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Autore: MissJB2501    31/10/2015    1 recensioni
"Ci ripetono che l'amore è il sentimento più forte e puro che un essere umano possa provare in tutta la sua esistenza. Non ci credevo, o almeno è quello che mi imponevo di credere. Dopo le mie storielle da quattro soldi ero arrivata a pensare che forse non avrei mai provato amore per qualcuno, che non avrei provato tutte quelle sensazioni che erano scritte nei libri. Adesso posso garantire che mi sbagliavo perchè l'amore, quello vero, è anche meglio di come viene descritto , va oltre l'immaginario. Ma dobbiamo anche ricordare che l'amore è sofferenza e che amare vuol dire distruggere e che essere amati vuol dire essere distrutti."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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POV LIV-

Dovevo trovare la calma.

Dopo che Justin mi salutò per  prenotare all'ultimo minuto in qualche posto, mi fiondai in camera a saltare sul letto.

L'amore che effetto strano faceva alle persone, rendeva mia madre sgorbutica e me egocentrica. 

Scelsi come al solito qualcosa di molto semplice, come il trucco.

Detestavo i tacchi ma erano parte importante degli abiti da sera.

Non sapevo come mi sarei dovuta comportare , non avevo un appuntamento da un bel po' e sapevo che quando lo avrei visto lindo e pinto, sarei svenuta.

Mai avevo creduto che un ragazzo potesse essere così bello e dannato , ma non avevo ancora conosciuto Justin Bieber. 

"Buonasera." disse a voce bassa baciandomi sulla guancia dopo aver bussato.

"Sappi che sarò un gran gentiluomo."

E fu così, perchè quando ci avvicinammo alla macchina mi aprì lo sportello.

"Adoro i gentiluomini." mormorai con un sorriso.

Salii e mise in moto uscendo dal vialetto.

"Dove andremo a mangiare?" chiesi guardandolo.

Con le mani sul volante e gli occhi fissi davanti a se, era da togliere il fiato.

"Andremo in un ristorante italiano appena fuori Seattle." Rispose passando una mano tra i capelli.

"Ti ho già detto che sei incantevole?"

"Smettila di parlare come Edward Cullen di twilight." risi.

"Come chi?" rise anche lui.

Guardai fuori il finestrino e vidi che il cielo era brutto.

"Justin." lo chiamai.

Mmh." mormorò.

"Credi che pioverà?"

"Non lo so, il tempo fa quello che vuole."

Quando arrivammo, il ristorante era davvero affollato.

Era in toni del beige, da quello più intenso a quello più fiacco. I tavoli erano messi piuttosto in ordine per tutta la sala e dalle grandi finestre si poteva ammirare il cielo che in quel momento era ricoperto da molteplici nuvole.

"Salve , ho prenotato un tavolo a nome Bieber." informò Justin al ragazzo con la divisa da cameriere.

"Certo, mi segua." il ragazzo che sulla targhetta portava il nome di Max, con un sorriso ci scortò al nostro tavolo, che era un po' più appartato.

Quando ci sedemmo presi il menu, anche se sapevo già che cosa ordinare.

"Allora, che te ne pare?" mi chiese Justin riferendosi al ristorante.

"Lo trovo accogliente, e adoro il cibo italiano."

Ricordai a quando ero piccola e a quando mio padre portava me  e la mamma in un posto tanto simile, quei ricordi facevano male , ma mi sforzai di non pensarci.

"Ehi che ti prende, va tutto bene?" annuii con decisione scrollando di dosso il passato.

Max dopo poco si avvicinò e ordinammo. Prendemmo entrambi gli spaghetti con il sugo, una specialità della casa.

Era da tempo che volevo conoscere di più Justin, sapere qualcosa su di lui che non conoscevo e quello mi parve un buon momento.

Decisi di chiedergli la prima cosa che mi venne in mente.

"Justin, che cosa c'è stato tra te e Leila?" con tutto quello che era successo in quei giorni non ci avevo pensato granchè, ma adesso volevo sapere.

"Cosa?" mi guardò con quei suoi occhi dorati e pensai di star iniziando a sciogliermi. "Nulla." rispose semplicemente.

Non capivo perchè mentisse , sapevo che erano stati insieme , me lo aveva detto Leila stessa, minacciandomi.

"Justin , perchè stai mentendo?" incrociai le braccia al petto decisa ad andare fino in fondo a quella storia.

"Liv, perchè lo vuoi sapere?"

"Perchè sono stata minacciata e vorrei sapere se c'è stato qualcosa di serio."confessai. Sapevo che in quel modo avrebbe detto la verità.

"Come? Chi ti ha minacciato?" urlò. Molte persone si girarono verso di noi e mi sentii in imbarazzo.

"Abbassi la voce?" domandai bevendo un sorso di vino.

Non mi ero nemmeno accorta che Max lo avesse versato.

"Mi hai detto che qualcuno ti ha minacciato e te ne stai a bere vino? Hai tre secondi per parlare e dirmi tutto." sbottò.

Odiavo quando faceva così , lui e quel ' hai tre secondi' 

"Uno.. due.." lo bloccai.

"Perchè io devo sempre  dirti tutto mentre tu non mi dici nulla, è una cosa ingiusta."

"Non fare la bambina e parla." Rispose brusco stringendo il calice.

"No."

Mi mandò uno sguardo di fuoco, e sapevo benissimo che avrebbe continuato finchè non avessi parlato.

Stava per dire qualcosa, quando Max ci servì e fu costretto a stare zitto.

"Preferite qualche altra cosa?" chiese in modo molto cortese.

"No, sparisci." Rispose Justin.

Aveva usato un tono così sgradevole che quasi lo avrei preso a calci.

Max, mortificato andò via.

Sei uno stronzo." sussurrai innervosita.

La cena da primo appuntamento non stava andando affatto bene.

"Liv, te lo ripeto per l'ultima volta, parla."

"Ti dirò tutto se risponderai alla mia domanda." Dissi contrattando.

" Non c'è stato praticamente nulla, te l'ho già detto."

"Bugiardo." Sbottai mangiando una manciata di spaghetti e tenendo la calma, cosa che lo fece infuriare.

Ero abituata agli scatti di Justin, ma quella volta superò se stesso.

Lasciò dei soldi sul tavolo velocemente, e in pochi secondi mi trascinò fuori il ristorante.

"Ti reputi una persona normale?" chiesi urlando.

"Odio quando qualcuno non fa quello che dico."

"Beh signor SonoioilcapoJustinBieber, devi abituarti. Non farò mai quello che dici." Spiegai. "Ti ho fatto una semplice domanda alla quale dovevi rispondere, invece come al solito hai usato una fottuta bugia e la cosa è degenerata."

"Mi dici che ti hanno minacciata e ti aspetti che resti calmo?"

Stavamo letteralmente urlando nel bel mezzo nel parcheggio, e fui felice del fatto che non ci fosse nessuno.

"Justin, non è questo il punto." passai le mani nei capelli per il nervoso.

L'odore di pioggia mi faceva venire il voltastomaco , anche se non avevo mangiato nulla.

"Non è successo nulla tra me e Leila , siamo stati solo insieme per sette mesi." spalancai la bocca.

"Lo reputi un nulla?" Ero sconvolta, non poteva non significare niente per lui.

In quel momento un tuono assordante seguito da un fulmine squarciò il cielo facendomi venire i brividi.

"Io non capisco che cosa importi adesso questa storia, ti ho detto quello che volevi sapere e adesso tocca a te."

"Sei un grande idiota, portami a casa."

Ero affamata e stanca di litigare.

"Rispondi." Urlò prendendomi per un braccio.

"Justin." pronunciai con fermezza.

La presa che aveva sul mio braccio era forte.

"Parla."

"E' stata lei, va bene? Ha detto che se solo mi fosse passata per la testa l'idea di stare con te me la sarei dovuta vedere con lei. Crede che sei ancora innamorato ed è chiaramente pazza di te."

Finalmente mi lasciò il braccio e mi avviai alla macchina. Lui mi seguì senza dire una parola, poi parlò.

"Non provo più nulla per lei." mi girai e lo guardai. "Non devi più ascoltare quello che dice, non è nessuno per dirti quello che devi fare."

"Lei non può dirmi quello che devo fare, ma tu si?" mi venne da ridere, quello che diceva non aveva alcun senso.

"Smettila." disse passandosi una mano sugli occhi.

"Sei esausto?Lo posso immaginare . Dopo questa messa in scena, anche io lo sono." una parte di me voleva fargli pesare quella situazione.

"Smettila ho detto." affermò con decisione.

"Continui a dirmi quello che devo fa.." non mi fece finire che mi incatenò contro lo sportello della macchina.

"Devi stare zitta due minuti, la tua voce mi sta irritando. Mi hai fatto venire un mal di testa atroce." sibilò e poi si allontanò.

"E adesso se non vuoi che ti lasci a piedi, sali in macchina."

-POV JUSTIN-

Aveva rovinato una bella serata grazie alla sua boccaccia mista alla curiosità.

Quella giornata era stata davvero pesante, non avevamo fatto che litigare come due noiosi fidanzati dal pomeriggio, e la cosa mi dava su i nervi perchè non eravamo due noiosi fidanzati.

Sapevo di non essere stato molto gentile trascinandola via in quel modo, ma avevo perso la pazienza.

Certe volte era così complicata e strana da mandarmi su tutte le furie.

"Ho fame." disse.

Aveva la testa poggiata al finestrino e guardava la pioggia scendere. Erano cinque minuti che non apriva bocca, ma non le piaceva restare in silenzio a lungo.

"Che cosa vuoi mangiare?" chiesi girandomi verso di lei per qualche istante.

Voglio un milkshake alla banana con doppia panna." sembrava una bambina.

"Stai scherzando?"

"Ti sembro una che scherza?" tra tutte le donne, pensai, lei era quella  più  difficile.

Sbuffai e presi il pacchetto di sigarette che avevo in tasca, ne accesi una e la misi tra le labbra.

Fui inondato da una lenta calma e quando lasciai il fumo andare via, la macchina diventò per un istante grigia.

Liv si sporse e mi tirò via la sigaretta dalle labbra con una smorfia, aprì il finestrino e la gettò.

"Non si fuma in macchina." mi avvertì con un sorrisetto fastidioso.

"Ringrazia che sto guidando."

   
 
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