Serie TV > Hannibal
Ricorda la storia  |      
Autore: 123babydevil123    29/10/2015    2 recensioni
L’aveva immaginato così tante volte, Will. Per se stesso, prima. Per l’altro, poi.
Una morte pubblica.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’aveva immaginato così tante volte, Will. Per se stesso, prima. Per l’altro, poi.
Una morte pubblica.

“Non posso vivere con lui. Non posso vivere senza di lui.”

La soluzione ideale, l’aveva trovata quel pomeriggio, quando Hannibal gli aveva mostrato la scogliera. Doveva saperlo, glielo aveva praticamente detto, suggerito.
Lui ed i suoi doppi sensi. Durante quegli anni li aveva cercati, nelle loro conversazioni lontane, in quelle condivise con Jack.
“Non mi sento mai in colpa per quello che mangio.”
Od in quelle con Chilton.
“Se solo fossi più curioso verso le menti comuni. Non ho alcun interesse nel capire le pecore. Solo nel mangiarle.”

Era tornato su ogni parola, ogni sguardo, ogni tocco. Vi si era perso, sprofondato sempre di più.
Ma lottava, lottava per non annegare in quelle sensazioni. Una relazione, una moglie, un figlio, o quello che più ci si poteva avvicinare.

Ma mentre sorrideva, insegnava, ricostruiva, qualcosa in lui premeva per essere riconosciuta. Un sentimento non desiderato, messo da parte con tale forza da essere distorto, schiacciato. Da perderne la consapevolezza.
Esplodeva, di tanto in tanto. Nelle notti in cui si svegliava sudato, allarmato ed infinitamente colpevole. Specialmente nel vedere la donna accanto a lui preoccupata ancora una volta.
“Incubi”, le diceva.
E lo erano. I peggiori che avesse mai avuto.

Quando vide Jack fu un duro colpo. Non si aspettava di venire coinvolto ancora, non voleva essere coinvolto ancora. Sapeva che non ne sarebbe più uscito, non sarebbe più stato lo stesso.
Ma acconsentì.
Il peso di quella decisione si fece davvero presente solo quando lo rivide. E gli parlò.
Assurdo. Assurdo come anche lì avesse potere. Circondato da libri, dai suoi disegni, da quell’aura di…magnificenza e distacco, che tanto gli invidiava.

“E’ stato bello, rivedermi?”
“Bello? No.”

No. Straziante, Meraviglioso. Ma non bello. Termini così poco forti non si addicono ad una persona del genere.

E poi? Quanto aveva viaggiato, per rivederlo? Quanto gli si era avvicinato? La sua infanzia, Chyioh, Firenze. Quanto gli era parso bello, quell’uomo? Quanto l’aveva sentito giusto, mentre le lucciole si muovevano sul corpo senza vita?
E Firenze. Oh, Firenze.
Dopo il viaggio, il cuore trovato in quella cappella, la realizzazione che sì, anche Hannibal perdona come perdona Dio. L’aveva capito. Aveva capito quando, con una spalla sanguinante, lo aveva pregato con voce fievole di non iniettargli qualsiasi cosa ci fosse in quella siringa. Sapeva sarebbe stata la fine. Ma comprendeva. Come per Misha, per perdonarlo il Dottor Lecter aveva bisogno di mangiarlo.

Quanto non gli era importato, quando alla fattoria Verger aveva staccato un pezzo di guancia di Cordell. Prima di sputare aveva sentito la consistenza della carne, il sapore del sangue. Poi si era voltato verso Hannibal, che gli sorrideva, il suo volto illuminato da… orgoglio, divertimento.


Ci aveva messo tempo. Gli ci era voluto così tanto, per accettarlo. Aveva dovuto discuterne insieme a Bedelia, per comprendere quello che infondo già sapeva. Innamorato. Ossessionato.
“…ma tu lo desideri?”



“Questo è tutto quello che ho sempre voluto per te, Will… per entrambi”
Aveva riso appena. O aveva cercato di farlo. Quello che avevano appena condiviso, sangue, dolore. Sguardi. Mai. Mai così vivo come quando era con lui, mai così fedele al proprio io.
Aveva deciso.

“E’ bellissimo”
Un bacio. Un bacio di sangue, stanco, agognato. Un abbraccio, il suo ultimo abbraccio, all’uomo che gli aveva mostrato che i demoni esistono. Che gli aveva donato una figlia, poi gliel’aveva brutalmente strappata dalle braccia. Ed ancora una volta. Che gli aveva scavato dentro, l’aveva dilaniato e gli aveva lasciato ogni pezzo del proprio essere davanti agli occhi, così che comprendesse.
Cos’era. Cosa nascondeva. In cosa si era trasformato.

La caduta non era durata tanto come sperava. Mentre lo stringeva tra le braccia, l’impatto con l’acqua era arrivato troppo presto. Troppo presto i propri sensi erano venuti meno.


Quando aveva aperto gli occhi, una volta ancora, era rimasto immobile.
Perché. Perché non aveva funzionato.
La sua prima reazione fu quella di piangere. Da solo, in quella stanza asettica, bianca. La odiava. Era così pronto, aveva detto addio a tutto, anche alla vita che ora lo teneva incatenato nel suo corpo, nella sua mente.

“Non posso vivere con lui, non posso vivere senza di lui.”

Passarono i giorni, le settimane. Si riprese abbastanza da stare in piedi da solo. Solo.
Allontanò tutti, la moglie, Jack. Soprattutto Jack. Insistente, che continuava a chiamarlo, a dargli informazioni.

Non era morto. Ma lo sarebbe stato presto. Sedia elettrica.
Quell’uomo che aveva preso così tante vite, ci aveva giocato, le aveva manipolate per null’altro che il proprio diletto. Presto non ci sarebbe stato più.
E lui? Cosa sarebbe rimasto di Will Graham?


E’ consuetudine che durante un’esecuzione i parenti delle vittime assistano. Seduti, vestiti di nero in una stanza altrettanto nera. Imbavagliato, legato. Davanti a lui, oltre il vetro, c’era Hannibal Lecter.
Will era seduto, in attesa. La stanza era piena. Facce impassibili, segnate dalla sofferenza. Altre contorte in una smorfia felice, altre ancora alle lacrime.

Lo guardava. Solo lui. Quegli occhi, calmi, calcolatori, ignoravano la stanza, ignoravano le guardie che lo trattavano come forse nessuno aveva osato fare. Non senza conseguenze. Ignoravano tutto, tranne l’uomo in ultima fila, con occhi azzurri e capelli ricci, che sosteneva il suo sguardo.

Non glielo avevano detto. Non gli era stato concesso, sapere se il suo paziente, la sua vittima, il suo…amico, fosse rimasto in vita. Avevano perso i sensi insieme, il freddo che aveva fatto allontanare il sangue dalle estremità del corpo, per concentrarsi sugli organi interni, li aveva salvati entrambi.
Ed ora lo rivedeva per la prima volta da quel bacio. Per l’ultima volta.

Impassibile, nessuna espressione. Si voltò verso le piccole finestre, troppo piccole, l’ombra della pioggia ed il suono che ne riempiva la stanza. Tra poco sarebbe stato fuori, al buio. Trovava conforto nel freddo, nella solitudine meditativa. Ma solo per poco, solo per qualche ora. Poi i pensieri diventavano troppi, i ricordi opprimenti, le sensazioni troppo acute.

Un respiro profondo, occhi chiusi. Si girò appena sulla sedia, prendendo qualcosa dalla borsa. Lo lasciò a terra, dopo aver premuto un pulsante. Un lieve sibilo, nessuno se ne sarebbe reso conto.
Si alzò, senza interrompere il contatto visivo con Hannibal finché non uscì dalla stanza.
La chiuse a chiave, prese una maschera dalla borsa e l’indossò.

I primi spari, alle guardie oltre il vetro, vicine ad Hannibal.
La corsa per evitare il suono dell’allarme. Gole tagliate, fiumi di sangue. Altre piccole scatole sibilanti.
Chyioh lo aspettava, la stessa maschera di William a coprirle il viso. Uno scambio, una siringa ed una boccetta per una promessa.

“Ci penso io a lui.”

Entrare in quella stanza fu un’esperienza che non dimenticherà mai. Hannibal seduto, calmo, che tratteneva il fiato. Legato ma maestoso, con ai suoi piedi i cadaveri degli stessi uomini che poco prima lo insultavano, sputandogli addosso.  Ma non c’era tempo per ammirarlo, in quel momento.



Prese le chiavi, gli tolse la maschera dal viso, solo per mettergliene una differente, paradossalmente meno elegante. Lo slegò, aspettò che si alzasse. Prese la siringa, la riempì del liquido nella boccetta, gliela porse. Il dottore non chiese cosa fosse, alzò la manica e se lo iniettò. Uno sguardo, poi Will si voltò ed iniziò a correre, consapevole che l’altro l’avrebbe seguito.

Non fu difficile uscire fuori, nonostante le condizioni di Hannibal. La ragazza aveva già dato prova di essere un cecchino eccezionale. Nel silenzio di quella notte la pioggia, i loro passi affrettati ed i sibili dei proiettili di Chyioh erano la loro colonna sonora.

Appena fuori, un piccolo furgone. Entrarono, fece segno all’altro di cambiarsi con i vestiti che c’erano sul retro mentre gettava via la maschera. Insieme a quelli, valigie, borse… era ovvio che stessero partendo.

“Sono felice tu sia sopravvissuto, Will.”

Una piccola negazione con una scossa del capo. I capelli gli gocciolavano sul viso mentre guidava, il silenzio dell’abitacolo rotto solamente dai loro respiri affannati e dal fruscio di vestiti dell’altro, intento a cambiarsi.

“William è morto su quella costa. “

Niente anello al dito. Niente cellulare, niente documenti, nessun apparecchio che potesse far riconoscere il veicolo. William Graham non esisteva più. Quello che Hannibal aveva davanti era un alto uomo, forgiato anche per mano sua. Evoluto. Pienamente vivo. Ed il dottore sorrise, staccando una delle mani gelate del nuovo essere che aveva davanti dal volante.

Bellissimo, tormentato. Gli strinse la mano, passò le dita tra i solchi di quelle dell’altro. Non lo stava guardando, non stava reagendo. Ma andava bene così. Si portò la mano alle labbra, baciò l’anulare, ora nudo, ma con ancora il segno dell’anello nuziale. Poi la riportò al volante, si mise seduto composto, allacciò la cintura. Non chiese dov’erano diretti. L’avrebbe scoperto.
L’unica cosa che contava era che Hannibal aveva Will. E Will aveva Hannibal.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hannibal / Vai alla pagina dell'autore: 123babydevil123