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Autore: Dragon gio    26/10/2015    2 recensioni
La mia personale visione della storia dopo il cap 699, non tiene conto degli eventi canonici del manga.
Sono trascorsi due anni dalla guerra, Sakura sta iniziando a cambiare, quello che un tempo era amore per Sasuke ora è divenuto semplice affetto. Naruto continua ad amarla in silenzio, senza mai osare mettersi in gioco. E mentre la giovane si interroga sui suoi sentimenti, Sai si fa avanti con coraggio e decide di dichiararsi alla "racchia".
{Naruto/Sakura ♥ Sai/Sakura} Accenni Hinata/Naruto
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Epilogo Epilogo

Dal giorno della partenza di Sasuke da Konoha, la vita della famiglia Uzumaki aveva ripreso a scorrere placida, cullata da giorni piacevoli alternati da altri molto difficili.
 
Tre anni erano già trascorsi, lunghi e perigliosi. Un periodo davvero difficile per il settimo Hokage, che da tempo immemore si batteva perché la verità sul clan Uchiha e tutti i complotti attuati dai consiglieri di Danzou venissero allo scoperto. Reclamava giustizia, come era giusto che fosse, ma purtroppo aveva scoperto a sue spese che la politica era la rovina di ogni villaggio.
Le faide di sangue, le guerre, erano partite tutte da lì, da ideologie sbagliate, da dogmi vecchi e superati. Naruto non voleva essere ricordato come un uomo che non aveva fatto altro se non imitare i suoi predecessori, lui desiderava realmente rivoluzionare l’intero sistema del mondo ninja.
 
Nell’ultimo periodo, Naruto aveva perso un po’ la fiducia nel sistema gerarchico di Konoha e si sentiva, per la prima volta, davvero sconfitto. Ma proprio quando se ne stava dietro la scrivania a crogiolarsi nella depressione, Sasuke fece il suo ritorno.
 
Come sempre, la gente di Konoha lo evitava, squadrandolo con sospetto, indifferenza. Ma ormai Sasuke ci aveva fatto l’abitudine, non gli interessava affatto della gente di Konoha. A lui importava solamente tornare a casa.
Shikamaru nemmeno si era scomodato a lamentarsi con il suo Kage, quando quest’ultimo aveva ricevuto la notizia dalla squadra Anbu di Yamato che l’amico Sasuke aveva appena messo piede nel villaggio. Tanto sapeva che la prima cosa che avrebbe fatto, sarebbe stato di mollare baracca e burattini e correre da lui, come infatti fece.
Sasuke era reduce da un lungo ed estenuante viaggio, totalmente debilitato, con gli abiti strappati, lerci e coperto di polvere. Ma a Naruto non importava affatto, lo abbracciò con foga, sporcandosi il suo bel mantello candido di Hokage.
 
“Sono a casa…” aveva ripetuto flebilmente a Naruto, lasciandosi crollare letteralmente fra le sue braccia.
 
Per prima cosa, lo aveva portato all’ospedale da Sakura, ove gli fece subito un check up completo. Dopo un paio di giorni, anche se era ancora debole, lo fece dimettere e lo condusse nella loro nuova casa.
Sasuke rimase molto sorpreso nel rendersi conto che la nuova abitazione di Naruto, sorgeva ove un tempo vi era il ghetto degli Uchiha. Sorrise sghembo, immaginando quanto questa scelta avesse infiammato l’opinione pubblica.
 
Era una bella casa indipendente, con ben tre piani distinti e autonomi. Al piano terra, vivevano Naruto, Sakura, e i due figli. Al secondo piano, Sai e Shion, c’era anche una stanza in più che era divenuto lo studio di disegno di Sai. Infine, il terzo piano era rimasto vuoto.
Sasuke non comprese fino al momento in cui Sakura non gli mise fra le mani un paio di chiavi. Lui le osservò totalmente inebetito per svariati secondi.
“State scherzando, vero?”
“Affatto! Hai bisogno di un posto dove vivere, no? Questa casa è immensa, il terzo piano non lo usa nessuno di noi al momento, quindi è tuo!” Spiegò zelante Sakura con il sorriso stampato in viso. L’Uchiha si rigirò fra le dita la chiave, sfiorandola più volte con incertezza.
“Non posso accettare…”
“Piantala di fare lo scontroso, Teme!”
“Naruto ha ragione! Questa non è un offerta di carità, ma solo l’occasione per iniziare una nuova vita a Konoha!”
Avrebbe voluto ribattere con durezza, avrebbe dovuto restituire la chiave e andarsene nuovamente per i fatti suoi. Ma ormai Sasuke aveva girato il mondo, compiendo ogni genere di azione possibile per redimersi, per lavare via il suo sporco passato di criminale. Aveva ritrovato i suoi vecchi compagni, risanato antiche ferite, non c’era più nulla che dovesse fare là fuori. Chiuse a pugno la mano con la chiave per poi rivolgersi ai due amici con un mezzo sorriso.
 
“Grazie…”
 
Era quanto di più meraviglioso potessero mai aspettarsi da uno come lui. Mentre erano intenti a discutere su come arredare l’appartamento di Sasuke, Shinachiku e Shion rientrarono a casa accompagnati dalla loro piccola sorellina.
“Avete fatto tardi, ragazzi!”
“Lo so, scusa mamma! Ma è colpa di Hanami, si è azzuffata un'altra volta con la sua compagna di banco!”
Sentenziò stizzito Shinachiku indicando lo scricciolo pelle o ossa nascosto dietro di lui. Una bimba dal visino paffuto e i capelli rosa legati in due codine, si fece avanti, ruggendo come un cucciolo feroce verso il fratello maggiore.
“E’ colpa sua, Shina-chan! E’ cattiva, dice che odia i miei capelli!!”
Sasuke rimase interdetto, quella bambina era uno strano incrocio fra Naruto e Sakura. Il colore dei capelli rosa, come quelli della madre, ma gli occhi azzurri erano chiaramente identici al padre. Senza contare il bel caratterino che stava sfoderando. Nonostante la differenza di stazza fra lei e suo fratello, lo affrontava senza timori.
“Aha, taci pulce! Sei tu che sei una litigiosa!” esclamò Shion colpendola sulla fronte con uno schiocco delle dita, facendo irritare ancora di più la piccola.
“Uffaa!!”
“Ragazzi, ora basta!” tuonò tutto un tratto Sakura mettendo a tacere ogni sorta di ribellione. Solo allora i tre si resero conto che avevano un ospite, e non si trattava di una persona qualunque.
“Zio Sasuke!!” quasi urlò per lo stupore Shinachiku, anche Shion si mostrò sorpreso dalla sua presenza.
La piccola Hanami invece, era ovviamente spaesata. La madre le si avvicinò e si chinò verso lei.
“Hanami, voglio presentarti una persona!” la prese per mano e la condusse davanti a Sasuke.
“Lui è Sasuke Uchiha, un caro amico mio e di tuo padre!”
 
Hanami dovette sollevare più che poteva la testolina per poter vedere bene in viso lo strano uomo, era altissimo rispetto a lei. Quando lo osservò con maggiore attenzione, il suo cuoricino prese a battere forte.
“Piacere di conoscerti, Hanami…”
La bimba rimase muta per molti secondi, con lo sguardo sognante e le guance arrossate. Sakura dovette darle una pacca sulla schiena per farla riprendere dal suo stato di trance.
“Hanami, non si saluta?”
“Eh? Ah, sì! P…piacere mio…!”
I due fratelli non capirono perché si comportava così, non era proprio da lei mostrarsi timida con gli sconosciuti. Sakura sorrise interiormente, perché sapeva cosa avesse fatto rimanere così tanto imbambolata la figlioletta. Naruto al contrario, provò uno strano e inspiegabile istinto omicida verso Sasuke.
 
“Mamma scusa, ma papà dove è?”
“Oh, Sai è in missione Shion! L’ho mandato ad est per controllare alcuni movimenti sospetti, dovrebbe essere di ritorno in serata non temere!”
“Ok, grazie papà Naruto!”
“Mh. Non sei un po’ grandicello per chiamarlo ancora così?” L’aria arrogante con cui Sasuke aveva ripreso Shion, balzò subito agli occhi di quest’ultimo che non si fece cogliere impreparato e rispose a tono.
“Cosa è, sei invidioso? Vuoi che chiami anche te papà Sasuke?”
“Fallo, e ti uccido moccioso!”
“Tranquillo, non potrei mai mancarti di rispetto, mio caro e vecchio zietto Sasuke!”
“Attento a te…”
“Vuoi batterti, zietto?”
“Quando vuoi!”
“Ehi! Non vale, ci sono prima io Shion! Zio Sasuke, hai promesso che ti saresti battuto con me al tuo ritorno, Shannebayo!”
“Su su, non litigate! Sasuke è appena tornato, dategli fiato, ‘tebayo!”
 
Mentre i maschietti di casa erano intenti a perdersi in altri discorsi da macho, Hanami tirò il vestito di Sakura che si inginocchiò di fianco a lei.
“Mammina, è proprio bello Sasuke-chan, vero?!”
“Sì Hanami, è un bell’uomo… ma io preferisco papà!” rispose Sakura donandole un piccolo bacio sulla fronte.
“Su, è ora di farsi il bagno! Sei di nuovo tutta sporca di terra!”
 
L’accesa riunione di famiglia, culminò poi più tardi quando anche Sai rincasò. Quella sera, dall’abitazione Uzumaki provennero molte grida e risate, nonché rumori di piatti e finestre rotte. Ma poco importava, perché ora la famiglia era, finalmente, tutta riunita sotto il medesimo tetto.
 
 
Nel periodo avvenire, Sasuke dovette riabituarsi a vivere a Konoha, cosa che esulava totalmente dal suo stile di vita da vagabondo. Non rimaneva mai a lungo in un villaggio e per la maggior parte del tempo, si appostava sempre in montagna o fra fitte boscaglie isolate. Quindi per lui, ci fu un duro e intenso corso di “recupero” per tornare a vivere civilmente fra altre persone.
Nel frattempo, si preoccupò di riempire l’appartamento con i pochi mobili di cui necessitava per sopravvivere. A lui le cose materiali non erano mai interessate molto.
Aveva preso a fare un eccezione però per i fiori che gli regalava Hanami. Puntualmente, ogni giorno, si presentava da lui con un mazzolino fresco di fiorellini di campo appena colti. Alle volte riusciva anche a comperarli dagli Yamanaka, tipo quando sfidava i suoi amichetti alla lotta e lei vinceva puntualmente, depredandoli dei soldi per la merenda.
 
Pur essendo Sasuke un uomo molto austero, che rare volte si concedeva di lasciarsi andare alle emozioni, accettava sempre i fiori di Hanami. Vedere il suo visino paffuto sorridergli gioioso, donava un certo piacere al petto di Sasuke che si scaldava per qualche istante.
 
 
Fu veramente un periodo bizzarro per Sasuke, i giorni si susseguirono velocemente, così tanto che un anno era volato via praticamente senza che lui se ne rendesse conto.
Lui che aveva passato praticamente tutta la vita fra battaglie, missioni di spionaggio e quanto altro, ora si trovava a dover compiere scelte se possibili ancora più ardue.
 
Sasuke continuava ad osservare stizzito i capi di abbigliamento che la commessa aveva posato sul bancone per lui. Abitino giallo limone oppure quello blu scuro da marinaretta? Quale dei due sarebbe stato meglio sulla nipotina acquisita Hanami? Ma soprattutto, perché mai doveva partecipare a questo rito arcaico della festa di compleanno? Emise un lungo e pesante sospiro, poi rivolse uno sguardo evidentemente troppo carico d’ira alla commessa, dato che lei sussultò violentemente.
“Non avete altri modelli?”
“E…ecco… le ho già fatto vedere tutti quelli disponibili in negozio…”
L’ennesima occhiataccia in tralice, fece tremare letteralmente la povera giovane che si affrettò subito a rispondere.
“P…però, potrei guardare in magazzino, forse c’è qualcosa nei nuovi arrivi!”
“Mh. No, lasci stare.”
Sasuke fece per allontanarsi, con sommo sollievo della commessa che aveva ripreso a respirare. Ma prima che potesse realmente rilassarsi, vide l’inquietante cliente tornare sui suoi passi.
“D…desidera?”
“Grazie.” Disse atono Sasuke prima di fare un piccolo inchino e poi, finalmente, dileguarsi dal negozio. La commessa era rimasta impietrita e commossa al tempo stesso, non sapeva bene nemmeno lei.
 
Decisamente fare shopping non era il forte di Sasuke, specialmente se doveva farlo per un'altra persona. Quei tre pazzi che si proclamavano “la sua famiglia”, lo avevano praticamente obbligato a partecipare alla festa di compleanno per la piccola Hanami. Il 19 Giugno avrebbe compiuto quattro anni. Purtroppo per l’algido Uchiha quel giorno era oggi e lui ancora non aveva scelto il suo regalo. Non che non si fosse impegnato in questa missione, aveva pure tentato di seguire i consigli dei tre suddetti famigliari.
Naruto diceva che avrebbe amato un buono per mangiare gratis del ramen da Ichiraku, prima di venire ovviamente picchiato da Sakura. Lei, essendo la madre, aveva consigliato a Sasuke di comperarle un bel abitino estivo, e anche secondo lui pareva una buona idea. Ma poi era entrato in scena Sai, affermando che Hanami era un maschiaccio come Sakura e di certo, non avrebbe mai indossato una gonna. Prima di essere trasformato pure lui in un ragù umano, aveva fatto in tempo a dare il suo consiglio a Sasuke sul regalo: un libro di fiabe.
 
Erano giorni che Sasuke girava per negozi di libri, di abbigliamento e alimentari, ma con scarso successo. Ogni volta che le commesse gli piazzavano sotto il naso decine di modelli diversi di ogni articolo, lui iniziava a sudare freddo e non capirci più niente. Pur vivendo a stretto contatto con tutti loro, si rese conto di non sapere un accidenti di niente di cosa piacesse ad Hanami.
Guardò l’orologio della piazza, era ora di pranzo. La festa sarebbe iniziata solo verso tardo pomeriggio, adesso Hanami doveva trovarsi ancora all’asilo, sicuramente fra poco i due fratelli sarebbero andati a prenderla.
 
 
Appostati fuori dall’asilo nido di Konoha, due giovani Shinobi stavano facendo confusione come loro solito, attirando l’attenzione generale su di sé.
I vari genitori venuti a riprendere i figli, li osservavano sempre curiosi e confusi. Come era mai possibile che quei due fossero imparentati con il settimo Hokage?
Il più grande, Shion, ora aveva diciotto anni e come sua madre Sakura, si stava facendo un nome nel campo della chirurgia medica. Preferiva di gran lunga stare in una sala operatoria piuttosto che sul campo, l’esatto opposto del suo fratellastro. Shinachiku, ormai sedicenne, aveva ereditato il carisma del padre, ma anche la sua tendenza a far danni. Non obbediva mai ai superiori, quando era in missione era peggio di una mina vagante. Lui odiava dover usare le arti mediche, quindi faceva sempre di tutto per far sì che i suoi compagni di team non rimanessero feriti. E le sue parole erano veritiere, tutti volevano andare in missione con Shinachiku Uzumaki, perché sapevano che ne sarebbero usciti senza manco un graffio.
Non permetteva mai ad un nemico di avvicinarsi ai suoi amici, pena l’essere fatti a pezzi a suon di pugni spacca crosta terrestre, il Rasengan non lo usava praticamente mai. L’unico che lo portava a dover usare certe tecniche era solo Sasuke, che nelle loro sfide mensili lo batteva ancora di brutto.
E la sorellina Hanami non era da meno, pur frequentando ancora l’asilo, era già un bel tipetto tutto pepe, tanto che gli amichetti la soprannominavano tempesta rosa.
 
La suddetta piccola peste, uscì come di consueto correndo nell’ampio cortile. Era impossibile non notarla dato il fracasso che faceva nel salutare gli amichetti. Per i due fratelli, individuarla anche in mezzo ad un immensa folla, era assai facile.
“Oh, eccola! Hanami-chan, siamo qui!”
La bimba, non appena incrociò gli occhi con quelli verdi di Shinachiku, gli corse incontro tutta sorridente.
“Fratellonee!” Si buttò sulle sue gambe, abbracciandolo con foga estrema, tanto che Shinachiku per poco non cadde per terra.
“Fratellone, in braccio! In braccio!” trillò tutta euforica la piccola e sapeva che essendo il giorno del suo compleanno, i due fratelli non le avrebbero negato alcun capriccio.
“Ok, ok!” Shinachiku tirò su la sorellina senza alcuna difficoltà, stampando poi un bacetto sulla sua guancia rosea.
“Buon compleanno, Hanami-chan!”
Sorrise tutta giuliva e poi rivolse uno sguardo di sfida a Shion, che per tutta risposta la ignorò. Hanami allora gonfiò sdegnata le guance, arrabbiandosi.
“Shion-chan, fammi gli auguri!”
“Te lo scordi, pulce! Non diventerò il tuo burattino per l’intera giornata!”
“Sei cattivo, ecco!”
Shinachiku, ben conscio di essere fra due fuochi, cercò di appianare la situazione.
“Eddai Shion! Non vorrai davvero metterti a litigare con lei?!”
“Io non sto litigando, è quella pulce che si arrabbia sempre!”
“Non chiamarmi pulce!!”
“Ma tu sei una pulce! Una piccola, piccola pulce!” Shion rincarò la dose su quel piccola, sapeva quanto Hanami fosse suscettibile sulla sua altezza. Si divertiva un mondo a stuzzicarla, lei perdeva subito le staffe scatenando lotte tragicomiche fra i due.
 
Shinachiku dovette sorbirsi i loro litigi per tutto il tragitto che li divideva da casa. Non che fosse un reale problema, ormai ci aveva fatto l’abitudine. Sapeva che per quanto Shion tormentasse la sorellina, l’amava più di chiunque altro in famiglia. Nessuno doveva anche solo osare pensare di farla soffrire in alcun modo, perché altrimenti se la sarebbe vista con il suo bisturi di chakra. Gli seccava ammetterlo, ma Shion era fottutamente bravo ad usare tale tecnica, non solo in sala operatoria.
 
Giunti a casa, furono accolti all’ingresso da Naruto. Sapevano che quel giorno, nonostante i rimproveri di Shikamaru, il settimo Hokage si sarebbe preso una pausa per festeggiare con la sua famiglia il compleanno di Hanami. E poi, come diceva sempre Naruto, Il Kage bunshin è nostro amico, non vi era alcun rischio quindi che i suoi importanti impegni politici saltassero.
 
“Hanami-chan!!” Naruto non diede quasi tempo ai figli di mettere piede dentro casa, che già si era impadronito della bimba che ora squittiva felice fra le braccia del suo papà.
“Occavolo, stavolta non l’ho proprio visto!” biascicò Shinachiku con ancora le mani nella medesima posizione di prima, solo che invece che tenere in braccio Hanami aveva il vuoto.
“Quando mai lo vediamo? Anche se invecchia, non perde la sua velocità!”
“Ti ho sentito Shion!”
“E diventa sempre più suscettibile sulla sua età…” bisbigliò sogghignando amabilmente.
“Ti ho sentito di nuovo!!”
“Ragazzi, ora basta fare casino!” Sakura, come sempre, imponeva l’ordine in casa. Qualcuno d’altro onde doveva farlo, quello ormai era covo di pazzi scatenati.
“Papino, oggi stai con me?”
“Ma certo Hanami-chan! Non ti lascerò sola un secondo!” replicò Naruto strusciando il viso contro quello della figlioletta.
“Papino, la tua barba mi punge!”
“Aha, scusa Hanami-chan! Mi sono scordato di farmela! Ma rimedio subito, ‘tebayo!” mise giù la piccola e corse su per le scale alla velocità della luce, suscitando le risate di Hanami.
“Mamma, io vado!”
“Shion, non ti fermi a pranzo?”
“No, ho da fare in ospedale, scusami!”
“Va bene, ma cerca di esserci stasera, ok?”
“Tranquilla mamma! Non mi perderei mai per nulla al mondo il compleanno di questa pulce!”
Sentendosi chiamata in casua, Hanami reagì istintivamente.
“E non chiamarmi pulce, Dattebaro!”
Shion si prese il tempo per sfoderare il suo miglior sorriso strafottente.
“Oh, la pulce si è infuriata!” esclamò divertito mentre parava, senza alcuna fatica, i piccoli pugni che tentava di tirare Hanami verso il fratello.
“Un giorno ti batterò, vedrai!”
“Certo, come no!”
“Sì, invece! Ti sconfiggerò, Dattebaro!!” Hanami puntò minacciosa il suo ditino paffuto verso Shinachiku, gonfiando il petto e gridando tutta convinta.
“Poi diventerò Hokage!”
“Oh, auguri! Se speri che papà ti ceda il posto stai fresca, cara la mia sorellina!” ghignò Shion facendo irritare, se possibile, ancora di più Hanami.
“Vedrai se non ci riuscirò! E una volta Hokage, sposerò Sasuke-chan!” affermò con aria sognante la piccina, immaginandosi il momento tanto agognato in cui vedeva se stessa con l’abito da sposa accanto a Sasuke.
“Hai proprio pessimi gusti, sorellina!”
“Fatti gli affari tuoi, uffaa!”
 
Sakura, che aveva sentito tutto nell’altra stanza, si ritrovò a ridere. Decisamente Hanami era figlia sua, dato che la sua prima cotta riguardava il medesimo uomo che le aveva fatto perdere la testa quando era piccola.
La giornata proseguì piena e laboriosa, Sakura, Naruto e anche Sai si diedero un gran da fare per ultimare i preparativi per la festa di Hanami
 
Sai stava sfornando l’ultima teglia di biscotti quando si accorse che erano già le sei ormai. Molti degli amici di famiglia erano giunti a casa Uzumaki, così come alcune amichette di Hanami. La festa iniziò, c’erano tutti, proprio tutti. Tranne Sasuke.
Naruto ogni tanto gettava un occhiata fuori dalla finestra per vedere se arrivava, ma niente. Sakura sospirava afflitta, temendo che Sasuke si fosse scordato della festa di Hanami. Si rattristò pensando a quanto la piccina ci sarebbe rimasta male, tutto quello che desiderava realmente era che Sasuke fosse presente. Aveva deciso di indossare addirittura l’abitino che sua madre aveva comperato per lei, nonostante Hanami detestasse mettersi in ghingheri.
 
“Sasuke-chan, verrà!” continuava a ripetersi la piccola, rammentava chiaramente quando la mattina stessa, prima che Sasuke uscisse gli avesse promesso di essere presente alla sua festa. E lei credeva ciecamente in Sasuke-chan.
Si stava facendo tardi, la maggior parte degli ospiti se ne era andata. Hanami aveva scartato i regali, soffiato le sue quattro candeline sulla torta a due strati che le aveva preparato zia Ino in persona. Eppure lei, continuava ad attendere che il suo amato Sasuke-chan comparisse davanti la porta di casa.
 
Ma lui non arrivò. Non c’era più nessuno, tutti erano rincasati e Sakura stava riordinando la sala aiutata dai figli. Sai stazionava nervoso in cucina a lavare i piatti, mentre Naruto tentava di convincere Hanami ad andare a letto, dato che erano le dieci di sera.
 
“No! Sasuke-chan verrà! Me lo ha promesso!”
 
Gli occhi di Naruto si strinsero dolorosamente, così come le labbra che dovette mordersi con ferocia per impedire agli insulti verso Sasuke di fuoriuscire.
 
“Nah, Hanami-chan… Sasuke non verrà per stasera…” posò entrambe le mani sulle spalle della figlioletta, sperando di farla ragionare.
“Ma… papino, lui ha promesso! Lo ha promesso!”
Bastò l’espressione sconsolata di Naruto perché la bambina comprendesse che purtroppo non stava mentendo. Sasuke non sarebbe davvero venuto. Iniziò a singhiozzare disperata.
“Hanami-chan, non piangere! Se Sasuke non è potuto venire, ci sarà una ragione seria, vedrai!”
“Sasuke-chan mi odia…”
“No, non è vero!”
Il pianto sofferto di Hanami radunò istantaneamente tutta la famiglia in sala, la prima che corse ad abbracciarla fu Sakura.
“Non piangere, tesoro…”
 
Nessuno fra i presenti poté fare nulla, Sakura prese in braccio la piccola e la cullò qualche istante prima di decidere di portarla a letto. Il pianto di Hanami si poteva udire anche una volta che furono nella sua stanza, con la porta chiusa.
Naruto scattò in piedi, l’aria furiosa, i pugni talmente stretti da tremare. Sai gli fu immediatamente vicino, afferrandolo per una spalla e impedendogli di precipitarsi fuori a cercare Sasuke. Per quanto, pure lui desiderasse ardentemente riempirlo di pugni fino a farlo svenire.
 
“Questa volta zio Sasuke ha esagerato, Shannebayo!” Shinachiku diede voce ai pensieri dei presenti, aggiungendo inoltre con una nota di rabbia che gliela avrebbe fatta pagare per aver fatto piangere la sua sorellina. Ma la reazione più preoccupante fu quella che ebbe Shion. Non emise un fiato, ma tirò un pugno alla parete accanto a lui. La forza che ci aveva messo era tale che le crepe avevano raggiunto il soffitto, creando una profonda voragine nei mattoni.
Sai lo scrutò allarmato, Shion aveva imparato a domare la sua emotività crescendo, ma quando toccavano la sua famiglia esplodeva come un vulcano. In quel momento provò pena per Sasuke, non avrebbe voluto essere nei suoi panni quando sarebbe capitato dinanzi il figlio.
 
Prima che la situazione degenerasse, ci pensò Sakura a placare gli animi, dopo che con molta fatica era riuscita a far addormentare Hanami.
Convisse il marito, i figli e Sai che per ora era meglio andare a letto e affrontare Sasuke il giorno dopo, tanto più che non avevano idea di fosse andato a finire quel disgraziato.
 
 
Doveva essere l’una del mattino quando Hanami si sentì scrollare per una spalla. Aprì a fatica un occhietto, la figura alta e sfocata che gli si parava dinanzi la prese di sorpresa facendola sobbalzare.
“Aha!!” Hanami stava per urlare quando la bocca le venne prontamente tappata da una mano. Prima che la travolgesse il panico, una voce maschile a lei famigliare la tranquillizzò
“Sono io Hanami, sono Sasuke…”
La piccola dovette strofinarsi più e più volte gli occhi assonnati, prima di rendersi conto che non stava sognando. Sasuke era lì, accanto al suo letto, con il suo solito sguardo accigliato.
“Sasuke-chan…” sussurrò lei sorpresa, per poi ricordarsi del motivo per cui aveva pianto così tanto fino a qualche ora prima.
“Sasuke-chan, sei cattivo! Avevi detto che venivi alla festa! Mi hai mentito!!” Hanami era davvero arrabbiata, continuava ad accanirsi verbalmente su Sasuke quando egli le mostrò un mazzolino di fiori.
“Scusami se ho fatto tardi… buon compleanno!”
Hanami si zittì improvvisamente, davanti a lei c’era questo mazzo di fiori stupendo, di un tipo che lei non aveva mai visto. Sembravano delle margherite, ma i petali erano rosa ed erano anche piuttosto grossi. Prese i fiori in mano e inspirò a fondo il profumo che emanavano. Lei sorrise tutta felice ed esclamò che quel profumo le ricordava i fiori di ciliegio.
“Grazie, Sasuke-chan!”
 
L’improvvisata notturna non passò inosservata al resto della famiglia. Quando Sasuke uscì dalla camera, stanò velocemente i molesti famigliari che avevano origliato fino ad un istante prima.
Sospirò appena dicendo loro di venire allo scoperto, altrimenti perdeva la pazienza ed era già stata una giornata assai pesante per lui.
“Si può sapere perché ci hai messo così tanto?! Dove diavolo sei stato, ‘tebayo?!”
“Ho avuto da fare, Dobe!”
“Non usare quel tono saccente con me!! Dovrei sfondarti il culo di calci, Sasuke!!”
“E perché, Dobe?”
“Hai fatto piangere la mia bambina! Tu! Mostro! Non ti perdonerò maii!!” Quella che doveva essere una discussione seria, stava prendendo sempre più l’aspetto di una zuffa tragicomica fra due bambini. Tutta la tensione che avevano accumulato nelle ultime ore, svanì totalmente. E poi, vedere due adulti che si insultavano come due scemi ti faceva perdere tutta la rabbia che avevi in corpo.
 
“Su, ragazzi andiamo a dormire! Lasciamo che quei due se la sbrighino da soli!” sentenziò Sakura massaggiandosi le tempi doloranti.
“Un attimo, mamma!” disse Shion serio. Si avvicinò a Sasuke e lo guardò dritto negli occhi. Per un attimo Naruto temette il peggio, ma poi vide Shion rilassarsi e sorridere.
“Non temere Sasuke, non dovrai chiedermi scusa!”
“Scusa, di cosa?”
Troppo tardi Sakura comprese cosa preannunciasse quel sorrisetto plastico.
“Shannarooo!”
Il pugno di Shion volò dritto in faccia a Sasuke, che venne scaraventato con violenza fin nella stanza adiacente.
La faccia sconvolta di Naruto non era nulla a confronto di quella di Shinachiku, Sakura al contrario trattenne a stento un risolino.
Sai incrociò le braccia al petto sorridendo giulivo, ben conscio di quanto quel pugno avesse fatto bene al suo umore, anche se non era stato lui a darlo personalmente a Sasuke.
Quando Shion si voltò verso i genitori e il fratellastro, affermò con una calma disarmante “Bé, qualcuno doveva farlo, no?”
 
Shinachiku esplose e si lasciò andare ad una risata liberatoria, seguito a ruota da Sakura.  
 
“Ben fatto, figliolo!”
“M… ma…” Naruto balbettava totalmente sotto shock indicando prima Shion e poi quel che restava di Sasuke, ancora steso in terra con la testa conficcata nel muro. Quando Sakura si chinò verso l’Uchiha e si assicurò che fosse vivo, si rivolse serenamente al marito.
“Oh, non temere se la caverà! Un po’ di ghiaccio sulla testa, una bella dormita e domani sarà come nuovo!”
“Ma…!”
“Naruto caro, ci pensi tu a lui, ok?” Sakura schioccò un bacino sulla guancia di Naruto e poi, come se nulla fosse accaduto, salì le scale seguita a ruota da Sai, Shinachiku e Shion.
 
Rimase immobile ancora per qualche secondo a fissare l’Uchiha, che con fatica si rimetteva in piedi, l’aria stordita, i capelli spettinati e sparati in aria pieni di calce.
Tutto sembrava fuorché il temibile Sasuke Uchiha e Naruto non resistette, esplose in una risata malcelata che ovviamente fece incazzare ancora di più l’amico.
 
“Ti sei fatto mettere K.O. da un ragazzino! Pff… ha ha ha ha!!” E rideva e rideva Naruto, si dovette portare le mani alla pancia tanto si contraeva per gli spasmi dal troppo ridere.
“Taci, Dobe!” bofonchiò risentito Sasuke prendendo velocemente le scale, fuggendo con la coda fra le gambe, come aggiunse Naruto subito dopo.
“Oi, Sasuke!”
“Che vuoi ancora?!”
“Ci hai messo così tanto perché volevi trovare proprio quel tipo di fiori, vero?”
 
Sasuke sussultò come colto in fallo ma cercò tuttavia di mantenere la sua espressione inflessibile. Chinò appena il capo e fece spallucce, fingendo disinteresse.
“Mh. Figurati se perdo una giornata intera per scalare montagne, attraversare boschi e paludi, per trovare uno stupido fiore in via di estinzione a Konoha!”
Naruto dovette mordersi seriamente le labbra per non riprendere a ridere come un pazzo. Sasuke, resosi conto di essersi messo nel sacco da solo, si morse letteralmente la lingua. Ma non poteva impedire al rossore farsi strada sulle guancia pallide.
“Tsk. Vado a letto, un'altra parola Dobe e ti ammazzo, lo giuro!”
“Ok, signor musone!”
 
 
Il mattino dopo, come era prevedibile, Sasuke si svegliò con un mal di testa incredibile. Scese al piano terra come di consueto, era abitudine della loro grande famiglia stare tutti assieme all’almeno all’ora di colazione. Entrando nell’appartamento di Naruto, un delicato profumo di cibo gli solleticò le narici e stimolò lo stomaco che gorgogliò in un sentito brontolio. In effetti era da ieri che non mangiava nulla, si sentiva molto affamato. Giunse in cucina e il primo che incontrò fu Sai. Si cambiarono un cenno di saluto seguito da un mesto ‘giorno e poi tornarono ad ignorarsi, come sempre. Vennero raggiunti da Sakura, che si scusò con Sai per avergli lasciato l’onere di preparare da mangiare per tutti.
 
“E’ colpa di Naruto se ci ho messo tanto a prepararmi stamattina, scusami!”
“Nah, Sakura-chan! Dai sempre la colpa a me quando ti alzi tardi!”
Naruto era giunto pochi secondi dopo e, con la medesima grazia di cui era dotato fin da piccolo, si avvinghiò letteralmente a Sakura, posando sensuale le labbra sul collo.
“Non mi pare che prima ti sia dispiaciuto attardarti nel letto, Sakura-chan…”
“Baka!!” Il gomito di lei lo raggiunse dritto nell’addome, facendolo piegare in due. Sai alle spalle che se la rideva. Il viso di Sakura aveva assunto tutte le tonalità del bordò, era inequivocabile che lei e Naruto avessero una vita sessuale molto attiva. E poi, anche se a Sasuke non fregava niente, Sai era un gran pettegolo e non perdeva occasione di spifferargli i dettagli più piccanti. Se non avesse saputo che Sai era un tipo socialmente ritardato con le persone, avrebbe giurato che gli stesse proponendo di andare a letto con lui.
Nel caos dei suoi pensieri, quasi non si accorse del piatto che Sakura gli posò sotto il naso. Riso, verdure, pesce e pomodori freschi, quale meraviglia per il suo stomaco affamato.
Stava per addentare famelico il primo boccone quando nella stanza entrò Shion. I due per un attimo si osservarono si sottecchi, sotto gli sguardi curiosi degli altri.
“Buongiorno a tutti!” dopo aver elargito un gran sorriso ai presenti, andò a sedersi di fronte a Sasuke, quasi ignorandolo.
 
Mentre consumava la sua deliziosa colazione, Sasuke squadrava sconcertato Shion. Come era mai possibile che un ragazzino pelle e ossa come lui, potesse tirare simili pugni? La risposta gli venne incontro direttamente.
“Naruto, Baka!! Ti sei sporcato di nuovo il mantello da Hokage con il ramen!”
“S…Sakura-chan, ti chiedo scusa!!”
“Shannarooo!!”
Decisamente con tutti i lati del carattere che Sakura poteva trasmettere al figlio, quello aggressivo era sicuramente il meno preferito da Sasuke. Masticava piano il suo riso misto a pesce, quando un concitato rumore di passi non si precipitò verso la cucina.
“Primo! Ho vinto ancora io, Hanami-chan!”
“Aha! No, non vale Shina-chan!! Tu sei partito prima di me!”
“Tutte scuse! Ho vinto! E questo significa che gli ultimi due dolcetti alla marmellata sono miei!”
“Non è giusto! Papinoo!”
Hanami era una gran furbetta, ogni volta che le cose non andavano come voleva lei, si gettava fra le braccia del suo papino.
“Hanami-chan! Non ti preoccupare, ci pensa il tuo papino a proteggerti!”
E lui era così tonto da cascare nelle sue subdole trappole ogni dannata volta. Le bastava mostrare i suoi grandi, teneri e innocenti occhioni azzurri che Naruto capitolava ai suoi piedi come un burattino. Adorava a dir poco la figlia, la metteva su un piedistallo quasi, causando gelosie negli altri figli. Per quanto, essendo parecchio più vecchi di Hanami, avrebbero dovuto evitare di rendersi ridicoli ogni volta mostrando facce risentite.
 
Ed era proprio in quei momenti che Sasuke si fermava a riflettere su loro.
 
Ognuno di loro era pieno di difetti. Ognuno dei membri di quella pazza famiglia si portava dentro il peso degli errori passati. Ognuna delle persone presenti in quella chiassosa stanza, erano la luce di Sasuke, senza cui ormai, inevitabilmente, non avrebbe potuto nemmeno respirare.
 
E a modo loro gli avevano fatto comprendere che, presto o tardi, pure un uomo come lui sarebbe stato in grado di perdonare se stesso per ogni attimo di sofferenza che aveva fatto scontare alla sua grande, folle amata famiglia. Che avrebbe potuto cambiare il suo destino, rendendo partecipe il villaggio che ancora oggi lo guardava con sospetto, che pure i membri del clan Uchiha erano in grado di amare.
 
Presto o tardi, ce l’avrebbe fatta pure lui. Più presto che tardi.
 
Sooner or later 
Trying to swim but your sinking like a stone, Alone 

And I can feel fire in the night 
Waiting here 
Baby its like we're 
Walking on a wire thru the fear 
Take my hand 
We'll get there 
 
Sooner or later, I swear we’re gonna make it, we’re gonna make it,
Sooner or later, I swear we’re gonna make it, we’re gonna make it,

Milk and honey ’til we get our fill
I’ll keep chasing it, I always will
Sooner or later, I swear
We’ll make it there

Sooner than later.


END
26-06-2015

 
 
  
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