa; di nuovo, era un gesto a cui nessuno dei due doveva pensare. Tutta la situazione era colpa sua e lui non avrebbe mai smesso di accettare la colpa. Rinoa aveva perso i suoi amici al Garden - tenersi in contatto era stato imbarazzante per lei. Come poteva mantenere gli amici quando c'era così tanto inganno tra loro?

Non aveva mai voluto oltrepassare i suoi limiti, ma si sentiva come se fosse in prestito sul tempo fin dal minuto in cui era arrivato. Ovviamente, con la comparsa di Zell, ora si sentiva come la stesse costringendo sia alla loro presenza che alla loro missione. Voleva trovare quelle parole che avrebbero migliorato le cose, ma sapeva anche che questa pace non sarebbe durata - era anch'essa in prestito sul tempo.

E quanto fosse a breve termine divenne evidente quando notò che l'attenzione di Rinoa era tornata alle scatole. Era un fantasma tra loro, l'argomento che nessuno dei due osava affrontare. Nel profondo, entrambi conoscevano il significato di un impegno mai richiesto. Prima o poi avrebbe dovuto scoprire esattamente cosa ci fosse nelle scatole, ma a quel riguardo c'era una rete di sicurezza nel non sapere - forse l'anello non era mai stato trovato. Quindi fu lì che entrambi tracciarono la linea non scritta, almeno per il momento.

Rinoa era sicura che lui avesse seguito il suo sguardo; poteva sentire il suo corpo irrigidirsi accanto a lei. Cercò di pensare a qualcosa da dire, per parlare del testamento, ma proprio non poteva, per qualche motivo. Era anche irritata con se stessa per essere ricaduta così facilmente tra le sue braccia. Ritraendosi, lei contrasse le labbra e scosse la testa. Era come se si stesse silenziosamente sgridando per il gesto di poco prima.

"Vado a controllare Zell, per essere sicura che non gli serva niente. Poi mi vestirò, prenderò il furgone, e potremo iniziare."

Squall non dovette nemmeno rispondere prima che lei si voltasse e si dirigesse sul retro. Non poteva sopportare l'imbarazzo e le emozioni contraddittorie, anche se capiva le sue incertezze. Ogni volta che lui sentiva che avevano fatto un passo avanti, lei sembrava distanziarsi, facendo svariati passi indietro. Non poteva biasimarla, non dopo tutti quegli anni senza di lui. Eppure era difficile rimanere composto in mezzo a così tanta indecisione.

Anche questa nuova rivelazione con Zone complicava molto la situazione. Rinoa aveva ammesso di non voler perdere il suo migliore amico - non si poteva negare la vicinanza che quei due avevano condiviso negli anni. Zone era una parte della sua vita da cui Squall sarebbe sempre stato assente. Zone era sempre stato lì - in tutti gli alti e bassi, ma cosa più importante, non era mai stato la causa principale di tutti quegli alti e bassi. Zone non era scomparso per tre anni per poi cercare di ravvivare la relazione più complessa conosciuta dall'umanità.

Si portò la mano alla fronte per la frustrazione, e si avvicinò alle scatole. Sapeva già che cos'erano, ma dopo aver visto l'indirizzo del mittente, ogni dubbio fu cancellato.

"Grandioso" borbottò.

Una cosa era sapere che le sue cose erano in teoria impacchettate, ma un'altra era vedere la sua vita sistemata in cinque semplici scatole. Questo significava anche che tutto quello che possedeva era già fuori dal suo appartamento. In alcuni modi, la diceva lunga sulla sua vita: su quanto fosse usa e getta la sua esistenza per il Garden. A quel punto, Shu aveva probabilmente dato le chiavi del suo appartamento al nuovo occupante. Gli avrebbe dato un gran mal di testa quando, e a quel punto 'se', avrebbe mai avuto la possibilità di tornare.

Dentro, sapeva che la sua eredità era molto più di questo... ma guardando quelle scatole, sembrava che tutta la sua vita potesse essere messa in una scatola e poi sistemata in cantina. Questo era tutto ciò che aveva, questa era la sua ultima eredità. Certo, il Garden avrebbe parlato di lui, avrebbe fatto lezioni su di lui, ma alla fine, la sua vita ammontava ad alcune scatole usa e getta e capitoli in un libro di testo.

Prima poteva finire questa missione, prima avrebbe potuto tracciare il resto della sua vita. In quel momento, non aveva altra scelta che seguire il corso lineare che il Garden gli aveva disegnato davanti. Ma con lei al suo fianco, poteva proprio farcela.

*****
Nota della traduttrice: ogni recensione e commento, anche in messaggio privato, sarà tradotto e inviato all'autrice, e ogni eventuale risposta verrà poi riportata qui. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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