Sguardo sognante.
Orecchie tappate.
Sudore
freddo.
Mani tremanti.
Ecco, tutti sintomi di un incredibile
nervosismo.
Crilin guardò con ansia l’orologio, forse per la ventesima
volta.
Era impaziente.
Impaziente di veder comparire la sua sposa, nel suo
sgargiante abito bianco.
Si passò una mano tra i capelli, da poco
cresciuti.
Portò due dita nel colletto e lo allargò, si sentiva
soffocare.
L’ansia lo stava divorando.
La sua amata era in
ritardo.
Lanciò un’altra occhiata verso l’entrata.
Niente da fare, gli
amici da fuori gli dissero che ancora non si vedeva.
Che l’avesse
abbandonato?
Che avesse cambiato idea?
Iniziò a respirare più
profondamente.
Nessuno si accorgeva che l’aria si stava facendo più pesante,
lì dentro?
Con un fazzoletto asciugò il sudore che gli colava dalle
tempie.
Ansia.
Una terribile, pressante, ansia.
Iniziava veramente a
temere che lei avesse cambiato idea.
Eppure gli era sembrata
felice.
Lasciò che la sua mente vagasse tra i ricordi.
Era l’unico modo
per distrarsi.
Ripensare al giorno in cui il suo cuore era esploso di
felicità.
Ricordava tutto perfettamente.
Il sole caldo, la sensazione
della schiena appoggiata sulla sabbia.
Tutte sensazioni che conosceva fin da
bambino, ma che adesso assumevano un significato speciale.
Era con
lei.
Pronto ad impegnarsi per sempre con lei.
“C18…”
Un timido
richiamo, appena sussurrato, però sufficiente.
Lei si girò, guardandolo con
sorriso.
Ecco, a quel punto Crilin si sentì morire.
Stavano insieme da tre
mesi, ma lui provava sempre le stesse emozioni ogni volta che la guardava.
Un
groppo in gola, il fiato spezzato.
Doveva aver fatto qualcosa di veramente
buono per essere premiato con una donna come lei.
“Volevo…chiederti una
cosa…”
Una pausa incerta, poi la domanda
“Tu mi ami?”
La ragazza
spalancò gli occhi, stupita.
Non si aspettava una domanda del
genere.
“Ma…sì, certo!”
Il pelatino sorrise, alzandosi a sedere sulle
ginocchia.
“Allora…”
Un respiro profondo.
Ecco, quello era il
momento!
Afferrò la scatolina che teneva nella tasca dei
pantaloni.
Accarezzò con le dita il tessuto ruvido che la ricopriva.
Stava
per compiere un grande passo, da quel momento la sua vita sarebbe
cambiata.
“18…Vuoi sposarmi?”
Crilin non potrà mai dimenticare l’emozione
vista in quegli occhi blu.
Quel breve lampo che per un attimo li rese più
luminosi del cielo stellato.
Era sicuro, assolutamente sicuro, di averci
visto un guizzo di felicità.
La risposta che venne dopo, a quel punto, era
soltanto una conferma. Lui già sapeva che da quel momento gli si apriva davanti
la possibilità di una vita fatta sia di gioie che di dolori, ma con lei al suo
fianco. Sempre e comunque.
“Sì…”
Una risposta sussurrata, una sola
semplice sillaba.
Fu veramente una così piccola sillaba a far scoppiare il
cuore del giovane Crilin?
A quanto pareva sì.
Nella chiesa Crilin
continuava a camminare per tutta la lunghezza della navata.
Il terrore però
era sparito dal suo cuore.
Non poteva essersi sbagliato.
Quel bagliore
negli occhi della sua amata c’era stato davvero.
Lei non poteva aver cambiato
idea.
Ma allora perché non arrivava?
Un movimento all’esterno della
chiesa lo fece voltare.
Era Gohan
Il cuore di Crilin accellerò i
battiti.
Il suo piccolo amico gli stava dicendo che la sua futura moglie era
arrivata.
Con un sospiro Crilin si girò verso il prete, mentre le note della
marcia nuziale riempivano l’aria.
Si girò brevemente e rimase
pietrificato.
Non aveva mai visto una creatura tanto meravigliosa.
Portava
un meraviglioso abito bianco, lungo fino alle caviglie, semplice, senza pizzi e
merletti, eppure meraviglioso nella sua semplicità.
I dolci capelli biondi
erano raccolti con un nastro azzurro, che riprendeva il colore dei suoi
occhi.
La ragazza raggiunse il futuro marito all’altare e gli sorrise,
sussurrandogli uno “Scusa per il ritardo”.
Lui sorrise.
Non gli importava
più del ritardo.
Gli interessava solo che C18 fosse lì, accanto a
lui.
Pronta a diventare sua moglie.
Per sempre.