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Autore: A_GleekOfHouseStark    28/10/2015    2 recensioni
AU ambientata in una Westeros dove il tiranno Aerys Targaryen ha deciso di adottare gli Hunger Games, basandosi sul modello della nazione di Panem, per punire la popolazione che quindici anni fa, seguendo Robert Baratheon, Jon Arryn e Ned Stark, si ribellò al suo potere. Ogni anno otto tributi vengono spediti in un'arena per combattere l'uno contro l'altro, ad uccidersi a vicenda sotto gli occhi delle famiglie impotenti che possono solo seguire le vicende dagli schermi nelle proprie case.
Otto tributi partono.
Uno solo però è destinato a tornare indietro.
Genere: Angst, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Joffrey Baratheon, Jon Snow, Shireen Baratheon, Un po' tutti, Ygritte
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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La Separazione
 
“Perché l’hai uccisa?” Chiese Jon ad Ygritte mentre si allontanavano dal posto da cui avevano assistito alla morte di Margaery Tyrell.
“Ho trovato l’opportunità di avere un’avversaria in meno e l’ho colta.” Rispose lei come se fosse la spiegazione più logica del mondo.
“Non era necessario che lo facessi! Avresti potuto ferirla semplicemente.”
“Allora non hai capito qual è lo scopo di questi maledetti giochi!” Ribatté la ragazza con torno arrabbiato “Vogliono vedere il sangue, la violenza, che ci uccidiamo l’uno con l’altro. Lo scopo è quello di trasformarti in una loro arma che uccide altri innocenti così che tu possa sentirti una persona terribile.”
“Beh io non lascerò che mi cambino…”
“Sì lo so, ucciderai solo se sarà necessario. Ho capito.” Lo interruppe.
“E non dovresti nemmeno tu.” Esclamò Jon terminando il suo discorso.
Ygritte rimase in silenzio, poi sfoggiò un sorriso triste.
“Per quello è un po’ tardi Jon Snow. Pensi davvero che non abbia già ucciso? Vivevo in un villaggio nel Nord dove ottieni quello che vuoi solo con la violenza. Dove sei costretto a difenderti con la violenza…”
Non aggiunse altro ed egli decise che non era il caso di chiedere più informazioni così lei aggiunse:
“Ascolta, perché ti importa così tanto?”
“Perché ci tengo a te maledizione! Mi preoccupo per te!”
“Beh allora smettila! Non è il caso che ti preoccupi del fatto che la mia anima potrebbe essere compromessa dall’aver ucciso quella ragazza perché è troppo tardi! Tu credi che io sia come una di quelle ragazzine che hanno costante bisogno di protezione ma non è affatto così.”
“Se non è così perché mi hai chiesto di allearci?”
“Perché sapevo che avremo formato una bella squadra, perché mi interessi Jon Snow. Dio, vorrei avere la possibilità di conoscerti meglio ma non ce l’ho e mai la avrò perché uno di noi sicuramente morirà, potrebbe arrivare addirittura il momento in cui saremo rimasti solo io e te. Non posso permettermi di affezionarmi a te!”
Ygritte stava sputando quelle parole con un misto di disprezzo e tristezza, ma il suo tono rimaneva comunque arrabbiato. Jon non sapeva come replicare a quella dichiarazione quindi disse ciò che ritenne più giusto in quel momento per evitare di farla soffrire ulteriormente:
“Credo sia arrivato il momento di separarci…”
“Cosa?”
“Come hai detto, potremmo rimanere soli in questa arena e non voglio essere costretto a lottare contro di te, o peggio, ad ucciderti perché anche tu mi… mi interessi.” Decise di usare le sue stesse parole per sminuire la verità, ovvero che are attratto da lei in maniera spropositata.
Ygritte rimase in silenzio.
“Quindi questo è un addio…” Disse alla fine la ragazza.
“Direi di sì.” Cercò di suonare più convincente possibile.
“Allora non voglio rendere le cose più lunghe o patetiche del dovuto. Non ho intenzione di piangere.”
Si voltò verso la boscaglia e fece per seguire il sentiero opposto rispetto a Jon, ma egli la bloccò prendendola dalla vita, avvicinò il proprio volto al suo e la baciò.
La baciò con la consapevolezza che non l’avrebbe più rivista e questo lo feriva più di quanto qualsiasi sua freccia avrebbe potuto fare. Ygritte non poté fare a meno di rispondere perché d’altronde anche lei lo desiderava, ma dopo qualche istante si fece coraggio e si staccò.
“Addio Jon Snow.” Disse prima di girarsi e scomparire fra gli arbusti.
 
Jon imboccò il sentiero opposto rispetto a quello preso dalla ragazza e sapeva che se avesse continuato a camminare avrebbe ritrovato il luogo dove avevano passato la notte dopo la tempesta. Era abbastanza riparato e decise che avrebbe atteso lì in attesa di capire cosa fare.
Ciò di cui era sicuro però era che non avrebbe compromesso la sua anima, non avrebbe ucciso soltanto per puro gusto anche se ormai aveva realizzato, Ygritte gli aveva fatto realizzare, che non poteva aspettare in eterno senza agire. A chi voleva tornare a casa (e decisamente lui lo voleva) non era concesso il lusso di attendere che gli altri si uccidessero l’un l’altro.
La consapevolezza di dover fare qualcosa per spianarsi la strada verso casa e la volontà di non compromettersi si stavano scontrando duramente e lui non sapeva chi parteggiare. Passò la notte da solo in una radura e si svegliò soltanto quando, all’alba del quinto giorno, qualcuno chiamò il suo nome. Egli sfoderò lentamente la spada ma solo più tardi si rese conto che in quella zona, a portata di fendente, non c’era nessuno.
La voce lo chiamò una seconda volta e a quel punto Jon poté distinguerla chiaramente: si trattava senza dubbio di Arya.
“Dove sei?” Urlò al vuoto.
“Alza gli occhi.” Ella rispose ridendo.
Jon seguì le sue istruzioni e la vide appollaiata sul ramo di un albero che senza dubbio non sarebbe mai stato in grado di raggiungere.
“Pensi di scendere per salutarmi o credi che voglia ucciderti?” Si rivolese a lei sorridendo a sua volta.
“Non l’ho pensato neanche un secondo. Se lo avessi fatto non ti avrei neanche chiamato.” Replicò mentre si accingeva a scendere dalla sua postazione.
“Da quanto tempo sei lì?” Chiese lui una volta che alla fu a terra.
“Da quando Loras Tyrell stava... stava per uccidermi.” Il suo volto s’incupì al ricordo di quella storia “A proposito, grazie per avermi salvato…”
“Volevo proteggerti, ma è stata Ygritte ad averti aiutato davvero. Beh, è stato un lavoro di squadra ” Disse alla fine.
“Ha ucciso lei Margaery?”
“Sì.”
“Se la avesse soltanto ferita probabilmente Loras avrebbe avuto il tempo di uccidermi prima di tornare da lei per curarla.”
“Invece ha fatto leva sul suo amore fraterno...”
Ci fu una pausa nel loro dialogo in cui Jon si rese conto che anche Arya credeva che la morte di Margaery Tyrell fosse stata necessaria e non era affatto giusto: sua sorella era poco più che una bambina e non avrebbe dovuto avere a che fare con queste cose.
“In ogni caso” continuò Arya “la tua ragazza è una tosta…”
“Non è la mia ragazza.”
“Vi ho visto.”
“Quando?”
“Prima che Gendry morisse. Ci eravamo stabiliti su una pianura vicino al lago e voi siete passati da lì, ma poi vi siete allontanati e avete proseguito verso il fiume. Ho visto come la stavi guardando ed è decisamente uno sguardo diverso da quello che hai ora che non è più qui con te.”
Era dannatamente saggia per essere una bambina.
“Non era la mia ragazza e non posso neanche chiamarlo amore, però era… qualcosa. Qualcosa che neanche io sono in grado di definire e purtroppo qui non posso permettermi il lusso di capire fino in fondo di cosa si tratta. Non posso distrarmi.”
“Già. Questo è decisamente il posto sbagliato.”
“Sbagliato per cosa? Per distrarmi?” Jon le sorrise.
“No, per vivere.”
Quelle parole lo colpirono duramente e di nuovo provò compassione per la sorellina da poco conosciuta e con un bagaglio di sofferenze troppo pesante per le sue fragili spalle.
“Sai che ho visto un lupo l’altro giorno?” Esclamò all’improvviso riacquistando una certa fanciullezza.
“Quando?” chiese lui incuriosito.
“L’altra sera. Ero su un altro albero, non quello su cui mi hai trovato, perché stavo aspettando il momento giusto per andare a far visita ai Tyrell. Joffrey è passato proprio vicino al mio nascondiglio e ho avuto paura che mi uccidesse, ma solo un po’… sai, è facile per lui prendersela con coloro che crede indifesi.”
“Come faceva a vedere al buio?”
“Aveva una specie di occhiali da sole, forse erano quelli ad aiutarlo. Beh, alla fine un lupo l’ha attaccato proprio sotto il mio albero. Gli ha graffiato la faccia e morso una spalla!”
“Quindi è piuttosto malandato adesso…”
“Già. Ci ha messo un sacco di tempo a rimettersi in piedi e correre via.”
“Mi piacerebbe vederlo questo lupo…” Esclamò arruffandole i capelli.
“Anche a me.”
Poi si sentì soltanto il leggero sibilo di un corpo che scalfisce l’aria e qualcosa venire trafitto.
Arya cadde tra le braccia di Jon, il quale notò subito che una macchia di sangue si stava allargando sulla sua schiena, all’altezza dei reni. Fortunatamente non era una freccia, non sapeva come avrebbe reagito se fosse stata Ygritte a fare questo, ma si trattava di un dardo di balestra. Alzò la testa e vide Joffrey Baratheon che teneva in mano l’arma nonostante la spalla fasciata a causa del morso del lupo.
“Maledetto!” Sibilò mentre il biondo non si muoveva. Sogghignava mentre Jon teneva sua sorella fra le braccia, dilaniato dal desiderio di correre da lui e ucciderlo e quello di restare accanto a lei nei suoi ultimi istanti. Alla fine decise la seconda opzione.
“È finita…” Sussurrò lei.
“Non dire così Arya, per favore.” Gli occhi di Jon si stavano riempiendo di lacrime. Era ingiusto, non doveva andare in quel modo.
“È la verità. È stato un codardo, mi ha attaccato alle spalle.”
“Non pensarci…”
“Lo ucciderai, vero?”
Il ragazzo rimase in silenzio.
“Promettimi che non gli permetterai di vincere. Promettimelo.”
“Te lo prometto Arya.” Inspirò profondamente e aggiunse “Dovevo venire a Grande Inverno quando ne avevo l’occasione. Dovevo conoscervi prima che capitasse tutto questo.”
“Non colpevolizzarti.” La sua voce stava diventando sempre più debole “Sono felice di averti conosciuto. Va bene così"
“No, non va bene!” Ormai era troppo tardi per fermare le lacrime “Mi dispiace tanto…”
Sua sorella Arya esalò il suo ultimo respiro fra le sue braccia. Il cannone suonò ed egli si allontanò per permettere che quella specie di artiglio prelevasse il corpo. Sapeva che Joffrey era ancora dietro i cespugli ad osservare la scena, magari anche con un ghigno sul volto.
“Ti sei goduto lo spettacolo?” Urlò Jon “Sei soltanto un codardo, capace di ammazzare solo ragazzine senza dar loro la possibilità di difendersi.”
“Se vuoi posso concederti un combattimento alla pari, bastardo.” Esclamò uscendo dal suo nascondiglio.
“Sei davvero sadico.” Il ragazzo era fuori di sé dalla rabbia. Stava per prepararsi all’attacco quando qualcosa lo precedette. Un animale saltò addosso al biondino e tra i due iniziò una lotta decisamente impari perché la bestia sembrava quasi più furiosa di Jon. Dopo alcuni minuti però Joffrey riuscì a liberarsi dalla stretta di quello che sembrava in tutto e per tutto un lupo e scappò via nonostante fosse piuttosto malconcio e perdesse parecchio sangue dal braccio. Jon si ritrovò solo con la sua rabbia, la sua frustrazione, la sua voglia di ucciderlo.
“Volevo uccidere solo se necessario, ma il desiderio vendetta è un valido motivo togliere la vita ad una persona? O forse questi giochi hanno cambiato anche me?”


Note dell'autrice :3
Okay, questo è stato il capitolo più difficile da scrivere perché, insomma, fra la separazione tra Jon e Ygritte e la morte di Arya (vi assicuro che doverla immaginare è stato terribile...) c'è angst per tutti i gusti, Ho voluto rendere la scena fra i due fratelli molto simile a quella fra Lyanna e Ned, spero die ssere riuscita nell'intento.
In ogni caso, chiedo scusa per l'angst e ci vediamo al prossimo capitolo!
Kisses 
-A_GleekOfHouseStark
   
 
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