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Autore: Malanova    30/10/2015    1 recensioni
Come non detto... HO MODIFICATO LEGGERMENTE LA STORIA!
Ebbene si... perennemente insoddisfatta, ho deciso di fare altre piccole modifiche e cercare di migliorare la storia ed il suo contenuto, grazie anche all'aiuto di Felinala che, con la pazienza di una santa, mi aiuta con la grammatica e mi da qualche spunto XP.
Questa storia narra di Piccolo, figlio del Grande Mago che tenne sotto il suo giogo il mondo per oltre trecento anni, e di Lyrica, la bellissima e alquanto misteriosa fanciulla apparsa dal nulla costretta a prestare servizio alla Famiglia Demoniaca in cambio della sua vita. Sperando di non aver creato un ulteriore pasticcio, vi auguro buona lettura!
P.S. La storia segue la trama dell'opera di Toriyama... se ci sono spazi vuoti vuol dire che la storia è rimasta inalterata
P.P.S Dedico questa storia ad una ragazza molto speciale, di cui non ricordo il nickname (Malanova sei una cretina) che leggeva questa storia, anni fa, ad un gruppo di ragazzini molto speciali... Perdonatemi se vi ho fatto aspettare, non vi ho dimenticati, spero che questa revisione vi piaccia perché grazie a voi che c'è ancora!
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Piccolo, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un anno…

Era arrivato il fatidico giorno. Lyrica sollevò lo sguardo dalla sferetta di cristallo e la ripose nella sacca di velluto blu dove la riponeva ogni volta che finiva di consultarla. Uscì fuori dalla Huis, accarezzandone come al solito l’incisione sullo stipite, prese una capsula Hoi Poi e l’attivò. All’interno c’era la moto più potente del suo inventario: tre volte più grande di una moto normale, essa era di metallo cromato d’argento, dalla forma allungata come la punta di una freccia, quattro fari simili a occhi, e al posto delle ruote c’erano due grossissime eliche antigravitazionali. Salì sul mezzo e si concentrò. Grazie alla collanina che aveva donato al figlio fu facile trovare la loro postazione e partì a tutta velocità verso quella direzione. C’erano tantissime cose che aveva celato sia a Piccolo che a Drak ma… adesso non doveva pensarci. Avrebbe raccontato tutto a tempo debito.

Quando arrivò alla landa desolata, sia i due namecciani che Gohan la fissavano stupiti. “M-Mamma?” balbettò il figlio “C-Che cosa ci fai q- qui?” “Come? E’ così che saluti tua madre dopo un anno che non la vedi?” sbottò lei facendo il finto broncio. Poi, con tono più dolce, gli chiese “Non vieni ad abbracciarmi?”. Drak si avvicinò titubante alla donna, che lo strinse forte a sé “Tesoro… Mi sei mancato così tanto…” “A-Anche tu mi sei mancata…” rispose l’altro, rosso. “E’ incredibile… Sei sempre nei posti dove non dovresti esserci!” le gridò Piccolo avvicinandosi “Come ci hai trovato? Un anno fa non sapevi percepire le aure…” “E non le so percepire neanche ora…” rispose lei sciogliendosi dall’abbraccio “Però sono brava a percepire l’energia delle pietre” e dette un’occhiata eloquente alla collanina attorno al collo di Drak. Piccolo fece un sospiro esasperato. Doveva aspettarselo da lei… perché continuava a stupirsi?

La guardò male e ringhiò “Non ci servono spettatori… Tornatene a casa!” “Chi ti ha detto che sono qui per guardare?” ribatté Lyrica, aspra “Sono qui per combattere insieme a voi…”. Piccolo spalancò gli occhi ed urlò, prendendola per un braccio “Sei impazzita?!? Non ci pensare neanche! Se credi che non ti faranno niente perché sei una donna ti sbagli di grosso!” “Lasciami!” urlò di rimando lei “So benissimo che sono degli esseri spietati e che sono incredibilmente forti, ma anch’io mi sono allenata come tutti voi...” “Se non riesci neanche a liberarti dalla mia presa!” la schernì lui con un sorriso perfido. Allora Lyrica, con lo stesso braccio che Piccolo teneva prigioniero, gli diede una pacca sul gomito con tanto di scossa elettrica. Il namecciano sentì un formicolio al braccio, seguito dall’intorpidimento, e perse la presa sulla donna. Durò per pochi secondi, poi riprese sensibilità al braccio. “Soddisfatto adesso?” gli domandò Lyrica, con aria di sfida. I due si fissarono in cagnesco.

Gohan e Drak fecero dei passi all’indietro “E’ meglio che ci allontaniamo…” “Già… Sento anche da qui che al signor Piccolo gli girano…” ed andarono a sedersi ai piedi di una rupe, a qualche metro di distanza. Piccolo guardò la mise della donna e fece un verso di disappunto: aveva una maglietta blu scuro, senza maniche, in stile asiatico, con l’allacciatura laterale. I pantaloni, anch’essi asiatici, erano di una pregiata seta, bianco perla, che stringevano le caviglie e, come al solito, aveva i piedi nudi. “Non penso che i Sayan ti faranno fare un giro su una passerella…” sbottò infine il namecciano. Poi la prese per le spalle e disse “Ma sei ancora in tempo per tornartene indietro. Va a casa e restaci finché noi non torniamo…” “La vuoi smettere di dirmi di tornare a casa?!?” urlò Lyrica, spingendolo via “Non mi farai cambiare idea!” “Perché devi essere così dura di comprendonio… Potresti morire!” “Anche voi rischiate la vostra vita andando ad affrontarli!” ribatté lei, con rabbia. Piccolo le strinse con più forza le spalle “Junior è un guerriero formidabile ed è bravissimo con l’energia spirituale, a differenza di te… Per quanto ti sia allenata la tua forza è misera in confronto a quella che ho raggiunto in quest’anno…” “Come fai a dirlo se da anni che non mi vedi combattere? Pensi che abbia dimenticato le arti marziali che mi insegnò tuo padre? La mia magia non sarà come il vostro Ki, ma è potente e so fare cose che tu neanche sogni!” “Questa discussione è durata anche troppo! Perché continui ad insistere?!?” “Non torno a casa senza mio figlio e…” lì la donna si interruppe un attimo, rossa in viso, poi lo guardò negli occhi e mormorò a bassa voce “… Senza di te…”.

Piccolo si irrigidì per un secondo. Lyrica capì che i Sayan erano ormai molto vicini al pianeta, visto che Crilin era arrivato ed i due bambini gli erano andati incontro. Stava per fare la stessa cosa ma il namecciano l’aveva trattenuta. La fissò a lungo negli occhi, intensamente “Ti prometto che non succederà niente a Junior… ci sarò io a proteggerlo…”. Lei stava per ribattere ma l’altro la azzittì baciandola sulle labbra. Dopo qualche istante si separarono e lui le accarezzò una guancia con il dorso delle dita. Poi le mormorò dolcemente “Ied kuurkt” “Cosa dia…?!”. Lyrica non riuscì a finire la frase. Piccolo l’aveva colpita di taglio al lato del collo con la stessa mano che le aveva carezzato il viso, così forte da farle perdere i sensi. La prese in braccio e la adagiò in mezzo a dei cespugli poco lontano dalla radura. Si assicurò che i rami delle piante non la graffiassero, le accarezzò la testa e raggiunse gli altri. Quando si avvicinò, Drak gli chiese “Dov’è la mamma?” “Sono riuscito a convincerla ad andarsene…” sbottò lui scontroso. Vedendo l’occhiata scettica, così simile a quella della donna, Piccolo gli ringhiò “Non seccarmi con delle stupide domande e rimani concentrato! LORO sono qui…”.

Lyrica riprese coscienza quasi due ore dopo. Il collo era rigido e le faceva terribilmente male sul punto dove Piccolo l’aveva colpita. “Stronzo bastardo!” pensò furiosa “Fino a questo punto è arrivato! Ah! Ma se pensa che gli faccia fare i suoi comodi si sbaglia di grosso!”. Si alzò e si tolse i fili d’erba rimasti attaccati sugli abiti. Poi fece un respiro profondo, spazzando via i pensieri dalla testa, e si concentrò. Cercò di captare l’energia del ciondolo di Drak ma non la sentì da nessuna parte. Ritornò in sé e ripeté l’operazione aumentando il campo di ricerca ma anche questa volta non percepì niente. Fu colta dal terrore. C’erano solo due motivi per non riuscire a sentire l’energia della pietra: il primo che avesse svolto il suo dovere di amuleto protettivo e quindi si fosse consumata fino a diventare polvere. La seconda ipotesi era che il proprietario della pietra fosse morto.

Si affrettò ad andare a cercarli, stando attenta ad ogni minimo suono. Dopo mezz’ora di accurata ricerca scorse una figura distesa a terra. Il suo cuore perse i battiti “PICCOLO!”. Corse verso di lui, inciampando tra le rocce e le lacrime che le offuscavano la vista. Quando lo ebbe raggiunto, si inginocchiò al suo fianco ed urlò disperata. Piccolo giaceva lì, morto, con profonde ferite e lividi su tutto il corpo e gli abiti strappati. Gli mise la testa sul petto, sperando di cogliere qualche debole battito cardiaco ma fu invano. Scoppiò a piangere. “Tu… Maledetto!” singhiozzò “Perché non mi hai permesso di combattere al tuo fianco? Io… come farò… senza… di te?”. Pianse per un po’ sul corpo del namecciano ma poi un pensiero la fece riprendere “Drak! Devo trovare Drak!” si asciugò le lacrime. Si mise dritta e cercò di comunicare con la terra e la natura che la circondava. Chiuse gli occhi. Fu molto difficile liberare la mente e sentire le voci delle pietre, il dolore la straziava, ma alla fine riuscì a trovare una lieve traccia. Si alzò in piedi e la seguì.

Trovò Drak qualche radura più in là, svenuto ma ancora vivo. Corse verso di lui, ringraziando la natura con un sussurro, e lo prese delicatamente in braccio. Vederlo ridotto così le straziava il cuore ma almeno lui era riuscito a sopravvivere. Poco lontano vide Crilin, in piedi, che guardava un punto fisso nel cielo, serio “C-Crilin?” lo chiamò lei, titubante. Lui distolse lo sguardo e guardò Lyrica, confuso, per poi esclamare “Ti conosco! Sei quella ragazza che era con Piccolo al torneo di arti marziali… Lyrica giusto?”. Lei annuì, sorridendogli appena. “Come sta Junior?” domandò l’uomo, vedendo il piccolo namecciano tra le sue braccia “Ha perso i sensi ma se la caverà…” rispose lei dando un’occhiata al figlio. Tornò a guardarlo e gli chiese “Sei rimasto solo tu?” “Gohan è laggiù… Ha perso i sensi dopo che è diventato uno scimmione ma è ancora vivo…” le rispose l’altro e indicò il bambino che giaceva nudo poco più in là “E Goku è da quella parte. Non riesce a muoversi”. Stettero in silenzio. “E i Sayan?” domandò lei, cauta. Crilin chinò la testa e borbottò “Uno è morto, l’ha ammazzato il suo compare quando non è riuscito a sconfiggere Goku… che è riuscito a scappare con la sua navicella spaziale” “Presumo che fossero Nappa e Vegeta…” mormorò lei, dando un’occhiata nei dintorni e, trovato Goku, gli andò incontro “Come?” urlò Crilin sconvolto “Conosci quei due?!?”.

Lyrica non gli rispose e si avvicinò all’altro “Così hai salvato di nuovo la Terra…” gli mormorò quando arrivò “Ah! Sei tu. Eh, eh…” sussurrò Goku “Non è stato solo merito mio… sia Gohan che Junior sono diventati davvero forti. Piccolo è stato un buon maestro…” la guardò, diventando serio “Mi dispiace”. La donna sorrise amaramente. “E’ morto per una giusta causa” tagliò corto. Crilin le si avvicinò, serio “Non mi hai risposto prima” “Non mi sembrava che tu avessi fatto una domanda ma una constatazione” ribatté lei voltandosi verso il pelato “Ma ogni modo… Lo sentite? Sta arrivando un aereo”. Quando i due furono distratti dal aereo di Bulma, mormorò ad entrambi “Non posso rispondere alle vostre domande… Non ancora…”.

  
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