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Autore: LorasWeasley    03/11/2015    10 recensioni
AU [solangelo]
"Finirai per odiarmi, lo so. Alla fine di tutto mi odierai come non hai mai odiato nessuno in vita tua"
...
"-Will … Non dovresti fidarti di me. Non farlo.
La risposta non arrivò subito, ci mise diversi secondi, anche questa non era più che un sussurro.
-Troppo tardi piccoletto."
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L’unica soluzione per non passare tutto il tempo a tremare per il freddo, fu quella di mettersi entrambi sotto il piumone del letto del più piccolo.
Il riscaldamento non funzionava e la finestra rotta lasciava passare decisamente troppi spifferi gelidi.
Nico aveva le gambe rannicchiate al petto, le braccia che gli circondavano le ginocchia e il mento appoggiato proprio su di esse.
Will era di fianco a lui, ma girato in modo che gli venisse quasi di fronte, non si perse neanche una parola.
-Non ho sempre vissuto in questa città- spiegò Nico –Mi sono trasferito quando avevo 10 anni.
Fece una lunga pausa, poi tutta la storia gli uscì come un fiume in piena.
-Avevo una sorella più grande, si chiamava Bianca. Vivevo con lei e mia madre in un modesto appartamento in città, eravamo una semplice e normale famiglia. Avevo degli amici e non ero poi così cupo. Il mio pensiero fisso non era quello di far arrivare la famiglia a fine mese e non mi era mai passato per la mente di rubare. Poi un giorno è crollato tutto.
Nico si fermò un solo attimo per fare un sorriso amaro.
-Letteralmente. Avevo convinto Bianca a giocare con le mie carte di Mitomagia, ero fissato con quel gioco. Eravamo seduti intorno al tavolo della cucina mentre mia mamma cucinava canticchiando. Il ricordo è così vivido che penso non lo scorderò mai. La nostra vicina di casa, che abitava nell’appartamento sopra il nostro, era abbastanza anziana e si scordò il gas acceso. Non si è capito bene poi com’è successo, forse si stava accendendo una sigaretta, forse voleva accendere una candela, fatto sta che è esploso tutto peggio di una bomba.
Nico aveva lo sguardo perso, gli occhi sgranati, stava rivivendo ogni cosa.
-Il tetto ci è crollato addosso. Io non ricordo … di preciso … è tutto così confuso.
Si prese la testa e se la strinse fra le mani.
-La stanza si è come divisa a metà, mia madre da un lato, io e Bianca dall’altro. Erano morte entrambe, mia mamma schiacciata sotto ai detriti, Bianca fu colpita alla testa da un masso, è stato così veloce che non ha avuto neanche il tempo di rendersene conto. Io non ho capito subito che erano morte.
-Nico … Non c’è bisogno che continui, va tutto okay …
-No. Ce la faccio.
Will non disse nulla, avvicinò solo una mano al suo viso e gli asciugò una lacrima che lui non si era nemmeno accorto di aver fatto uscire.
Nico non si ritrasse al tocco e continuò.
-Il pezzo di tetto sopra di me non mi ha ucciso per miracolo, si è bloccato sopra altri detriti a pochi centimetri dalla mia testa. Era completamente buio. Ero in uno spazio così piccolo, ristretto e pieno di polvere che ero terribilmente sicuro che sarei morto soffocato. Sono stato chiuso li dentro per otto ore insieme al cadavere di mia sorella, prima dell’arrivo dei soccorsi. Ecco il perché della claustrofobia.
Quando Will lo abbracciò Nico non protestò in alcun modo, anzi sembrò aggrapparsi a lui come a voler dire di non lasciarlo andare.
-Otto ore, Will. Non hai idea … Non puoi avere nessuna idea di quello che ho passato. E sarei solo un’inutile peso, sono caduto a fondo così tante volte che potrei trascinarti con me e io non posso, non voglio permetterlo.
Will non disse nulla, semplicemente strinse il ragazzo di più a se.
Ci volle una buona mezz’ora per farlo calmare, poi decise di raccontare anche il resto della storia.
Nonostante Will cercasse di dissuaderlo, Nico non volle sentire ragioni. Will doveva sapere tutto e quella parte era abbastanza semplice da raccontare.
-Non avevo idea che mio padre fosse ancora vivo, mia mamma non ne parlava mai. Ma due giorni dopo l’incidente sono stato consegnato a lui e ci siamo trasferiti qui, fu a quel punto che scoprii di avere una nuova sorella. Non la presi bene all’inizio, cercavo di allontanarla, mi sembrava che volessero sostituire Bianca e io non volevo dimenticarla. Poi con il tempo ho imparato ad amare anche Hazel e ho capito che non potrà mai sostituire Bianca, sono due persone totalmente differenti. Comunque, non abbiamo mai avuto i soldi per arrivare davvero a fine mese. Persefone non fa mai nulla, si lamenta tutto il giorno e basta, mio padre passa metà del suo tempo ubriaco, ma so che infondo ci vuole bene. Lui lavora in nero e mi hanno subito insegnato a rubare, lui ed Hazel, anche se adesso sono diventato più bravo di lei. In realtà lei ha smesso un po’ di tempo fa, quando ha incontrato Frank nel ristorante di sua nonna, ristorante che lei aveva scelto come sua prossima missione. Comunque neanche a me piaceva rubare, per questo preferivo lavorare facendo qualsiasi cosa, soprattutto lavori non perfettamente legali, ma ho smesso dopo l’incidente con i fuochi d’artificio.
-E io? Cosa centro in tutto questo?
Nico fece un grande sospiro e si sciolse dal suo abbraccio, si mise seduto di fronte a lui, non staccando gli occhi dai suoi neanche per un secondo.
-Circa due anni fa c’eravamo aperti un negozio, non era più in nero e ce la potevamo anche fare con le tasse e tutto, in questi anni eravamo riusciti a mettere qualcosa da parte. Se non fosse stato per tuo padre.
Will corrugò la fronte impercettibilmente e Nico fu certo che Will non sapesse davvero nulla, si sentì d’un tratto più leggero.
-Ogni mese tuo padre chiede una tassa- e a quella parola mimò le virgolette in aria – Per permettere ai commercianti di continuare il loro lavoro, una specie di contributo volontario per non ricevere spiacevoli inconvenienti sul lavoro. Non che sia davvero volontaria. Hai presente il panificio vicino la mia scuola? Quello che ha chiuso un anno fa per colpa di un incendio e non è stato più riaperto?
Il biondo annuì lentamente.
-Era un po’ indietro con i pagamenti. Come pensi che tuo padre continui a mantenere il suo potere e la sua ricchezza? Cosa diavolo ha raccontato a te quando ti mandava a prendere i soldi?
Will era shoccato, la sua intera vita non poteva essere stata una menzogna. Non poteva davvero non conoscere chi fosse la sua famiglia.
-Mi … Mi aveva detto … Che gli avevamo prestato dei soldi e ce li stavano tornando …
Nico sospirò mordendosi il labbro.
Will strinse i pugni e le labbra in una linea sottile poi scosse la testa.
-A me non interessa quello che fa mio padre o quello che fa il tuo. Non mi interessa se vivi in una casa del genere e non m’interessa quello che fai. Perché a conti fatti penso che noi abbiamo rubato decisamente più di te. A me non interessa tutto questo, a me interessi solo tu. Perché al contrario di Percy io ho bisogno di te. E se scegliere te comporta incubi e attacchi di panico nel pacchetto a me va più che bene. Ci sono io, no?
-Quindi dicevi sul serio?- Sussurrò il moro e Will capì a cosa si stesse riferendo senza il bisogno di chiedere.
-Certo che dicevo sul serio, sono abbastanza certo di amarti.
Nico si lanciò in avanti baciandolo, finì per metà seduto su di lui e gli afferrò il viso come se avesse paura di vederlo scomparire.
Tutto quello che gli aveva raccontato era pura e semplice verità, non aveva mentito su nulla, ma aveva omesso una parte, forse quella più importante.
Mentre fuori il temporale continuava a infuriare sussurrò fra le sue labbra “Fai l’amore con me, Will”.
  
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