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Autore: Magali_1982    25/10/2015    3 recensioni
Dean Winchester non è il solo a pregare e Sam desidera da sempre una sola cosa per lui.
"Dean merita di meglio".
[Post 11x03]
Genere: Malinconico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Potrei ammettere di essere stata spinta a scrivere ancora per colpa della bellezza nascosta della 11x03.
Potrei dare la colpa al solito losco gruppo (ma no, gliela do comunque! *scarica baril*).
Potrei fare la Dean Winchester della situazione e dissimulare.
Invece ammetterò che è solo per dare una shock blanket a chi se la merita più di tutti dopo la fuga di Rowena.
Vieni qua, Sammy. Ho tanti libri a casa e insieme potremo sparare a zero su quella patata di tuo fratello e sul suo Angelo!
Buona lettura, idjts!


 

"Please.Dean deserves better."




Sam aveva sempre voluto sapere tante cose.
-Quello intelligente sei tu, Sammy!-
Quante volte Dean aveva ripetuto quella frase?
Un po' per prenderlo per il culo, un po' per fraterna, genuina ammirazione, un po' perché- beh, Dean ha sempre avuto come difetto quello di schernirsi. Se le circostanze della vita fossero state un pelo più clementi con loro, forse non sarebbe arrivato ad andare a Stanford o in qualche altra prestigiosa università ma avrebbe stupito tutti con la sagacia, l'intuito e la passione che sapeva mettere in quello che gli piaceva fare davvero oltre la Caccia.
Nonostante Apocalissi scongiurate, aperture nefaste di Cancelli infernali, Patti dall' etica discutibile, Demoni e Angeli, nessuno dei due era cambiato.
Sammy voleva sempre sapere tante cose. A qualsiasi costo.
Dean voleva sempre proteggere. A qualsiasi costo.
Erano entrambi atratti dall' oscurità che volevano, dovevano combattere.
La soluzione all'ennesimo disastro imminente stava oltre il buio, dentro di esso. Troppo facile credere di trovarla lì, lustra e scintillante, nella luce.
Che poi.
A voler essere brutalmente onesti.
Avevano imparato o no che la luce stessa era una bella fregatura?
Una favola banale, confortante il tanto che bastava per tenere buoni e rincuorati?
Per questo si trovavano di nuovo tutti insieme, nel Bunker.
Pesti, con una o due costole malmesse, zigomi tumefatti e la schiena ritorta in un urlo silenzioso dopo l'ennesimo incontro violento con una lastra di cemento armato.
Dean era andato a letto con un canovaccio riempito di cubetti di ghiaccio, tenendosi ben stretto addosso il rifiuto posto all' offerta di Castiel. La sua faccia la mattina dopo sarebbe stata un curioso incidente con una melanzana: lividi ovunque, gonfiori dove le ossa non avevano retto il pugno di un Angelo sotto incantesimo, un labbro spaccato.
Lui aveva lasciato Cas poco dopo, con modi spicci a tradire la rabbia che covava inaspettata sotto mille domande.
Era decisamente brutto scoprirsi solleticati da un'ira senza motivo per colpa delle due persone a cui voleva più bene al mondo.
Era ancora peggio realizzare, nello spazio di pochi secondi, di aver sempre provato lo stesso, esatto ribollire di sangue e nervi quando Dean e Cas provavano a dare una misura concreta al loro legame.
Se davvero l' intelligente era lui, bastava mettere insieme tutti gli indizi, no? Come fosse una Caccia. Alla fine la soluzione arrivava sempre.
Tranne se si trattava di suo fratello, un raro esemplare di bastardo troppo occupato a nascondere un cuore d'oro e di una creatura celeste piombata nell' umanità con tutti i suoi pro e contro.
I loro occhi s' incontravano e si apriva istantaneamente un mondo fatto di molte più parole di quelle dette, di gesti pensati e mai fatti, di una comprensione destinata ad avvitarsi su se stessa perché privata del giusto sfogo.
Questo è quanto sai, Sammy. E quello che non sai ti sta facendo incazzare.
Aprì con un grugnito la pesante porta blindata.
La notte lo aggredì silenziosa e limpida col suo freddo.
Aveva sempre voluto sapere, conoscere. Convinto di aver fatto tutta la pratica necessaria con Dean. Erano cresciuti insieme e anche quando le circostanze li avevano portati a dividersi, era certo di ricordare come faceva colazione ogni giorno e la data esatta in cui era caduto nella sua dipendenza da pies; aveva memorizzato come reggeva la tazza del caffé - suo fratello soffriva di un pessimo rapporto con manici sempre troppo piccoli per le sue dita tozze e brusche-, quale cassetta sarebbe stata la prima infilata nel mangianastri di Baby.
Non sapeva una sola cosa.
In un solitario, unico spazio vuoto, stavano le mille domande la cui risposta avrebbe solo esaudito l' unica preghiera che contava per lui.
Dean merita di meglio.



Il cofano di Baby non era il massimo del confort ma non stava cercando un posto dove riposare.
Se ne stava seduto lì da ore, con una birra in mano e nessun interesse per le stelle che sopra il suo capo si spostavano lentamente, segnando l'arrivo dell' alba.
Un cigolio sommesso e prolungato. Il tonfo di un pesante battente di piombo.
Dei passi lievi.
Castiel lo raggiunse con le mani infilate nelle tasche del trench e la sua stessa incapacità di alzare gli occhi oltre il ciglio della strada.
-Sono tornati i problemi d' insonnia?-
-Diciamo che ora sono consapevole della loro esistenza.-
Ok.
Forse l' Angelo non meritava un benvenuto così brusco e allusivo.
Aveva riconquistato la sua Grazia a un prezzo altissimo, lottato per giorni contro l'impulso di uccidere instillatogli da un incantesimo e nonostante fosse stato torturato dai suoi stessi fratelli, umiliato e tradito, aveva avuto la forza di lottare e rimanere aggrappato a se stesso per ritrovarli.
Averlo di nuovo in squadra significava sollievo, una parentesi di gioia che si sarebbe chiusa troppo presto, schiacciata da nuovi pericoli.
Non era necessario porsi la domanda retorica su chi li avesse scatenati.
Castiel tenne le spalle un po' curve, mentre si sedeva vicino al Cacciatore. Sam avvertì di non essere solo e allo stesso tempo, sapeva che la mente dell' Angelo era altrove. Un altrove molto incasinato, pieno di preoccupazione e rimorso.
Scattò in piedi prima ancora di rendersene conto.
-Adesso basta.-
Con un secco mezzo giro sui tacchi, si voltò per fronteggiare meglio l'amico. Per un attimo gli occhi confusi e tristi di Cas lo fecero vacillare ma s' impose di riacciuffare subito l'aria autoritaria con cui programmava di parlargli.
- Tu e Dean sarete la vera causa della mia morte, lo sento.-
-Sam. Non sai quello che dici.- La voce di Castiel era calma, in grado di rassenerare un indemoniato.
Peccato che un indemoniato fosse nulla in confronto a un Sam Winchester ormai saltato giù nell' abisso.
E quando lo aveva fatto, quel salto?
- Dean non farebbe mai una cosa del genere e io-
-Piantala di sparare cazzate!-
Non c'era più dubbio. Non ricordava il momento ma aveva decisamente saltato.
Il mondo intero stava per finire, di nuovo, era colpa dei fratelli Winchester ancora una volta.
Un copione già visto, imparato a memoria.
L'eccezione stava nell' avvertimento di una Reaper e nella consapevolezza che non ci sarebbero stati viaggi di ritorno, questa volta.
Se proprio tutto doveva esplodere, meglio farlo con la coscienza pulita e quell' ultima, dannata risposta alle mille domante per veder esaudita la sola preghiera importante.
- Perché non glielo hai mai detto?-
Per un istante, Castiel sembrò raggelarsi. Ogni lineamento si scolpì in un muto esempio di stupore.
Scosse il capo dopo un' eternità durata secondi e non chiese cosa non avesse mai detto e a chi.
- E' forse necessario, Sam?-
L' Angelo li aveva sempre chiamati per nome, ogni volta che aveva potuto.
Sembrava indispensabile affermare il più spesso possibile chi erano, al di là dei ruoli in cui giochi molto più grandi di due fratelli volevano affibbiargli.
Per Castiel, Dean e Sam sarebbero semplicemente rimasti Dean e Sam.
La sua famiglia.
Continuò a studiare con affetto consumato e silenzioso quell' uomo alto, arrabbiato e prezioso per lui. Lasciò scoperta la rassegnazione e la consapevolezza che teneva sempre ben nascosta, felice di sentirsi libero almeno una volta di far parlare i propri sentimenti, anche se col Winchester sbagliato.
-Certo che lo é! Ora più che mai!- fu l'accorata risposta. Sam si tolse i capelli dalla fronte con un gesto frustrato.
-Questa volta è diverso. Potremmo non farcela. Vuoi davvero privare te e Dean di una cosa tanto importante?-
L' Angelo sospirò e chiuse gli occhi. Non li aveva ancora aperti, quando tornò a parlare.
- Ti abbiamo causato dolore. Mi dispiace.-
Il Cacciatore spalancò la bocca, per poi richiuderla.
-Vorrei solo vedere mio fratello felice. Per un giorno, una settimana, non m'importa. Lui merita di meglio.-
-E secondo te io potrei essere il meglio?-
Una trappola.
Un' umanissima, tenera provocazione. Se dovevano essere onesti, Castiel esigeva lo fossero fino in fondo.
Sam lo scrutò da capo a piedi.
Una creatura celeste rinnegata e braccata, dalla Grazia ferita e mutilata. Un uomo con la schiena sempre un po' curva perché impegnato a chinarsi su chi voleva proteggere.
-Sì.-
Lo esalò come una resa e vi mescolò insieme un piccolo sorriso.
-Sappi che Dean non è il solo a pregare. Lo faccio anche io, ogni giorno.-
Sopra di loro il cielo divenne nero, il sole si preparava a sorgere. Un altro giorno da vivere, un'altra occasione non di fare quanto giusto ma di riparare qualche pezzo di cuore.
Il sorriso di risposta di Castiel avrebbe potuto rivaleggiare con milioni di stelle. Senza aggiungere altro, si staccò dall' auto e tornò indietro.
Sam finì la sua birra e non cercò di fermarlo.
-Non avercela con lui, se non vuole farsi guarire- lo avvertì d' impulso.
Non avercela con lui se non sa chiedere scusa.
L' Angelo bloccò la mano sulla maniglia di ferro della porta. Il vero significato delle parole di Sam divennero una nuova coperta in cui avvolgersi.
-Penso di poterlo perdonare anche per questo, Sam.-
L'uomo rise e poi cacciò indietro una lacrima inopportuna.
-Possibile che tu mi abbia ascoltato?- bisbigliò nella notte ormai vecchia.
A est, una linea rosa si delineò sempre più netta. Doveva considerarlo un "sì" e farselo bastare.

 
  
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