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Autore: Slits    21/02/2009    1 recensioni
Alzò lo sguardo incontrando il viso rilassato del proprio sfidante.
« Le tue spade sono già sguainate. »
« Mi sono sempre chiesto che sapore avesse il sangue di un traditore… » le labbra del biondo si spezzarono in un ghigno insolitamente compiaciuto prima di aprirsi e parlare ancora una volta. Persino l’aria sembrò incrinarsi al suono di quelle ultime parole.
« Puro veleno. Ti andrebbe di morire nel tentativo di spillarne una goccia, spadaccino? »
Persino lei non riuscì a non inchinarsi al richiamo dell’imminente battaglia.

In un mondo in cui l'unico modo per sopraffare l'avversario è usare l'inganno, il Governo avrà a disposizione una nuova arma.
Un mugiwara muore. Dalle sue ceneri nasce la vera minaccia.
[Sanji/Nami; Franky/Robin]
[OOC; !Angst]
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Sanji
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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2. Secrets and Prohibitions
________

Clunk.
Il rumore della lama scagliata contro pavimento riecheggiò sulle pareti della nave. Con occhi stanchi, Sanji si ritrovò a fissare la propria anima scagliata senza troppi preamboli ai suoi piedi, ancora in bilico su di un’ asse quasi come in attesa che qualcuno la cogliesse.
Strinse i denti attorno al filtro di una sigaretta e tornò a sedersi sul divanetto ai piedi del tavolo.
Maledizione.
Un’imprecazione impercettibile, destinata a perdersi nel silenzio denso della camera. Socchiuse gli occhi, mentre sul pavimento piccole gocce scure incominciavano a disegnare una figura impossibile.
Era accaduto. Ancora.
Serrò maggiormente la presa attorno al mozzicone alzandosi nuovamente, nel vano tentativo di concludere un lavoro iniziato oramai da quasi mezz’ora.
- Noo? Ma davvero?! E poi? Poi cosa è accaduto?
- Be', ho guardato quel manigoldo negli occhi e senza esitazione gli ho detto : Sen.. – l’ennesima storia del cecchino venne lasciata così, morta sul nascere da uno sguardo imperscrutabile del cuoco.
Usopp si ritrovò, senza quasi accorgersene, a sorridere agli occhi stanchi di un Sanji seduto ora a pochi metri di distanza da lui.
- Be' cosa gli hai detto? Dai voglio sapere! –
- Be' ecco.. niente di importante. Sì, insomma.. –
- Avanti, diglielo Usop. Digli cosa hai detto e già che ci sei.. -  le mani del biondo affondarono pesantemente nelle tasche del grembiule mentre, con passi cadenzati, le proprie gambe si avvicinavano pericolosamente al volto di Usop.
- Dimmi che diavolo siete venuti a fare nella mia cucina, armati di tronchesi e sacchi, e per di più vestiti come un gruppo di ladruncoli di bassa legha! –
- Spesa! – fu la risposta del capitano che, forse ancora sin troppo preso dal racconto del cecchino, neanche era riuscito ad accorgersi dell’aura sinistra alle spalle del cuoco.
Inutile dire che, nel giro di pochi istanti, una sagoma stranamente somigliante ad uno dei maggiori ricercati della Rotta Maggiore si ritrovò scagliata contro la prua della nave.
- Avvisami quando è pronto! – fu l’ultima cosa che il Capitano riuscì ad urlare prima di esser travolto dalla furia di un Usop ora più che mai deciso a prender la testa del famigerato Monkey D. Rufy.
Sorridendo soddisfatto il cuoco rientrò in cucina, forse sin troppo concentrato sulle imprecazioni del cecchino per accorgersi dello sguardo cupo dello spadaccino, seduto ad appena pochi metri dalla cambusa.

La luna alta disegnò il proprio arco nel cielo notturno, unendosi in un impercettibile bagliore allo specchio di luci e riflessi stancamente cullati dal moto del mare.
Nella cucina della Going Merry il rumore dei piatti sovrapposti l’uno sull’altro si mischiava al ruggito delle voci degli occupanti della camera. Urla, schiamazzi ed imprecazioni si rincorrevano nell’aria, trovandosi per pochi istanti per poi ricominciare a vagare nell’eco della stanza.
 - Sei un maledetto ingordo! Ti dovremmo vendere alla marina unicamente per far analizzare quel tunnel montano che ti ritrovi per stomaco! – inutile specificare l’identità dell’interlocutore alle prese con la furia della giovane cartografa.
- Ma non è mica colpa mia se ho sempre fame!Come il mio corpo, anche il mio stomaco può allungarsi.. giusto Chopper? – Rufy cercò il sostegno del medico di bordo, sperando che per lo meno il suo parere riuscisse a frenare la rabbia di Nami. Ma il bagliore appena nato nello sguardo della giovane renna unito ad un oltremodo acuto “ Davvero? “ distrusse anche quest’ultima aspettativa. Un po' dispiaciuto, si volse nuovamente verso Nami, esibendo un sorriso da cucciolo ferito.
- Taci pozzo senza fondo! – tuttavia, perfino il cucciolo potè fare ben poco contro il pugno che incontrò la sua faccia e Rufy, nel giro di pochi istanti, si ritrovò ai piedi della tavolata, con la testa incastrata in un’asse del pavimento.
Sanji osservò annoiato il teatrino che ogni sera trovava la sua massima espressione sul ponte della nave, illuminato dai colori cupi della notte. Sorrise allo sguardo severo della navigatrice per poi negare abilmente il proprio con un repentino scatto della nuca.
Aspirò lentamente dalla sigaretta mentre nella sua mente domande su domande si intrecciavano, creando matasse indistricabili di questioni.
A capeggiare maestosamente sulle altre, con una naturalezza rasente lo sfacciato, ve n’era tuttavia un’unica, sola e ripetitiva: perché?
Perché fosse ridotto in quello stato, in bilico fra il comatoso e l’indisponente era una ragione che gli era ancora del tutto oscura.
Un sottile sorriso si delineò lungo l’arco delle sue labbra.
Arrivare a mentire persino a se stesso. Non credeva che stupidi sentimentalismi lo avrebbero potuto portare anche a questo..
- Sanji quindi è deciso? Te ne occupi tu? – senza neanche sforzarsi di capire la domanda appena posta dal Capitano, si limitò ad annuire disinvolto.
- Tranquillo Rufy. – rispose pacatamente.
- Bene, allora è deciso! – esclamò un esultante capitano, seguito a breve distanza dal resto della ciurma.
- I turni di guardia nei prossimi tre giorni sono tutti tuoi, Sanji- kun – aggiunse Nami, con l’espressione distesa di chi sa di aver appena lasciato ogni problema alle proprie spalle.
Ed in quel particolare tratto di mare, con l’arrivo quasi imminente di un’isola invernale ed un clima rasente l’artico, persino una semplice veglia sarebbe potuta apparire come un ostacolo insormontabile.
Sanji sorrise svogliatamente mentre, alle sue spalle,  la porta della cambusa veniva chiusa da una folata di vento.
- Ai tuoi ordini, Nami- San – 



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