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Autore: Black_cat_is_lucky    03/11/2015    0 recensioni
Nami è cieca, Nojico è prigioniera, Ace che cerca di catturare Barbanera, Zoro che scopre l’amore grazie alla sua acerrima arcinemica, cercando anche allo stesso tempo di battere il campione di kendo del mondo, Sanji che si prende una scuffia per ogni ragazza che passa davanti al suo bar, Brook che tira su una rock band, Franky e Usopp con un’officina che va a fuoco ad ogni esperimento, Chopper che ha lo studio medico più pazzo del mondo e Nico “Indiana” Robin alla ricerca della Stele Perduta in una città di pazzi, mentre fa da insegnante ai nostri protagonisti. E Rufy?
Rufy in tutto questo caos se ne sta “tranquillo” ad aiutare le persone affianco a lui, a combinare disastri uno più grande dell’altro, a mangiare qualsiasi cosa gli arrivi a portata (e non) di bocca e a cercare il fratello “scomparso”; forse scappato per evitare la sua stupidità, ma non diteglielo a Rufy, eh!
Quasi sicuramente una NamixAce, ma se mi sbaglio vuol dire che è una NamixRufy, tanto a me stanno simpatiche tutte e due le coppie, e in più ci sono poche storie sia sull’una che sull’altra, ma da me non dovete aspettarvi altre coppie
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Nojiko, Portuguese D. Ace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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4-
La mattina dopo, davanti al cancello della scuola, venne arpionata da Rufy, che si trascinava dietro Sanji, Bibi e uno strano tipo dai capelli verdi e la pelle abbronzata, molto muscoloso.
- CIAO NAMI!- le urlò il ragazzo nell’orecchio.
- NON STRILLARE!!!! VUOI ASSORDARMI PER CASO?!!!- rispose la rossa a tono, poi, più normalmente, si rivolse a Bibi
- E lui chi è?- indicò con un cenno del mento il tipo dai capelli verdi.
- E’ Zoro. Da quello che ho capito abita vicino a Rufy ed è nella classe di Sanji, così il nostro comune amico ha deciso che doveva diventare amico anche di lui - Nami annuì.
Da lontano si sentì il suono della campanella.
- Meglio andare - asserì Sanji.
Gli altri fecero si con la testa e si diressero alle rispettive classi.
Nami arrivò giusto un attimo prima dell’insegnante, si sedette al suo posto ansimando per il fiatone; l’attimo successivo dalla porta entrò la figura alta e slanciata di una donna che nulla aveva a che fare con il loro professore di storia.
- Buongiorno ragazzi. Io sono Nico Robin, la vostra nuova insegnante di storia-
Tutti la guardarono a bocca aperta: i maschi perché evidentemente la trovavano uno schianto, le ragazze perché non riuscivano a capacitarsi che il loro anziano e gentile professor Watson se ne fosse andato.
- Lo so, devo sembrarvi un’intrusa, ma adesso non si può fare nulla: non siamo noi insegnanti a decidere in quale scuola andare; perciò adesso prendete il libro di storia e ditemi, per favore, dove siete arrivati-
Nessuno mosse un muscolo e allora la professoressa sospirò.
- Ok, siete ancora scioccati dalla notizia. Va bene, posso capirlo. C’è qualcosa che vorreste fare in queste due ore che dobbiamo passare insieme? –
Le proposte cominciarono a volare da una parte all’altra della classe: < In cortile a giocare a pallavolo!>, < No! Esperimenti nel laboratorio di scienze>… Eccetera, eccetera.
- Ok, allora passeremo un’ora nel laboratorio, l’altra staremo in palestra. Dall’orario l’ora dopo questa la palestra è libera, perciò…-
Urla di giubilo attraversarono le pareti, facendo digrignare i denti agli altri insegnanti; Robin sorrise, poi guidò la classe al laboratorio di scienze.
 
UN’ ORA DOPO IN PALESTRA
 
Tutti erano intenti a correre, urlare e fare le tipiche cose che si fanno in palestra… tutti tranne Nami. Robin si era accorta già da un pezzo – dalla prima volta che era entrata in quella classe – di quella strana ragazza con una benda sugli occhi; le si avvicinò lentamente.
- Perché porti una benda sugli occhi, ...-
- Nami. E comunque sono affari miei- ‘ Evidentemente’ pensò Robin ‘ Nami non ha paura di rispondere agli insegnanti, e di conseguenza venire mandata in presidenza’
- Ok, almeno spiegami se riesci a vedere oppure no, con quella cosa a coprirti gli occhi-
- Devo proprio?- Adesso Nami le ricordava una persona che al momento non riusciva a mettere bene a fuoco, rispondeva esattamente come lei, solo con una punta di sfacciataggine in più. Come si chiamava? Ah si! Yuri. Ma ora non era importante.
- No, non devi se non vuoi. Io non costringo nessuno-
Stettero in silenzio anche quando, dopo aver richiamato gli alunni, Nico Robin riportò la classe in aula, per la prossima ora di lezione, ovvero algebra.
Questa e le ultime due ore furono passate in uno stato semi-catatonico da parte di tutti gli studenti della classe IV B, dato che:
1) Algebra non interessava a nessuno, al momento, per via della nuova profe di storia;
2) La professoressa di filosofia parlava con una tale lentezza che era impossibile non crollare dopo le prime cinque parole;
3) Il professore di italiano era un vecchio barbagianni barboso e noioso.
Il suono della tanto agognata campanella fu come il bacio del principe ad Aurora (vedi classica Rosaspina*): risvegliò tutti come una secchiata di acqua gelida, e, gli studenti di IV B, corsero fuori urlando come indemoniati… tutti tranne Nami.
La rossa camminava lentamente evitando di scontrarsi con i corpi degli altri studenti e, nel contempo, cercando il profilo conosciuto di Bibi, senza però vederla.
Senza alcun preavviso Nami si sentì afferrare per un braccio, si girò e si trovò davanti Zoro.
- Rufy mi ha mandato a cercarti. Mi ha detto di dirti che Bibi è con loro-
Nami annuì e si incamminò assieme al ragazzo verso una meta, che era, palesemente, il bar di Sanji. Quando arrivarono, Sanji si girò verso di lei con gli occhi a forma di cuore.
- O mia dolcissima Nami-swann ti porto subito qualcosa da bere!-
- O mia dolcissima Nami-swann ti porto subito qualcosa da bere! Bha, con tutte queste sdolcinerie fai quasi pena, Ricciolo!- disse Zoro.
- Come mi hai chiamato Marimo?- si arrabbiò Sanji.
- Come hai osato TU chiamarmi Marimo, Ricciolo!-
- Oh! Ora le prendi Testa Verde!-
- Testa Verde a chi? Damerino!- in meno di un minuto i due si ritrovarono a darsele di santa ragione in mezzo al locale.
- Ciao Nami!- la salutò Bibi senza badare ai due del quinto anno.
- Ciao. Scusa un attimo- Nami si girò verso i due litiganti ancora intenti nel loro “duello”, poi, essendosi stancata delle loro urla da assatanati, tira a entrambi un pugno in testa mentre urlò – SMETTETELA IDIOTI!-
Poi, rivolgendosi nuovamente a Bibi
- Con un po’ di sane buone maniere si riesce ad ottenere di tutto!-
Nami si guardò intorno alla ricerca di Rufy, ma non lo vide stava per chiedere che fine avesse fatto quando lo vide entrare dalla porta in compagnia di due persone. Più precisamente un ragazzo e una donna. Una bella donna. Tanto che Sanji interruppe di botto il combattimento con Zoro precipitandosi da lei, inginocchiandolesi ai piedi e chiamandola “mia dea”. Ma Nami era concentrata sul ragazzo. O, per meglio dire, shockata dalla sua apparizione. Non riusciva a smettere di fissarlo. Poi si accorse anche della donna, e qui si stupì ancora di più.
- Professoressa, Ace- li saluta.
Nico Robin ed Ace si girarono verso di lei nello stesso esatto momento.
- Tu- sussurrò il ragazzo, ma senza farsi sentire da terzi.
Nico Robin invece la guardò incuriosita, accennando un sorriso.
-Li conosci?- le sussurrò Bibi.
Nami annuì – Più o meno-
- Chi sono?-
Ma prima che la rossa potesse risponderle Rufy disse sorridendo
- Ragazzi, questi sono Ace e Robin, mio fratello e mia sorella!-
- Fratello?! Sorella?! - fu l’esclamazione di tutti… tranne che di Nami che lo sapeva già.
- Scusa un attimo Rufy, ma perché portate cognomi diversi?- chiese la ragazza.
- Perché io sono nata dal primo matrimonio di mia madre, lui dal secondo- Robin aveva finalmente preso parola, ma Nami non era ancora contenta della spiegazione.
- Ed Ace?-
- Ace è nostro fratello adottivo, contenta?-
Nami annuì soddisfatta, girandosi nuovamente verso Bibi, ma una domanda di Robin, rivolta evidentemente a lei, la fece girare
- Come fai a conoscere Ace?- quante, quante complicazioni. “Ma perché non tengo le mie domande per me?” fu il pensiero della rossa prima di girarsi e dire con un sorriso tirato.
- Lunga storia-
- Il tempo ce l’abbiamo- disse Zoro, che, come gli altri si era messo ad ascoltare la donna.
La rossa fece per risponderle quando si sentì la suoneria del telefono; Nami prese il piccolo affare e guardo il nome che lampeggiava sul display. Il panico si impossessò di lei, ma fece finta di niente e con nonchalance disse
- Scusatemi ma devo andare, impegni che non ricordavo- poi prese la borsa, lo zaino e corse fuori dal bar diretta a casa.
Mentre se ne andava sentì lo sguardo di Ace su di se, si girò e alzò la mano in segno di saluto.
- Ci vediamo domani!- gridò sorridendo. Anche se dentro non sorrideva affatto. L’incontro con Arlong non avrebbe portato nulla di buono!
Nel frattempo, mentre Nami si allontanava, gli altri cominciarono a commentare la sua singolare uscita di scena:
- Ci ha lasciati così; senza neanche una spiegazione esauriente! -
- Ma che le è preso?!-
Ace e Bibi erano gli unici a rimanere in silenzio: Bibi perché ormai era abituata alle uscite improvvise dell’amica; Ace perché aveva notato qualcosa nella ragazza mentre osservava il display del cellulare, anche se ancora non riusciva a capire come facesse a vederci con quella benda rossa sugli occhi.
 
Nami spalancò la porta di casa trafelata e con il fiatone: aveva corso, sputato l’anima per arrivare in tempo; ma era in ritardo. Di soli tre minuti, ma comunque in ritardo.
- Nami cara- l’accolse con un sorriso che risultava falsissimo, almeno a Nami, Arlong.
- Arlong - rispose fredda la rossa.
- Sei in ritardo-
- Tre minuti. E prova a torcere anche un solo capello a Nojico e io…- disse con rabbia Nami.
- Tu cosa, bambolina!- la schernì l’uomo.
- Io non risponderò più delle mie azioni!- gli ringhiò contro la ragazza.
- E allora spiegami, mia cara Nami, cosa intendi fare!-
- Non sono affari che ti riguardano!- disse lei – Vado in camera ho una cosa da fare-
- Fermati! – poi, quando Nami si girò, le lanciò un pacco – Ecco la tua “missione” devi spiare due tipi che mi stanno dando dei fastidi. Poi, quando sarà il momento dovrai farli fuori. Capito o devo tirare in causa anche la tua adorata sorella?- 
- Non oserai…-
- Disobbediscimi e ti giuro che Nojico avrà vita breve!-
Nami se ne andò in camera fumando di rabbia. Prese il pacchetto che le aveva gettato Arlong, si sedette sul letto e cominciò a tirare fuori gli oggetti che c’erano all’interno: Una scatola, una busta e un rotolo di soldi.
Aprì la scatola. Dentro c’erano altre buste più piccole con dentro una polvere bianca, una pistola e dei proiettili.
 “Non riuscirò mai a usare questa cosa” pensò Nami gettando da parte, con disgusto, la pistola scarica “Neanche con un libretto delle istruzioni. Non riuscirei a uccidere nessuno”
Poi aprì la busta: le prime cose a scivolare fuori furono due foto, seguite poi da dei dossier. Nami prese in mano le foto:
una ritraeva un ragazzo biondo e con la carnagione pallida, che poteva avere forse l’età di Ace, c’era anche un nome: Sabo; la seconda fece sbiancare la ragazza, che gettò lontano da se il pezzo di carta lucida.
“Non posso! Non posso ucciderlo! Non posso uccidere Ace!”
   
 
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