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Autore: Nono23    03/11/2015    2 recensioni
Una coppia in vacanza in Giappone, quattro amici che si incontrano, un padre pessimo che è ora di sistemare… di certo i nostri amati campioni non si annoieranno! Se condite il tutto con un’arzilla tata, battute maliziose, battibecchi amorevoli… beh, fate voi! Buona lettura e buon divertimento tra mille emozioni!
Dedicata a baby junior, slanif e gratia, ma anche agli amanti della coppia… anzi delle coppie!
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Artista e il Capitano-Love Story'
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Un paio d’ore più tardi, sul campo da calcio comunale…

<< Vi va di fare due tiri?>> propose il numero 10 giapponese, allegro come sempre.
<< Mi domando perché un tipo con solo il pallone in testa mi dovevo scegliere…>> sospirò Becker divertito.
<< Oh, ma dai! Non negare che lo ami anche per quello!>> punzecchiò Price, a cui l’idea di giocare a calcio lo allettava. Era la seconda cosa in grado di stendergli i nervi, dopo Karl. Per tutto il tempo aveva celato il suo vero stato d’animo e probabilmente solo Schneider, che lo conosceva come i suoi palmi, l’aveva capito. Doveva ammettere che gli sketch da innamorati di quei due lo divertivano e lo distraevano un po’. Aver iniziato la mattinata con un incontro col padre lo innervosiva da morire, ma la vicinanza di Schneider doveva tenerlo a bada. Il Ghiacciolo aveva anche i suoi pregi, lo ammetteva.
<< E chi dice il contrario?!>> esclamò un po’ imbarazzato l’11. Ancora faticava ad abituarsi all’idea di vedere il suo amore alla luce del sole.
<< A me l’idea del tuo ragazzo non dispiace.>> ci si mise anche il bel Kaiser. Le sue guance andarono in fiamme, ma cercò di non darlo a vedere e propose:
<< Sessione di rigori?>>
<< Cos’è? Vuoi nascondere le tue doti in coppia con lui?>>
<< Può darsi…>>
<< Allora venite?>> domandò il 10, che era già palla al piede.
<< Arriviamo!>>
Alla fine optarono tutti per tiri liberi, rigori e punizioni. Benji era molto carico e li parò quasi tutti. Il Fire-Shoot di Karl gli risultò un po’ insidioso, ma alla fine riuscì a non farlo passare. Le coppie si scambiavano sguardi d’intesa e d’amore, ma tra il portiere e il Kaiser ne correvano alcuni di sfida, altri determinati. Tutti coronati da sorrisi sghembi da parte di Price.
Alla fine si sedettero al centro del campo per riprendere fiato.
<< Cosa fate stasera?>> domandò Tom.
<< Io ritorno a casa. Mia madre inizierà a sbraitare che è tardi, che non ho più un orario…>> gli rispose Holly, sdraiato sulla sue cosce con gli occhi chiusi.
<< Anche noi. Claude avrà preparato un altro dei suoi manicaretti. Anzi, se ricordo bene, la domenica dovrebbe cucinare le cosce di pollo con le patatine…>> a Schneider gli si illuminarono gli occhi.
<< Seriamente?>>
<< Se la memoria non m’inganna, sì.>>
<< Ma è meraviglioso!>>
<< Immaginavo, Karl.>>
Becker buttò un’occhiata al suo orologio e notò che erano già le 17.30.
<< Accidenti, ma è tardissimo! Scusatemi, devo scappare. Ho un sacco di cose da fare. Holly, scollati da lì.>> siccome la spiegazione datagli non gli bastò, gli cinse la vita in una morsa da boa constrictor.
<< Dove devi andare così di fretta?>> gli domandò con sguardo indagatore.
<< Al supermercato! Dove credi voglia andare? In un bordello? E ora staccati, fa caldo! Siamo a luglio!>> gli rispose facendo leva sulle braccia per essere mollato da quella presa strettissima.
<< Vengo con te.>>
<< Oh, ma dai! Non fare il bambino piccolo, adesso! Devo solo comprare da mangiare, tutto qui! …Accidenti, Holly, non farmi diventare violento… ti stacchi con le buone o con le cattive?>>
<< Mi fai impazzire quando ti scaldi così…>> gli sussurrò suadente all’orecchio.
<< Smettila! Porca miseria, Hutton! Adesso basta!>> con uno scatto repentino e inaspettato riuscì non solo a liberarsi, ma anche a salirgli a cavalcioni sulla schiena.
<< Complimenti Tom! Da quando fai Karatè?>> domandò compiaciuto e divertito Price dai loro continui diverbi. L’interrogato arrossì un po’ per la posa, poi rispose:
<< Eh, Benji, devi sapere che mi vedo in segreto con il tuo rivale!>>
<< DA QUANDO TI VEDI IN SEGRETO CON ED WARNER?!>> urlò muovendosi come una tartaruga capovolta sotto il dolce peso del compagno.
<< Da sempre!>> gli disse lui malizioso. Poi non riuscì a trattenere più una risata cristallina e aggiunse:
<< Secondo te? Praticamente mai! È una mossa che mi aveva insegnato quando avevo sì e no 9 anni. Sai, ho fatto parte della Muppet anch’io, smemorato che non sei altro! E ora, vado che sono già in un mostruoso ritardo! E tutto per causa tua! Ciao a tutti! Scusateci, ma a volte diventa capriccioso da far paura e mi fa perdere la pazienza…! Ci vediamo presto! Ciao! Ah, Holly! Non provare a pedinarmi, se vuoi vedere ancora il piano superiore di casa mia!>> gli urlò mentre si alzava e correva via.
Il 10 arrossì di botto, ma sbiancò di colpo. Sul piano superiore c’erano la sua stanza da letto e il bagno. Due dei luoghi prediletti in cui facevano l’amore. Vietargli quel piano era come togliergli l’aria. Accidenti a Tom! Sapeva essere infingardo, quando voleva! E la cosa gli piaceva un sacco…
<< Vieni, Holly.>> gli tese una mano Price.
<< Solo tu riesci a farlo uscire dai gangheri! Sicuramente ti ha scelto anche per questo. Comunque noi andiamo. A giudicare dal colore che hai assunto, direi che il piano superiore è di vitale importanza per voi. Fossi in te non lo sfiderei troppo quell’artista… Ciao, a domani!>>
<< Ciao ragazzi! Buona cena!>> rispose lui.
<< Ciao Hutton.>> salutò Schneider.
Le loro strade si divisero.

Casa Hutton, ora 18.45…

<< Ti sembra l’ora di rientrare, signorino?!>> lo accolse sua madre con un’aria poco amichevole.
<< Mamma, ho diciotto anni e poi te l’ho detto che stavo fuori fino a tardi…>>
<< Questo non cambia il fatto che in questa casa ci sono delle regole. E finché ci vivi, le devi rispettare.>>
<< Va bene, mamma.>> acconsentì lui.
<< Fila a lavarti le mani! Anzi, da come sei conciato è di gran lunga meglio una doccia!>>
<< Ma… Mamma… e la cena? Io ho fame!>> mugolò lui contrariato.
<< Prima ti lavi, prima mangi. E ora forza, che altrimenti mi divoro tutto io!>> lo spronò la madre con una pacca sulla spalla. Lui filò come una saetta su per le scale. Sapeva che la manaccia della genitrice era reale… e quello era uno dei rischi che non voleva correre!
 
Al supermercato…
 
Tom passava in rassegna tutto lo scaffale da dieci minuti. Non riusciva proprio a decidersi. Blu o rosso? Era il dilemma che lo attanagliava da quando aveva messo gli occhi su quelle candeline. Alla fine optò per quelle rosse. Nel carrello aveva già farina, uova, latte, burro. Gli mancava solo lo zucchero e le carote. Aveva un piano ben preciso in mente. E lo avrebbe portato a termine. Avrebbe solo dovuto modificarlo un poco a causa dell’arrivo di Benji e Karl, nulla di che. Pensò a quel punto che i biscotti non sarebbero stati di troppo. Così recuperò anche la pasta frolla già pronta e qualche tavoletta di cioccolato. Conosceva a memoria i gusti del fidanzato, a volte meglio dei suoi. Era sicuro che gli sarebbe piaciuta la sua idea.
Si mise in fila, pagò ed uscì sorridendo determinato.
 
Villa Price, stanza di Karl…
 
Benji entrò per primo, voltandosi di scatto e agguantando le labbra dell’attaccante, bloccandolo col torace alla porta di legno bianco decorato.
<< Ehi portiere… quanta fretta…>> sussurrò seducente Schneider.
<< Non posso perdermi il tuo sapore miscelato alle fragole del dolce di stasera…>> si giustificò lui. L’altro ridacchiò, posando le sue labbra sottili su quelle carnose del fidanzato. La polo nera che aveva indossato Price venne sbottonata dalle mani abili di Karl e gettata ai piedi del letto. Passò le dita affusolate sui pettorali scoperti, provocandogli numerosi brividi, mentre gli lasciava una scia di baci infuocati partendo dal collo. Benji gli slacciò la cintura dei jeans, sfiorandogli il basso ventre. L’altro a stento riuscì a trattenere un gemito. In breve anche il resto dei vestiti e l’intimo volò lontano dalla coppia. Il Kaiser allacciò le gambe alla vita del portiere, in un abbraccio a koala di quelli che adoravano entrambi. In un battito di ciglia si ritrovarono uniti, anima e corpo, in un ritmo veloce ma dolce. Alla fine, dopo lo scoppio del loro amore, si ritrovarono stanchi, accaldati e appagati sul letto di Schneider.
<< Sono meglio io del cuscino.>> affermò deciso Benji, al ricordo del fidanzato che sussurrava il suo nome avvinghiato al guanciale.
<< Sì… decisamente più caldo… e morbido… Mmmh…>>
<< Ghiacciolo, come mai sei così sdolcinato? Hai mangiato troppo cioccolato stamani?>>
<< Idiota… Era un complimento…>>
<< Ti amo.>>
<< Anch’io. Però sono stanco. Quindi taci e dormi.>>
<< Agli ordini, Kaiser!>> le labbra gli s’incresparono in un sorriso divertito. Chiuse gli occhi e provò ad addormentarsi.
Verso le 02.30 di notte, quando il portiere aveva appena preso sonno, un rumore acuto e insistente s’insinuò nella sua testa. Non gli diede peso e sembrò cessare per qualche secondo. Sembrò, appunto. Infatti quel suono sgradevole ricominciò e non smise sino a che Karl sbraitò infastidito:
<< Benji, spegni il telefono immediatamente!>>
Sbuffando improperi a non finire, Price raccolse il cellulare, caduto a terra per la vibrazione, e rispose con tono per nulla amichevole:
<< Pronto?>>
<< Benji! Finalmente! È la quarta volta che ti telefono!>>
<< Franz, perché diavolo mi chiami nel cuore della notte?!>>
<< Notte? Veramente è appena scesa la sera. Dove diavolo sei sparito? Non riusciamo più a trovarti! Né te, né Karl! Dimmi che è lì con te, dovunque voi siate! Ti pregoooo!>> ululò il Capitano tedesco disperato, prossimo ad una crisi di pianto.
<< Franz, io e Karl siamo in vacanza in Giappone, a casa mia!>> qualche istante dopo si rese conto di essersi scoperto troppo e si morse la lingua, maledicendosi.
<< Perché non ci avete avvisati?! Siamo stati tanto in pensiero per voi! All’inizio avevamo pensato che vi foste chiusi in casa tua per una maratona di sesso non stop, però non abbiamo visto le luci accese neppure il giorno dopo, così ci siamo preoccupati all’infinito. Vero Manfry?>> chiese sostegno al suo fidanzato, che non poté fare altro che annuire.
<< Anche il mio Manfry è d’accordo con me!>>
<< Franz, per favore, calmati. Stiamo bene, non preoccupatevi. E comunque avevamo avvisato nello spogliatoio.>>
<< Ma lo sai che nello spogliatoio passo la maggior parte del tempo in doccia con Manfry! Ti sembra che io potessi essere così lucido da ascoltare le tue parole? E comunque non ti preoccupare! Adesso vi raggiungiamo! Ciao Benji! E salutami anche Karl!>>
<< No, Franz, aspetta! Ti prego non…>> non riuscì a terminare la frase che sentì il click dell’interruzione della chiamata.
<< Che cos’ha la piattola stavolta?>> chiese scocciato e irritato il bel Kaiser con le braccia e le gambe incrociate sul letto.
<< Beh, ecco… è successo un disastro piccolo, piccolo…>>
<< Che genere di disastro piccolo, piccolo?>>
<< Franz e Manfred vengono qua.>>
<< Qua dove?>> domandò con una nota interrogativa e una impaurita nella voce.
<< Qua, a Fujisawa. Probabilmente anche qua, alla villa.>>
<< E tu lo definisci un disastro piccolo, piccolo?! Questo è peggio dell’Apocalisse! Non mi bastava che mi rompesse le palle in madre patria! No! Che me le rompa anche in Giappone, a migliaia di kilometri di distanza! Ma cos’ho fatto io di male per meritarmi questo?>>
<< Amore, non disperarti. Vedrai che non sarà così tragica la cosa. Su, forza. Vieni qui.>> lo trasse a sé e iniziò ad accarezzargli la testa. Il Kaiser sorrise compiaciuto. Alla fine aveva ottenuto la sua razione di coccole post-sesso. Con un po’ di ritardo, certo, ma le aveva pur sempre ottenute.
 
Germania, Amburgo, 19.20…
 
<< Forza Manfry, passami i tuoi vestiti! …Perfetto, manca solo lo shampoo, la pochette delle mie creme… ah, ma certo! Non possiamo dimenticarci di queste!>> disse raccogliendo un paio di manette, mentre correva da una parte all’altra cacciando in valigia ciò che elencava.
<< Sei sicuro che servano tutte quelle cose per qualche giorno di vacanza?>> chiese incerto Margas con un sopracciglio alzato.
<< Ma certo Manfry! Forza, aiutami a caricarle in auto, che andiamo in aeroporto.>> gli rispose prendendo in mano un trolley di medie dimensioni.
<< Come vuoi tu, Schusty…>> sospirò rassegnato lui.
 
Aeroporto di Tokyo, ore 11.30…

<< Manfry, vai a prendere le valige! Io chiamo il taxi!>> esclamò il capitano tedesco al fidanzato.
<< Scusa, ma dove pensi di andare se non sai una sola parola di giapponese?>> gli fece notare Manfred.
<< Oh, tutti sanno dov’è la villa di Benji! E poi ci faremo capire, amore!>> gli rispose ottimista lui. L’altro non poté che acconsentire agli ordini impartitigli e si avviò alla ricerca dei bagagli.
Quarantacinque minuti più tardi erano arrivati a destinazione. La villa che si ergeva imponente davanti ai loro occhi era enorme. Non avevano mai visto nulla di simile. Non appena voltarono lo sguardo verso il giardino, notarono due figure giocare sul campo da calcio.
<< Portierone!!! Principe*!!! Ehi!!! Siamo qui!!! Ci apri, per favore?!>> i due ragazzi vennero percorsi da un brivido freddo. Non era stato solo un incubo allora. Scomodando buona parte degli dei esistenti, si avvicinarono lentamente e fecero scattare la serratura del cancello.
<< Ciao. Non dovete essere qua.>> salutò amichevolmente il portiere.
<< Tu sei un rompiballe di prima categoria. E tu non sai importi neanche un po’.>> decretò come saluto Schneider.
<< Anche noi siamo felici di vedervi. Come state?>>
<< Bene fino a dieci minuti fa.>>
<< Non siete contenti di vederci?>>
<< No.>>
<< Sempre molto gentili voi due! Ora capisco perché state insieme! Siete uguali!>> esclamò Schuster convinto. In realtà, non si sbagliava di molto.
<< Dai entrate prima che cambi idea e vi sbatta in mezzo alla strada!>> decretò Benjamin perentorio.
<< Agli ordini capo!>> fecero il segno militare e filarono dentro. Price li presentò a Claude, dicendole che erano altri due amici venuti a fargli una sorpresa. Naturalmente la sua tata era felicissima che il suo piccolo avesse trovato così tanti amici in Germania. Fece preparare subito due camere, ma Benji la fermò:
<< Con loro risparmi una macchinata di lenzuola. Dormono assieme quei due.>>
<< Oh… mi stai dicendo che anche loro…>>
<< Sì, stanno insieme.>>
<< Oh, che bello! Va bene, preparerò loro una comoda matrimoniale, vicino alla vostra!>> il portiere sbiancò insieme al fidanzato. Se quei due dormivano vicino a loro c’erano solo due possibilità: o un rapporto a quattro, o stare svegli tutta la notte a causa dei rumori molesti.
<< Claude… ehm… non puoi far preparare quella arancione, a sinistra…>> provò Benji imbarazzato. Difficilmente contraddiceva la sua tata, ma quella volta ne andava della sua salute fisica e mentale.
<< Perché tesoro?>> se si era sentito un totale stupido il giorno prima durante la dichiarazione a tavola, figuriamoci ora, che doveva spiegare quel concetto alla domestica.
<< Ecco… loro due… sono… sono molto rumorosi di notte…>>
<< Oh… poveri cari… hanno dei problemi respiratori… bastava semplicemente dire che russavano un po’, senza fare tanto il misterioso, tesoro!>>
<< Certo Claude. Hai proprio ragione…>> sorrise lui rassegnato e allo stesso tempo sollevato dell’ingenuità della donna.

Quella mattina, casa Becker…

Tom si destreggiava alla perfezione tra pentole e fornelli. I biscotti erano infornati e tra un quarto d’ora li avrebbe dovuti tirar fuori, mentre era in corso la preparazione di una torta alla carota. Aggiunse lo zucchero e le uova agli ingredienti precedenti e iniziò a miscelare il tutto. Alla fine ottenne un impasto omogeneo che distribuì nella teglia rotonda. Sostituì i biscotti al cioccolato fumanti con la torta e impostò il timer. Mancava solo di preparare gli addobbi per la festa a sorpresa per Holly. Era pur sempre il suo compleanno e lui, a differenza del suo amato fidanzato, se lo ricordava perfettamente. Iniziò con i festoni nel giardino e i palloncini. Poi preparò il tavolo delle bibite e dei salatini. Successivamente predispose un tavolo al centro del suo giardino e lo coprì con un ampia tovaglia di carta. Aspettò ad apparecchiare perché era ancora presto. La torta era perfettamente cotta. Mancava il tocco finale. Era settimane che cercava quello stencil. Alla fine l’aveva trovato. Lo posò delicatamente sulla superficie dorata e lo cosparse di zucchero a velo. Il risultato? Un perfetto connubio tra esagoni e pentagoni bianchi e arancio che creavano la trama di un pallone da calcio. Infilò le candeline e la lasciò in cucina, insieme ai biscotti.
Si cambiò e uscì alla ricerca di Benji. Giunse in breve tempo alla sua villa e suonò. Una voce metallica non familiare gli rispose e rimase un attimo interdetto.
<< …Benji?>>
Dall’altra parte si sentirono un paio di colpi e imprecazioni, poi la voce del padroncino di casa giunse chiara e nitida alle orecchie del numero 11.
<< Ehi Tom! Cosa fai da queste parti? E soprattutto, com’è che Holly non è con te?>>
<< A tal proposito, avrei bisogno di parlarti. Anche con Schneider.>>
<< Forza, entra e dimmi cos’è successo.>> lo scortò sino al salotto, poi chiamò il suo fidanzato che si sedette accanto a lui. Sfoderando tutte le sue abilità, si espresse in tedesco, in modo che entrambi potessero comprenderlo.
<< Ragazzi, ho in mente una festa a sorpresa per il compleanno di Holly. È già pronto tutto. Mancano solo gli invitati. Ovvero voi due. Ho pensato a una cosa tra amici intimi, non troppo in grande. Vorrei che vi presentaste a casa mia con Holly al seguito verso le 17.30. È un problema per voi?>> era stato chiaro, diretto e conciso. I due ragazzi si scambiarono un’occhiata. Prima che potessero parlare, Becker si affrettò ad aggiungere:
<< Conosco Holly come le mie tasche. So che gradirebbe molto avervi accanto nel giorno del suo compleanno. Per favore, non dite di no…>> un’espressione tra il supplichevole e il vendicativo gli deformò il viso.
<< Ma certo che quei due brontoloni verranno!>> intervenne una voce allegra. Benji scattò in piedi.
<< Per la miseria! Schuster! Manfred! Vi avevo detto di stare in camera!>>
<< Ma ci annoiavamo, portierone… a meno che tu volessi stare con noi… allora sì che ci saremmo divertiti!>> disse con tono malizioso. Price si tirò una manata in faccia rassegnata anche per nascondere il rossore che gli imporporava le guance.
<< Oh no portierone! Così ti rovini il tuo bel faccino! E poi a chi tiro le guance? Schneider è pelle e ossa!>> fece sconvolto il capitano tedesco.
<< Tom… loro sono Franz  Schuster, capitano della mia squadra, e Manfred Margas, il suo fidanzato. Sono molto irritanti e appiccicosi, oltre che fortemente maliziosi. …Però sono anche dei buoni amici…>> l’avesse mai detto. Schuster gli si aggrappò stile koala e boa constrictor in un abbraccio stritacostole.
<< Ma com’è tenero il nostro Benji!>>
<< Ecco cosa intendevo…>> biascicò soffocato Price.
<< Ti stacchi da solo o ti devo staccare io con le cattive?>> sibilò tagliente Schneider.
<< Che sei geloso del nostro portiere?>> fece lui con finta aria innocente.
<< Va bene. Ti stacco con le cattive.>> decretò Karl. Gli afferrò il polso e glielo strinse così forte che il poveretto tirò un gemito di dolore.
<< Vedo che ci siamo capiti. Caso contrario, devi stare lontano dal mio fidanzato.>> Benji, finalmente libero, non poté evitare un’altra manata in faccia. Avevano fatto di tutto pur di mantenere il segreto e avere meno gossip possibile. Tutti i loro sforzi erano andati in rovina.
<< Cosa ti avevo detto Manfry? Mi devi venti euro, amore.>>
<< Uff… avevi ragione. Tieni.>>
<< Avete scommesso su di noi come coppia?!>> fece sconcertato Price.
<< Beh, sì. Era piuttosto evidente. Il bel Kaiser sorrideva troppo spesso e tu eri troppo loquace. Era ovvio che era successo qualcosa. Poi ho osservato attentamente gli sguardi che vi lanciavate e ho capito che eravate e siete innamorati l’uno dell’altro.>> spiegò candido il Capitano tedesco. I diretti interessati arrossirono. Becker ascoltava divertito.
<< Beh, io tolgo il disturbo. Vi aspetto tutti e quattro alle cinque e mezza a casa mia. Benji vi farà strada. Dopodiché manderò due di voi a recuperare Holly. A più tardi! Ciao ragazzi!>> salutò e se ne andò prima di essere colto da un improvviso attacco di ridarella davanti a tutti.

Ore 18.00, lungo le strade tranquille di Fujisawa…

<< Piantala Holly! Mi hai fatto già troppe domande! Ti ho detto che devi tacere e seguirmi, okay?>>
<< Sì, ma perché andiamo da questa parte? Il campo da calcio non è a sinistra?>> era vero, ma Benji era stato obbligato da Tom a convincere il fidanzato a venire a casa propria. E quale miglior scusa se non di un allenamento pomeridiano poteva attirare il Capitano giapponese?
<< Cambiamo strada. Conosco una scorciatoia.>> tagliò corto lui. Schneider chiudeva la fila indiana, come a non volerlo far scappare.
<< Va bene…>> gli rispose Hutton poco convinto.
Arrivati in prossimità della casa di Tom, Benji arrestò il passo.
<< Entra.>>
<< Ma cos’è questa musica? Sembra provenire dal giardino…>> affermò confuso il Capitano.
<< Aspettate un attimo… ma io la conosco questa canzone!>> esclamò emozionato. Nell’aria le note di “All of me” di John Legend risuonavano leggere.
<< Se te la fossi dimenticato giuro che ti avrei lasciato a stecchetto per un mese intero!>> lo rimbeccò una voce proveniente dalla cucina.
<< Tom! Cosa succede?>>
<< Mah… nulla di particolare… volevo solo festeggiare come si deve il compleanno del mio fidanzato…>> fece lui con nonchalance.
<< Il compleanno del tuo fidanzato…? … Ah! Ma è il mio compleanno! Te ne sei ricordato! Che bello! Grazie mille amore!>> urlò saltandogli al collo.
<< Prego. Però staccati, fa caldo!>> Holly lo guardò ambiguo e l’altro proseguì: << Sai, sei nato a luglio e ci sono 30°C all’ombra, tesoro! >> sorrise angelico e se lo scrollò di dosso.
<< Vieni ti presento due amici di Benji e Schneider. Loro sono Franz Schuster, Capitano della squadra dell’Amburgo, e Manfred Margas, il suo fidanzato.>>
<< Piacere! Ho sentito molto parlare di te!>> esclamò Franz stringendo la mano del numero 10 giapponese.
<< Anch’io! Non vedo l’ora di sfidarvi sul campo da calcio! Ma per il momento, godiamoci la festa!>> fece un largo sorriso a tutti e notò che Becker era sparito. Ritornò qualche secondo dopo con un vassoio in mano.
<< Questi sono dei biscotti. Una sorta di antipasto. Servitevi senza complimenti.>> posò il piatto al centro del tavolo e non poté fare a meno di notare lo sfavillio degli occhi del suo fidanzato.
<< Biscotti al cioccolato! Li hai fatti tu?>> chiese entusiasta. Il ragazzo in questione annuì con la bocca piena. Erano squisiti, dovette ammettere a se stesso. In breve tempo dei biscotti non ne rimase neppure l’ombra.
Erano le 19.30 e sentirono suonare al campanello. Becker si alzò e andò ad aprire.
<< La ringrazio. Ecco, tenga pure il resto. Arrivederci!>> lo sentirono esclamare. Un profumo di pizza invase i loro nasi.
<< Scusa, ma come fai a sapere che questa è la mia preferita?>> domandò sinceramente perplesso Hutton.
<< Beh… devo forse ricordarti quando hai mandato a fuoco la mia cucina e poi ti avevo offerto la pizza perché l’avevi pulita da cima a fondo?>> il sorriso angelico che gli si dipinse sul volto fece arrossire di botto il numero 10.
<< Perché non me ne sto zitto?>> sussurrò alla pizza quasi a voler ottenere una risposta del tutto impossibile.
Era il momento della torta. Quando il suo ragazzo gliela pose sotto gli occhi quasi non credette di essere sveglio. Era stupenda nella sua semplicità. Sembrava un pallone da calcio, c’erano le candeline e c’era scritto il suo nome con la glassa. 19 anni. Ancora non riusciva a realizzare il fatto.
<< Esprimi un desiderio!>> interruppe la voce gioiosa di Manfred. Le feste lo mettevano sempre di buon umore. Il cibo era stato sino a quel momento squisito.
Holly ci pensò su un attimo, poi soffiò deciso. Le candeline furono tolte e la torta tagliata in fette di ugual dimensione.
<< É deliziosa!>> esclamò Schuster.
<< Già, per una volta mi trovo d’accordo con quel rompiscatole!>> si aggiunse Schneider.
<< Complimenti!>>
<< Grazie!>>
Erano le 23 passate quando i ragazzi levarono le tende. Tom aveva da sparecchiare e rimettere a posto il giardino. Poi sarebbe dovuto andare a letto a riposarsi. Si era alzato molto presto per cucinare la torta e i biscotti per Holly e non poteva essere più felice del fatto che tutti li avessero apprezzati. Pensava che anche Holly se ne fosse andato, ma ne avvertì la presenza da dietro.
<< Mi spiace, non ho un regalo adatto ai tuoi 19 anni…>> disse con una vocina un po’ mesta.
<< Amore, hai già fatto moltissimo. È stata la più bella festa di sempre. E poi la torta e i biscotti erano buonissimi. Senza contare la pizza!>>
<< Quella non l’ho cucinata io…>>
<< Però è stata una cena stupenda! Mi piacerebbe ripagare il tutto…>>
<< Io direi di iniziare da un bel bacio. Non ce ne siamo scambiato neppure uno tutto oggi, sarei un po’ in astinenza…>> ammise con le guance rossicce Becker.
<< Rimediamo subito…>> gli prese il viso tra le mani e le loro labbra si incontrarono in una danza meravigliosa. Inconsciamente i loro piedi si mossero all’interno della casa. Salirono a tentoni le scale e si gettarono già senza vestiti sul letto. Le carezze focose e le mani esperte levarono anche l’intimo, gettandolo lontano da loro. Continuarono a baciarsi e in breve si unirono in un’unica anima. Il ritmo dolce dei corpi andava lentamente scemando, sinché non si divisero.
<< È il miglior compleanno di sempre. Grazie di tutto, amore mio. Ti amo.>>
<< Anch’io ti amo.>> stettero in silenzio per un po’, per godersi quella pace che li avvolgeva sempre dopo l’amore carnale. Si abbracciarono sotto le coperte e continuarono a scambiarsi tocchi leggeri e carezze più dolci, alternato a qualche bacio più casto.
<< Cosa avevi desiderato?>> gli chiese Becker, curioso, stringendosi di più al corpo nudo e caldo del fidanzato.
“ Desidero addormentarmi accanto a Tom per tutta la vita.”
<< Non posso dirtelo. Altrimenti non si avvera.>> spiegò lui e in risposta ricevette solo un mugugno smorzato contro il suo collo. Gli baciò la testa quando sentì il suo respiro regolarizzarsi. Si addormentò con un lieve sorriso sulle labbra, con la consapevolezza che quell’incontro con Benji, il suo fidanzato e i loro amici avrebbe reso il periodo estivo davvero movimentato, oltre che più divertente.
I giorni passarono velocemente tra risate, battute maliziose, racconti e battibecchi. I sei ragazzi si ripromisero di sfidarsi il prima possibile. Si salutarono e tutto ciò che videro qualche minuto dopo era un aereo che si alzava verso la volta celeste diretto ad Amburgo.

Fine.
 
Note dell’autrice:

*principe: ho deciso questo soprannome per Schneider perché è biondo con gli occhi azzurri… insomma l’ideale di principe di ogni ragazza! XD

Ciao ragazze!
E anche questa è finita! Contente? Dispiaciute? Morte dalle risate (esagerata!)? Beh, posso solo dirvi che io ero costretta a fermarmi in alcuni punti perché mi veniva da ridere e non riuscivo a continuare. In altri mi sono riscoperta molto… troppo romantica e sdolcinata… E poi, va beh, cos’altro c’è da dire su questa FF? Ci sono già Schuster e Manfred a dir tutto! Schneider geloso è adorabile e Tom è fantastico sotto tutti i punti di vista, yaoi a parte. Purtroppo non sono molto brava a muovere Manfred e Schneider in pubblico non mi sembra un tipo loquace… Spero comunque vi possa piacere quest’ultimo capitolo, nato per caso, perché inizialmente sarebbe dovuta finire la scorsa volta.
Ringrazio immensamente e di cuore tutti coloro che leggono e un doppio grazie va a chi recensisce. Ci tengo a citarli, perché le recensioni sono le soddisfazioni di un autore: Baby junior, Gratia, _Leopardo delle nevi_ e Slanif.
Mi scuso enormemente per il ritardo, ma non essendo pronto il capitolo, non sono riuscita ad aggiornare prima di oggi.
A presto!
Ciao ciao!
Nono23.
   
 
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