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Autore: Toki_Doki    03/11/2015    1 recensioni
Che succede quando il compagno di stanza di tuo fratello maggiore, nonché suo migliore amico, ti invita ad una maratona di telefilm con la sua compagnia? Che succede quando il ragazzo in questione ti è sempre piaciuto ma non puoi neanche immaginare di starci insieme?
Cosa succederà a Luce Keaton quando si troverà in una situazione del genere?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Cap. 09 - La veità che non ti aspetti La verità che non ti aspetti
 
 
Dall'incontro con Steve erano trascorsi due giorni durante i quali c'eravamo scambiati sms. Ero contenta di averlo di nuovo vicino e di sapere che avrei potuto contare su di lui per ogni cosa, come mi aveva scritto la sera precedente. Quella contentezza però non riusciva a contrastare ciò che provavo per il litigio con Jason. Erano passati tre giorni interi da quando avevamo litigato e mi preparavo psicologicamente ad affrontare il quarto. Ebbene sì: necessitavo di una preparazione mentale. Non stavo diventando matta, almeno non del tutto, ma l'idea di vedere Jason parlare con mio fratello a mensa, o sorridere e divertirsi con i suoi amici, mi feriva. La colpa era solo mia e del mio stupido e inutile orgoglio.
Quando il giorno precedente aveva riprovato a parlami, mi ero liberata di lui correndo via, letteralmente. E il motivo non era solo il battibecco ma anche la paura che mi facesse il terzo grado su Steve. Dopo quel tentativo non ne fece altri ed io mi tenevo alla larga da lui e dai posti che sapevo frequentava.
A mensa era inevitabile non beccarlo, ma mangiavo in fretta e lasciavo la sala a testa bassa per non dover parlare con nessuno.
Anche ora ero seduta a spiluccare i miei tristissimi cetrioli non riuscendo a non gettare, di tanto in tanto, occhiate a quello splendido ragazzo che avevo perso. Alla fine era così importante che si fosse avvicinato solo perché glielo aveva chiesto Brian? Dovevo forse rassegnarmi che quella sarebbe stata sempre la storia della mia vita? Con la mia testardaggine e il mio orgoglio, non era affatto facile mandar giù la consapevolezza che chi si avvicinava o allontanava da me veniva stabilito da Brian. Volere una vita mia e avere libero arbitrio era forse chiedere troppo?
«Che ti hanno fatto quei poveri cetrioli?»
Alzai lo sguardo svogliatamente. «Ciao, Bart» borbottai.
Si lasciò cadere sulla sedia e poggiò il mento sulla mano restando a squadrarmi per un tempo che sembrò infinito. «Dovete far pace.»
«Non sono affari tuoi.»
«Lo sono eccome visto che se la prende con me!»
Inarcai un sopracciglio. «Perché?»
Sospirò scuotendo la testa. «Quando gli rode il culo si sfoga su di me, ma solo perché io glielo lascio fare. Non è bravo a confidarsi con le parole, quindi lo fa con insulti e pugni.»
«Si comporta da ragazzino...»
«Non è il solo!» Mi rivolse un sorriso divertito che mi urtò i nervi.
«Dovevo aspettarmelo che stai dalla sua parte» borbottai risentita e addentai una rondella di cetriolo.
«Non sto dalla parte di nessuno perché entrambi avete le vostre colpe. Lui ha di sicuro sbagliato a tenerti nascosto il favore che gli ha chiesto Brian, ma come faceva a dirtelo senza che ci rimanessi male? Ci tiene sul serio a te.»
«Lo so, ma...» Sbuffai e diedi un'occhiata veloce al suo tavolo. Lo sorpresi a guardarmi con aria torva.
«Tu sbagli nel tenergli il muso... Anzi, a ignorarlo completamente. Ci sta male, sai?»
Infilzai una foglia di lattuga più e più volte. «Non voglio parlargli mai più.» Stavo male solo all'idea ma non sarei tornata sui miei passi.
«Siete due scemi!»
«Se hai finito con gli insulti, finirei di mangiare.»
«Oggi c'è la maratona...»
Lo fulminai con lo sguardo. «Non contate sulla mia presenza.»
«È la stessa cosa che ha detto Jason.» Fece un ampio sorriso mentre si alzava. «Ci vediamo alle cinque da Pat e Rick.» S'incamminò verso l'uscita.
«Bart, non scherzare! Non ci vengo!»
Senza neanche voltarsi, mi salutò con un gesto della mano.
 
Ero di fronte il palazzo in cui vivevano i cugini. La macchina di Jas non c'era nel parcheggio e, dato che erano già le cinque e un quarto, dedussi che davvero non si sarebbe presentato. Gli avevo rovinato la tradizione delle maratone del venerdì, e mi sentivo una merda per questo.
Mi trascinai lentamente nell'atrio e percorsi le rampe di scale a velocità bradipo. Quando fui davanti alla porta dell'appartamento, quella dell'ascensore si aprì e ne uscì Jason. Si tolse gli occhiali da sole e mi guardò sbigottito. Quell'espressione ebete non si levò neanche mentre mi raggiungeva a passi indecisi.
«Credevo non venissi» mormorò.
La sua voce mi era mancata. Patetico, vero?
«Sono stata indecisa fino all'ultimo.»
«Vuoi che...» Indicò col pollice l'ascensore dietro di lui.
Feci no con la testa. «Non devi perderti la serata con i tuoi amici per colpa mia. Bart sa che non sarei venuta, quindi non ci rimarrà male quando non mi vedrà.» Tesi le labbra in un sorriso debole.
«Non devi andartene.»
«Jason, ne abbiamo già parlato.»
«No, invece! È questo il punto: tu hai dato di matto e non mi hai lasciato chiarire.»
«Non voglio sentire le tue scuse.»
«Sei un'idiota!» sbottò.
«Come ti permetti?»
La porta dell'appartamento si spalancò rivelando il viso furente di Pat. «Se avete finito di litigare, entrate. E senza fiatare! Siamo in ritardo sulla tabella di marcia, quindi muovete il culo e posatelo sul divano. Nel tuo caso» i suoi occhi incrociarono i miei «sulle gambe di Jason.» E sparì dentro lasciando accostato.
«Non mi siederò in braccio a te.»
«E chi ti ci vuole?»
Ci fulminammo con lo sguardo ed eseguimmo gli ordini di Pat che, tra parentesi, non avevo mai visto arrabbiato.
Io e Jas andammo dritti verso il divano e, quando capii che aveva puntato il posto accanto a Bart, accelerai il passo per poterlo occupare io. Mi afferrò per un braccio a pochi passi dalla meta e sfoderò il suo sguardo assassino.
«Mi ci metto io lì.»
«Se non mi avessi bloccata, sarei arrivata prima!»
«Mettiti accanto a Rick.»
«Perché? Voglio stare lì. O forse devo prima chiedere il consenso a Brian?»
I suoi occhi lampeggiarono furenti. «Non dire cazzate.»
«E tu non dirmi cosa fare!»
Avvicinò il viso in collera al mio e parlò piano, stavolta. «Non voglio che tu stia vicino a Bart.»
Sbattei le palpebre velocemente, come se servisse a capire ciò che aveva detto. «Perché? E poi che me ne importa di ciò che vuoi tu?»
«Avete finito?» ci gridò Pat sempre più alterato. «Per l'amor di Dio, falla sedere dove cazzo vuole!»
Mi liberai della sua stretta e mi accomodai per terra, tra le gambe di Rick e quelle di Ted.
«Ti ci voleva tanto?» borbottò Jas mentre mi passa davanti e si sedeva accanto a me.
Mi voltai a guardarlo. Perché gli sguardi non potevano uccidere? «Non volevi stare vicino al tuo amichetto Bart?»
Un calcio di Pat mi colpì l'osso sacro e rantolai massaggiandomi. Jas gli sferrò un pugno sul ginocchio facendolo imprecare.
«Non toccarla» lo minacciò con tanto di famoso sguardo. Quella sua premura nei miei confronti faceva sempre accelerare il battito del mio cuore.
«Grazie» gli sussurrai e sorrisi appena.
Si avvicinò così tanto al mio orecchio che le sue labbra lo sfioravano. «Ci tengo a te.»
Qualcuno si schiarì la voce facendoci capire di dover tacere, così Jas si voltò verso la televisione e non disse più niente nelle successive due ore.
Finimmo la visione all'ora di cena per poter mangiare la lasagna surgelata che Rick, con gran entusiasmo, si era proposto di scaldare amorevolmente. Lo accompagnai in cucina e restai a guardarlo leggere le istruzioni sul fondo della scatola.
«Non credo tu abbia bisogno di istruzioni. È più semplice di quanto pensi.»
Mi guardò imbronciato. «Riesco a malapena ad aprire la confezione!»
Gli tolsi di mano il pasto e lo poggiai sul marmo nero del ripiano. «Scalda un po' il forno. Quando la fiamma si sarà abbassata, le infornerai.»
«Non prenderà fuoco la vaschetta in plastica?»
Risi ma dalla sua espressione corrucciata, capii che non era una battuta. «Devi metterla prima in una teglia. Quelle confezioni sono adatte solo al microonde.»
«Saprò cosa regalarmi per Natale...» bofonchiò mentre infilava la testa in una credenza.
«Ti do una mano» mi offrii quando iniziò a sbuffare perché non sapeva come passare la pasta nella teglia senza fare un disastro. «Devi solo avere pazienza. E mani ferme. Ah! Gesti sicuri, altrimenti ogni sforzo sarà vano.»
Gli spuntò un sorriso sulle labbra. «Consigli preziosi.»
«Ecco fatto» dichiarai soddisfatta. «Controlla il forno.» Restò a guardarmi con un'espressione strana. «Che c'è?»
Sospirò e si abbassò a guardare dal vetro. «La fiamma sembra ok.»
«Ma tu no!» affermai ridacchiando.
«Sono semplicemente contento che tu sia qui.»
Un sorriso spontaneo nacque sulle mie labbra. «Anch'io. Ora forza: inforna le lasagne e imposta il time.»
«Agli ordini!» Ubbidì come un bravo bambino e rimase a fissare il time che aveva iniziato il suo conto alla rovescia.
«Affascinante, vero?» chiesi divertita.
«Tu hai questa bellezza accanto e perdi tempo a guardare il forno?» gli chiese Bart spuntando dalle mie spalle. Mi cinse la vita in un goffo abbraccio che mi stava mettendo a disagio.
«Non rompere» si difese Rick senza togliere gli occhi dalla sua amata cena.
«Torni di là? Volevo farti vedere un video» mormorò al mio orecchio cercando di risultare sensuale.
«Preferisco restare qui per aiutare.»
«Deve solo scaldare del-»
«Bart, l'hai sentita. Togliti dai piedi!» si spazientì Rick che stavolta volse il suo sguardo verso di noi.
Udii il rumore di una bottiglia sbattuta sulla penisola e mi girai d'istinto.
«Quanto manca?» s'informò Jason, ma si vedeva che tratteneva la rabbia.
«Non molto» risposi mentre mi liberavo della presa di Bart e mi allontanavo un po'.
«Allora non servono tre chef in cucina» dichiarò. Mi prese per mano e mi trascinò verso il balcone. Appena fummo fuori, prese un bel respiro di aria fresca e puntò lo sguardo sul cielo scuro ma puntellato di stelle. Le sue dita erano ancora intrecciate alle mie e, quando me ne resi conto, lasciai scivolare la mano e incrociai le braccia al petto.
«Ti ricordi l'alba di quella mattina?»
«Certo» risposi non riuscendo a impedirmi di sorridere.
«Mi sentivo felice in quel momento.»
Mi avvicinai leggermente. «E adesso?»
Abbassò il mento per guardarmi. «Mi sento arrabbiato.»
Mi morsi le labbra. «Con me?» Che domanda stupida!
«Con Bart.» Si voltò e si perse con lo sguardo tra i palazzi di fronte. «Non voglio si approfitti del fatto che io e te...» Si grattò la testa senza finire la frase.
«Siamo solo amici e lui lo sa. Sono stata più che chiara.»
«Però non ha perso tempo ad attaccartisi addosso!»
«Non lo fa con malizia.»
«Non dire cose delle quali tu stessa non sei convinta.»
Mi scappò un sorriso. «Hai ragione.»
«Il profumo delle lasagne arriva fin qui» constatò.
«Rick ce l'ha messa tutta. Ho già l'acquolina!»
«Ti ho davvero ferito così tanto?» chiese con l'aria di un cucciolo abbandonato.
«Non lo so... Sono arrabbiata e delusa.»
«Tu mi sei sempre piaciuta. Forse non ti ricordi il nostro primo incontro, ma io sì.»
Sentii il cuore precipitarmi. «Eravamo in biblioteca» affermai incerta.
Scosse la testa sorridendo. «Brian era tornato a casa per la festa del Ringraziamento, con me al seguito. Io non ero rimasto a pranzo perché dovevo stare con i miei, ma Brian aveva insistito affinché conoscessi almeno la sua famiglia, anche solo cinque minuti. Mi presentò prima i tuoi, intenti a finire il tacchino e la salsa. Mentre raccontavano della partita del Super Bowl, tu entrasti in cucina con la tua solita aria intimidita. Eri solo una ragazzina, ma eri davvero bella e negli occhi ti brillava una luce che non saprei ancora descrivere. Avevi i capelli sciolti e provai subito l'impulso di passarci le dita in mezzo. Brian ci presentò e mentre ci stringevamo la mano, tu arrossisti ancor di più. Fu una sensazione stranissima quella che m'invase.»
«Quando è stato?»
«Tre anni fa.» Tese le labbra in un sorriso.
«Io non ricordavo...» Abbassai lo sguardo imbarazzata. «Ricordo di quando ci siamo visti al college. Ho sempre pensato fosse quello il nostro primo incontro.»
«Invece è stato il secondo. Ho creduto di morire quando ti ho visto lì in biblioteca, con quel vestitino e l'aria smarrita. Ti ho trovato così cambiata, così donna che per un attimo mi si è bloccato il respiro.»
Potevo anche morire nel sentirmi raccontare quelle cose. «Sapevi che avrei frequentato questa scuola?»
«Brian me lo aveva ripetuto cento volte. Era così entusiasta che mi ha offerto persino da bere la sera che ha saputo della tua iscrizione. Ero felice per lui ma sentivo che in fondo lo ero anche un po' per me.»
«Volevi rivedermi?»
«Ero curioso. Sai, dai racconti di tuo fratello sei sempre apparsa una ragazza perfetta e volevo verificare di persona come eri diventata.»
«Perché non mi hai mai parlato?»
«Brian e i suoi discorsi minacciosi sono una ragione valida. Non volevo rovinare la nostra amicizia, quindi decisi di farmi gli affari miei.»
«Alla fine viene fuori che Brian il favore l'ha fatto a te quando ti ha chiesto di diventare mio amico! Assurdo...»
«Almeno ora sai la verità.» Fece per rientrare ma non gli diedi modo di muovere neanche un passo perché lo bloccai.
«Sono stata una scema.»
«Non del tutto.»
Ci scappò una risata.
«Mi perdoni?» chiese poi.
«Sì, ma non tenermi nascosto più niente. Non voglio che ogni aspetto della mia vita sia condizionato da Brian.»
«Hai ragione. Mi dispiace da morire.»
«Non pensiamoci più.»
«Comunque ho fatto il cazziatone a tuo fratello. Gliene ho dette di tutti i colori. Mi ha mandato in bestia il fatto che abbiamo litigato per colpa sua!»
«Così almeno so la verità.» Il cuore mi si bloccò nel ripensare alle sue parole sul nostro primo incontro.
All'improvviso mi strinse tra le braccia e lasciò un bacio delicato sulla mia testa. «Stai meglio sola?»
«Da quando esco con te e gli altri, no. Decisamente no!»
Sospirò. «Meno male.»
L'occhio mi cadde sulla portafinestra aperta e scorsi due sagome nascoste dietro la tenda. Scoppiai a ridere.
«La volete finire di spiarci?» domandai ancora ridendo.
Ted e Rick uscirono allo scoperto e si precipitarono su di noi unendosi all'abbraccio. «Ci vogliamo tanto bene!»
«Sì, sì, ma ora toglietevi» ringhiò Jas.
Sciogliemmo quello strano ma affettuoso abbraccio e tornammo dentro per gustarci la meravigliosa lasagna di Rick che fumava al centro della tavola.


N.d.a.:
Ciao gente! Finalmente riesco a trovare cinque minuti per aggiornare! Spero che l'attesa sia ripagata dal nuovo capitolo :)
Grazie a tutti voi che continuate a seguirmi ♥
   
 
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