Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: giuliabianconi99    26/10/2015    0 recensioni
La mia vita cambiò totalmente con il suo arrivo: con l'arrivo di colui che cambiò definitivamente la mia vita.
Solitamente una coppia si conosce bene, va a convivere, si sposa e poi ha figli...
Noi facemmo tutto all'incontrario...
Questa è la mia vita, da quando ho scoperto di essere rimasta incinta,
incinta di Justin Bieber.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE NAME



Catlin's Pov

I tergicristalli andavano avanti e indietro, scostando le gocce d'acqua che si schiantavano sul vetro dell'auto e mi viene quasi naturale seguire con lo sguardo la infrenabile corsa delle goccioline, che si frantumano sul mio finestrino. Amo quando piove ed io sono in macchina, la trovo una sensazione magnifica.

Come al solito non riuscivo a giustificarlo per quel suo comportamento da bambino di due anni, probabilmente non eravamo fatti apposta per stare insieme, così come pensavo... è come se fossimo due opposti, come il buio e la luce: due cose talmente diverse da non poter condividere nemmeno lo stesso spazio. Il problema è che si dice che gli opposti si attraggono, ma penso che sia solo un'enorme cazzata.
Sarei stata destinata davvero a crescere un bambino da sola? Cosa avevo fatto di tanto tremendo da meritarmi questa vita così travagliata?
E mi veniva quasi spontaneo farmi quelle domande ogni volta che Justin mi faceva del male, per il semplice fatto che avevo paura. Paura di quello che poteva succedere dopo, perché era davvero difficile immaginarmi un mondo senza Justin.

Appena accostò la macchina, scesi sbattendo forte la portiera e cominciai ad avviarmi per il vialetto che conduceva a casa sua, ma poi mi fermai a metà strada, con la pioggia che mi bagnava tutti i vestiti: non era casa mia, io non avevo le chiavi e tanto meno una camera tutta mia, e li si che iniziavo a rimpiangere di aver litigato con mia madre.
Aspettai che Justin mi passasse avanti, dopo di che, non appena aprì la porta mi infilai in casa, salii le scale di corsa e mi gettai in bagno, senza chiudere la porta.
Mi sedetti su pavimento ghiacciato, con la schiena contro il muro e mi portai le mani al viso, mentre  alcune lacrime mi rigarono le guance. Cercai di tirarmi in piedi per vedere allo specchio come mi ero conciata, visto che mi continuavo a strofinare gli occhi: è inutile dire che ero messa peggio di un panda.
Poco dopo sentii qualcuno salire le scale e sperai con tutta me stessa che Justin non entrasse, ma ogni speranza andò a farsi benedire.
“Cat, senti scusami, non volevo trattarti così.”
“Stai zitto, non voglio più sentirti parlare.”
Si avvicinò a me con aria sconsolata e mi afferrò dolcemente per un braccio.
“Lasciami!”
“Amore, ascoltami tu sei mia!”
“No, tu non hai capito proprio niente, io non sono proprio di nessuno!”
“Amore, ti prego! Guardami” così dicendo, mi prese il viso tra le mani e mi pulì il trucco colato. Mi divincolai il più possibile, ma lui mi strinse ancora di più, ma non cercando di farmi del male: quella presa era dolce e gentile. Volsi lo sguardo da un'altra parte, lontano dai suoi pozzi ambrati, ma avvicinandosi di più al mio viso, mi costrinse a guardarlo dritto negli occhi “ho reagito così impulsivamente perché avevo programmato una serata stupenda, ma le cose non sono andate come previsto. Speravo che questa serata sarebbe passata magnificamente...”
Come potevo non perdonarlo? Quei suoi occhi color caramello fuso, erano così sinceri.
“Ok, ma fai il geloso ancora, come questa volta e io giuro che...” non mi diede nemmeno il tempo di finire la frase, che subito mi stampò un dolce bacio a fior di labbra.
“Scusami.”

Mi prese per una mano e mi portò in camera. Iniziai a levarmi i vestiti bagnati rimanendo in intimo e mi infilai velocemente sotto le coperte, seguita a ruota da Justin che subito dopo spense la luce.
I nostri corpi distavano l'uno dall'altro almeno mezzo metro ed io cercavo di far di tutto pur di non sentire il suo calore, perché nonostante lo avessi perdonato, dentro io ero ancora un po' arrabbiata.
“Vieni qui, non ti mangio mica sai?”
Rimasi in mobile, giusto il tempo di realizzare ciò che aveva appena detto e subito dopo cercai di allontanarmi da lui il più possibile, ma ogni tentativo fu vano, perché mi prese quasi immediatamente per i fianchi, trascinandomi verso di lui.
La mia schiena si scontrò con il suo petto caldo e muscoloso, provocandomi dei brividi lungo tutto il mio esile corpo. Fece passare una mano sotto il mio braccio, fino a posarlo sulla mia pancia:“Sai, stare vicino mi rende felice. Il tuo profumo è così buono” disse sensualmente.
Cominciò a baciarmi il lobo e con la mano a massaggiarmi una coscia, stava cercando di farsi perdonare, ma nel frattempo voleva anche un'altra cosa.
Mi girai di scatto verso di lui e sussurrai un 'no' per fargli capire che non ne avevo voglia.
Un 'ok' uscì dalla sua bocca e fortunatamente non si era offeso, forse perché infondo se la spettava come risposta. Mi girai con la faccia verso la sua e con una mano gli accarezzai i capelli e con l'altra avvicinai il suo viso al mio, per far combaciare le nostre labbra. Lui mi voleva e sinceramente anche io, ma dopo quello che aveva fatto si meritava una bella punizione.
“Solo Dio sa quanto ti amo.”

Mattina seguente

La sveglia del mio cellulare suonò, avvisandomi che erano già le undici passate. Feci un grande sbadiglio e poi mi voltai dal lato del letto dove Justin dorme, ma lui non c'era. Mi alzai dal letto a malavoglia, come sempre d'altronde, frugai nell'armadio di Just e gli fregai una maglietta. La indossai e senza farlo apposta passai davanti all'enorme specchio che precedeva le scale per andare al piano di sotto e nonostante fossi solo alla quinta settimana di gravidanza, il mio piccolo pancino iniziava a farsi vedere. Beh, se uno non avesse saputo che ero incinta, non lo avrebbe notato benchè minimamente. Mi passai la mano più volte sulla pancia, poi scesi le scale ed in soggiorno, trovai Justin sdraiato sul divano:“Buongiorno amore” gli dissi.
“Buongiorno tesoro, ti ho preparato la colazione.”
“Adesso non ho molta fame.”
Mi sedetti sul divano, mettendo le gambe sulle sue e iniziai a giocherellare con il suo ciuffetto ribelle, fino a quando si girò e mi sentii invadere da un senso di vuoto, i suoi occhi mi facevano sempre quell'effetto: mi svuotavano totalmente.
“Hey, tutto ok?” mi chiese, circondandomi con le braccia i fianchi
“Ehm, si scusa, mi ero distratta un attimo.”
Mi scrutò perplesso ancora per qualche secondo, poi piano posò una sua mano sulla mia pancia e mi chiese: “Come sta la piccolina?”
“Bene, ma perché usi il femminile?”
“Perché secondo me sarà femmina.”
“Io invece spero che sia un bel maschietto, proprio come il suo papà.”
“Va bene, allora facciamo così: entrambi scegliamo un nome, io femminile e tu maschile, e chi vince, da il nome che ha scelto. Ok?”
“Perfetto, tu che nome hai in mente?”
“Joffrey.”
“Vorresti seriamente dare a tuo figlio il nome del principe stronzetto di The Game of Thrones?!”
“Daiii, è bello come nome! Allora dimmi, te come lo vorresti chiamare se fosse femmina?”
“Aurora.”
“Bleah!”
“Come 'bleah'? Ah già, giusto... a te i nomi italiani fanno schifo. Se fosse femmina come la chiameresti?”
“Penso... Americus.”
“Dio, Cat hai dei gusti orribili nello scegliere i nomi!”
“Questo lo dici tu” dissi facendogli l'occhiolino.
Ci furono alcuni minuti di silenzio, ma poi mi feci coraggio:“Ti ricordi cosa ti ho detto un paio di giorni fa?”
“Si, amore, ma c'è tempo...”
“Justin, non c'è tempo: tra meno di otto mesi partirò e dobbiamo ancora trovare i soldi, cercare una casa e sistemarla!”
“Lo so, facciamo così, questo pomeriggio chiamo mio padre e gli dico che torno a lavorare, così sei più tranquilla?”
“Si, grazie mille amore, anche se voglio anche io vorrei fare qualcosa.”
“Cat, ne abbiamo già parlato.”

Qualcuno suonò il campanello di casa.
“Cat, vai tu per favore” mi sussurrò, con ancora le braccia sul mio bacino.
“Ok” mi alzai e gli diedi uno di quei baci, con lo 'smack' finale.
Spostando le gambe dal corpo di Justin, girai attorno a divano ed andai ad aprire la porta.
Mi ritrovai davanti un uomo sulla quarantina circa:“Salve, come posso aiutarla?”


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^^^ANGOLO SCRITTRICE: Hey bellezze, come promesso ho postato subito un nuovo capitolo.
Avete capito di chi si trova davanti la nostra Cat? Provate ad indovinare!
Aggiorno non appena mi fate sapere cosa ne pensate e mi raccomando, se avete spunti o idee su come mandare avanti la FF, non esitate a dirmi la vostra.
Ps: perdonatemi anche questa volta, lo so che il capitolo è cortino, ma almeno ho aggiornato subito :)^^^

 
  
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