Out
Of Normality
Ormai non eravamo più ad Hogwarts e non eravamo
più ragazzini. Ne avevamo passate tante sia io che lei. In tutti quegli anni saremmo dovuti crescere. Ma a dir la
verità, eravamo cresciuti solo fisicamente. Il problema vero era il
carattere, il controllo delle proprie emozioni. Per esempio, in quel momento
non mi sentivo per niente adulto. Mentre la guardavo da lontano, seduta al suo
tavolo a parlare con Luna e Neville, mi sentivo più ragazzino di quanto in
realtà non fossi mai stato. Emanava una gioia e una dolcezza simili a quelle
dei tempi di Hogwarts e, come allora, il mio cuore faceva i salti mortali
quando la vedeva.
Sentii una dolce melodia invadere l’aria e mi ci
volle un po’ prima di capire che era opera dell’orchestra, piuttosto che una
reazione alla sua vista celestiale. Decisi che era il momento giusto per
parlarle. Ma parlarle seriamente, senza dar vita a quelle chiacchiere superflue
che continuavamo a scambiarci dal giorno del mio sedicesimo compleanno.
«Ginny, ti va di ballare?». Di sicuro era il
metodo migliore per iniziare.
«C…Certo» e iniziammo a ballare.
Era sorpresa e imbarazzata, evidentemente non se
lo aspettava. Ma d’altronde, ero nella sua stessa situazione. Quella decisione
era stata guidata dall’istinto, che, a quanto pareva, non stava dando più segni
di vita con consigli su come procedere.
«Bella cerimonia, non è vero?» iniziò lei.
«Vero. Certo che tuo fratello ci ha messo un po’
a chiedere ad Hermione di sposarlo, no!?». Ma vedi chi parla, mi trovai
a pensare.
«Già, d’altronde Ron è sempre stato molto lento
per queste cose» ridacchiò. Era una risata cristallina, ma fatta per nascondere
chissà quali emozioni.
Rimanemmo in silenzio per un po'. Dovevo parlare.
Eppure avevo un nodo in gola. Anzi no, avevo paura. Paura che mi dicesse
di no, paura che mi ritenesse un pazzo, paura che non mi amasse più. Era strano
come proprio io, Harry Potter, colui che aveva sconfitto Voldemort, avessi
paura di pronunciare due semplici parole. Allora presi fiato e iniziai a
parlare.
«Sai Ginny, ciò che sto per chiederti, ma
soprattutto, la maniera in cui sto per farlo, va contro tutti gli schemi. Forse
te l’avrei dovuto domandare tra qualche mese o - più semplicemente - l'avrei
dovuto fare in una maniera che si potesse definire normale. Eppure, ora sono
qui, senza anello, senza mettermi in ginocchio e ti chiedo: Ginevra Molly
Weasley, vuoi sposarmi?»
Dopo quella domanda, mi aspettavo di vederle
usare qualsiasi tipo di magia per farmi saltare in aria, o anche uno dei
prodotti di Fred e George. Ma, la risposta che non mi sarei mai aspettato di
sentirle pronunciare, fu proprio quella che disse con il suo sorriso pieno di vera
felicità.
«Si Harry, lo voglio»