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Autore: Naturally Sophie    28/10/2015    3 recensioni
- Ah, un'altra cosa- ci ferma quando siamo già quasi fuori dalla porta - alla fine del vostro anno di convivenza, sarete i protagonisti in un musical-
-COSA?-
Lo sapevo, oltre al danno anche la beffa.
- Quale sarà il musical?- chiedo intimorita mentre Malfoy mi fissa
- Wicked- risponde la McGranitt con nonchalance mentre i ritratti dei precedenti presidi fanno di tutto per trattenere le risate.
- Aspetti, se io dovrò essere Elphaba, Malfoy sarà...-
-... Fiyero...- completa lui mentre i nostri occhi si incontrano.
- Esatto. Ora potete andare.- ribadisce la direttrice accennando alla porta con la mano. Giuro, credo di aver visto un sorrisetto compiaciuto su quelle labbra.
***
AVVISO: parecchi spoiler di musical, libri (principalmente PJ), anime e serie tv
Molte, MOLTE, canzoni da altrettanti musical e non solo
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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-Uff... anche oggi è finita...- sospiro buttandomi sul mio letto.

Ah, alla fine, per fortuna, abbiamo scoperto che erano due brande attaccate. E, naturalmente, dopo aver ottenuto un permesso dalla nostra carnefice, siamo riusciti a separarle mettendoci in mezzo un comodino.

Mi stiracchio e, mentre sbadiglio, ripenso alla settimana appena passata. Una settimana esatta dall'inizio di questa tortura che la McGranitt ci ha imposto.

Quell'energumeno non sa nemmeno cosa voglia dire la parola “privacy”, dato che è entrato in bagno mentre c'ero io per tre volte. No, dico, per TRE VOLTE.

Sbuffo e mi tolgo gli occhiali per poi massaggiarmi il naso.

-Meow!- il mio gatto nero salta sul letto, facendomi le fusa.

-Ciao, Plat. Come va?- lui si struscia  sul mio braccio, facendomi le fusa. Rido.

-Ma a te va sempre tutto bene, vero? Sei un gatto! La vita dei gatti è sempre così bella...- mi metto a sedere e lo prendo in braccio. Porto il suo muso all'altezza del mio naso e lo fisso attentamente. Gli occhi color giada sono rilassati, ma le orecchie sono tirate all'indietro, segno che sta succedendo qualcosa.

-Api Frizzole? Cioccorana? Oh, ok, ce l'ho: sorbetto al limone.-

Roteo gli occhi. Albus. Vado ad aprirgli e nel mentre, mi disfo lo chignon e appendo gli occhiali alla cravatta blu.

-Cosa ci fai qui?- gli chiedo. Ha due enormi occhi da cucciolo, che possono significare solo una cosa...

-LA MIA POVERA CUGINETTA! Cosa ti sta facendo quel bruto? Ti ha trattata male? Lo devo uccidere? Rosie, davvero, mi dispiace così tanto!- urla mentre mi abbraccia, stritolandomi come la piovra del Lago Nero.

-Al, smettila di fare la checca isterica. Non è successo nulla e, inoltre, devo ricordarti che il platinato è il tuo migliore amico?- Lo allontano e cerco di guardarlo negli occhi, malgrado io non ci veda una beata fava senza i miei occhiali.

Io e il Serpeverde che ho davanti ci conosciamo dalla nascita e, da allora, siamo legati da quello che si potrebbe dire un rapporto fraterno,anche se, spesso, Abus esagera e si comporta come una checca isterica iperprotettiva.

Mi rimette gli occhiali e, finalmente, il mondo che mi circonda ridiventa privo di nebbia.

-Come va, Al?-

-Tutto ok. E tu?-

Mi metto a ridere.

-Sei incorreggibile...- gli scompiglio i capelli color ebano – Vado un secondo a cambiarmi, tu siediti pure sul mio letto... ah, attento a...- sento un miagolio infastidito e un ringhio e  dopo un mugolio del secondogenito Potter  - … Platone.- mormoro sconsolata. Data la mia innata pigrizia nel fatto di vestiti, levo la gonna , tengo solo le calze nere a metà coscia della divisa e tolgo la camicia, grattandomi la testa e restando in canottiera blu notte. Afferro lo spazzolino e comincio a lavarmi i denti canticchiando, mentre ciabatto di nuovo dove avevo lasciato mio cugino in balia degli artigli di Platone, il mio gatto nero.

 

                                                                ***

Entro nella stanza dove sono costretto a vivere con quella secchiona e chi trovo sul suo letto? Suo cugino, nonché migliore amico Albus Severus Potter, anche se non so come possa riuscire ad essere amico della Rossa e mio allo stesso tempo, dato il nostro palese e perenne stato di competizione.

-Ehy! Come va, Scorp? Tutto bene?- mi saluta giovialmente lui. Forse troppo. C'è qualcosa che non va. Infatti, si avvicina velocemente a me e mi afferra il colletto della camicia. Improvvisamente i suoi occhi color foresta diventano cupi e a dir poco inquietanti.

-Senti, bello, tratta bene mia cugina, anzi, non toccarla nemmeno, anzi, non pensarla neppure, ok? Altrimenti io ti uccido con queste mani, capito?- esordisce freddo come una lama.

Annuisco, spaventato a morte, mentre lui si siede di nuovo sul letto della Rossa.

-Cosa ci fai qua?- gli chiedo infine.

-Sono venuto a trovare Rose. Ora è di là a cambiarsi.- Bipolare come al solito. Infatti ora è tornato il solito allegro Al di sempre.

-Ok- Mi butto sul mio letto e chiudo gli occhi, cercando di rilassarmi dopo la giornata appena trascorsa.

-Rosie, ciao! Bentornata! Ma... perché ti stai lavando i denti?- Albus si esibisce nella sua ormai famosissima parlantina che tanto lo caratterizza, chiacchierando a macchinetta con sua cugina che, dal canto suo, è molto taciturna.

-Weasley, sei proprio la solita- mugugno mentre mi massaggio il centro della fronte con due dita, stancamente. È stata davvero una giornata estenuante. Dopotutto, essere popolare e socievole non è poi così bello e facile come sembra.

Mi tiro a sedere, aprendo gli occhi  e ciò che vedo mi lascia spaesato.

La Rossa è in mutande e canottiera. Con i capelli sciolti. Lei non ha MAI i capelli sciolti. Sono ... rossi... non ne avevo mai visto di simili. E in più si perdono in boccoli ma crespi fino a circa metà schiena e vedo benissimo il suo braccio piegarsi per lasciarli accarezzare dalle dita bianche e affusolate.

La osservo mentre, con la bocca sporca di dentifricio, sorride a suo cugino mentre il manico dello spazzolino sbuca dalle sue labbra color ciliegia.

Esamino tutto il suo volto tondo da bambina che, in questo momento, sembra meno austero e riservato del solito. Ha ancora addosso quegli insopportabili occhiali da hipster e solo ora mi accorgo di non aver mai visto i suoi occhi.

Devono essere davvero molto belli.

Ma... cosa vado a pensare?

Improvvisamente, il suo sguardo si posa su di me e diventa irrimediabilmente opaco, arrabbiato e quasi deluso. I tratti dolci e infantili, si induriscono di colpo, ritornando quelli di sempre. Poi, il suo viso si imporpora e, evidentemente, si rende conto di essere seminuda malgrado Ottobre sia , ormai, quasi agli sgoccioli.

Si rifugia velocemente in bagno, mentre io resto ancora imbambolato a guardare il punto in cui lei era fino a pochi secondi fa.

-Hai sentito che la McGranitt organizza un ballo per Halloween?- urla Albus.

Si gira verso di me.

-Tu con chi ci vai?-

-Non sapevo nemmeno che ci fosse.-

-Beh, è un ballo in maschera, quindi ti puoi vestire come vuoi e portare chi vuoi...-

-Ok, ci penserò su.-

 

                                                             

                                                                      ***

Oddei. Cazzo. Porca vacca. Miseriaccia.
Malfoy mi appena visto in mutande quando io ho sempre fatto di tutto per non farmi vedere dalla popolazione di Hogwarts che, puntualmente, mi additava come “quella dalla testa calda” per il colore dei miei capelli e non certo per il mio comportamento, dato che sono sempre stata per i fatti miei e non ho mai disturbato nessuno...

-Hai sentito che la McGranitt organizza un ballo per Halloween?- urla Albus.

No, non lo sapevo, ma grazie comunque per la meravigliosa notizia : vita sociale, non vedevo l'ora.

Mi sciacquo la bocca, mettendo a posto lo spazzolino.

Che bello, una sera all'insegna del divertimento degli altri, alla tua noia e inadeguatezza più totali mentre il tuo compagno di stanza si limona tua cugina. Perfetto.

Grazie  di questa sintesi illuminante, inconscio.

Mi levo velocemente le calze, infilo i miei amatissimi jeans blu  e mi metto la prima felpa che capita, ovvero una nera con la zip che, per il momento, lascio aperta.

-Tu con chi ci vai?- Chiede Albus.

-Non sapevo nemmeno che ci fosse.-

-Beh, è un ballo in maschera, quindi ti puoi vestire come vuoi e portare chi vuoi...-

-Ok, ci penserò su.-

 Aspetta, non ha intenzione di portare la Weasley bionda e gnocca al ballo con lui? Mia cugina Veela nonché sua fidanzata di una bellezza straordinaria con perennemente i capelli color grano morbidi, setosi e in ordine? Insieme fanno davvero un figurone, bisogna crederci.

Comunque, non può piantare in asso in questo modo quella ragazza.

-Eh, no, caro il mio damerino platinato!- esclamo correndo di là.

Sono senza le ciabatte e il freddo del pavimento di pietra mi gela i piedi, anche se non mi importa più di molto. Arrivo davanti al letto di quel deficiente e, trovandolo seduto dove lo avevo lasciato, lo afferro per il colletto della camicia. Lo sollevo all'altezza dei miei occhi.

Le sue iridi grigio metallo sembrano affilate come pugnali e le avverto cercare di sondare ciò che sto pensando ora. Aggrotto le sopracciglia e mi metto l'espressione più minacciosa del mio repertorio mentre sento drizzarsi i peli sulla nuca. Quella serpe sta tentando di intimidirmi. Ma con me non funziona. Non quando la posta in gioco è così alta. Qui si sta parlando della felicità della cugina più perfetta e femminile che ho, e non posso lasciare che un cretino si dimentichi di essere il suo fidanzato solo per uscire con un'altra alla luce del sole e usare come scusa “La monogamia non è realistica”.

Tutti ad Hogwarts conoscono la sua fama di sciupafemmine e naturalmente questa sua abitudine non gli è passata nemmeno quando si è messo con Dominique solo che … si dice sempre occhio non vede cuore non duole, no? Bene, la Veela è davvero molto, molto, MOLTO, bella, ma non brilla di intelligenza. Infatti ha sugli occhi due fette di salame alte tre dita. E non scherzo. Lei è convinta che il platinato sia il suo unico vero amore, il suo Principe Azzurro con tanto di maiuscole e di cavallo bianco. Lei cadrebbe sicuramente in depressione se scoprisse che lui la tradisce e, ancora peggio, sclererebbe se non venisse invitata da lui a quello stupidissimo ballo di Halloween. E, malgrado io odi la gente stupida e c'è da credermi quando dico che la sua bellezza è direttamente proporzionale alla sua idiozia, non posso sopportare di vedere un mio famigliare soffrire, per di più se la colpa è di quel cretino con cui sta uscendo al momento.

-Ascoltami bene, Malfoy dei miei stivali. Tu andrai a quella festa con mia cugina, la renderai felice e ti divertirai, e se non lo farai, il tuo peggiore incubo sarà la sottoscritta, capito?-  Lui rimane immobile. - CAPITO?- dico più forte e con tono più autoritario.

Annuisce lievemente, evidentemente turbato e intimorito dal mio tono di voce. Stringo ancora di più il colletto della camicia nivea, fino a farmi sbiancare le nocche.

-Non te lo ripeterò una seconda volta. Sei avvertito.-

Lo mollo e me ne torno di là in bagno dove, per prima cosa, mi aggrappo al lavandino con entrambe le mani.

Comincio a respirare più velocemente e affannosamente. Il cuore mi batte all'impazzata. Mi ronzano le orecchie

Mi gira la testa e mi fa anche parecchio male. Le gambe cedono e vedo tutto nero. Cazzo. L'ultima cosa che percepisco è Albus entrare in bagno, prima che tutto diventi scuro.

 

   ***

Dopo la sua ramanzina piuttosto inquietante, dato che mi ha dato i brividi, la secchiona, finalmente, se ne va. Guardo il mio migliore amico in cerca di risposta, ma i suoi occhi sono rivolti altrove.

Ho ancora nelle orecchie il monito della terzogenita Potter: “ Stai  molto attento con Rose. È la schizzata della famiglia e spesso ha delle specie di attacchi. Non so cosa siano, ma non sono troppo belli. Se ti capita di non vederla più in piena notte, non preoccuparti troppo. Probabilmente sarà al campo da Quiddich oppure in biblioteca attaccata a quegli stupidi rettangoli di carta o... beh, di solito è solo in questi posti. Me l'ha detto la sua compagna di stanza.”

Se chiudo gli occhi riesco ancora a vedere il volto e il corpo della bellissima Potter dai capelli color fiamma lisci e dagli occhi color castagna. È davvero una ragazza meravigliosa, anche se ha solo quindici anni…

Spesso la vedo indossare abiti piuttosto aderenti e devo dire che ha le curve giuste nei punti giusti, è armoniosa, aggraziata nei movimenti e raffinata. Anche lei gode della popolarità che Hogwarts offre, ma gran parte di questa, è dovuta al suo nome, in cui sguazza e di cui va fiera, come la maggior parte del clan Weasley-Potter, anche se gli occhi luminosi e a sua simpatia aiutano parecchio.

Rose invece è… diversa.

La folla non e piace, così come essere al centro dell’attenzione. Nessuno la vede mai al di fuori delle ore di lezione o durante il suo turno di ronda da Prefetto. E, nessuno, l’ha mai vista con abiti diversi dalla divisa scolastica o dall’uniforme da Quidditch. Nessuno a parte Albus. E ora che faccio parte anche io di questo minuscolo gruppo, posso ritenermi lusingato. Il gatto di Rose si struscia sulla mia  mano e lo accarezzo dolcemente, mentre mi fa le fusa. La nerd l’ha chiamato Platone… nome orribile. So che è stato uno dei filosofi più importanti della storia, ma perché proprio questo nome?

Un tonfo improvviso interrompe la mia riflessione filosofica sul nome filosofico dell’animale filosofico della filosofica Rose Weasley. Ok, troppa filosofia.

Albus scatta in piedi e si fionda in bagno, dove l’origine del rumore è stesa a terra priva di sensi. Malgrado gli occhiali dalla montatura azzurra, posso chiaramente vedere i suoi occhi sbarrati. I capelli rossi sono sparsi attorno alla sua testa come un’inquietante aureola di sangue. Il suo corpo è in preda agli spasmi.

 Inutile dire che la paura mi colpisce allo stomaco come un pugnale e, alla vista della figura scomposta della ragazza sul pavimento del bagno, in me prevale lo spirito protettivo a quello competitivo. Non ci siamo mai parlati in sei anni se non per litigare, ma noi due siamo gli studenti migliori in questa scuola e quindi ci conosciamo per fama, sia di nome che scolastica.

Per la seconda volta nella mia vita, la vedo per quello che è, una ragazza incredibilmente forte e fragile allo stesso tempo che vorrebbe avere l’amore di qualcuno al d fuori di suo cugino, di Platone e dei suoi libri.

Non provo pena per lei. La capisco. E so cosa devo fare.

Mi tiro su le maniche della camicia, inginocchiandomi vicino a lei mentre Albus sta facendo tutto nel modo sbagliato.

-Rose! Rose! Rispondimi, ti prego!- la scuote invocando il suo nome.

Scosto da lei il mio migliore amico e la prendo in braccio per portarla su suo letto. È più pesante di quanto immaginassi, probabilmente perché si allena non appena può e i muscoli si tonificano, giustificando così il fatto che lei non sia esattamente come le altre oche anoressiche della scuola.

-Scorpius, si può sapere cosa diamine stai facendo a mia cugina?-

Mi giro. Albus è davvero molto preoccupato per lei.

-Certe volte ti dimentichi che sono il figlio di un Medimago oltre che uno dei due studenti più brillanti di tutta Hogwarts-

La stendo sulla trapunta blu notte del su letto  mentre lei comincia a riacquistare un po’ di coscienza.

Sta andando in iperventilazione. Merda.

-Al, passami il sacchetto di carta che c’è sul comodino.- ordino. Quando me lo consegna lo apro e lo metto sulla bocca di Rose, mentre le accarezzo i capelli dicendole che andrà tutto bene.

-Rose, mi senti? Riesci a vedermi? Ok, respira, tranquilla, è tutto ok.-

Lei sembra calmarsi e sbatte le palpebre, segno che ha ricominciato a vedere. I suoi occh incontrano i miei

Il respiro rallenta.

Le tolgo il sacchetto dal viso e gli occhiali.

-Va tutto bene, Rose. Non preoccuparti. Riposati.-

Prendo il suo poso fra le dita e controllo il suo battito cardiaco osservando il mio orologio da polso.

Sento la sua mano gelida che stringe la mia con fermezza e forza. Mi voto a guardarla, ma lei ha già chiuso gli occhi.

-Grazie- mormora con un filo di voce prima di cadere fra le braccia di Morfeo.

I lineamenti si rilassano  e, mentre la osservo, sento a mano di Albus sulla mia spalla.

-Grazie, amico. L’hai salvata. Era una delle crisi peggiori. Quella senza sintomi e senza isteria.- restiamo in silenzio per qualche secondo e poi lui se ne va, lentamente, augurandoci la buonanotte.

Resto seduto al fianco di Rose per non so quanto tempo, prendendomi il lusso di accarezzarle i crespi ricci rossi ereditati dalla madre che, sotto i polpastrelli, assumono una consistenza simile alla seta.

Le labbra semi aperte le danno un’aria da eterna bambina che le dona.

Faccio per alzarmi dal materasso quando mi ricordo di avere ancora la sua mano nella mia. Le dita tiepide lunghe e affusolate scivolano via dalle mie, mentre lei si gira e si rannicchia in posizione fetale. Sorrido, intenerito.

Mi piego su di lei e le chiudo la cerniera della felpa.

Vado in bagno e mi infilo la maglia grigia che uso come pigiama prima di tornare indietro e mettermi sotto le coperte. Con un colpo di bacchetta spengo la luce, per lasciarla riposare meglio, mentre io, nel frattempo, ne approfitto per continuare a leggere il suo libro preferito che ho preso in prestito dalla biblioteca. L’unica cosa che la rispecchi veramente.

-Cosa ci fa ancora sveglio? Sono quasi le undici!- una voce impastata dal sonno mi risveglia dalla trance in cui ero caduto. È poco lontana da me e mi ­­­­­fissa curiosa, con Platone sulle gambe.

-Stai bene?  - chiedo chiudendo il libro con un tonfo sordo.

Lei annuisce lentamente, facendomi un sorrisino amaro.

-Non era la prima volta che capitava e non sarà nemmeno l’ultima.- si passa le dita fra i capelli e si fa una treccia mentre mi dice solo una parola. – Grazie.-

Quando ha finito di pettinarsi le porgo la mano – Tregua?-

Esita un attimo prima di stringerla.

-Tregua.-

   
 
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