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Autore: L_Fy    23/02/2009    13 recensioni
"Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant'è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, dirò de l'altre cose ch'i' v' ho scorte." Dante Alighieri, La Divina Commedia
Genere: Commedia, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Recensione di ellemyr, fatta il 23/02/2009 - 08:52AM sul capitolo 6: Capitolo 5 : Lussuria - Firmata

Capitolo 6: Alternative

Nostro peccato fu ermafrodito;
ma perché non servammo umana legge,
seguendo come bestie l'appetito,

in obbrobrio di noi, per noi si legge,
quando partinci, il nome di colei
che s'imbestiò ne le 'mbestiate schegge.

Or sai nostri atti e di che fummo rei:
se forse a nome vuo' saper chi semo,
tempo non è di dire, e non saprei.

 

   Dante Alighieri, La Divina Commedia Purgatorio, Canto XXVI

 

“Allora niente?” ripeté per la millesima volta Gino con aria delusa.

Lorella sbuffò impaziente al posto di Eva che rimase con la faccia impassibile e pallida velata dalle lunghe ciglia mentre con una mano pigra continuava a giocherellare con la cannuccia dentro il bicchiere di acqua tonica.

“Eva ce l’ha già spiegato perché allora niente” ringhiò la giovane con aria sostenuta “Vlad ha detto di no, punto e basta. Non credo che ci sia molto da aggiungere a questo, testa di rapa.”

Gino sporse il labbro in fuori come un inquietante neonato di centocinquanta chili.

“Eppure…”

“Raf, ti prego, diglielo anche tu.” sbuffò Lorella esasperata.

Raf non disse niente, continuando anche lui come Eva a rimanere immobile e cogitabondo: erano seduti in un anonimo bar in periferia, dietro a un separé in posizione strategica per controllare attacco e fuga; Gino aveva insistito per una vigile semilibertà piuttosto che chiudersi dentro nel rifugio di Raf a meditare.

“Il fatto è che un Demone non dice mai di no” si imbronciò Gino a titolo di spiegazione “Un Demone, per sua natura, cerca sempre di trattare. Barattare. Comprare. Ricattare. Dire di no è più una cosa da Angelo: no, non posso, Dio non vuole, amen e fine. Quando mai è finita con un Demone?”

“Avrà avuto i suoi motivi.” ribatté debolmente Lorella, ma il ragionamento di Gino non faceva una piega.

Eva alzò appena lo sguardo e trovò gli occhi celesti di Raf dolcemente posati su di lei.

“Che c’è?” si agitò involontariamente con una smorfia buffa sul viso.

“Cosa ti ha chiesto Vlad in cambio della sua collaborazione?” domandò l’Arcangelo con grazia.

Eva, aggrottata, meditò se mentire o no mentre Gino gorgogliava vittorioso.

“Vlad voleva solo farsi due risate” glissò alla fine “Ho praticamente strisciato davanti a lui, implorando il suo aiuto… mi faccio ancora schifo per questo, mi viene voglia di lavarmi con la soda caustica per togliermi di dosso la sensazione unta di umiliazione che quello stronzo mi ha spalmato addosso…”

“Eva, che cosa ti ha chiesto?”

Eva si ruminò l’interno delle guance, gli occhi luccicanti di frustrazione.

“E va bene” sospirò infine “Il bastardo vuole la mia verginità.”

A quelle parole, Lorella sobbalzò penosamente, arrossendo come un gambero di fiume, mentre Gino si limitò a inarcare un sopracciglio.

“Lo sapevo” sospirò accorato Raf, senza scalfire di un baffo la sua aria divinamente pacifica “Era da dire che puntava alto.”

“Cioè, co… Vlad vuo… Ehm, Eva, sei davvero vergine?” balbettò Lorella basita.

Gino ridacchiò composto mentre Eva mandava scintille fiammanti dagli occhi e Raf si girava verso Lorella per spiegare con pazienza.

“Certo che Eva è vergine” commentò come se fosse la cosa più ovvia del mondo “E’ questo che le permette di accumulare crediti per il Paradiso. Altrimenti, essendo mezzo Demone, non potrebbe mai e poi mai mettere piede in suolo divino.”

“I Demoni non possono essere redenti” puntualizzò Gino “Anche se sinceramente pentito, non è mai successo che un Demone sia stato accolto nella Grazia del Signore. A dire la verità non è mai nemmeno successo che un Sanguemisto venisse accolto in Paradiso, ma la nostra combattiva eroina è alla ricerca del primato mondiale…”

Strizzò complice l’occhio a Eva che lo fissò a muso duro.

“Sei davvero un pilastro di fiducia e comprensione per me, caccola umana.”

“Il fatto è che non ha ancora accumulato crediti sufficienti perché la sua proposta venga valutata dal Comitato di Sorveglianza, quindi non può permettersi di dipartire… meno che meno di cedere al peccato. Siccome Eva è particolarmente debole con la lussuria…”

“Anche con l’ira ho mio bel daffare” lo interruppe Eva furente “Non passa giorno che mi debba trattenere per non farti scoppiare quella inutile zucca piena di liquido grigiastro che hai per culo. Oh, scusa! Volevo dire per cervello.”

“Vedi, è suscettibile anche solo a parlarne” motteggiò piacevolmente Gino “Sai, dopo aver incontrato Vlad… deve averle sconvolto mica poco gli ormoni.”

“E adesso a te sconvolgo la faccia, stronzo.” sibilò Eva scansando minacciosamente la sedia dal tavolo.

“Eva, basta” sospirò Raf con quella sua voce meravigliosa “E anche tu, Gino… perché la devi provocare così se sai che ci soffre?”

“Chi, soffrire quella?” sbuffò Gino scaltramente “Nemmeno se le passasse sopra un Caterpillar motocingolato soffrirebbe.”

“Parla l’anima di Lord Byron.” grugnì Eva ammansita.

“I vostri battibecchi sono stupidi e puerili e costeranno crediti, se continuate così. E comunque, non risolvono la situazione perché siamo ancora qui a pensare a una soluzione.”

“Chiedere aiuto a qualcuno che non sia un Demone?” provò Lorella titubante.

“Esseri umani?” domandò Gino canzonatorio “Quanto pensi che ci metterebbero a imbottirci di Torazina e a sbatterci in una cella imbottita? No perché io e Eva abbiamo già passato questa fase e no, grazie, Paganini non ripete.”

“Io pensavo più a… ehm… Sanguemisto come Eva.”

“Ce ne saranno dieci in croce in tutto il mondo” rispose Gino “E non è che abbiano proprio un loro comitato di accoglienza. Sono gente piuttosto incazzosa, i Sanguemisto. Però, forse… il tuo sensei, quello con la faccia da bulldog e l’alito di carogna putrefatta… a lui sei piuttosto affezionata.”

Eva mantenne una dura faccia impassibile.

“Alfredo è dipartito già da un pezzo” rispose poi in tono piatto “Mi ha dato la lieta novella Cornelia giusto nel nostro ultimo incontro.”

“Oh, Eva mi dispiace tanto” mormorò Raf immediatamente posandole una mano tiepida sulla spalla “So che Alfredo è stato molto importante per te.”

“Già.” Rispose Eva asciutta: non aveva ancora avuto il tempo di metabolizzare il fatto che Alfredo non c’era più.

Non avrebbe dovuto essere così doloroso: non per una Recuperante come lei, almeno. E invece qualcosa a livello dello sterno le doleva debolmente ma con costanza. Quando aveva visto Alfredo l’ultima volta? Cosa avevano fatto, cosa si erano detti… gli aveva mai fatto capire cosa rappresentava per lei? O almeno, l’aveva salutato come si deve? Certo che no: non si riesce mai a salutare bene la gente, quando serve. Beh, addio, Alfredo, vecchio figlio di puttana. Chissà in che girone sei finito, alla fine.

“Alternative?” chiese poi con voce secca per chiudere definitivamente l’argomento.

“Senza Vlad la vedo grigia.” meditò Gino crudelmente; Raf invece fissò Eva con gli occhi brillanti di ottimismo.

“E tu, mia cara? Nessuna idea?”

“A volte il tuo ottimismo è snervante, sai?”

“Però hai un’idea: lo sento.”

Ce l’aveva, infatti: non le piaceva per niente, ma dopo aver passato mezzora con Vlad, anche la prospettiva di finire nel tubo digerente di uno squalo le sembrava una prospettiva migliore che rivederlo.

“L’unica cosa che mi viene in mente è di usare il terreno e umanissimo metodo scientifico” sospirò infine quasi riottosa “Sì, insomma… ricominciare da capo.”

“Guarda che non siamo mai partiti.” puntualizzò Gino, beccandosi una gomitata nello sterno da Lorella.

“L’inizio è che qualcuno ti vuole uccidere.” disse poi la ragazza con titubanza.

“Esatto. Escludendo dall’elenco dei possibili assassini Angeli e affini per ovvi motivi, rimangono tutti i Demoni, i Mezzi Demoni e circa sei miliardi di essere umani. Senza contare animali feroci, cani e pecore.”

“Pecore?” domandò Lorella confusa.

“Agnelli, in verità” sorrise Raf con indulgenza “Eva è allergica agli ovini in generale… sarà un retaggio della sua parte demoniaca. L’agnello è sacro al Signore.”

“Comunque, se c’è una pecora nelle vicinanze che sente l’odore di Eva, impazzisce e cerca invariabilmente di incornarla” ridacchiò Gino esilarato “Devi vedere, uno spettacolo impagabile…”

“Gente, torniamo a noi, grazie” sbuffò Eva impaziente “Intendevo partire dall’inizio, da quando i Demoni ci hanno attaccato a casa mia. Come hanno fatto a sapere che eravamo lì?”

Raf, Gino e Lorella si scambiarono un lungo sguardo perplesso.

“Ci hanno seguiti?” propose infine Gino sospettoso.

“Possibile” meditò Eva “E chi aveva la possibilità di farci seguire, visto che ci aveva convocati per un incarico giusto un’oretta prima dell’attacco?”

Lo sguardo di Gino si animò di entusiasmo.

“Cornelia…?”

“A quanto mi risulta non era la prima volta che andavi da lei.” fece notare Raf.

“No, infatti. Anzi, ultimamente Cornelia mi ha riempito di lavoro. Però… l’avevo quasi scordato… c’era un suo tirapiedi alla fermata dell’autobus ad aspettarmi. Quel coglione di Oreste, ricordi Raf?”

“Continua.” glissò l’Arcangelo con un sorriso.

“Sembra che Cornelia l’avesse mandato per accertarsi che arrivassi sana e salva al suo covo. Forse però…”

Si alzò bruscamente dalla sedia, gli occhi accesi e le guance rosee.

“Gino, hai ancora le notizie sull’incarico?”

Gino razzolò per un poco con le mani dentro il giubbotto, cogitabondo: poi, estrasse un foglio tutto stropicciato che spianò con cura sul tavolo bisunto.

“Silvia Nirani” gongolò esultante “Me l’ero quasi scordato. Perché mi sembra di avere già sentito questo nome?”

“Non lo so” ripose Eva telegrafica infilando svelta le mani in tasca ed estraendo disinvolta la sua Five-seveN “Ma adesso andiamo a conoscere questa signora, così la vedi; magari l’hai conosciuta al tuo circolo di cucito.”

“Eva, metti via quel ferro, siamo in mezzo alla gente.” sospirò Raf, evidentemente pallido: le armi da fuoco avevano sugli Angeli l’effetto che la kriptonite ha su Superman. 

“Scusa.” mormorò in fretta Eva intascando l’arma.

“Cosa pensi di trovare?” chiese Lorella seguendola fiduciosa mentre Eva e Gino marciavano sicuri verso l’uscita.

“Qualche risposta” rispose Eva piatta “Se questa Silvia non è il Mezzo impazzito che Cornelia ci ha disegnato, allora forse l’incarico di recuperarla era davvero solo una trappola. A quel punto sapremo da chi andare.”

“Cornelia?” domandò Gino interessato “E perché non ci andiamo subito?”

Eva pensò fuggevolmente ad Alfredo, testa pelata e sorriso da schiaffi: se quella Silvia Nirani era davvero l’assassina di Alfredo, allora Eva aveva un motivo più che ottimo per farle visita. Giusto perché te lo devo, Alfredo.

“Prima pareggiamo i conti.” rispose lapidaria e Raf pensò che fosse molto meglio non indagare.

*          *          *

“Te la senti di venire a un recupero?”

“Sono un Arcangelo, non una donzella vittoriana: posso resistere all’orribile visione.”

“Guarda che non si suona l’arpa mentre si uccide un Demone.”

“Il recupero è un’attività autorizzata dal Comitato di Sorveglianza di cui, vorrei ricordarti, sono il coordinatore celeste insieme a Michele, Gabriele e Uriele.”

“Ma scommetto che non hai mai visto un recupero da vicino.”

“Scommettere è peccato. E comunque c’è sempre una prima volta anche per noi Arcangeli.” 

“Dovrò tirare fuori la pistola e non mi sarai di nessun aiuto se inizierai a sudare e mi sverrai davanti come un sacco di patate.”

“Eva, se non vuoi che venga con te, perché non me lo dici chiaro e tondo?”

Eva frenò bruscamente la sua marcia prussiana, lasciando che Lorella e Gino distanziassero lei e Raf di qualche passo.

“Ok” disse senza guardare in faccia l’Arcangelo “Non mi va che tu venga con me.”

“Perché?”

Eva sbuffò: sapeva che lo avrebbe chiesto esattamente con quell’aria da cucciolo smarrito che la mandava in depressione.

“Perché potrebbe essere pericoloso.” grugnì irritata.

“Eva, mentire è peccato.”

“Lo so, dannazione.”

“Anche imprecare è peccato. Perché non vuoi che venga con te?”

Niente, era come rimbalzare contro un muro di gomma con quel dannato biondino.

“Non voglio che tu mi veda usare la pistola.” cedette infine riottosa.

Raf tacque: anche un Arcangelo era in grado di capire tutto ciò che nascondevano quelle poche parole, dalla vergogna alla vanità a… tutto il resto.

“Eva, Eva…”

Dolce e dolente, come la sua mano tiepida sulla guancia.

“Rimarrò qui fuori” sospirò poi Raf lasciando cadere il braccio quasi a malincuore “Con Lorella.”

“Va bene.” rispose Eva a testa bassa, perché lui non vedesse quanto ogni sua carezza, anche la più fraterna e casuale, la lasciasse scossa… in tutti i sensi.

“Tu però starai attenta, vero?”

A una cinquantina di metri da loro, Gino e Lorella si erano fermati e Gino si era girato verso di lei a indicarle col pollice l’anonimo portone di un condominio che dava sulla strada.

“Sì, certo.” rispose Eva ma era già distratta e la sua mano, infilata a forza dentro la tasca, si strinse involontariamente attorno alla pistola come a trarne forza.

Con pochi passi decisi raggiunse Gino che aspettava indolente fischiettando con le mani in tasca.

“A che piano?”

“Quarto. Senza ascensore, che Dio li benedica.”

“Andiamo io e te, Gino” dichiarò Eva sottovoce, mantenendo la faccia di pietra “Lorella e Raf ci aspettano giù. Non abbiamo tempo per i soliti convenevoli, quindi entriamo e prendiamo quella tizia. Possibilmente viva o ancora moribonda, che devo farle qualche domandina.”

“Buona idea.” commentò Gino tranquillamente come se Eva gli avesse proposto di mangiare un panino.

“Come fate a essere sicuri che quella tizia sia qui?” domandò Lorella dubbiosa, ma né Gino né Eva si presero la briga di rispondere: con consumata disinvoltura, Gino macchinò con un coltellino svizzero nella serratura del portone che si aprì docilmente, gemendo oltraggiato sui cardini.

“Hai capito questi svizzeri?” mormorò Lorella impressionata ma Eva e Gino erano già dentro: salirono le rampe di scale silenziosi come gatti e si appostarono ai lati della porta che Gino aveva indicato col mento. Poi, dopo che Gino ebbe caricato una poderosa pedata alla porta che si aprì come se fosse fatta di cartone, entrarono nell’appartamento. Schiena contro schiena, armi puntate, Eva con la sua Five-seveN e Gino col suo ridicolo fucile di plastica colorata per fare i gavettoni di Acqua Santa, estratto magicamente dai meandri del suo voluminoso giubbotto.

Erano entrati direttamente nel salotto di un appartamento dall’aria normalissima, con pareti intonacate e divani di alcantara color salmone; lo sguardo saettante di Eva registrò rapidamente i particolari con precise istantanee mentali: i quadri alle pareti, il lampadario in vetro di Murano, il cassettone in arte povera, la televisione LCD, un bicchiere vuoto sul tavolino… Con la coda dell’occhio intuì un movimento rapidissimo. Dalla cucina era arrivata di corsa una donna che Eva radiografò in un secondo: sulla trentina, bruna, anonima quasi come il suo appartamento. Cosa un po’ meno anonima, aveva in mano un signor mitragliatore che iniziò a vomitare fuoco prima ancora che Eva lo inquadrasse del tutto.

“Gino!” urlò saltando di lato con un balzo: nelle catture, l’agilità demoniaca ereditata da mammina le era sempre maledettamente utile, ammise fuggevolmente. Gino, troppo lento e pesante per saltare, ripiegò buttandosi a terra mentre Eva era già partita al contrattacco: la Five-seveN sparò con precisione dove, secondo i calcoli accurati della padrona, doveva esserci la spalla della donna; invece, a sorpresa, il proiettile trovò il bianco intonaco del muro.

“La stronza è veloce.” pensò Eva mentre già il suo corpo roteava e schivava una seconda selva di fuoco, proveniente dalla sua destra.

Sparò di nuovo, mancando ancora una volta il bersaglio.

“Gino, che cazzo stai aspettando?” pensò Eva schivando nuovi colpi, ma Gino, povero mortale, si stava a malapena alzando in piedi dopo il primo scontro a fuoco.

“Quel bisonte diventa ogni giorno più lento.” meditò Eva sparando tre colpi in successione: il terzo andò a segno, colpendo la donna in fuga al polpaccio.

“Merda!” sibilò questa buttandosi dietro al divano.

“Quello era da parte di Alfredo!” l’avvisò Eva saltando rapidamente il tavolo per inseguirla “Adesso sei fottuta!”

Vide la donna accucciata dietro il divano, una mano premuta contro una leggera ferita alla gamba; vide il suo volto arricciato in una smorfia di dolore misto a irritazione, frustrazione e paura; fece anche in tempo a registrare il movimento della sua testa che si girava di scatto verso di lei, e l’espressione del suo viso che cambiava, disegnato di genuina sorpresa.

“Co…?” la sentì gorgogliare: poi qualcosa la colpì alle spalle con la potenza di un cannone, sparandola verso la parete contro cui sbatté dolorosamente.

“Ouch!” ragliò senza fiato e già il suo corpo cadeva giù, rovinando sul tappeto.

“Eva!” strillò Gino raggiungendola e iniziando a sparare acqua sul pavimento intorno a loro.

Eva, intontita, con una spalla che mandava fulmini di dolore, si chiese vagamente se non fosse impazzito a sprecare così l’Acqua Santa: poi intuì il perché della mossa di Gino e il sangue le defluì completamente dal viso.

*          *          *

Demoni. Ce n’erano dappertutto: Gino aveva praticamente disegnato un cerchio di Acqua Santa intorno a loro due, e i Demoni strisciavano rapidi seguendone il perimetro, ruggendo oscenamente, occhi gialli da rettile puntati su di loro e lingue forcute saettanti.

“Gino!” sfiatò Eva cercando di balzare in piedi: la spalla le mandava fitte di dolore indescrivibile, ma la sua tempra ultraterrena le permise di sopportarlo.

“Quanti cazzo sono?” grugnì lui appena appena scalfito di irritazione “C’è venuto addosso tutto il merdoso gruppo di lettura?”

Eva sparò tutto il restante caricatore, demolendo un bel po’ di Demoni sibilanti, poi ricaricò con perizia la sua arma: con la coda dell’occhio intuì un movimento dietro al divano e sparò in quella direzione.

“Piantala, maledizione!” sentì strillare dalla donna: la vide sbucare col mitragliatore puntato, l’aria disorientata ma determinata, i capelli arruffati e un baffo di sangue a rigarle la guancia.

“Tu, fermati!” gridò Eva puntandole la pistola contro: la donna scartò rapida e aggraziata, frapponendo un quartetto di Demoni tra lei ed Eva.

“Cazzi tuoi!” berciò la donna mentre Eva sparava al quartetto frantumandolo in mille pezzi fumanti; poi sparì nel corridoio ed Eva fece un lungo verso di frustrata impotenza.

“Merda, l’abbiamo persa!”

“Eva, ti spiace concentrarti sulla situazione?” la riprese Gino severamente “Tutti questi tizi giallognoli non vogliono invitarci a un rave party, ma vogliono sbranarci. Che ne dici di chiamare il tuo amichetto biondo?”

Eva sparò tutto intorno tracimando le fila di Demoni senza tuttavia scalfirne la pericolosità.

“Uff, va bene!” cedette irritata “Raf!”

Niente: e i Demoni premevano, sempre più vicini. Un artiglio arrivò a sfiorarle il braccio, prima che Eva lo trasformasse in frattaglie con un colpo di pistola ben piazzato al gomito.

“Eva? Puoi riprovarci, per favore?” si spazientì Gino spruzzando Acqua Santa a un Demone che stava per afferrargli una gamba.

“RAF!” ululò Eva dopo aver preso fiato.

“Cazzo!” berciò Gino quando un artiglio volante gli strappò il cappello da baseball dalla testa (e con lui, anche quasi un orecchio).

“RAF! Per favore, Arcangelo Tutore, puoi muovere il tuo divino didietro e VENIRE A DARCI UNA MANO?!?”

D’un tratto, mentre ancora sparava, Eva sentì allentarsi l’oppressione che le pesava sul petto; la luce nella stanza divenne bianca, abbagliante e i Demoni schizzarono via alla velocità della luce, squittendo oltraggiati come tanti piccoli roditori.

“Eva!”

La voce di Raf era balsamo divino: prima ancora che abbassasse l’arma puntata, Raf le era più o meno piombato addosso e la abbracciava stretta.

“Stai bene? Che è successo?”

I suoi ansiosi occhi azzurri la percorsero tutta, apprensivi: era così dolce che Eva sentì un groppo ostruirle la gola di incertezza. Non era più abituata ad avere intorno qualcuno che si preoccupasse per lei: non più, da quando Raf se ne era andato, anni prima. Ritrovare quel senso di protezione era come ritrovare una parte di se stessa che credeva perduta. Un po’ le doleva il cuore e un po’ la portava in alto, verso la sua bistrattata essenza di Angelo.

“Sto bene, Raf” borbottò con voce roca quando lui la allontanò da sé “Solo un po’ la spalla…”

Raf le mise la mano sulla spalla ferita e il dolore sparì all’istante.

“Meglio?”

“Sì” sospirò lei accennando un sorriso “Grazie, Raf.”

Ringraziare qualcuno le faceva venire sempre l’allergia: con Raf no, invece, le veniva naturale, spontaneo. Lui sorrise radioso, il viso bellissimo appena vagamente stanco. Dopotutto, nemmeno gli Arcangeli erano esenti da fatica nell’usare il loro potere divino.

“Allora” ruggì Gino che, sulla scia di Raf, era stato soccorso da Lorella, la quale sembrava più piccola e tremolante di un ramoscello autunnale “La presenza del comitato d’accoglienza parla chiaro, mi pare. Era una trappola.”

“La tizia però non lo sapeva” rettificò Eva convinta “Non ho sentito odore di zolfo, ma sono certa che sia un Mezzo o addirittura un Demone ben camuffato… maledettamente esperto e veloce. Un professionista. Non sapeva che saremmo arrivati, né noi né le cheerleaders che avevamo intorno prima.”

“Quindi?” chiese Raf confuso.

“Quindi non lo so: alla fine, forse l’unica soluzione è andare da Cornelia.”

“Se è davvero Cornelia quella che ti vuole morta, tanto vale che vai là con già il pugnale piantato nel cuore.” commentò Gino lapidario.

Lorella impallidì, ma Eva si limitò a fare spallucce.

“Oh, beh” commentò infilandosi la Five-seveN in tasca “Di qualcosa bisognerà pur morire, no?”

*          *          *         

Raf si sorprese non poco quando, arrivati al covo di Cornelia, li fecero subito entrare. Eva invece, conoscendo scaltramente l’incontenibile essenza demoniaca di Cornelia, sapeva che non avrebbe resistito alla tentazione di sghignazzare un po’ alle loro spalle. Il Demone infatti li accolse in pompa magna, sfoggiando il suo miglior vestito a fiori e esibendo le sue porcellane più fini. Entrarono solo Eva e Raf, mentre i due Umani aspettavano fuori in macchina: Lorella con gli occhioni spalancati e le unghie rosicchiate, Gino a sbuffare frustrato come una ciminiera.

“Eva!” salutò Cornelia sorridendo fino a scoprire le gengive, le mani leziosamente giunte davanti al poderoso petto “E l’Arcangelo Raffaele! Accidenti, una vera e propria delegazione divina nel mio covo. Sono davvero onoratissima,  prego accomodatevi!”

Eva e Raf ubbidirono guardinghi: il Demone, gli occhi scintillanti dietro le lenti degli occhialini da lettura, si mangiò golosamente con gli occhi Raf che si sedeva rigido rigido sul bordo di una poltroncina di vimini rivestita di tessuto rosa e spumoso.

“Allora miei cari, gradite un po’ di tè? E’ ottimo, garantisco, lo faccio arrivare direttamente dall’India…”

“Cornelia, dobbiamo parlare.”

“Certo, certo. Un biscottino? Sono deliziosi, mi arrivano dall’Olanda…”

“Piantala, dannazione” sferzò Eva seriamente “Siamo venuti a farti vedere che siamo ancora vivi.”

“Vedo.” constatò Cornelia con leziosa condiscendenza.

“Nonostante due attacchi massivi da parte di Demoni infernali.”

“Ho sentito in giro qualcosa del genere” commentò Cornelia sbattendo innocente le ciglia “Che disgrazia! Ma d'altronde, mia cara, ti sei fatta un bel po’ di nemici in giro…”

“Pochi che sappiano scatenare un’orda infernale in pieno giorno.” specificò Eva pungente.

“Eva e io siamo persuasi che lei ne possa sapere qualcosa.” disse Raf pacatamente e gli occhi di Cornelia scintillarono divertiti.

“Mio caro! Quant’era che un gentiluomo non mi dava del lei… sei adorabile. E così biondo. Mi verrebbe voglia di sbatterti su un tavolo e stuprarti fino all’alba.”

Raf sussultò mentre Cornelia si passava oscenamente la lingua sulle labbra; Eva dovette far forza su se stessa per non mollarle un pugno in faccia da ribaltarle la testa.

“Allora, Cornelia, cosa sai di questa storia?”

Cornelia si appoggiò allo schienale della sua poltrona senza staccare gli occhi da Raf.

“Tesorino caro, sai che io non ho l’autorità per scatenare orde infernali.”

“Ma puoi richiederlo a un Demone superiore.”

Cornelia agitò e mani piene di anelli e di braccialetti tintinnanti.

“Oh, sapessi quante scartoffie bisogna compilare! L’autorizzazione del Comitato di Sorveglianza, la richiesta al Demone superiore, le motivazione della richiesta in triplice copia, la certificazione autenticata della effettiva necessità della richiesta… e bla bla bla. Una noia mortale. E tu sai quanto sia insofferente al tedio, vero mia cara?”

“Raf, può essere che il codazzo di stronzi che vuole farci fuori risalga a una richiesta ufficiale?” domandò Eva girando il viso verso l’Arcangelo.

“Direi di no” sospirò Raf tenendo lo sguardo basso e ben lontano da Cornelia “Le Leggi sono rigide sulle richieste di autorizzazione, ma sono nebulose sull’applicazione della richiesta e naturalmente i Demoni ne approfittano per fare quello che pare loro. Le orde autorizzate sono tenute a identificarsi prima di agire e se la tua fosse stata un’orda autorizzata, io non avrei mai potuto intervenire in tuo aiuto. Ma sono secoli che non vedo una vera e propria richiesta di autorizzazione per un’orda infernale: al Piano inferiore scatenano orde quando e come pare loro e si limitano a fare la richiesta al diretto superiore… è una delle questioni su cui siamo sempre in conflitto.”

“Che peccato, tesorino!” chiocciò Cornelia trionfante “Sicura che non vuoi del tè?”

Frustrata, Eva tentò un’altra strada.

“Come responsabile dell’Equilibrio, hai concesso qualche autorizzazione di passaggio?”

Cornelio la fissò con aria commossa.

“E perché mai dovrei dirtelo, cuccioletta?”

“Sappiamo che non era tenuta a informare il Comitato di Sorveglianza” intervenne Raf alzando gli occhi blu sul Demone “Ma le saremmo molto grati se potesse dirci se ha autorizzato un passaggio.”

Di nuovo Cornelia lo guardò ammiccante e lasciva.

“Sei così carino che ti mangerei infilato in un panino” gorgogliò sottovoce “E alla fine ti piacerebbe anche, sono piuttosto brava a…”

“Cornelia” mormorò Eva con voce morbida e pericolosissima “Rispondi.”

Cornelia si lasciò distrarre dal tono di comando di Eva.

“Tesorino, non dovresti parlarmi così in casa mia, non sei cortese.” commentò vagamente irritata.

“Nemmeno tu sei cortese nel dire di voler mangiare un Arcangelo dentro un panino” rispose Eva lapidaria “L’hai rilasciata?”

“Che cosa?” chiese Cornelia ingenuamente.

Eva contò fino a dieci per non farsi scoppiare la testa dalla rabbia.

“L’autorizzazione al passaggio di un’orda infernale ” rispose infine lentamente “L’hai rilasciata o no?”

“Dovresti chiederlo al responsabile del Nodo” rispose Cornelia con un sorriso perfido “Se come tu dici dei Demoni sono venuti sul nostro piano a cercarti, devono per forza essere passati da lì. Sono certa che Vlad sarà onorato di poter rispondere alle tue domande.”

Eva e Raf si scambiarono uno sguardo esasperato.

“Vlad non c’entra in questa storia.” disse infine Eva, ma la sua voce trasmise una sotterranea vena di incertezza: Cornelia la colse al volo e sogghignò strafottente.

“Se lo dici tu. Allora, per quel tè?”

Eva decise che ne aveva abbastanza: fulmineamente, sorprendendo tutti, persino se stessa, saettò dalla sua poltrona verso Cornelia, premendole addosso con tutto il corpo e bloccandole la gola con una salda presa soffocante. Immediatamente, una decina di Demoni guardiani sbucarono da ogni angolo sibilando oltraggiati, ma nello stesso tempo anche Raf si era alzato in piedi e, con un delicato frullare di ali, si era illuminato di potente luce divina, obbligando i Demoni a restare a debita distanza.

“Lasciami!” strillò Cornelia, cianotica e furente: la vicinanza di Raf le scottava la pelle, facendola quasi fumare in esalazioni verdastre.

“Ora rispondi alle mie domande.” sibilò Eva premendo sulla gola del Demone con tutta la sua forza mentre Raf se ne stava immobile senza guardarla, di mezzo profilo.

“Che cazzo vuoi da me, non ti dico un cazzo, stronza Sanguemisto!” strepitò Cornelia iniziando a sbavare colla verdastra, gli occhi accesi di rosso e la leziosa messa in piega tutta franata.

“Sei tu che mi hai scatenato contro l’orda infernale! Ammettilo!”

Cornelia sputacchiò, bestemmiò, divenne gonfia e color mattone.

“No!” ragliò alla fine “Ma non vedo l’ora che ti becchino, troia!”

Eva non si diede per vinta: strapazzò ancora un po’ il Demone, conscia che così facendo non avrebbe mai più potuto avvicinare Cornelia né il suo dannato covo; il Demone era un filino vendicativo, nonostante le porcellane e il cinz. I Demoni guardiani intanto ululavano come lupi impazziti e Raf sembrava sempre più sulle spine, nonostante la luce che emetteva fosse splendente ed efficace.

“Eva…” mormorò infatti allarmato.

“Sai chi è stato? Avanti, Cornelia, chi è che mi vuole morta?”

Gli occhi di Cornelia si accesero di selvaggia esultanza, nonostante la mancanza d’aria avesse reso la sua faccia una grottesca maschera cianotica.

“Scoprilo da sola!” esalò con voce strozzata “Sola, come sei sempre stata!”

Eva le mollò una ginocchiata nello stomaco e Cornelia squittì furiosa.

“Sei, morta!” gracidò con gli ultimi residui di cattiveria “Ti spezzerà come un ramo secco! Ti strapperà quei fottuti occhi dalla fottuta faccia e ti fotterà fino a farti uscire le budella dal naso!”

“Chi?” sputò Eva, la faccia a un millimetro dalla fornace puzzolente che era la bocca di Cornelia “Chi, maledizione!”

Cornelia chiuse gli occhi boccheggiando: non avrebbe risposto, a costo di soffocare definitivamente.

“Eva” la chiamò Raf, decisamene preoccupato “Basta, Eva. Così la ammazzi.”

E uccidere Cornelia, Eva lo sapeva bene, significava tirarsi addosso l’intero Comitato di Sorveglianza, il ritiro di tutti i crediti e un biglietto di sola andata per l’Inferno. Un’eternità da passare con Vlad.

Bruscamente, mollò la gola di Cornelia che crollò sul pavimento tenendosi debolmente le mani sul collo, riprendendo a respirare con lunghi ragli spezzati. I Demoni guardiani continuavano a ululare facendo un baccano d’inferno e Raf si girò a guardare Eva che invece si fissava le mani con aria disgustata.

“Eva?” mormorò premuroso e delicato come sempre.

“Andiamocene via” rispose Eva bruscamente “Cornelia non parlerà: è troppo dannatamente divertente per lei il pensiero che qualcuno stia cercando di uccidermi.”

Lanciò uno sguardo freddo al Demone che rantolava sul pavimento, l’abito a fiori tutto stazzonato e alzato a mostrare le cosce flaccide piene di vene varicose.

“Sei morta!” gorgogliò Cornelia, così trasudante odio che sembrava spruzzarlo tutto attorno “E quando sarai da questa parte… oh, quando sarai di qua, vedrai quanti tè ci faremo insieme! Tanti, tanti tè…”

Sghignazzò perversamente e Raf dovette girare il viso disgustato per non guardarla: persino a Eva venne la nausea.

“Andiamo via.” ripeté allontanandosi alla svelta, occhi bassi e passo risoluto.

“Tanti tè insieme!” li seguì la voce esultante e isterica di Cornelia “Berremo tè fino a scoppiare!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTORE:

 

Ellemyr: Troppo buona, joia, troppo buona… non so se effere felice che Vlad ti piaccia: non era nato con questo scopo! Deve essere chiaro che Vlad è uno stronzo, ma stronzo per davvero! E tu sei trooooppo buona… vorrei anche io poter scrivere di professione e guadagnare palate di milioni facendo quello che farei gratis perché mi piace, ma haimè, non ebbi culo nella vita… allora, visto che ci amiamo entrambe, continua a indagare e quando trovi due biondi (uno per te e uno per me, non confondiamoci!!) dimmelo che piombo lì come un falco. Solo… lì dove?

Fante: Chuck come la lasagna… certe tue uscite surreali mi fanno scompisciare!!!! Io ovviamente propendo per la lasagna, ma non faccio testo in quanto emiliana doc verace. Vlad Luxuria ringrazia per il soprannome, ma si dissocia dall’italico personaggio vincitore dell’isola, in quanto si ritiene decisamente superiore… come dargli torto? Dai, senza mettere in mezzo gironi vari… fatti biondo e vieni a trovarmi a prescindere, no? Besos!!

Rik Bisini: Carissimo Sommo! Inchinata in devota genuflessione, sono con la presente a ringraziarti sentitamente per questa tripletta di recensioni che ha suscitato tutta la mia doverosa ammirazione. Ho ovviamente subito corretto il “Regina Coeli” da te citato e ho provveduto personalmente alle dieci frustate sulla schiena per l’immonda dimostrazione di ignoranza. Come tu hai brillantemente intuito, la Bruciata essite davvero ed è davvero un luogo di perdizione, per i modenesi autoctoni…viene oltretutto citato in svariate varianti durante risse verbali, di solito abbinato ad uno specifico mestiere materno… ma questo è un altro argomento, nevvero? Ovviamente, quando scrivo una storia ambientata in un contesto reale, cerco sempre di dare riferimenti veri, per entrare meglio e vivere la storia il più possibile, anche se ovviamente l’esistenza dei MIEI personali Angeli e Demoni è del tutto aleatoria. Un consiglio: non arzigogolare troppo su Lorella, è davvero un innocente paio di occhi Umani che ho ritenuto utile piazzare nella storia, come hai intuito tu, per scatenare opportune domande e risposte senza uscire dal dialogo. Mirabile e impressionante la tua analisi del Triumviro: mi ha fatto chiaramente capire quanto sia riuscita bene nell’intento di sottolinearne la complicatezza e la forza intrinseca… e dopo questo, rinnovo i ringraziamenti sentitissimi e sinceri, mando mille ossequi e baci vari, sia al Sommo che al mio amico Rik… per tutto, lui sa cosa. Ciao!

Londonlilyt: Tesorooooo! Se le mie storie a te suscitano fesserie, figurati a me mentre le scrivo… ma tanto qui in casa di cura lo sanno tutti che sono patologica. Ma come, Simona, tu avresti ceduto così facilmente alle lusinghe di un Demone!?!? Sono sconvolta e scandalizzata: la tua tempra morale è davvero più sottile di quanto pensassi, ehm… a presto anche a te, ammora mia!! 

White Shadow: Amore mio!! Ma chissà che bellezza che sei… non è che hai il culo antigravitazionale e l’accenji brasiliano di Doralis, vero? Perché se così fosse ti vorrei sposare. In senso metaforico, ovviamenji… per la protagonista, chissà i futuro? Adesso soffro di una terribiel mancanza d’ispirazione, ma sono ottimista, la mia vena scribacchina è sempre tornata fuori anche dopo lunghi periodi di morte cerebrale. Ed ora, le rispostE: Million dollar baby è per via del cazzotto, poiché nel film omonimo si parlava di donne nel mondo della box; Regina Coeli avrebbe dovuto essere un’esclamazione divina, in contrapposizione all’altra azione che di divino aveva ben poco… Storiella in Finlandia? Sbaverei tutto il tempo pensando a tutti quei biondi intenti a fare la sauna, ma perchè no, dopotutto? Nessun stress, mia meraviglia, solo tanto affetto… sei dolcissima!! Besos

Chamelion: Aaaaah, così sei una giovane diciassettenne ormonalmente disturbata!! E chi se lo immaginava, con quel po’ po’ di testolina intelligente che ti ritrovi… Bene, bene, allora Vlad aveva ragione a dire che potevi essere un anello debole… lui adora gli anelli deboli, ma occhio, gli piace lavorarseli! E come lui ce n’è parecchi in giro. Capisco il fascino del bad boy, ma alza la guardia, dolcezza; una meraviglia della natura come te, con sensibilità, creatività e non poco raziocinio, andrebbero preservate dal WWF, come il panda gigante! Effettivamente, ho visto che io Anastasia, magari nel mio subconscio sono rimasta lesa… infatti inizialmente avevo pensato a Gino come un pipistrello bianco, ma poi ho cambiato idea! Comunque sono davvero lusingata del paragone tra me e Dante: anche io preferisco la mia visione, perchè di fighi nel mondo del Sommo non ce n’è nemmeno uno, mentre da me ce ne sono almeno due, Raf e Vlad…. Ok, dopo questa stronzata che ha quasi del blasfemo, ti saluto con tutti i miei più calorosi e sentiti ringraziamenti. A presto!!

Beneduc: Toglimi una curiosità: il tuo nick viene dal tuo nome proprio, da “beneducata” o da “bene, Duccio, porta fuori il cane” o cose così? Ma come, Vlad sfigato e un po’ nerd?!?!? Peccato e apostasia!! Vlad è il Signore Oscuro dei Fighi. Inchinati e non pensare ai secchioni, credimi…

Lauraroberta87: Eh, meno male che io e te non siamo protagoniste di una storia… saremmo troppo prevedibili! Anche io non avrei resistito a Vlad. Sarà per questo che faccio resistere gli altri? Tra parentesi, anche io ho un debole per i rossi… come al solito ci litighiamo i maschi, dobbiamo smetterla di farci la guerra così… ma come, anche senza stupefacenti in circolo io ti trovo simpaticissima e meravigliosa! Quindi niente stoira, ma opere di bene: ti mando un kit di disintossicazione da pagnotte, vedrai che andrà meglio.

Levsky: Eh eh eh… avanti, spiegami quel F***********o S*****o, che io sono una signora anziana e non so tradurre il vostro slang giovanile… Poi scusa, perch+ Lucifero è da escludere? Sai che io punto sempre alto… Tranquilla, non ho finito i biondini sorridenti: accanto a me e stipati nella mia mente perversa ce n’è un camion rimorchio… li ho finiti per questa storia, che mi sembra avere personaggi a sufficienza per tirare fuori abbastanza casini, che ne dici? Senti, ma… chi diavolo è o cosa diavolo è Chicco d’oliva?!?!

Krisma: Ma ciao, mio bellissimo fiorellino!! Sono felice che Vlad abbia riscosso tante perplessità… era esattamente il mio intento!! Attenta a lui, però: è figo da morire proprio perché è un Demone pericolosissimo. Eva sa il fatto suo, non abbassando mai la guardia… cosa che noi, dall’esterno, possimao esimerci dal fare e personalmente pensando a lui sbavo che è una bellezza. Che devo dirti, adoro i biondi, ma il fascino del bad boy, eh….Grazie di cuore per tutto, fiorellino, sei dolcissima!

Cicha: Ave, bellezza! Effettivamente, la figura di Xavier mi ha ispirato molto… c’è questo genere di personaggio, cattivo e “dirty” che sai essere negativo e non ti piace, però alla fine intriga da morire… ecco, Vlad e Xavier sono di questa pasta. Difficile dire se è meglio il buono o il cattivo, in questo caso, perché non sai più quali sono i ruoli… adoro confondere in questa maniera il lettore!! Adesso però spiega bene lo spiazzamento, non ho capito se è cosa buona e giusta o se la storia ti ha schifato! Manda un canestrello di bacetti al tuo Mezzo: se riuscirò a piazzare The Runners al cinema, vi manderò i biglietti gratis e una fornitura annua di pop corn…

Flori: Grazie infinite, un bacione!!

Erda: WOW a te, piccola! Grazie infinite per l’entusiasmo… io, Eva, Raf e Vlad speriamo di rimanere sempre convincenti in questo modo!!

ReaderNotViewer: E’ con un profondo sospiro di sollievo che leggo questa tua meravigliosa recensione… perché hai reagito esattamente come volevo che la gente reagisse a Vlad. Lui non deve piacere: o meglio, deve piacere anche se non piace. Contortissima questa reazione, e proprio per questo difficile da suscitare! Più avanti ci saranno altri passaggi delicati in questo senso, sempre sul filo del rasoio… confido che tu sappia indicarmi dove scivolo, perché quando me lo dici tu è sempre, indiscutibilmente vero. Mille baci

MarzyPappy: Ooooo, finiti gli esami e in odore di tesi? Allora, piccola mia, ormai sei diventata grande!! Davvero non ti piacciono i pantaloni pitonati? Io li adoro: sono così in character con Vlad, volgari e chiassosi, strafottenti e menefreghisti… dai, il prossimo paio lo metto di pelle, solo per te!!

  
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