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Autore: vittoriaM20    03/11/2015    5 recensioni
Dal testo:
"Vedrai, quando tutto questo sarà finito, ti sposerò e saremo una vera famiglia." mi sussurrò.
"Ma lo siamo già, Felpato."
Selene Brandon è una ragazza studiosa, orgogliosa e insicura. Sirius Black.. Beh, sappiamo tutti chi è Sirius Black.
I due si incontreranno ad Hogwarts e, tra intrecci e triangoli amorosi, si innamoreranno. Ma troveranno qualche ostacolo: la loro testardaggine e il loro orgoglio non saranno gli unici impedimenti.
Questa non è solo una storia d'amore, ma è anche una storia di coraggio e di amicizia. Una storia in cui la vita dei protagonisti non sarà tutta rose e fiori, anzi: dovranno affrontare parecchie difficoltà e le supereranno insieme. Inganni e bugie tormenteranno le loro vite, ma alla fine scopriranno la verità.
{Questa storia parte dall'epoca dei Malandrini e non ho ancora deciso quando finirà. Sicuramente arriverò alla Seconda Guerra Magica.}
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Regulus Black | Coppie: James/Lily, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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AUGURI FELPATO!!❤❤


  




Anno scolastico 1978-1979

Selene's POV
Una volta salita sul treno, mi misi alla ricerca disperata di uno scompartimento vuoto, ma invano. Erano già tutti occupati e non potei fare altro che unirmi a qualcuno che già conoscevo. Aprii la porta dello scompartimento in cui c'erano Jane Bennet e Cathrine Ellis, due Grifondoro del mio stesso anno.
"Ciao ragazze, posso unirmi a voi?" chiesi imbarazzata.
"Certo! - esclamò Jane, mentre Cathrine mi ignorava - Come vanno le cose, Selene?"
"Oh, bene. Grazie. - risposi imbarazzata - A voi?"
Cathrine continuava a far finta che non ci fossi, mentre Jane mi raccontava tutte le sue avventure estive.
"E tu Cathrine?" si rivolse infine Jane alla sua migliore amica.
"Non ho nulla di interessante da raccontare. - rispose acida - Tu piuttosto Selene.. Come vivrai questo anno scolastico senza il tuo fidanzatino e i tuoi amichetti?"
Mi odiava, ed io solo ora lo avevo capito. Forse non era l'unica ad odiarmi tra tutti i Grifondoro del mio anno; in fondo avevo passato sempre il mio tempo con i più grandi, e poche volte mi ero fermata a studiare con loro.
"Sarà un anno normale, Cath. - risposi fingendomi sicura di quello che dicevo - Mi dispiace se in questi anni sono stata un po' distante e con questo non voglio che voi pensiate che ho intenzione di sfruttare la vostra compagnia solo perchè i miei amichetti non ci sono."
Cathrine rispose con un ghigno divertito, mentre Jane la guardava male.
"Non ti preoccupare Selene! - mi rassicurò Jane - Chiunque si sarebbe allontanata con un fidanzato come Sirius Black!"
Jane sembrava molto più disposta a darmi una seconda chance: iniziò a tempestarmi di domande sui Malandrini, sul motivo per cui Remus Lupin si assentasse ogni mese, su James e Lily che si erano appena sposati e su me e Sirius. Ecco, questo era uno dei motivi per cui non riuscii mai a legare tanto con Jane e Cathrine: erano delle pettegole, si impicciavano degli affari altrui senza alcun ritegno, ed era proprio una cosa che non riuscivo a sopportare. Risposi vaga alle sue domande, cercando di mantenere la calma e di non essere scortese.
Poi arrivò anche a chiedermi chi fosse meglio tra Regulus e Sirius e lì la mia pazienza iniziò a scarseggiare.
"Non mi piace fare questo genere di confronti, Jane." le dissi sforzandomi di sorridere.
In tutto ciò Cathrine continuava a guardarmi quasi disgustata.
Oh, che splendido anno mi aspetta!  pensai.
 
Una volta arrivati ad Hogwarts prendemmo parte al banchetto e dopo che Silente fece il suo solito discorsetto, che ormai sapevo quasi a memoria, andammo nei nostri dormitori. Fu strano non condividere più la stanza con Lily e Alice; ero stata messa nella loro stanza perchè una ragazza del secondo anno aveva cambiato istituto e le ragazze del primo avevano tutte la loro sistemazione in stanze da tre, tranne una, per l'appunto me. Io questo lo chiamerei destino.
Quell'anno, come avevo immaginato, condividevo la mia stanza con Jane e Cathrine. La prima sembrava felice, mentre la seconda non mostrò nessun segno di entusiasmo.
"Che bello Selene, sei in stanza con noi! - esclamò Jane - Aileen Brown non mi sta per niente simpatica, se devo dirti la verità. E poi così potrai raccontarci tutti i segreti dei Malandrini!"
Aileen Brown era un'altra ragazza Grifondoro, ancora più frivola di Jane e Cathrine, che prima condivideva la stanza con loro. Dal racconto di Jane emerse che Aileen le aveva 'rubato' il fidanzato e per questo era scoppiata la guerra tra le due.
Dopo aver ascoltato la storia avvincente di Jane, dissi che ero molto stanca e che dovevo ancora mettere a posto le mie cose. Solo così, dopo un'altra mezz'ora di ciance, mi lasciò in pace. Sistemai il giaciglio di Ingo, anche se ormai dormiva solo ai piedi del mio letto, gli diedi da mangiare e sistemai i vestiti e le mie cose nell'armadio.
 
-
 
Le prime lezioni furono scandite dalle mille raccomandazioni dei professori per i M.A.G.O che avremmo sostenuto quell'anno.
Per fortuna non ebbi il tempo di pensare a quanto mi sentivo sola in quel castello, poichè sin dalle prime settimane di scuola ci riempirono di compiti. Ormai la mia giornata ad Hogwarts era diventata standard: colazione, lezioni, pranzo, lezioni, compiti, Quidditch, cena e nanna.
Quell'anno ero diventata capitano della squadra di Quidditch e fu più difficile che mai trovare un degno sostituto di James. Ancora più ardua come impresa fu farmi rispettare dalla squadra che non mi guardava di buon occhio. Diedi il massimo per entrare nelle loro grazie e alla fine ci riuscii; trovai un buon cercatore* ed acquistai la fiducia dei miei compagni. La prima partita contro Tassorosso fu un successo.
Scrissi a James una lettera lunghissima con tutta la telecronaca della partita e lui mi rispose entusiasta e felice di aver lasciato il suo posto di Capitano a me.
Sirius mantenne una delle tante promesse che mi aveva fatto: mi scriveva ogni giorno e mi raccontava di ciò che faceva al corso per diventare Auror; mi raccontava delle paranoie di Malocchio e di quanto si divertissero lui e James a fare scherzi ad un povero aspirante Auror come loro. Non erano proprio cambiati. Mi raccontò anche che gli attacchi dei Mangiamorte erano sempre più frequenti a Londra e che i membri dell'Ordine della Fenice aumentavano sempre di più, come il potere del Signore Oscuro. Nelle mie lettere di risposta gli chiesi di essere prudente e di non esporsi troppo al pericolo, ma era come chiedere ad un cane di miagolare. Sirius Black odiava le regole, amava il pericolo. In una lettera mi scrisse "E poi, cos'è la vita senza qualche rischio?" e lì capii che lottavo contro i mulini a vento.
Venni a sapere che anche gli storici fidanzatini, Frank e Alice, si erano sposati segretamente, senza dire nulla a nessuno. Lily nelle sue lettere espresse tutta il suo dispiacere per non aver assistito al loro matrimonio; mi raccontava della sua strana vita matrimoniale con James, che amava ogni giorno di più. Il suo bel maritino era incontrollabile ed imprevedibile quanto Sirius e non mi nascose che a volte avrebbe tanto voluto affatturarlo; ma nelle sue lettere affiorava tutto l'amore che provava per lui, pure quando si cacciava nei guai. Quei due erano davvero innamorati e felici nonostante tutto, ed io lo ero per loro. James si meritava un po' di felicità dopo quel brutto periodo che aveva passato per la perdita dei suoi genitori; era stato davvero male e la cura migliore per lui era stata la bella Lily.
Ricevetti parecchie lettere anche dal mio migliore amico Remus. Lunastorta non se la passava benissimo: non riusciva a trovare un lavoro adatto alle sue capacità a causa del suo 'piccolo' problema mensile. O meglio, era lui a non ritenersi adatto, come al solito. Si preoccupava di me e voleva sapere nei minimi particolari come fosse la mia vita senza di loro al castello. Io rispondevo sempre in modo vago, non mi andava di rattristarlo ancora di più con le mie inutili lamentele.
 
Ogni giorno speravo di trovare un messaggio da parte dei miei genitori; ma come si dice? Chi di speranza vive disperato muore.
Durante una mattinata libera, particolarmente triste e tetra, mi ricordai del libro che mio padre mi aveva regalato per Natale sulla mitologia greca e romana e corsi nella mia stanza per trovarlo nel mio baule. Leggendolo mi sarei sentita vicino ai miei genitori almeno per un po', avrei pensato a loro. E per quanto doloroso fosse, sentivo il bisogno di ricordarli, di tenerli vivi nella mia memoria.
Quando entrai nella mia stanza trovai il mio baule in disordine, Jane e Cathrine sul mio letto a sfogliare l'album che mi avevano regalato i miei amici per il mio 17esimo compleanno. E ridevano.
Detestavo quando la gente metteva le mani nelle mie cose; ma odiavo ancora di più quando si intrufolavano nei miei ricordi e nella mia intimità.
Mi avvicinai a quelle due e sfilai loro di mano il mio album chiudendolo. Stavano guardando la parte dedicata alle foto mie e di Sirius. Ma come si permettevano? Senza chiedere permesso!
"Scusa Selene... - cercò di rimediare Jane - lo abbiamo trovato in giro e pensavo non avremmo fatto nulla di male a sfogliarlo."
Sì, certo. In giro. Peccato che era sepolto nel mio baule, nascosto da tante altre cose, proprio per non attirare l'attenzione di qualche ficcanaso come loro.
"Va bene. Non fa nulla. - dissi senza alcuna espressione nel tono della mia voce - La prossima volta chiedetemi il permesso, però."
Non mi andava di discutere, non ne avevo la forza e la voglia. Semplicemente non ne valeva la pena. Tanto non ci sarebbe stata una prossima volta. Avrei sigillato il mio baule e le mie cose con qualche incantesimo.
Misi in ordine e presi il libro che mi aveva regalato mio padre, Mitologia Classica. Adoravo quelle storie antiche, che sapevano dare un perchè anche alle cose più banali, come l'eco, per esempio. La storia che mi facevo raccontare sempre da mio padre era il mito di Apollo e Dafne e di come nacque l'alloro; di come la ninfa Dafne, pur di sfuggire all'amore del dio, chiese al padre di farsi trasformare in un albero di alloro e Apollo le diede l'onore di essere la pianta a lui sacra, rendendola sempre verde.
Con il libro sotto al braccio raggiunsi l'albero più amato dai Malandrini, vicino al Lago Nero, dove passavano il loro tempo libero ad organizzare scherzi per le loro povere vittime.
Mi sedetti sotto l'ombra dell'albero ed aprii il libro. Consisteva in una serie di miti greci e romani. La mia attenzione fu attirata da un asterisco, che probabilmente aveva fatto mio padre, vicino al mito della dea della Luna, Selene, e di Endimione. 
 

«Selene, la dea della Luna, era follemente innamorata del dio Apollo che purtroppo, non la considerava di uno sguardo, sebbene la dea fosse di una bellezza accecante e perfetta, procurando la sofferenza della stessa..
Nel vederla così triste, Eros, il  dio dell'amore, promise a Selene di realizzare il suo desiderio più grande. La dea, ovviamente, chiese di essere ricambiata dal bell'Apollo; purtroppo si trattava di un desiderio troppo grande ed impossibile da realizzare; Eros le disse chiaramente che Apollo non era altro che un egoista e narciso, che non meritava il suo amore incondizionato e sincero, e che dunque ella avrebbe fatto meglio a concentrare le sue attenzioni ed i suoi sforzi altrove, su qualcuno che le avrebbe  insegnato cos'era l'Amore vero.
Selene abbattuta e sfiduciata, iniziò a percorrere il cielo notturno, come di consueto, sul suo cocchio argentato, quando all'improvviso la sua attenzione venne catturata da una melodia proveniente dal bosco situato ai piedi del monte Latmo. La dea scese dal suo cocchio d'argento e si mise alla ricerca della fonte di quella musica melodiosa, seguendone il suono. Trovò un bellisimo uomo dagli splendidi occhi scuri, intento a suonare in modo celestiale la cetra. Si trattava del bel re dell'Elide, Endimione.
La dea si innamorò perdutamente del bel sovrano e, al contrario di come era successo con Apollo, il suo amore fu ricambiato. Endimione, infatti, fu colui che, come Eros le aveva in precedenza predetto, le insegnò il vero Amore .
Così Endimione prese l'abitudine di recarsi ogni sera sul Latmo ad aspettare la sua amata e, quando la dea non poteva scendere dal suo cocchio d'argento, lui s'addormentava alla luce bianca della Luna.
Selene, così innamorata del suo bel Endimione, disprezzava addirittura la vicinanza di Apollo ora e lo evitava, distogliendo lo sguardo da lui se lo incontrava per caso.
Il dio del Sole, tuttavia, non riuscì a sopportare quell'affronto e  geloso adesso delle attenzioni che la dolce Selene non riservava più a lui, ordinò ad Hypnos, il dio del sonno, di trovare un modo per separare i due innamorati.
E fu così che la sera stessa, Hypnos mise all'opera il piano malefico di Apollo: fece sprofondare in un sonno eterno il bell'Endimione, nonostante egli provò a ribellarsi a tale ingiustizia. Eros, che casualmente passava da quelle parti, redarguì Hypnos rimproverandolo e gli fece commutare quanto aveva commesso: anzichè condannare Endimione ad un sonno eterno, in modo tale da non fargli più vedere la bella Selene in cielo, lo destinò a dormire eternamente con gli occhi aperti, cosicchè potesse ancora osservare la sua amata.
Quando Selene raggiunse la grotta trovò il suo amato Endimione immobile, i suoi splendidi occhi scuri aperti, a fissar il volto di lei, privi di espressione..
Selene capì ciò che era accaduto.
Grosse e copiose lacrime rigavano il volto pallido della dea, che stringeva a sè il povero Endimione dormiente. Stanca e stremata dal pianto, Selene s'addormentò tenendo tra le braccia il suo amato e, mentre sognava sentì una voce piacevolmente famigliare che la chiamava. Endimione correva verso di lei  in quel mondo senza confini che si trova fra realtà e fantasia, fra mortale e divino, e le sfiorava una guancia, asciugandole le lacrime dal volto.
Quella notte Endimione fece compagnia alla sua amata nel sogno, e così accadde per le notti successive. Il re dell'Elide  ora dorme ancora dentro il monte Latmo, dolcemente, con la lancia stretta in pugno, una mano mollemente posata sulla fronte, gli occhi scuri schiusi a guardare il cielo, lassù, rivolti alla Luna splendente.
I due si incontrano ancora nei sentieri dei sogni: Endimione ora può camminare nel cielo, tra le stelle e le costellazioni, può accompagnare la sua amata Selene nel suo viaggio lungo tutta la volta celeste e può ancora amarlaQuella di Hypnos non si rivelò una maledizione, come Selene credeva all'inizio. I due innamorati coronarono il loro sogno d'amore dando alla luce cinquanta figlie.
Il Sonno concesse l'eternità ad Endimione, che per sempre resterà giovane e bello, al fianco della sua amata dea della Luna.»
 

Il racconto era pieno di sottolineature e notai che l'angolo della pagina era stato piegato più di una volta. Questo doveva essere stato il mito preferito di mio padre: per questo aveva deciso di chiamarmi Selene. Non avrei mai immaginato che dietro il cinico e razionale Febus Brandon si celasse un uomo romantico...

-
 
Un pomeriggio di Novembre stavo studiando tranquillamente in biblioteca e stavo aiutando Jane in Pozioni, quando all'improvviso sentii uno strano rumore dietro di me. Mi voltai e vidi una candida civetta; mi affrettai ad aprire la finestra e presi il bigliettino che l'animale aveva legato alla zampetta. Era un minuscolo pezzo di carta tutto striminzito e bagnato per via della pioggia. Di chi era?
Iniziai a pensare a tante cose: magari erano i miei genitori, o forse qualcuno che mi diceva che non ce l'avevano fatta; oppure mi volevano informare che Sirius era stato coinvolto in un attacco. Il panico mi assalì, cercai di mantenere la calma: feci un bel respiro profondo e aprii il bigliettino per leggerlo.
 
Felpato ti aspetta alla Stamberga Strillante , questo sabato alle 10.
S.O.B.
 
Un enorme sorriso comparve sul mio viso che quasi mi arrivava fin dietro la testa. Jane si accorse della mia improvvisa felicità e mi guardò stupita.
"Di chi è quel bigliettino? - disse curiosa, sporgendosi per leggerlo - Posso vedere?"
"No! Nulla di che! - dissi io dando fuoco al pezzetto di carta con la bacchetta, sotto gli occhi indispettiti di Jane - Uno stupido scherzo."
La mia compagna di corso mi guardò di sottecchi e fece un'espressione offesa. Ma proprio non riusciva a farsi i fatti suoi?!
Quella notte non riuscii a prendere sonno facilmente; ma non perchè avevo paura di rifare gli incubi che ormai mi tormentavano da tempo: l'idea di poter incontrare Sirius, dopo due mesi che non ci eravamo visti, mi riempiva di gioia. Non vedevo l'ora di poter scherzare con lui, di abbracciarlo, baciarlo. Dovevo aspettare solo due giorni e l'avrei visto.
SOLO DUE GIORNI?!
Mi sembravano un'infinità di tempo! Guardai l'orologio sul comodino, le cui lancette segnavano le tre del mattino; dovevo dormire o il giorno dopo sarei sembrata un cadavere. Ingo dormiva come di consueto ai miei piedi facendo le fusa; lo presi per metterlo affianco a me sotto le coperte. Non appena lo afferrai da sotto le zampe, mi guardò un po' offeso, sembrava volesse dirmi Come hai osato svegliarmi, umana?! , ma poi quando capì che lo stavo infilando sotto le coperte, al calduccio con me, iniziò a farmi le fusa e si piazzò sul mio ventre. Con le sue zampette pelose mi ricompensò con una specie di massaggio sulla pancia e quando ebbe finito venne a sistemarsi accanto a me. In fondo non ero poi così sola: Ingo era sempre stato con me, nel bene e nel male.
 
Quei due giorni che mi separavano dall'incontro con Sirius sembrarono durare un'eternità. Il tempo durante le lezioni sembrava non scorrere mai e le giornate mi parevano lunghissime. Ma finalmente arrivò quel tanto atteso sabato. Era giorno di visita ad Hogsmeade e Jane e Cathrine mi invitarono ad andare con loro ed un gruppo di ragazzi di Corvonero. Declinai gentilmente l'invito, dicendo che dovevo recuperare dei compiti e percepii che Cathrine fu piuttosto felice del fatto che non sarei andata con loro. Le piaceva Dirk Cresswell, Prefetto di Corvonero, il cocco di Lumacorno, ma lui aveva da sempre avuto un debolo per me, e se ci fossi stata io tra i peidi sicuramente Cathrine non avrebbe avuto la possibilità di fare l'oca con lui.
Quando più o meno tutti se ne furono andati, raggiunsi il Platano Picchiatore, lo bloccai ed entrai attraverso quel tunnel che avevo percorso parecchie volte negli anni precedenti. Guardai il mio orologio da polso, mentre camminavo nello stretto e polveroso passaggio: erano le dieci in punto. Sirius sarebbe stato puntuale?
Finalmente arrivai alla fine del tunnel; salii le scale così velocemente che all'ultimo scalino inciampai e mi ritrovai sdraiata sul pavimento sudicio della Stamberga Strillante. Attirai l'attenzione di un cane nero che prese le sembianze di Sirius. Corse vicino a me e mi aiutò ad alzarmi.
"Lo so che mi ami, ma non c'era bisogno di stenderti ai miei piedi!" disse Sirius mentre mi stringeva le mani e rideva di gusto.
Gli sorrisi e mi affrettai a guardarlo da capo a piedi per assicurarmi che fosse davvero lui. Era cambiato: aveva tagliato leggermente i capelli che portava più spettinati di prima; vestiva da babbano, portava un paio di jeans strappati, una maglietta bianca aderente che lasciava intravedere il suo corpo muscoloso al punto giusto ed una giacca di pelle. Conservava sempre quel suo fascino disinvolto e quell' eleganza quasi aristocratica, nonostante fosse vestito da teppista babbano. Era tremendamente bello mentre mi sorrideva... ed io così ridicola che lo stavo fissando a bocca aperta da più di cinque minuti.
"Selene, ma sei tu? Ingo ti ha mangiato la lingua? Non hai detto una parola!"
Prima di rispondergli lo abbracciai stringendolo forte a me e lui ricambiò con una presa altrettando forte.
"Mi sei così mancato..! - gli sussurai tra i capelli ricci - E sei tremendamente sexy vestito da babbano!"
Lo guardai negli occhi e notai un lieve imbarazzo nel suo sguardo. Ero riuscita a far imbarazzare Sirius Black, bel colpo Selene!
"Nella Londra Babbana do meno nell'occhio se mi vesto così..." mi disse quasi per scusarsi.
"Ma guarda che stai benissimo, se fosse per me, potresti vestirti sempre così! - gli dissi rassicurandolo - E i capelli?"
"Troppo lunghi. - tagliò corto e poi cambiò argomento - Allora, che mi racconti Gattina?"
"Nulla di che Felpato, il castello è vuoto senza di voi."
Sirius sorrise soddisfatto, poi mi accarezzò la guancia e mi guardò negli occhi teneramente.
"Giusto per la cronaca, anche tu mi sei mancata terribilmente."
Passammo tutta la giornata insieme, raccontandoci tutto ciò che avevamo vissuto in quei mesi separati. Mi stupii di quanto parlò, di solito non era proprio un chiacchierone; era entusiasta della sua vita da aspirante Auror, piena di avventure, di sfide e di rischi, pane per i suoi denti, insomma. Volle sapere da me come stessero procedendo le cose al castello, se avevo legato di più con i miei compagni di corso.
"Quest'anno sono in stanza con Jane Bennet e Cathrine Ellis... - dissi abbassando la testa - Jane finge di essere mia amica solo perchè vuole sapere più cose su voi Malandrini, invece Cathrine mi odia. Ecco il prezzo che sto pagando per avere un fidanzato famoso e rubacuori."
Sirius rise soddisfatto e si sistemò i suoi capelli corvini con un gesto disinvolto ed elegante. Poi sfilò dalla giacca un orologio da taschino e guardò l'orario facendo un'espressione stupita.
"E' tardissimo, tu non dovresti essere qui!" mi disse.
Guardai fuori da una finestra della Stamberga Strillante: il cielo era diventato di un blu cobalto intenso; come era possibile che il tempo fosse volato così velocemente?
"Ci vediamo a Natale. Ti verrò a prendere dalla stazione il 24.. Avevo intenzione di invitare gli sposini Paciock e Potter, Remus e Peter. Che dici?"
"Per me va benissimo. Sarei molto felice di rivederli."
"Okay, perfetto. Ora vai, o ti beccherai una punizione."
Ci salutammo con un bacio breve ma intenso e poi io scappai via senza però essermi voltata indietro per guardare un'ultima volta Sirius che mi stava sorridendo.
Una volta uscita dal Platano Picchiatore, corsi verso l'entrata del castello, salii le scale più in fretta che potei per raggiungere la torre di Grifondoro.
"Non così in fretta, signorina Brandon." disse una voce femminile dietro di me.
La professoressa McGrannit stava con le braccia conserte e mi guardava con i suoi penetranti e severi occhi verdi.
"Mi stupisco di lei, signorina. Ora che se ne sono andati i suoi amici Potter e Black, ci si mette lei ad infrangere le regole?! - esclamò stupita - Posso chiederle dove è stata?"
"Avevo bisogno di prendere una boccata d'aria, professoressa." mentii.
"Domani sera nel mio ufficio." mi ordinò mentre andava via.
Non se l'era bevuta la storia della boccata d'aria.
"Agli ordini professoressa! Buonanotte! " risposi trionfante.
Ero troppo felice per disperarmi per una punizione. La McGrannit inarcò un sopracciglio e giurerei di aver intravisto un sorriso accennato sulle sue labbra.
 
"Avanti" disse la McGrannit dopo che io ebbi bussato alla porta del suo ufficio.
Entrai esitante, mentre la prof. mi squadrava di sottecchi.
"Allora signorina Brandon, vorrei che mi aiutasse a ritrasformare questi calici in topi. Non dovrebbero esserci problemi per lei."
Trasfigurazione era ormai la mia materia preferita e quella non mi sembrò poi una grande punizione. Annuii e mi misi all'opera mentre la vicepreside correggeva dei compiti.
"Come sta il signor Black?" mi chiese all'improvviso senza distogliere lo sguardo dai fogli.
"C-Come?"
"Oh, insomma signorina Brandon, non sono mica nata ieri. Vuole forse negare che ieri ha fatto tardi perchè ha incontrato il signor Black?"
Mi morsi un labbro per evitare di sorridere e poi scossi la testa per dirle che no, non avrei negato nulla.
"Intuito da professoressa. - disse poi fiera - Allora la signorina Evans e Potter si sono sposati?"
"Sì, professoressa."
"Mi fa piacere." rispose sorridendo mentre sbarrava con soddisfazione dei temi svolti male.
Involontariamente un calice mi cadde dalle mani, la professoressa mi stava stupendo troppo. Non la ritenevo una vecchia megera antipatica, ma lei non aveva mai sopportato i malandrini, li riempiva di punizioni!
La McGrannit con un gesto della bacchetta salvò il calice rimettendolo al suo posto.
"Sai, Selene, - disse dandomi del tu e chiamandomi per nome - non devi stupirti. In fondo Black e Potter sono sempre stati i miei studenti prediletti. Ho solo un modo tutto mio di dimostrarlo."
Sul suo volto severo si formò un sorriso sornione e quasi malandrino.
"Tu e Black vi sposerete?" mi chiese curiosa.
"Se tutto va bene, sì." risposi un po' imbarazzata.
Era strano parlare di certe cose con la mia professoressa. Sembrava un interrogatorio, ma uno di quelli che mi faceva mia madre.
La McGrannit mi sorrise, si avvicinò a me e mi posò una mano sulla spalla.
"Spero davvero vada tutto bene. Hai notizie dei tuoi genitori?"
"No.." dissi abbassando il capo per nascondere gli occhi lucidi, mentre trasfiguravo l'ultimo calice.
"Selene, per qualsiasi cosa, conta pure su di me."
"Grazie professoressa!"
 Non avrei mai scordato questa strana conversazione con la mia insegnante di Trasfigurazione.
 

Sirius' POV
Attraversai giusto in tempo il muro tra il binario nove e dieci della stazione di King's Cross per vedere l'espresso fermarsi. Dopo pochi secondi iniziarono a scendere gli studenti, felici di riabbracciare i loro genitori, sensazione che io non avevo mai provato. Per la prima volta, dopo sette anni, ora mi ritrovavo dalla parte opposta: ero io quello che teneva il collo teso in cerca della mia ragazza. Ma di lei nemmeno l'ombra. Tra tutti quei ragazzi, genitori e parenti pensai che sarebbe stato quasi impossibile trovare Selene. Iniziai a farmi spazio tra la folla nella speranza di vedere una folta e lunga chioma dorata. Quando all'improvviso la vidi, lei era lì, mi dava le spalle, aveva le braccia conserte e tamburellava il piede sinistro sul pavimento della stazione, impaziente. Mi avvicinai con passo felpato e le sussurrai in un orecchio.
"Buonasera, madame."
Selene saltò in aria per lo spavento e mi diede una pacca di rimprovero sul braccio.
"Mi hai fatto prendere uno spavento, Felpato!" disse ridendo.
Era bellissima quando sorrideva, aveva il potere di trasmettermi allegria quando lo faceva.
"Non era mia intenzione, perdonami." le dissi poi avvicinando le mie labbra alle sue, nel tentativo di addolcirla e di farmi perdonare.
Rispose al mio bacio con passione, come raramente aveva fatto, di solito ero io quello passionale e lei quella dolce e timida. Doveva aver sentito molto la mia mancanza.
"Perdonato.." mi rassicurò con un sorriso da vera Malandrina stampato sul suo viso angelico.
"Andiamo? - le chiesi prendendo il baule e la gabbietta di Ingo, il suo fedelissimo micio - Stasera mi sono permesso di invitare i coniugi Potter.. gli altri non possono venire!"
"Come mai?" mi chiese dispiaciuta, mentre camminavamo tra i babbani nella stazione londinese.
"La mamma di Remus non sta bene, Frank e Alice avevano una cena di famiglia e Peter... non voleva fare il quinto incomodo!" 
Nel frattempo eravamo usciti dalla stazione ed avevamo imboccato un vicolo poco affollato dove avremmo potuto smaterializzarci.
Mi prese la mano e con un *clop* ci trovammo di fronte alla tenuta dei Brandon.
Selene si fermò a guardare quella casa con malinconia : non aveva avuto nessuna notizia dei suoi genitori da quando erano partiti e non sapevamo se essere felici o meno di questo. Affrontavamo poco quell'argomento, era un tasto dolente per entrambi: io non sapevo come trattare l'argomento, e lei... inutile specificare il perchè.
Una volta entrati in casa, Elmo salutò allegramente la sua padroncina riempendola di elogi e complimenti. Selene si guardò intorno, come se stesse cercando qualcuno, fissò la poltrona dove solitamente sedeva suo padre e l'albero di Natale che ogni anno sua madre decorava con tanto amore. Quella casa era troppo grande e troppo piena di ricordi per lei.
Decisi di rompere l'aria tesa e la presi per il polso.
"Vieni, Selene - le dissi trascinandola al primo piano, nella mia stanza - Mi sono permesso di aggiungere un letto matrimoniale, così potremo dormire insieme... e ci sentiremo meno soli..."
Si guardò attorno notando tutte le modifiche che avevo fatto alla stanza per renderla più da adulti e adatta ad ospitare un letto matrimoniale. Poi si grattò il collo imbarazzata, si voltò a guardarmi e mi abbracciò.
"E' perfetto, hai fatto benissimo!" mi disse contenta.
Tirai un sospiro di sollievo, per un primo momento avevo pensato che non approvasse quel cambiamento. Invece no. Grazie Merlino!
Elmo comparve sull'uscio della porta.
"Signor Sirius, hanno suonato al campanello. Il signor Sirius ha detto ad Elmo che d'ora in poi sarebbe andato lui ad aprire la porta, signor Sirius, ed Elmo obbidisce, signore."
"Oh, grazie Elmo. Ben fatto."
Mentre Selene mi guardava sospettosa, io corsi giù per le scale.
"Chi è?" dissi posando un orecchio contro la porta mentre Selene mi guardava attenta.
"James Potter e sua moglie Lily."
"James Potter, quali sono state le prime parole che mi hai detto durante il primo anno?" chiesi sempre da dietro la porta.
"Sirius Black, io e te diventeremo grandi amici." disse James.
"Lily Evans Potter, quali sono state le prime parole che mi hai detto durante il primo anno?"
"Black, sei un perfetto idiota!" rispose convinta Lily.
Selene scoppiò a ridere, mentre io aprivo la porta ai miei amici.
Mentre io salutavo James, Lily corse ad abbracciare la sua amica.
"Selene, amica mia! Come mi sei mancata!" disse la rossa.
"Anche tu, signora Potter!"
Era semplicemente fantastico che la moglie di mio 'fratello' e la mia ragazza fossero migliori amiche.
Una volta che ci fummo accomodati in salotto, Selene iniziò ad interrogarci.
"Come mai tutte quelle domande per far entrare in casa due vecchi amici?" chiese sospettosa.
Guardai James e Lily, cercando una via di fuga, ma fortunamanete la signora Potter parlò al posto mio.
"Selene, i tempi sono cambiati. La situazione sta peggiorando, non possiamo fidarci più di nessuno. Bisogna essere molto prudenti... Gli attacchi stanno aumentando, troppa gente innocente ci sta rimettendo la vita."
Avevamo tutti lo sguardo basso, tranne Selene che passava i suoi occhi, in quel momento di un celeste cristallino, da me a James, da James a Lily.
"C'è per caso qualcosa che non so..?" disse infuocandosi di rabbia.
Lily mi guardò e mi fece un segno col capo incoraggiandomi a raccontarle tutto.
"Sirius, non lo ripeterò un'altra volta. - disse Selene serrando i pugni - C'è qualcosa che mi nascondete?"
"Sì." disse James sollevando il capo ed affrontando coraggiosamente lo sguardo glaciale della piccola Brandon.
"Bene, grazie per avermi tenuto all'oscuro di tutto. - disse scattando in piedi e iniziando a camminare nervosamente nel salotto - Non sono una bambina, non dovete proteggermi! Sono maggiorenne anche io!"
"Lo sappiamo, Selene - intervenne Lily cercando di placare la sua ira funesta - Lo abbiamo fatto solo per non farti preoccupare!"
Selene continuò a darci le spalle, mentre tremava per la rabbia; poi si voltò, furente.
"Allora mi dite o no cosa è successo?!" disse indispettita.
Mi guardò e per poco non mi fulminò con lo sguardo. Toccava a me parlare.
"Voldemort ed i Mangiamorte hanno attaccato i membri dell'Ordine. Abbiamo combattuto contro di loro..."
"...E per poco non ci abbiamo rimesso la pelle!" aggiunse Lily.
Selene ci guardava a bocca aperta.
"Ma è stato bellissimo quando Felpato ha disarmato quella cagna di sua cugina Bellatrix, avresti dovuto vederlo, Selene!"
Lily e Selene lanciarono uno sguardo accusatorio a James, che subito ridimensionò il suo entusiasmo, si fece piccolo piccolo e si mise composto sulla poltrona.
"E come è andata a finire?"
"Siamo riusciti a farla franca, non so per quale miracolo. - ammise Lily - Sono dei maghi abilissimi."
"Però dai, dovete ammetterlo - replicò James - E' stato bellissimo quando Sirius ha disarmato Bellatrix!"
Io non potei fare a meno di trattenere un sorriso, mentre Lily guardava esasperata e divertita suo marito.
"Allora, sentiamo James. Cosa è successo?" chiese curiosa Selene, iniziava a calmarsi.
James si sedette meglio sulla poltrona, prese fiato ed iniziò a raccontare.
"Sirius stava combattendo contro quel capellone di Malfoy, che essendo troppo impegnato a tenere i suoi capelli in ordine per badare al duello, è stato schiantato in un batter d'occhio. - disse Ramoso dandomi una pacca sulla spalla - Così Bellatrix è corsa in aiuto del suo cognatino ed ha iniziato ad insultare Sirius, a dargli del traditore, mentre gli puntava la bacchetta contro. Sirius si è fatto insultare per bene, se n'è fregato, e con un Expelliarmus p e r f e t t o ha lasciato di stucco la sua cara cuginetta, che è diventata verde per la rabbia."
Selene mi sorrise orgogliosa, poi improvvisamente si rabbuiò.
"C'erano anche Piton e Regulus?" chiese.
"Non lo sappiamo - rispose subito Lily - Molti di loro portano delle maschere nere; quindi se anche ci fossero stati non li avremmo riconosciuti."
"Capisco" sussurrò Selene abbassando la testa.
Si preoccupava ancora per Regulus. Ancora non si era rassegnata al fatto che mio fratello era un perfetto idiota?!
 
Il resto della serata trascorse normalmente, Selene a volte si adombrava quando capitava di evocare ricordi di Natale passati con i suoi genitori.
Passata la mezzanotte, James e Lily se ne andarono e Selene insistette con Elmo affinchè mettesse lei a posto e lavasse i piatti. L'elfo domestico non voleva sentirne ragione, così Selene fu costretta ad ordinargli di andarsene a dormire, e quello obbedì senza remore.
Lavò i piatti alla babbana senza nemmeno usare la magia.
"Da quando sei diventata Cenerentola?" le dissi io provocandola mentre la avvolgevo con le mie braccia.
Lei sorrise, ma non disse nulla e continuò a strofinare nervosamente un piatto particolarmente sporco.
"Ehi, tutto bene?" le chiesi per l'ennesima volta.
"Sì, tranquillo. Va a letto, ti raggiungo subito." mi disse più seria del solito.
"Questa non me la bevo. Sei arrabbiata perchè non ti ho detto nulla di quello scontro?"
"No, Sirius. Ormai ci ho fatto l'abitudine."
"A cosa?"
"A vivere in un perenne stato di ansia. - disse lei scaraventando la spugnetta nel lavandino e sfilando la bacchetta dal grembiule - Di questo passo invecchierò precocemente, diventerò una brutta vecchia schifosa, e tu ti troverai un'altra più bella e più giovane di me."
Scoppiai a ridere, lei si voltò di scatto e mi puntò la bacchetta alla gola.
"Oh, non ridere Black."
Però ora rideva anche lei divertita.
 
Quella fu una notte insonne: Selene era tormentata dagli incubi. Si svegliava quasi ogni mezz'ora per un incubo diverso. Più volte urlò il mio nome nel sonno, supplicava qualcuno di uccidere lei al mio posto; sognò i suoi genitori, i nostri amici.
Il giorno dopo, come risultato, la povera gattina aveva due cerchi viola attorno agli occhi.
Mentre beveva una tazza di thè, fissava il vuoto. I suoi occhi quella mattina erano scuri, quasi viola come le sue occhiaia.
"Da quanto tempo va avanti questa storia, Selene?"
"Quale storia, Sirius?" mi chiese lei facendo finta di nulla.
"Da quanto tempo hai questi incubi?"
Posò la tazza di thè e si massaggiò le tempie con le dita.
"Da quando sono tornata a scuola...- ammise alla fine - Ma stanotte sono stati particolarmente intensi da farmi svegliare. Di solito li sopporto, continuo a dormire..."
Per lei sembrava una cosa normale avere incubi di quel genere, cercava di fare l'indifferente.
"Perchè un giorno di questi non andiamo al San Mungo? Magari ti possono dare una pozione per farti dormire serenamente..." provai a dire.
Selene si alzò dalla sedia per andare a porre la tazza nel lavandino - aveva ordinato di nuovo ad Elmo di starsene nella stanza a riposare.
"Davvero, Felpato. Non ce n'è bisogno. Poi sarei io quella apprensiva?"
Purtroppo era testarda ed orgogliosa quanto me, e non si sarebbe fatta aiutare.
 
Mi rassegnai all'idea di dovermi svegliare ogni notte a causa delle sue urla.
Un giorno a lavoro ne parlai anche con Lily, la quale mi confessò di averla vista più sciupata e magra del solito; secondo lei dovevamo convincerla a parlare e a chiedere aiuto almeno a Madama Chips. Dissi che ci avevo provato, ma invano.
"Scusate, perchè non le andiamo a prendere noi qualche pozione dal San Mungo? - propose James - Tu Sirius troverai il modo per dargliela senza che lei se ne accorga."
Gli occhi di Lily si illuminarono.
"Sei un genio, amore mio! - disse a James, poi afferrò la borsetta che era posata sulla scrivania del mio studio - Vado al San Mungo adesso stesso. Ho finito il mio turno!"
 
Dopo qualche ora tornò con la pozione e mi spiegò che andava presa prima di andare a dormire; era incolore ed inodore, perfetta per mischiarla nel bicchiere di acqua e limone che Selene beveva prima di andare a dormire.
Così quella sera quando lei ancora stava mettendo in ordine la cucina, la precedetti e le preparai quello schifosissimo bicchiere di acqua e limone - mi ero sempre chiesto come facesse a berlo - e versai anche il contenuto della boccetta che mi aveva dato Lily.
Selene lo bevve tutto d'un fiato e quella notte fece sogni tranquilli, stretta a me, dormì serenamente. Col passare dei giorni si videro subito i risultati: le occhiaie erano scomparse, aveva ripreso quel candore caratteristico della sua carnagione, riacquistò il buon umore e la serenità.
Le vacanze erano finite e fui costretto a confessarle i segreti del suo sonno privo di incubi degli ultimi giorni. Ammise di aver intuito qualcosa, e mi ringraziò di cuore per ciò che avevo fatto per lei.
 
-
 
"Selene sei pronta? Perderai il treno se rimani lì dentro un altro quarto d'ora!" chiesi bussando alla porta del bagno.
"Sai, Felpato. Non mi dispiacerebbe affatto perdere il treno e rimanere con te." disse una volta uscita dal bagno, afferrandomi dalla giacca e avvicinandomi a lei. 
Quando si comportava in questo modo così seducente ed ammaliante, mi destabilizzava. Sembrava un'altra persona. Selene aveva un carattere complicato, era parecchio lunatica ed aveva mille sfaccettature: sapeva essere solare e amabile, acida e irascibile, affascinante e misteriosa. Chissà quale altra faccia della Luna dovevo ancora scoprire.
"Andiamo, gattina. Non mi tentare... - le dissi sfiorandole le labbra contro le sue, ricordando con nostalgia le ore di passione che avevamo trascorso durante le notti precedenti - Non voglio che tu perda il treno per colpa mia!"
Lasciò andare la mia giacca e con fare altezzoso mi disse che tanto era sempre e solo mia la colpa. Giustamente.
Alla stazione trovammo Remus ad aspettarci. Selene fu felicissima di vedere il suo amico, tanto che gli corse incontro e si buttò letteralmente in braccio a lui. Avevo imparato a non essere geloso - almeno - di Remus, loro due erano quasi come fratello e sorella.
"Ciao Sirius." sentii una voce alle mie spalle.
Mi girai e mi ritrovai due ragazze che mi sembrava di aver visto già da qualche parte.
"Ciao..?!" risposi interdetto.
"Come va?" mi chiese la ragazza castana. Era così bassa che dovevo piegare la testa per guardarla.
"Benissimo."
Ma chi diavolo erano, e soprattutto le conoscevo?
Fortunatamente Selene e Remus ci raggiunsero.
"Oh, ciao Jane, ciao Cath. Passate delle buone vacanze?" chiese Selene sfoggiando un sorriso fintissimo.
"Sì, ci siamo divertite molto insieme."
Poi l'altra ragazza che fino ad allora non aveva parlato, ma si era limitata a guardarci in cagnesco, sferrò una gomitata alla sua amica e così le due si congedarono da noi scusandosi, raggiungendo un gruppo di Corvonero.
"Selene, ma le conosco?" chiesi alla mia ragazza.
"Sono due delle tue tante ammiratrici che mi odiano. Non puoi ricordarle tutte, caro." rispose lei con un filo di acidità.
"Eh, già."
Arrivò il momento di separarci, ma quel giorno Selene sembrava allegra e serena, e non fu così doloroso come pensai lasciarla andare via.
 
Qualche mese dopo...
 
Selene's POV
Con l'arrivo della primavera, delle belle giornate, dei fiori e delle farfalle, il mio umore migliorò notevolmente. Ormai mi ero rassegnata all'idea del pericolo, del non sapere nulla sui miei genitori. Ci avevo fatto l'abitudine, o meglio, avevo imparato a convivere con la signora Ansia e la signora Angoscia - queste due belle emozioni che proprio non ne volevano sapere di abbandonarmi - senza che diventassero protagoniste della mia vita.
Ero io la protagonista della mia vita.
Mi aiutò anche il fatto che Sirius mi tenesse aggiornata su tutto: decise, un po' per la mia salute mentale e un po' per tenere la sua coscienza pulita, di raccontarmi tutto e di non nascondermi niente; finalmente aveva capito che celarmi quei disgraziati eventi non serviva a nulla, anzi, non faceva altro che far aumentare le mie paranoie.
Se i primi mesi di scuola erano passati lentamente, da Marzo in poi il tempo volò inaspettatamente e ben presto mi ritrovai sul banco a sostenere i miei M.A.G.O. . Furono davvero difficili, ma riuscii a prendere i cinque M.A.G.O. che mi servivano per concretizzare ciò che avevo deciso di fare sin dai primi anni di scuola: volevo diventare una Curatrice. L'idea di aver a che fare con la gente, di poterla aiutare, di rendermi utile mi faceva sentire bene. Sirius mi aveva fatto notare che tutto ciò era un po' da Tassorosso; forse il cappello aveva sbagliato..?
Non aveva più importanza.
Il tempo della scuola e della Coppa delle Case - che Grifondoro vinse quell'anno schiacciando miseramente le serpi - era finito.
Ora mi aspettava una nuova vita: la vera vita.
Cosa dovevo aspettarmi dal mio futuro? Non ne avevo la più pallida idea: sapevo che non sarebbe stato di certo tutto rose e fiori. Eravamo nel pieno della guerra, sarei andata incontro a diverse difficoltà, ma non avevo paura, mi sentivo coraggiosa sapendo che affianco a me ci sarebbero stati Sirius ed i miei amici.
 
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NdA: Salve a tutti, eccomi con un nuovo capitolo. L'ultimo anno scolastico di Selene, un po' strano e travagliato. E' un po' più lungo del solito questo capitolo, spero di non avervi annoiato con il mito di Selene ed Endimione, ma ci tenevo ad aggiungerlo, io amo seriamente la mitologia e mi sembrava carino raccontare la storia della dea della Luna, che da il nome alla nostra protagonista. Per la versione di Sirius - bad guy, ho preso ispirazione dal film "State of Grace" con Gary Oldman. Vi lascio qui link di una gif giusto per avere un'idea del suo look (dovete immaginarlo con i boccoli tipici dei Black, però) 
http://images6.fanpop.com/image/photos/34900000/Jackie-State-of-Grace-gary-oldman-34927568-200-200.gif
http://cdn.playbuzz.com/cdn/55c8f467-e33c-4c76-8ef1-fcd185fe51e9/519c6fd2-3cf1-43c6-a514-79c5d5438aaf.gif
Dal prossimo capitolo entriamo più nel vivo, non scriverò più di anno in anno, quindi l'andamento e il tempo della storia si dilaterà  un po' (credo! :P). Come al solito ho donato a Selene parecchi aspetti del mio carattere: io convivo con l'ansia e l'angoscia ogni giorno, sono sempre in ansia per qualsiasi cosa. Ora sono ansiosa di sapere un vostro parere, quindi se non volete che ci rimetta le penne, recensite! :')
Un ringraziamento speciale va alla bravissima e simpaticissima Claude aka piccolo_uragano_, oramai fedele confidente :), a Moonys che è tornata a leggere la mia storia e mi ha fatto scoprire la sua! Ed ovviamente ringrazio tutti coloro i quali leggono in silenzio.
Un bacio 
Vostra Aranel. *PS: Lo so che James non era un cercatore, ma ormai avevo scritto così negli altri capitoli, e poi mi è sempre piaciuta l'idea che Harry fosse un cercatore come suo padre! Cercate di perdonarmi..
 
 
   
 
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