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Autore: Daniel_san    28/10/2015    1 recensioni
CiaU ** Premetto che questa ff sarà di soli due capitoli.. e che tratta ovviamente della mia coppia preferita Dean/Cass.. Ebbene ci troviamo nella quinta serie, quando Dean va nel futuro ed incontra un Cass... non proprio normale X'D
E' una what if.. ebbene cosa succederà? Se avete voglia e vi fa piacere, leggete >
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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<< Oh sì più forte…più forte >>
Mi tappa la bocca mentre la sua virilità s’irrigidisce dentro di me.
<< Stai zitto>> sussurra con la voce spezzata dalla concentrazione e dal desiderio.
Il calore che pervade il mio corpo quando lui mi tocca, mi fa sentire ancora vivo.
Con forza spinge e spinge dentro di me, con violenza e rabbia e passione.
 Mi stringe e affonda le sue lunghe e ruvide dita tra i capelli, e tira, e tira. E spinge e tira. Sento che sto per venire e lui mi segue.
Sento che sto per esplodere.
 

<< Non dobbiamo trovare Lucifero, un demone che è nella sua cerchia ha parlato>>
Una voce mi riporta alla realtà, una voce che fin troppe volte mi ha urlato nelle orecchie la sua frustrazione e bramosia…continuano a blaterare tra di loro.
<< E come fai a saperlo? >> domanda una tizia, non mi ricordo mai il suo nome.
I presenti sembrano non capire, come fanno a non arrivarci! Alzo gli occhi al cielo e tossicchio per attirare l’attenzione.
<< Cara, penso che il nostro impavido generale sia fin troppo erudito nell’arte di ottenere la verità>> dico guardandomi le unghie annoiato a morte dalla conversazione e incazzato perché mi hanno distratto da qualcosa ben più interessante…
<< Tortura? Così abbiamo ricominciato a torturare?>>
Con mia grande sorpresa interviene il giovane Dean, rido, la sua vecchia versione è cosi…cosi…innocente.
Involontariamente lo guardo, le sue spalle dritte, quell’aria sconvolta, emozioni. Tangibili, succulente. 
Mi inumidisco le labbra e continuo a fissarlo.
Lui se ne accorge, ma anche qualcun altro sembra notarlo.
<< La vuoi finire>> Dicono all’unisono la coppia dei Dean con tono brusco.
Il giovane appare ancora imbarazzato, tanto che tenta di coprirsi il corpo con la giacca cercando di non darlo a vedere mentre il Dean-machine mi lancia una di quelle sue solite occhiatacce assassine.
<< Cosa vuoi? Io AMO la tua vecchia versione >>

Troppo tardi.
Mi rendo conto solo in un secondo momento che la mia è stata una dichiarazione in piena regola e non una semplice frase gettata al vento.
Abbasso lo sguardo per nascondere il mio viso perplesso, il cuore batte all’impazzata. E’ cosi è ancora vivo? Pensavo fosse andato da tempo, che le droghe lo avessero steso. Ma non sono stato io a parlare e a pronunciare quelle parole, era il me del 2009. Il mio sguardo sempre vago e languido, è divenuto troppo serio, troppo presente. La mia voce troppo chiara non più gutturale e impastata di alcool.
Credo se ne siano accorti anche loro, perché per la seconda volta durante la serata mi fissano entrambi, con la stessa espressione di perplessità… scioccati, come se avessero visto Sam addentare con voracità un panino della mc! Dio.
L’aria è carica di tensione e rammarico, e non sono abbastanza fatto per sopportare tutto ciò.
Decido di alzarmi e scappare.

<< Ok, vado a caricare i bagagli in macchina >>
L’aria gelata e pungente della serata mi sbatte sul viso, è un toccasana per la mia temperatura misteriosamente salita.
Non posso farcela cosi, ne ho bisogno.
Sono al voltante ora e mi sto fumando una buonissima canna, iniziando a vedere folletti che ballonzolano davanti a me, quando sento bussare. Inizialmente il suono mi arriva ovattato, poi sempre più chiaro. Ah sì, capisco… è il vetro del finestrino. Ah si, capisco…è Dean che sbatte il pugno contro il finestrino.

Al di fuori due occhi verde smeraldo mi fissano.
<< Si cameriera, un po’ di torta grazie! >> sorrido, compiaciuto della mia stessa battuta.
<< Abbassa questo finestrino, figlio di puttana >> qui c’è qualcuno poco spiritoso.
 A malavoglia mi tocca obbedire.
<< Va bene, va bene, con calma…>> Mica è così facile girare la maniglia.
<< Cos’era quel discorso di prima?>> sputa la domanda come fosse veleno, senza nemmeno respirare,
senza darmi il tempo di capire a cosa si stesse riferendo. Lo vedo, vedo che pretende una risposta.
Annuisco, per fargli capire di aver capito. Ma lo faccio per due validi motivi.
Uno, perché voglio fargli capire di aver capito….
Due, perché se non scuoto la testa come faccio cadere il folletto che si appende ai miei capelli? Insomma se non gli creo un ambiente scomodo, come cazzo fa ad andarsene?

<< Oh non so cosa ti sembrava? >> faccio spallucce, lui è così drammaticamente serio. Non posso fare a meno di deriderlo.
Sta zitto e mi fissa respirando pesantemente, sta aspettando e allora faccio l’unica cosa che lui non si aspetta.
Giro la testa di lato e assumo l’espressione che facevo tanto tempo fa, ancora mi esce bene la mia stessa imitazione.
<< Oh Dean caruccio, sei geloso?? >> ed ecco la mia brillante risposta.
Odia quando lo chiamo in quel modo, perché si sente preso per il culo, e allora dilata le narici e aggrotta la fronte.
<< Devi essere concentrato stasera Castiel. Non giocare a Romeo e Giulietta! >> ed è un ordine.
Si volta, mi dà le spalle ora, fa per andarsene… ma la mia voce lo trattiene.
<< Ricordi come finisce quella storia Dean?>>
Lui stringe i pugni.
<< E’ cosi che finirà oggi? >>…

E si volta, lentamente, e sorregge lo sguardo fiero come un leone.
Porta fuori il mento e si mette diritto.
Porta una mano alla fronte e esegue il saluto militare.
Oggi morirò.
Oggi moriremo insieme.
Qualcosa di luccicante scivola fugace dalla sua guancia.
Una sola, una piccola, minuscola e significativa lacrima percorre i suoi alti zigomi e bagna la sua pelle, percorre il labbro superiore e quello inferiore. Quelle labbra che tante volte ho baciato e assaporato... cade a terra e bagna il terreno. Un piccolo ricordo di un amore ormai spezzato…
Sono lucido, o quasi. Apro lo sportello della macchina e mi avvicino a lui barcollando.
I nostri sguardi s’inchiodano l’uno all’altro. Il blu del mare e il verde delle montagne.
Come potrò passare un’eternità senza quegli occhi?
Alzo la mano. Lui si aspetta un saluto arido e freddo. Ma io non posso dargli questo.
Non voglio.
Ripercorro con l’indice il tragitto della sua lacrima per soffermarmi sulle sue labbra.
Lui è immobile, un soldato. Ma i suoi occhi urlano. Hanno paura, hanno amore…
Chiudo gli occhi e per l’ultima volta mi aggrappo alle sue labbra e questa volta non rimane più impassibile…ma il nostro tempo è finito e mi devo allontanare.
<< Se per baciarti dovessi poi andare all’inferno, lo farei. Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai entrarci >> sorrido.
Lui lascia andare le braccia lungo i fianchi per poi far ricadere pesantemente la testa nella mia spalla. Le mie mani percorrono le sue spalle possenti, e sento i suoi muscoli rilassarsi al mio tocco.
<< Sei tu la mia Giulietta e io il tuo Romeo, Dean >> gli sussurrò nell’orecchio, e lo sento rabbrividire.
Ho sempre odiato quella storia e ci sono finito in mezzo.
<< Andiamo >>
Sembra riprendersi di colpo e ritornare in sé e riprendere il suo ruolo.
E io, come Romeo… devo interpretare il mio.
 

I due giovani si separarono… ma qualcuno, nascosto nel buio li vide.
Qualcuno che di lì a poco avrebbe potuto cambiare il futuro, non solo dell’umanità ma anche dei nostri giovani e sfortunati amanti…



 
 
// fine ç.ç
Ringrazio chi ha trovato piacere nella lettura! Aw, mi spiace farvi soffrire cosi, ma l’ho scritto un po’ di getto… spero vi sia piaciuta... Ovviamente ho preso in prestito la frase di Shakespeare, ringraziate quel genio <3
Alla prossima!! *v*
   
 
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