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Autore: FeBookworm    28/10/2015    1 recensioni
Eccomi qui con il seguito ( tanto atteso spero!) di "Cuore e Ragione".
In questa storia vedremo come i piccoli Draco, Hermione, Blaise e James affronteranno dei nuovi anni ad Hogwarts e di come i poteri di Draco non andranno perduti. Di come, anzi, saranno utili all'ormai adulto Harry Potter.
Dal Prologo:
"Ma quelle voci, quelle luci argentate che lo proteggevano…Tutto nell’insieme facevamo parte di un qualcosa che lui non era ancora in grado di capire.
Quattro anni sono troppo pochi per rispondere a delle domande così grandi.
Forse, un giorno Draco avrebbe trovato la via…Avrebbe trovato tutte le risposte…
Per ora bastava tenere la sua testolina bionda protetta da tutti quegli sguardi e nascosta dal mondo.
Tom come sempre sapeva come proteggerlo.
Tom sapeva sempre tutto.
[....]
“I suoi poteri non rimarranno assopiti per sempre.”
“Ne sono consapevole, Cromo.”
“Prima dei suoi diciotto anni, Iride. Ricordalo. Draco dovrà ritornare ad essere l’Ultimo Oracolo.”
Genere: Avventura, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 23



Draco si tolse la tonaca che Silente gli aveva dato in quanto miglior studente del settimo anno. Aveva pazientato per tutta la cerimonia della fine dell'anno, ma adesso era venuto davvero il momento di dire addio.
Si sedette sul letto, la testa tra le mani. Negli ultimi giorni aveva avuto un tremendo mal di testa.
Sono i tuoi poteri, Ultimo Oracolo, gli aveva detto Cromo, si stanno ribellando alla tua condizione di umano. Sono diventati troppo forti e il tuo corpo mortale non ce la fa più a reggere.
Gli aveva consigliato di portare pazienza ancora un paio di giorni, i pianeti dovevano allinearsi e la costellazione del Drago doveva essere ben visibile in cielo. Ma adesso era finita. Questa notte, una notte di luna piena ovviamente, sarebbe tutto finito.
Molto spesso in quei giorni Blaise aveva provato a fargli cambiare idea, a convincerlo che in fondo lui non aveva bisogno né di Hermione né di Thomas, e che lui e Theo sarebbero stati la sua nuova famiglia. Aveva dovuto ricredersi però quando aveva visto Draco sputare sangue a causa dell'indebolimento del suo corpo a scapito dell'ampliamento dei suoi poteri. Alla vista del suo sangue puro Blaise non aveva potuto fare altro che ammettere che ormai Draco non apparteneva più a questo mondo.
Fu proprio Blaise che lo venne a chiamare.
“Draco, Iris è pronta.”
Il Serpeverde alzò lo sguardo su di lui e Blaise in quel momento seppe che era l'ultima volta che incrociava i suoi occhi argentati.
“Ho paura, Blaise” sussurrò Draco con una voce infantile.
Il moro gli si sedette accanto e gli posò un braccio sulle spalle:”Lo so, Draco. E' normale che tu ce l'abbia. Ma andrai in un posto migliore, vedrai. UN regno dove scorrono fiumi di latte e miele e dove Iridion si prenderà cura di te come una madre e Cromo ti aiuterà a crescere come dio dell'Olimpo come un vero padre. Un regno dove Hermes e il dio Lampadina ti staranno a fianco come fratelli e dove non ti sentirai mai solo.”
“Mi sentirò sempre un po' solo, sai? Tu mi mancherai tantissimo.”
Blaise gli sorrise, tentando di nascondergli le lacrime di tristezza che i suoi occhi trattennero a stento:”Mi mancherai anche tu.”






Mancavano pochi minuti alla mezzanotte.
Potter, Blaise e Theo erano di fronte a lui in semicerchio, mentre Thomas aveva preferito rimanere in disparte. Non se l'era sentita di far parte del cerchio magico di mortali e dei che avrebbe fatto in modo che Draco potesse finalmente diventare un dio.
Lui si trovava esattamente al centro, dando le spalle al Lago Nero. Se avesse alzato gli occhi grigi da terra, avrebbe visto Hogwarts illuminata dalla lune splendente della luna piena.
Ma Draco non voleva farlo. Non aveva tempo per i sentimentalismi.
Iride era all'interno del cerchio magico con lui, al suo fianco come era sempre stata. Aveva messo il suo mantello medievale per l'occasione.
Così sarà come ai vecchi tempi quando ero ancora una pischella...
Si divertiva con poco.
“Manca meno di un minuto, Iridion” le disse Cromo.
Iride annuì e poi si voltò verso Draco. Due paia di occhi della stessa sfumatura di grigio si scrutarono, cercando di capire le paure e le ansie dell'altro.
“Tu...l'hai già fatto altre volte, vero Iridion?” chiese preoccupato Draco.
“Oh, certo! E' il mio sport preferito quello di trasformare gli Oracoli in veri dei dell'Olimpo!” rispose lei piccata.
“Iridion...”
“Senti, non sei il primo con cui lo faccio, va bene? Mi mette ansia il fatto che sarai l'Ultimo.”
Draco le sorrise nervosamente. Iris si metteva sempre ansia da sola, sebbene davanti a lui cercasse di rimanere impassibile come la pietra.
“Dieci secondi, Iridion” annunciò Cromo.
“Farà male, Draco. Farà molto male” le disse, posizionandoglisi di fronte.
“Non può fare più male di quando...”
Non aveva previsto la stilettata nel cuore con un corno di unicorno.
Nessuno gliel'aveva detto.
E bruciava. Bruciava peggio dell'Inferno.
“Oh avanti Ultimo Oracolo! Non esageriamo! La mia casa non è poi così calda” ghignò Hades da dietro le sue spalle.
Draco strinse i denti per non farsi vedere debole davanti a suo fratello. Era ancora un Malfoy, dopotutto.
Il problema però era che, sebbene la sua Anima fosse diventata immortale, la sua Mente e il suo Corpo erano ancora...mortali. E il dolore che provava, di conseguenza, era reale, tremendamente reale.
Iride spinse ancora più a fondo il corno dentro il suo cuore, quasi volesse trapassarlo da parte a parte.
I loro occhi si fissarono e lei gli disse:”Lo so. Fa male, fa un male cane. Hermes lo fece su di me millenni fa. Tieni duro.”
Draco si concentrò su di lei, sulle piccole gocce di sudore che vedeva sulla sua fronte, sui suoi occhi argentei fissi sul punto in cui gli aveva puntato il corno. Concentrandosi su Iris, sentiva il dolore...diminuire. Non svaniva, un dolore del genere non sarebbe svanito da un momento all'altro, ma non era più prevalente. Riusciva a sentire altro oltre a quel dolore. Sentiva un infinito affetto per Iris, la sua dea, che aveva accettato di guidarlo per bene due volte come Ultimo Oracolo, che aveva sopito i suoi poteri nella sua seconda vita per fargli vivere un'infanzia normale e che adesso si era assunta il compito di guidarlo dall'altra parte.
Non si era mai reso conto di doverle così tanto.
“Mi ringrazierai dopo, Draco” sussurrò Iris spingendo ancora più a fondo il corno.
Il dolore che Draco sentì fu indescrivibile, talmente forte da costringere le sue ginocchia a cadere. Iris non lo abbandonò un singolo attimo, cadendo insieme a lui sulle ginocchia.
Draco cercò di inspirare a fondo, ma ogni minuto spostamento, anche solo del petto per respirare, gli costava un'enorme fatica. Appoggiò la fronte contro la spalla di Iris, cercando un seppur lieve conforto.
“Stai andando benissimo, manca ancora poco. Tieni duro. Tieni duro, Draco” continuava a sussurrargli Iris nell'orecchio.
C'erano quasi, ancora pochi secondi di sofferenza e...
Il dolore aumentò quando i suoi occhi grigi videro la figura snella di Hermione in lontananza. Era a debita distanza sia da lui sia da Thomas, nascosta malamente dietro a un albero.
E così non mi hai dato ascolto, Mezzosangue. Volevi venire a tutti i costi, eh? Va bene, guardami pure uscire dalla tua vita per sempre.
Draco mise lentamente le sue mani sopra quelle di Iris. I loro occhi identici si guardarono impassibili, ma quelli di Iris si spalancarono quando sentì Draco dare l'ultima spinta al corno dentro di sé.
“Draco!” urlò Iris, abbracciandolo stretto quando cadde in avanti.
“Va tutto bene, va tutto bene. Lascia andare il dolore, lascialo uscire fuori da te” gli sussurrò cullandolo.
Draco si dimenava in modo innaturale, cercando allo stesso tempo di allontanarla da sé e di stringerla più forte contro il suo petto. Stringeva i denti per non far uscire alcun rumore, ma l'unica cosa che avrebbe voluto fare veramente era urlare e buttare fuori tutto il dolore che stava provando.
Sentì una mano calda appoggiarsi sopra la sua spalla. Qualcuno lo fece girare, allontanandolo di poco da Iris.
Cromo gli accostò una boccetta alle labbra:”Bevila tutta” disse in modo perentorio.
“Cos'è?”
“Il nettare degli dei, ovviamente.”






Doveva essere svenuto. Questa era l'unica soluzione a cui aveva pensato. Non sapeva spiegarsi come altrimenti avesse fatto, dalle sponde del Lago Nero, a tornare nella sua stanza da Caposcuola a Serpeverde. Qualcuno doveva averlo portato lì, visto che lui non rammentava di aver fatto quel tragitto sulle sue gambe.
Che strano, solo poche ore prima aveva pensato che non avrebbe più rivisto la sua camera e adesso era proprio lì, dove i suoi poteri si erano manifestati appieno per la prima volta in quella sua seconda vita. La stella a sette punte con cui aveva richiamato Iridion a sé era ancora lì, sulla parete di fronte al suo letto.
Sentì qualcuno posargli uno straccio bagnato sulla fronte e lo ringraziò mentalmente. Non riusciva ancora ad aprire gli occhi e a muoversi.
“Va tutto bene, Ultimo Oracolo. Tra poco potrai muoverti” disse Cromo.
Allora era stato lui a passargli il panno sulla fronte...
“Sei stato davvero coraggioso prima. O forse molto orgoglioso. Dipende dai punti di vista.”
Se Draco avesse potuto, gli avrebbe detto che si sarebbe autodefinito uno stupido idiota, altro che coraggioso o orgoglioso.
“Di sicuro Iridion ti sarà riconoscente. Non avrebbe mai trovato la forza di infilare il corno fino infondo, trapassandoti da parte a parte. Le hai risparmiato quel brutto compito.”
Che brutta immagine, pensò Draco immaginandosi il corno infilzare il suo cuore e ridurlo in mille pezzettini.
“Ah, finalmente una reazione. Forse non te ne sei accorto, ma hai appena fatto una smorfia di disgusto. Il veleno del corno ha smesso di fare il suo effetto. Ci hai messo molto di meno a riprenderti rispetto a quello che avevo pensato.”
Draco riuscì finalmente a muovere le gambe. Il formicolio che sentì a seguito dello spostamento lo fece sentire...vivo.
“Conosco quella sensazione. Appena aprirai gli occhi, ti sembrerà di non aver mai avuto il senso della vista prima. Vedrai ogni minima cosa, ogni colore ti sembrerà unico e nuovo. Ah, quanto vorrei rivivere quella sensazione!”
Draco riuscì ad alzarsi a sedere, ma i suoi occhi grigi non volevano aprirsi:”E'...è normale questo tremendo mal di testa?” disse con voce impastata.
“Oh, ma bene! Adesso parli anche! Bene, bene, ti stai proprio riprendendo in fretta!”
“Mi fa male da matti, Cromo!” si lamentò Draco, portandosi entrambe le mani alla testa.
“Beh, devi dare tempo alla tua Mente di immagazzinare tutto quello che un dio deve sapere. Essere onnisciente ha i suoi lati negativi, Ultimo Oracolo. Mi stupisce che tu ti stia lamentando solo del mal di testa però” disse Cromo dubbiosamente.
“Perché? Dovrebbe dolermi altro?”
“Hai una cicatrice a forma di stella a sette punte dove un tempo c'era il tuo Cuore mortale, dovresti...sentirti col morale a terra. Dovresti piangere e disperarti per aver perso la tua Anima mortale...” continuò il dio del Tempo sempre più dubbiosamente.
“Ho davvero una cicatrice a forma di stella a sette punte? Fico!”
Cromo si grattò la testa disorientato:”Iridion pianse disperata quando la portammo dall'altra parte. Non voleva staccarsi dalla sua mortalità, ma tu...”
Draco riuscì finalmente ad aprire gli occhi, da quel momento in poi argentei più che mai:”Hai detto bene dio del Tempo: non voleva. Io volevo. Ed eccomi qui.”
Cromo sorrise, annuendo.
Draco alzò la testa verso di lui e li vide tutti attorno a sé. Cromo, Hermes e il dio Lampadina. Eros con Psiche, i tre fratelli Hades, Poseidone e Zeus. Atena, la dea della saggezza, accanto a Iris, la sua guida.
Erano tutti lì per lui, tutti pronti per accoglierlo tra loro, tra quella famiglia spirituale che avevano sempre rappresentato.
Iris si fece avanti e gli disse:”Benvenuto a casa, Oracolo degli dei.”






Nota dell'Autrice:
E così siamo arrivati all'ultimo capitolo! Ci sarà ancora l'Epilogo, ma la storia può dirsi conclusa anche qui.
Spero che questo finale vi aggrada, sembbene Draco e Hermione non stiano insieme. Anzi, si lasciano un po' male.
Vedremo cosa l'Epilogo riserverà loro.
Vi faccio notare solo una cosa: per tutta la storia gli dei chiamano Draco "Ultimo Oracolo" e solo adesso lo chiamano con il suo "vero nome" cioè "Oracolo degli dei". Con questa piccola sottigliezza ho voluto sottolineare come gli dei avessero finalmente deciso di accoglierlo tra loro.

Vi lascio con il link della mia pagina autrice ;)

https://www.facebook.com/FedeMorningRockEFP-663566033691978/?ref=hl

Buona giornata!^^

-Fé-
   
 
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