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Autore: LoryLex    28/10/2015    2 recensioni
Ritorno con un progetto che ritengo abbastanza folle.
Ho deciso di scrivere questa storia basandomi sul mio primo libro letto, che all'epoca, e anche adesso, mi fece sognare come non mai, trasportandomi nei suoi luoghi remoti.
Tratto dal testo:
-Sei... -balbettò Christal. -Sei forse...?
-Un fantasma? No.
-E allora chi sei?-. Le tremava la voce. Aveva dimenticato come ci si rivolgeva agli sconosciuti.
-Hai visto la donna sotto il ghiaccio, vero?
-Come lo sai?
Entrambi avevano fatto una domanda ed entrambi attendevano una risposta.
-Chi sei?- ripetè la ragazza.
Il giovane abbassò lo sguardo e sorrise. Si scostò una ciocca di capelli dalla fronte. -Sasuke- rispose.
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Caroline guardò fuori dalla finestra, nella notte buia. -Sei proprio sicura che questa sia la stanza della mamma?- chiese trasognata. -E' qui che dormiva?-. Si buttò sul letto, sopra il tappeto di foglie, e si raggomitolò.
-Dobbiamo andare- la incalzò Christal. -La troveremo, ne sono sicura. Anch'io voglio rivederla. Ritroveremo nostra madre Hinata, Caroline-.
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Volevo solo dirvi che i figli di Naruto e Hinata in questa storia non esistono, le due loro figlie sono due dei miei Ooc, ma spero che la storia vi piaccia lo stesso, vi aspetto numerosi!
Lorylex;
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Tsunade | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Consumati dal Tempo

 

 
Capitolo 7;
 
Chiyo la svegliò, nell'oscurità crudele della "mattina" di Hokage's House.
Tirò le tende e la luce della luna illuminò la figura di Christal, la testa sulla scrivania, vestita di tutto punto.
La donna appoggiò sul comodino un vassoio con una tazza di tè e qualche biscotto.
-Come mai non hai dormito nel tuo letto?- domandò scrutando Christal. -Tsunade vi sta facendo lavorare duramente. Tu e Caroline siete troppo deboli per reggere un simile ritmo.
-Sono stanca- convenne Christal. Si alzò dalla scrivania e si lasciò cadere sul letto, i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle sembravano una pozza scura ad incorniciarla. Poi prese un biscotto e cominciò a sbocconcellarlo distrattamente, con lo sguardo fisso fuori dalla finestra.
-Chiyo,- chiese con indifferenza –perché non vediamo mai la luce del sole? Perche’ non riesco a stare sveglia? Tu ci riesci?
La governante fece un respiro profondo. –Perche’ è così che viviamo.
-Ma perché? Sono sicura che una volta era diverso! Almeno, così mi sembra di ricordare. In che anno siamo?
-Quante domande- sbuffò Chiyo. -Che importanza ha? Ogni giorno deve essere uguale all'altro.
-Ma perché non posso svegliarmi di giorno?- insistette Christal.
-Questo devi chiederlo a tuo padre- tagliò corto Chiyo. Si sistemò i capelli bianchi e sospirò. Poi riprese il vassoio e andò nell'altra stanza a svegliare Caroline.
Christal finì in fretta il suo biscotto e balzò giù dal letto per dare un'altra occhiata alle lettere. Non se la sentì di leggere quella d'amore, così si raggomitolò di nuovo sotto le coperte e si concentrò su quelle in Giapponese.
Erano difficili da tradurre rispetto ai testi elementari a cui era abituata. A poco a poco, però, riuscì a comprenderne il significato.
 
... Naturalmente la famiglia comprende le vostre difficoltà nel gestire questa faccenda. Non si può permettere a Sasuke di comportarsi secondo i suoi capricci... Viviamo in un'epoca più razionale, ma il pericolo è sempre in agguato. Non possiamo abbassare la guardia...
 
Non riuscì a decifrare la frase successiva. Riguardava la famiglia Uzumaki e qualcosa concernente la storia e la discrezione.
La lettera si concludeva con saluti e baci alla famiglia, comprese lei e Caroline. Il mittente era un certo Fugaku Uchiha. Christal immaginò che si trattasse di un amico di famiglia che all’epoca viveva in Giappone, inoltre aveva lo stesso cognome di Sasuke, perciò magari erano parenti con quest’ultimo . La lettera era datata agosto 1789.
Christal avvertì un improvviso brivido di freddo. In che anno erano adesso?
La lettera seguente era stata scritta due mesi più tardi. Il mittente sembrava arrabbiato. Qualunque fosse il problema, evidentemente non era stato risolto come aveva sperato. Esortava infatti a prendere provvedimenti in un tono che non ammetteva repliche: Sasuke doveva essere spedito a Edo* il prima possibile. A più riprese si parlava di una donna, senza però che il suo nome fosse mai menzionato.
Christal passò velocemente alla terza lettera. La storia continuava, ma il tono era cambiato. Il mittente non era più arrabbiato e il testo riguardava un piano d’azione. L’uomo proponeva di venire di persona in Inghilterra per scovare Sasuke e parlare con lui. Evidentemente, quella donna rappresentava una minaccia maggiore di quanto avesse supposto.
E stavolta la nominò: Sakura.
Nel leggere quel nome, Christal sentì un formicolio alle dita. All’improvviso fu cosciente del solletico dei capelli sulla faccia, del peso delle coperte sul suo corpo, del silenzio che avvolgeva la stanza.
Sakura.
Non si ricordava di nessuna Sakura. Ma allora perché quel nome le faceva quello strano effetto?
Sfogliò avanti e indietro le pagine della sua memoria, senza riuscire a trovare quella giusta.
Sakura. E qualcun altro.
Dopo aver bussato frettolosamente alla porta, Tsunade fece irruzione nella stanza. Christal ficcò le lettere sotto il cuscino.
-Su, Christal, è ora di vestirsi. Sbrigati!- disse l’istitutrice. –Che cosa stai facendo?
-Stavo… stavo scrivendo nel mio diario. Vi chiedo scusa-. Sgusciò fuori dal letto tirando su le coperte, nella speranza che la donna non venisse a ficcare il naso.
Tsunade si avvicinò, limitandosi però a lanciare un’occhiata sommaria.
 
 
Durante la colazione Caroline fu piuttosto allegra e continuò a chiacchierare con Chiyo. Mangiò il suo uovo alla coque e il pane tostato, servito su un piatto di porcellana bianco e azzurro, al tavolo della cucina. L’ambiente era gradevolmente tiepido e, per un breve istante, Christal fu quasi portata a credere che ogni cosa fosse come doveva essere.
Tsunade era di nuovo impegnata con Naruto e alle ragazze fu concessa una pausa dallo studio. Chiyo, senza dubbio per ordine di Naruto, non lasciò alle due sorelle la minima occasione di origliare la conversazione tra il padre e l’istitutrice. Prima le coinvolse nella preparazione dell’impasto del pane e poi le mandò a prendere una boccata d’aria fresca, con la ferma raccomandazione di non allontanarsi dal giardino.
Una volta fuori, Christal riferì a Caroline il contenuto delle lettere che aveva letto.
-Quindi Sasuke ha fatto qualcosa di brutto- concluse Caroline. –Non capisco che cosa possa significare. E chi è questa Sakura?
-Non so proprio che cosa pensare di Sasuke- disse Christal. –Quelle lettere mi hanno confuso le idee.
Ma non ebbero molto tempo di parlare. Pochi minuti dopo, l’istitutrice uscì precipitosamente di casa alla loro ricerca. In cucina, Chiyo era intenta a riordinare le stoviglie, con un’espressione stizzita in volto. Christal ne dedusse che doveva avere avuto una discussione con Tsunade a proposito della vigilanza nei loro confronti e che evidentemente Chiyo non avrebbe dovuto permettere che uscissero da sole.
Sulle prime Tsunade non parlò, limitandosi a fissare Christal con un’espressione adirata. La ragazza non riusciva a sostenere il suo sguardo.
-Christal, sei proprio una ragazzaccia- disse Tsunade. –Non so più cosa fare con te. Devi andare in biblioteca a parlare con tuo padre. E’ una questione molto seria. Caroline rimarrà qui con Chiyo.
Christal si avviò in biblioteca.
Avevano scoperto il furto delle lettere? Il colloquio con suo padre la terrorizzava. Ma perché se la prendeva solo con lei, quando anche Caroline era stata sua complice?
Il tragitto era breve, ma la ragazza se la prese comoda. Non se la sentiva proprio di affrontare suo padre. Una volta davanti alla porta, con il cuore in gola, fece un respiro profondo e bussò.
-Avanti-. La voce le giunse attutita.
Christal aprì la porta ed entrò. Il fuoco scoppiettava nel caminetto. Il bagliore delle fiamme guizzava sul dorso dei libri sugli scaffali, per lo più volumi di botanica, la passione di suo padre. Christal lo ricordava chino su disegni di fiori e trattati che descrivevano diffusamente le piante esotiche scoperte nel Nuovo Mondo.
L’orologio tintinnò sulla mensola del camino, battendo il quarto d’ora. Naruto era in piedi, di spalle, in fondo alla stanza, vicino allo scaffale attraverso il quale Christal era sbucata nell’altra Hokage’s House.
-Papà,- mormorò la ragazza –Tsunade mi ha detto che volevi vedermi.
Naruto si voltò e attraversò la stanza per venirle incontro. Christal si aspettava di essere rimproverata, ma suo padre allungò una mano e le batté sulla spalla.
-Ehi, si direbbe che tu abbia appena visto un fantasma- disse sorridendo. –Ma è naturale, dato che tu i fantasmi li vedi davvero!
Nell’altra mano Naruto teneva un fagottino di pelle. Christal cercò di rilassarsi.
Suo padre sollevò il sacchetto, allargò il fermaglio all’estremità e ne rovesciò il contenuto sul tavolo. Christal osservò con orrore le lettere di Hinata riversarsi sul ripiano di panno verde. Rimase a bocca aperta. L’ultima lettera, in cima al mucchio, era diversa dalle altre. La carta era nuova e immacolata e la scrittura era la sua. Era la lettera che aveva lasciato alla rimessa per Sasuke.
Christal boccheggiò senza parole. Naruto scostò una sedia dal tavolo e le fece segno di sedersi.
-Sei arrabbiato con me?- chiese la ragazza con un filo di voce.
Naruto si sedette accanto alla figlia e posò i palmi della mani sul ripiano della scrivania.
-No- rispose. –Ma devi dirmi tutto quello che sai. Siamo in grande pericolo. Tutta la famiglia o è. La situazione mi è sfuggita di mano. Tsunade e Chiyo sono state molto attente, ma Sasuke è più astuto di quanto credessi.
-Sasuke?- si lasciò sfuggire Christal. Poi aggiunse: -Ci hai seguite, la notte scorsa? E’ così che hai scoperto che avevamo preso le lettere?
-E’ stata Tsunade a seguirvi. Le avevo chiesto di tenervi d’occhio. E lei ha obbedito fedelmente agli ordini. E adesso dimmi tutto quello che sai su Sasuke.
Christal si mordicchiò il labbro. –Ha detto che avremmo potuto riconquistare la libertà. Che avrei potuto rivedere il sole- confessò. Si sentì sopraffare dall’emozione e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Suo padre la guardò e sospirò. Allungò una mano e le sfiorò una guancia. L’affetto che tradiva quel gesto fu talmente inatteso e tenero che Christal scoppiò a piangere.
-Non saremo mai liberi da noi stessi- disse con dolcezza. –So quanto è duro, ma…
-Che cosa significa, papà? Chi siamo? Chi è Sasuke? Perché siamo svegli solo di notte?-. Le lacrime si riversarono a fiotti, facendo trasparire tutta l’ansia e la confusione che la pressavano da tempo. Christal affondò il viso tra le braccia appoggiate sul tavolo e cominciò a singhiozzare.
Naruto si chinò verso di lei per accarezzarle i capelli. –Su, -disse –non piangere, Christal. Tutto tornerà come prima. Penserò io a proteggervi-. Tirò fuori un fazzoletto dalla tasca.
Christal alzò la testa e suo padre le asciugò amorevolmente gli occhi.
La ragazza sentì gonfiarsi il cuore e fu tentata di buttarsi al suo collo.
Chissà se l’aveva mai presa in braccio da piccola? Avevano mai giocato insieme? Suo padre le appariva un uomo buono e severo nello stesso tempo. E distrutto. Un uomo a pezzi.
In uno slancio di sincerità Christal gli raccontò di aver incontrato Sasuke prima in chiesa e poi nella rimessa per le barche. Gli riferì tutto quello che lui le aveva detto sul fantasma del lago e di come aveva trovato le chiavi della stanza di sua madre.
-Ovviamente tu hai letto le lettere- disse Naruto.
-Soltanto alcune.
-E che cosa hai dedotto da quello che hai letto?
-Che è successo qualcosa… qualcosa che ha a che fare con Sasuke e che per questo adesso siamo rinchiusi in questa casa.
-Hai indovinato- mormorò Naruto. –La casa è stata chiusa per proteggere la nostra famiglia. Sasuke vuole abbattere le nostre difese, ma non credere che abbia a cuore il tuo bene, Christal. Vuole solo scappare per distruggerci tutti. Ci ritiene responsabili della sua condizione e cerca di vendicarsi, anche se è lui ad averci costretto a questa situazione. E’ tutta colpa sua se sei condannata a vivere sempre rinchiusa in questa casa.
-Perché ci nascondiamo? Dov’è mia madre?- domandò Christal. –Siamo vittime di un incantesimo?
Suo padre si limitò a liquidarle le domande con un gesto della mano.
-Noi siamo diversi dalle altre persone- dichiarò. –Non ti dirò di più, Christal. E’ meglio per te non sapere troppo. Questo è tutto quello che posso rivelarti. Ti prego, fidati di me. E adesso torna da Tsunade e chiedile scusa. Non parlare con Sasuke e non cercare di metterti in contatto con lui. Se si fa vivo di nuovo, vieni ad avvertirmi. Devo trovare il modo di bloccargli ogni accesso prima si spinga troppo in là. Soltanto allora la pace sarà ripristinata.
Christal aprì la bocca per porgli altre domande, ma suo padre la invitò a tacere con un altro gesto della mano.
La ragazzina si alzò e lasciò la stanza, stropicciando tra le dita il fazzoletto di Naruto. Non sapeva che pensare. Quel colloquio l’aveva lasciata insoddisfatta. Lei voleva… che cosa? Voleva conoscere la verità su sua madre. Ripensò con nostalgia alla casa inondata di luce. Desiderava tornarci ancora?
 
 
Più tardi cenarono con Naruto al lume di candela. Poi Tsunade lesse alle due sorelle una storia fino all’alba, senza concedere loro alcuna opportunità di parlarsi. Quando fu l’ora di andare a dormire, spedì ciascuna nelle proprie stanze. Christal e Caroline obbedirono, troppo stanche per protestare.
Christal si coricò, infilando il fazzoletto di Naruto sotto al cuscino. Dopo le inquietudini degli ultimi giorni, provò un senso di sollievo. Almeno adesso poteva contare sul fatto che suo padre si sarebbe preso cura di lei. Forse, se faceva come lui le aveva detto, i cambiamenti sarebbero cessati e il dolore dei ricordi sarebbe svanito.
 
 
Dopo il tramonto la ragazzina fantasma che giocava a nascondino lanciò un urlo.
Christal si svegliò in un bagno di sudore. Stava sognando la donna nel lago. Nel sogno, pieno di colori vivaci ravvivati dalla luce del sole, Christal attraversava il prato di corsa con un bastone in mano e lo abbatteva con forza sulla superficie ghiacciata del lago, facendo volare grosse schegge e frammenti di ghiaccio. Ma riusciva soltanto a scalfire quello strato spesso e duro con il ferro.
La ragazzina gridò di nuovo. Christal balzò fuori dal letto e corse in corridoio. Era un’occasione per infilarsi di nuovo attraverso la porta e tornare dall’altra parte…
No,no! Doveva ignorare la ragazzina, tornarsene a letto. La voce di suo padre le riecheggiava in testa. Le sue parole di conforto…
Il fantasma si diresse verso l’arazzo, verso il passaggio che conduceva alla luce del sole e a un’esistenza in cui lei e sua sorella erano felici.
Christal fece qualche passo avanti, poi si fermò di nuovo. Era combattuta tra le alternative: la luce o il buio, il caldo o il freddo, ma anche tranquilla familiarità o un doloroso cambiamento.
Naruto era stato comprensivo e Christal non voleva addolorarlo di nuovo. Sicuramente suo padre sapeva meglio di lei come stavano le cose.  Ma allora perché l’altro posto continuava ad attrarla così? Era affascinata dalla luce e da quella donna, sua madre.
Se fosse andata a farle un’ultima visita, suo padre forse non sarebbe venuto a saperlo… La tentazione era forte.
Combattuta tra senso di colpa e ribellione, alla fine Christal decise di seguire il fantasma.
Chiuse gli occhi, infilò una mano dietro l’arazzo e fece un passo avanti. Stavolta sapeva quello che l’aspettava, ma il salto nel vuoto fu comunque spaventoso.
Cosa avrebbe visto Christal stavolta nell’altra dimensione? Avrebbe rivisto sua madre? E suo padre? Lo avrebbe scoperto?

 
 
 
Angolo Autrice:
Salve a tutti miei ragazzuoli. Scusate il mio madornale ritardo, ma con la scuola, gli impegni e le altre cavolate varie non sono riuscita a pubblicare… davvero, gomen.
Spero che questo capitolo vi piaccia, così come spero che non ci siano errori, perché io odio fare errori, ma purtroppo capita a tutti, quindi se ne vedete qualcuno segnalatemelo perfavore ^^
Mi raccomando lasciate un commento, anche piccolo se volete, perché dopotutto, l’angolo recensioni non è messo lì a caso xD
In questo capitolo vediamo la nostra Christal combattuta tra il senso di colpa e la ribellione, le parole di suo padre le ronzano in testa come zanzare fastidiose, ma non può fare a meno di pensare che potrebbe deluderlo, e lei questo non lo vuole dato che lui è stato molto comprensivo e in qualche modo l’ha fatta sfogare. Ma sarà tutto qui? Come abbiamo visto Christal finisce per seguire il fantasma, ma perché ovviamente la voglia di vedere sua madre è più forte di quella di poter deludere suo padre, e quindi, cosa succederà adesso? Mi raccomando seguitemi e sostenetemi, spero che almeno un po’ di curiosità ve la metta in testa xD
Alla prossima cari ragazzi, un bacione grosso grosso <3

-Lorylex*
   
 
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