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Autore: Immortal Lady    03/11/2015    1 recensioni
Tre i precedenti quindi tre saranno i successori, incarnazioni umane degli dei immortali, portatori dei loro poteri e antichi fardelli.
In principio i Viziati erano tre gemelli maschi, ora solo un blando legame familiare lega i possibili successori, ma hanno conservato come retaggio alcune caratteristiche che secoli prima distinguevano anche i gemelli .
Erano immagini speculari, i capelli color cenere, i lineamenti affilati e la carnagione troppo chiara per poterla definire appartenente ad un essere vivente. Gli occhi erano specchi di un gelido grigio, che mostravano l'assenza di qualsiasi emozione del proprietario. Solo e soltanto quando i tre erano occupati a compiere il loro lavoro di giudici i loro sguardi mostravano la vera essenza celata.
Iwkolor il primo, Jakolses il secondo e infine Vezixarc il terzo. Nomi aspri, duri e non fatti per essere ricordati per la loro bellezza ma per il potere che solo tali individui possedevano nel loro regno.
***
AVVERTENZA DI SERVIZIO il bollino arancione è dovuto alle descrizioni crude nelle battaglie, per il linguaggio e forse in futuro, in un futuro lontano lontano anche per ehm... altre ragioni da non si insomma escludere. ^////^
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Nuovo personaggio, Urahara Kisuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Sempre uno sconfinato grazie per aver messo la storia tra le seguite a :


Una tempesta d’amore a HeyCass per la sua presenza e le sue recensioni e per  _Light90_  che coraggiosamente mi ha messo negli autori preferiti.



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Undicesimo passo

&

Momenti parte due ( 1° muro abbattuto )

 

Pov Akarui

 

- Quindi, fammi capire, c’é stato un incidente stradale all’incrocio poco lontano dalla clinica -

 

- Esatto -

 

- Ci sono stati diversi feriti, tra cui alcuni gravi e Chad era in questa categoria. Lo hanno già trasferito all’ospedale ? -

 

- Si -

 

-... E come se la situazione non fosse abbastanza grave il parrocchetto é sparito nel nulla -

 

- No, la sorella di Ichigo, Yuzu, lo ha trovato quando é tornata sul luogo del’incidente, a quanto pare l'impatto lo ha sbalzato in un cespuglio. Lo hanno già portato nella stanza d’ospedale di Chad -

 

- … Capisco e fammi indovinare l’uccellino a parte le penne arruffate non ha subito danni, giusto ? -

 

- Vero, e solo le ferite riportate da Chad sono state fatte da un Hollow -

 

Stiro le gambe fuori dal mio letto con l'intenzione di mettermi seduta, per quanto fosse comodo e rilassante ero troppo inquieta per godermelo in quel momento. Appoggio i gomiti sulle cosce e mi pinzo la radice del naso strizzando gli occhi, passo una mano su di essi salendo fino a stringere alcune ciocche di capelli, poi torno a guardare il telefono dove l’ultimo messaggio ricevuto da Rukia illuminava lo schermo.

Con un'illuminazione prendo e compongo rapida un numero, aspetto mordendomi l'unghia del pollice sinistro.

 

“ Conosco un modo per tenerlo d'occhio in ospedale, scema io che non ci ho pensato subito che oggi era di turno… ”

 

La comunicazione inizia con qualche disturbo ma poi in breve il segnale si pulisce permettendomi di sentire un “ Pronto ? ”.

 

- Ayame, quando hai tempo potresti dare un occhiata ad un certo Chad ? Dovrebbe trovarsi in pronto soccorso… non voglio che gli venga la bella idea di sparire nella notte -


La mattina, circa le sei e mezza...


Apro di scatto gli occhi afferrando il telefono che stava emettendo una suoneria troppo alta per i miei ultra sensibili timpani mattinieri.

 

- Non mi sono addormentata stavo riposando un secondo gli occhi giur- -

 

La voce stanca di Ayame mi interrompe.

 

- Chad é scappato dall’ospedale insieme al parrocchetto -

 

Rimango ferma un secondo prima affondare la testa nel cuscino e cacciare un urlo liberatorio. Mi metto a strillare nella mia testa una moltitudine di insulti, per poi afflosciarmi depressa.

 

“ Sono rimasta sveglia pronta per un'eventuale fuga… ma quel disgraziato deve aver notato Ayame che lo teneva d’occhio e ha aspettato la fine del suo turno… se non fosse che ora lo sotterrerei a forza di pugni, riderei per la sua furbizia ”

 

Dopo averla ringraziata chiudo la telefonata con Ayame e chiamo Rukia con un diavolo per capello.

 

- Che è successo Akarui ? -

 

- Chad se n'è andato dall'ospedale, ve lo avevo detto di occuparvi subito del parrocchetto o sbaglio ?! Ora saremo costretti a rincorrerli in giro per Karakura ! Ci vediamo al massimo tra cinque minuti sul luogo dell'incidente, muovetevi -

 

Chiudo la chiamata senza troppe cerimonie e mi fiondo in bagno per darmi una sistemata veloce.


Meno di cinque minuti dopo...


- Akarui ! -

 

Ichigo e Rukia mi corrono incontro con espressioni serie e preoccupate. Mi avvicino e appena mi si fermano davanti inizio a dare disposizioni.

 

- Ichigo vai a controllare a scuola, anche se non credo sia li qualche nostro compagno potrebbe averlo visto questa mattina presto -

 

Ichigo annuisce senza dire ‘a’, conscio che la situazione fosse troppo grave per sprecare tempo in inutili discussioni, e la mia espressione seria avrebbe fatto desistere persino a un serial killer dall’avanzare pretese. Ichigo mi supera correndo spedito quando mi rivolgo a Rukia con espressione gelida.

 

- Tu controlla la zona commerciale, io mi occupo di quella industriale -

 

Sparisco in un battito di ciglia di Rukia, lasciando un gelido vuoto dove poco prima mi trovavo.

Ricompaio su un palo della luce, abbastanza in alto per permettermi la visione del circondario e di decidere di conseguenza la direzione da prendere, mi slancio e salto di tetto in tetto dirigendomi verso le fabbriche quasi fuori città.


Poco dopo...

 

Scivolo giù da una lastra rossa mezza arrugginita che probabilmente un tempo faceva parte di una qualche fabbrica, e punto senza esitazione verso un complesso di ferro abbandonato. All’entrata salto il catenaccio rotto che un tempo sbarrava l'ingresso ai curiosi.

Da lontano avevo notato come la struttura dismessa da anni avesse l'entrata aperta, non gli ho dato molta attenzione inizialmente perché non era raro che qualcuno violasse quel tipo di proprietà, ma poi con la coda dell'occhio ho notato come era stato rotto il catenaccio, sembrava strappato non tranciato da una tronchese.

 

“ Conosco pochi che possiedono una forza sufficiente per ridurre in quella maniera una catena ”

 

Noto con estrema soddisfazione alcune impronte misura cinquanta impresse nella polvere, attraversavano in lunghezza la struttura verso delle scale che portavano al piano superiore.

 

“ Bingo ”

 

Seguo senza indugio la pista e quando appoggio un piede sul primo scalino vengo sbalzata indietro da un'esplosione che fa tremare l'intera struttura. Il piano superiore inizia a collassare verso il basso avendo perso il sostegno già precario di alcune colonne portanti, rotolo sulla schiena e mi metto a carponi per poi rialzarmi.

Tossisco a causa dell'aria pregna di polvere mista a pezzetti di ferro, mi guardo intorno per trovare la causa di quell’improvviso macello e recuperare eventualmente il corpo ferito di Chad, il rumore di vetri rotti mi fa voltare e intravedere la prestante figura del ragazzo attraversare una finestra.

 

Sparisco per poi ricomparire all'esterno, sul tetto arrugginito di un edificio che avevo poco prima abbandonato, da li faccio di nuovo appena in tempo a intravedere una camicia Hawaiana rossa svoltare l'angolo di una strada. Sbuffo pulendomi il viso dalla polvere con un fazzoletto che avevo in tasca, recupero il telefono e richiamo l'ultimo numero nel registro delle chiamate, la voce affaticata dalla corsa di Rukia mi arriva all'orecchio.

 

- Non l'ho ancora trovato e ho appena sentito Ichigo, a scuola nessuno ha più visto e sentito Chad dopo ieri -

 

- L’ho trovato io, sta correndo verso il centro, informa Ichigo, io continuo a seguirlo -

 

Chiudo la telefonata e inizio l'inseguimento del ragazzo, e nel mentre mi occupo anche di alcuni piccoli Hollow che da terra stavano alle calcagna di Chad e del parrocchetto che si ostinava a portare con se. Fulmino gli esserini che scoppiano schizzando liquido verde e animaletti simili a sanguisughe in giro, schifata e sospettosa mi mantengo prudentemente lontana. Purtroppo ogni volta che mi occupavo degli Hollow perdevo di vista Chad e mi toccava correre sperando di avvistarlo, dopo la terza volta che sono costretta a rallentare a causa di un gruppetto più consistente perdo Chad. Mi metto le mani nei capelli.

 

- E adesso dove cazzo é finito ?! -

 

Il telefono suona e rispondo subito alla chiamata.

 

- Ho perso di vista Chad -

 

- Riuniamoci, vieni all'incrocio del negozio di alimentari Kasakibe -

 

Neanche il tempo di chiudere la chiamata che sono alle loro spalle.

 

- Sono qui -

 

Dico chiudendo lo schermo del cellulare e riponendolo in tasca, entrambi si voltano di scatto guardandomi allucinati ma Rukia, a differenza di Ichigo, si riprende rapidamente oramai abituata alla velocità con cui mi muovo, alzo un sopracciglio verso il fragolino.

 

- Riprenditi Ichigo, non abbiamo tempo da perdere -

 

- Si, hai ragione -

 

Mi volto verso Rukia.

 

- Qualche notizia dai tuoi piani alti ? -

 

La moretta scuote la testa.

 

- Nessun ordine mi è stato inoltrato, niente neanche sul radar di cui è dotato il mio telefono, nessun Hollow si trova in questo mondo ora -

 

- Io mi sono già occupata di alcuni Hollow. Erano piccoli, verdi e stavano inseguendo Chad, anche se li eliminavo continuavano a comparire ed è a causa loro se ho perso di vista Chad -

 

“ Anche se mi sembra davvero strano... quei cosini erano stupidi, mi si lanciavano contro senza logica… deve esserci qualcuno che li comanda e gli da istruzioni su come agire, è quindi probabile che non si trovi qui ma nell’Hueco Mondo al sicuro, pronto ad agire quando la preda sarà ormai troppo stanca per scappare ”

 

- Quel bastardo -

 

Mi ritrovo a sussurrare a fior di labbra mentre mi copro la bocca con una mano, alzo gli occhi verso Ichigo che stava parlando.

 

- Cazzo ! Chad é il bersaglio di un Hollow… sarà troppo tardi se agiremo dopo il suo attacco… devo fare qualcosa… -

 

Spalanca gli occhi dopo un secondo di stasi.

 

- Ma certo ! Il parrocchetto che Chad portava con se ! Posso localizzare l'aura dello spirito dentro di lui ! -

 

- Cosa ?! No non è possibile ! -

 

Mi pietrifico sul posto sconvolta, mentre Rukia spalanca gli occhi scioccata da ciò che stava facendo Ichigo, il quale chiude gli occhi concentrandosi al massimo delle sue capacità.

Il tempo di un battito di ciglia, senza che potessi oppormi a ciò, la sensazione di dejavu mi fa contrarre lo stomaco, la vista sfoca rendendo la figura di Ichigo e di ciò che mi circonda vacua e remota.  

Questa volta non riesco a impedire ad uno dei tanti ricordi, che pensavo di aver seppellito nei recessi della mia anima, di ritornare a galla, e di sovrapporsi alla realtà, non posso fare altro che assistervi come spettatore esterno.


Momento Flashback


Troppo tesa e sospettosa analizzo ciò che il mio campo visivo identifica, riconosco dopo pochi secondi gli alberi spogli e il tappeto di foglie, soffice e colorato, che ricopriva l'esterno della casa in cui un tempo vivevo insieme a tutta la mia famiglia.

 

Mi ricordo...

 

Giro la testa desiderosa di fare mio tutto ciò che mi circonda, dalle travi dipinte di verde del porticato, alla sedia a dondolo di legno dove io e mio fratello ci addormentavamo sempre in estate, inalo, con gli occhi puntati verso il cielo plumbeo, il leggero profumo di erbe proveniente dalla cucina. Stiro le labbra inspirando tutti quegli odori, colori e sensazioni che travolgenti mi fanno pungere gli occhi.

 

Sgrano gli occhi quando una figura oscura il sole passandomi accanto da destra, era avvolta da uno spesso, scuro e consunto cappotto di lana, con il bavero che quasi gli copre l'intera faccia. Non avrei comunque mai potuto confondere quella chioma bionda arruffata e l'andatura sicura un po’ dondolante.

Neanche dopo dodici anni.

 

Lui… È proprio lui...

 

“ Papà ! ”

 

Papà…

 

Tremo ad ogni sillaba di quella parola che mi ritrovo a mormorare e quando si volta verso chi lo aveva chiamato, mio fratello nel ricordo, scivolo a terra e mi abbraccio le gambe nascondendovi la testa in mezzo. Cerco di trattenere tutte quelle emozioni che mi avrebbero portata a scoppiare sia a ridere che a piangere, per il disperato sollievo che quella visione mi avrebbe donato all’anima.

 

Sei decisamente la ragazza più repressa che esista su questo mondo…

 

Stringo i pugni e alzo la testa trovandomi a pochi centimetri da quel sorriso che non vedevo l'ora di non vedere mai più.

 

Perché non la smetti di riportarmi alla memoria queste cose… non ho il tempo per rimanere ancorata al passato…

 

La sua risata di scherno mi provoca brividi persino alle ossa.

 

Avrai anche meno tempo se continuerai cocciuta a non voler vedere… puoi scappare nel posto più lontano, duro e impervio di questo mondo ma cara

 

Mi afferra saldamente il braccio destro girandomi e costringendomi ad assistere al primo allenamento che mio padre ci fece, con l'aiuto del giovane ragazzo con gli occhi bicromatici,  Cornelius. Il fiato gelido dell’“uomo” mi punge la pelle del collo quando sussurra ad un pelo dal mio orecchio.

 

Non si sfugge mai da se stessi

 

Bastardo…

 

Sillabo mentre guardo a forza la scena, la mia versione miniaturizzata era affiancata da sinistra da Nenshō e da destra, a un passo di distanza, da Cornelius.

 

Ti ricordi come ti aveva recuperata impedendoti di cadere a terra ? Un vero gentil giovane ! Era pure il pupillo di Enea, quindi si dovrebbero spiegare molte cose del suo comportamento… o forse no…

 

I miei nervi vengono messi a dura prova dalla sua risata insinuante, era strano ma quelle parole mi riportano alla mente dei particolari e alcuni atteggiamenti.

Sfuggo alla presa dell’albino isterico alle mie spalle con una smorfia indecisa, mi volto a guardare Cornelius tentando di schiarirmi le idee confuse.

Era fermo con le mani ben nascoste in tasca mentre osservava interessato le figure più piccole poco lontane da lui, quando i suoi occhi si focalizzano sulla mia chioma bionda un lampo strano scosse le sue iridi, stringe le labbra voltandosi guardingo alle spalle proprio dove ero ferma ad osservare la scena.

Mi specchio con nostalgia in quelle iridi azzurre e oro, faccio un paio di passi avvicinandomi sempre di più, mi fermo a poco meno di due passi da lui e allungo una mano avvicinandola al suo viso, alla sua guancia pallida colorata di rosso a causa del freddo di quella mattina tanto lontana.

 

Oh~ attenta potresti fare qualcosa di altamente umano cara

 

Blocco la mano alle parole dell’albino, abbasso il braccio fino a riportarlo accanto al fianco, sul punto di abbassare anche la testa Cornelius sorride nella mia direzione mentre un rossore non dovuto al freddo gli imporpora le guance. Socchiudo la bocca meravigliata.

 
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Di nuovo l’alito gelido mi accarezza l’orecchio quando il mio “ sequestratore ” parla.

 

Non ti ricordi perché Cornelius é stato sempre presente, vero ?

 

Io…

 

Mi stringo la testa tra le mani, ci penso, ci penso davvero, ma mi causo solo delle fitte al cervello ogni volta che penso di arrivare alla risposta.

Ecco perché non voglio ricordare, io non riesco neanche a ricordare.

Mi prendo la testa tra le mani tentando di placare il dolore, cosa che non accade perché inizia ad amplificarsi in modo esponenziale, mugugno per la sofferenza accasciandomi a terra e stringendo gli occhi che iniziano a sfocare il ricordo che stavo vivendo.

 

Oh nono, non ti lascerò andare così facilmente, questo é solo l’inizio del tuo viaggio !

 

Uh...

 

Due mani d’alabastro scivolano e accarezzano la mia testa togliendo le mie mani, sento alle spalle la presenza dell’albino, ma non mi scosto, non questa volta. Non vi erano fini strani in quelle azioni, sentivo che era diverso, e la cosa mi stupii tanto che inizialmente le assecondai rilassandomi.

 

Sono presenti troppi blocchi nella tua mente e non puoi forzarli tutti insieme, andiamo per gradi col primo...     

 

Sospiro sollevata quando il dolore si attenua, mormoro con un filo di voce ancora stordita.

 

Non mi hai ancora detto il tuo nome…

 

Riesco a sentire a pelle le sue pallide labbra piegarsi in un ghigno enigmatico.

 

E’ ancora troppo presto perché tu ti ricordi chi sono immagino… se vuoi puoi chiamarmi il tuo re ♥

 

Arriccio le labbra scostandomi dalla figura, mi massaggio gli occhi per poi girarmi e forse, per la prima volta, guardarlo negli occhi. Erano grigi, saturi di emozioni contrastanti, i capelli e la pelle erano bianchi, l’unico elemento colorato era il vestiario, cioè un kimono che risultava pregiato persino alla sola vista, dove vi erano rappresentate varie fantasie e colorato con una moltitudine di sfumature. Ghigna, mostrando dei denti altrettanto bianchi e affilati, aspettando pazientemente che finissi di inquadrarlo e gli dessi una risposta.

 

Penso che ti chiamerò Keishō no seishin (*)

 

Sbatte le palpebre tre volte prima di gonfiare in modo molto infantile le guance, facendo sfumare la serietà del momento e rendere il suo aspetto meno inquietante.

 

Che crudeltà che mi fai ! E io che ti devo pure aiutare tsè ! Un po’ di rispetto è debito e-

 

Siamo legati no ?

 

Lo interrompo nel bel mezzo della sua tragedia personale stile pensionato, tempo poco che probabilmente avrebbe iniziato a inveire sulla scarsa educazione delle nuove generazioni. Per carità.

 

Certo che si ! Te l'ho pure detto la scorsa volta no ?!

 

Allora tu sai già come sono fatta no ? Alloggi in pianta stabile nella mia testa, credo proprio che tu abbia assodato come ragiono, no ?

 

Piega le labbra in una smorfia che mostra a chiare lettere ciò che pensa del mio cervello.

 

Diciamo che sei l'essere più eccentrico, anticonvenzionale, amorale, paranoico, permaloso e saccente che io abbia mai analizzato nella mia lunga vita.

 

Sbuffo col naso palesando il mio fastidio.

 

Se non ti piace puoi sempre cambiare dimora, io di certo non ti trattengo.

 

Mi sghignazza senza troppi complimenti in faccia.

 

Non abbandonerei mai la barca perché il capitano é mezzo suonato e poi c'è bisogno del mio intervento qua, ti sei già autodistrutta abbastanza in questi anni, da sola con i tuoi pensieri.

 

Stringo gli occhi riducendoli a due fessure.

 

Quindi vorresti prendere il comando tu immagino ?

 

Muove la testa a destra e a sinistra con un ghigno che mostra i denti appuntiti.

 

Uhm... si e no, devo pur trovare un modo per passare il tempo !

 

E quale modo migliore che rendere più nevrotica un adolescente.

 

Commento atona, in risposta ricevo due pollici alzati da parte dell'uomo. Sospiro scuotendo la testa, abbasso un attimo gli occhi e mi accorgo di una cosa.

 

Ma che diavolo è sta cosa…

 

Attorno al mio avambraccio era comparso un tatuaggio nero, che io sono sicura di non aver mai visto prima di quel momento. Traccio con un dito la linea affusolata del disegno, tentando di capire perché, di punto in bianco, avevo un rovo tatuato sul braccio.

 

È un sigillo, si è attivato quando tu mi hai permesso di abbattere il primo muro e ogni volta che un muro verrà abbattuto crescerà.

 

Alzo lo sguardo sospettosa, non avevo mai sentito parlare ne letto di un sigillo che comparisse e crescesse in quella maniera. Il ghigno serpentino che gli nacque sul volto dopo il mio pensiero mi rese ancor più sicura delle mie ipotesi.

 

O mi hai appena detto una balla colossale o hai omesso qualcosa di essenziale nella tua spiegazione… ma immagino che non mi dirai nulla ora… chi sei tu realmente ?

 

Sono un essere senza tempo

 

Disse facendo spallucce per niente turbato dal mio tono inquisitore.

 

Essere senza tempo… smettila di rispondermi in modo tanto evasivo, lo trovo inutile e odioso. Se sei qui a infestare la mia mente voglio conoscerne la ragione, e bada non voglio altra risposta che non sia la verità.

 

Ero stanca, troppe cose mi avevano scombussolato la testa e almeno ad una diavolo di domanda volevo una risposta degna di essere definita tale. Seishin, che fino a quel momento teneva le braccia incrociate al petto, gli occhi grigi puntati sulla mia faccia e un ghigno arrogante a piegare le labbra pallide, si prese il mento tra le dita piegando di poco a sinistra la testa. Lascia andare un sospiro fintamente angosciato, prima di puntare gli occhi davanti a se verso qualcosa o qualcuno alle mie spalle.

 

… Buffo come tu mi stia ponendo esattamente le stesse domande che mi pose tuo padre… dev'essere una caratteristica genetica quella di cercare di far quadrare sempre tutto…

 

Mi si avvicina con passi lenti, noto come il bordo del kimono striscia leggero a terra senza produrre rumore, rendendo la camminata di chi lo indossava silenziosa e regale. Quando Seishin è abbastanza vicino allunga una mano per prendere il mio mento in una presa decisa ma non dolorosa, non ghigna, non ride, mi osserva solo, tramortisce la mia volontà con quegli occhi troppo profondi e inumani cercando di leggere la mia anima. Per un momento le sue iridi mi appaiono tanto limpide da permettermi di vedere le mie d'oro riflesse, fu un secondo, ma riuscii persino a intravedere nitidamente un’emozione passarvi attraverso. Era compiaciuto, forse persino soddisfatto. Aggrotto le sopracciglia scostando lenta la sua mano, guidata più dall’abitudine del non avere troppi contatti che da un reale senso di fastidio.

Mi volto dandogli le spalle mordendo nervosamente il labbro inferiore, nascondo le mani in tasca e dirigo i miei occhi sull'uomo biondo al centro del prato. Era fermo, le spalle rilassate, gli occhi chiusi, le mani protette da un paio di guanti sfiorano il tessuto del cappotto, e dopo pochi attimi schiude leggermente le palpebre mostrando di poco l’iride gialla. Rimembro un attimo prima che accada che cosa mio padre quel giorno volle mostrarci, assisto alla comparsa di innumerevoli, lunghi, fili bianchi che vanno a coprire tutto il prato del retro della casa, spuntare dal terreno e puntare verso il cielo.

Alcuni sottili, altri più spessi, nessuno però mostrava un colore diverso dal bianco, sfioro con la mano un filamento poco lontano dalla mia mano destra, sbuffo dal naso con un tenero sorriso, poi riporto la mia totale attenzione su mio padre mentre Seishin mi affianca guardandosi attorno con espressione neutra.

 

“ Klare, Markus, vi spiego su cosa tratterà la vostra prima lezione, quelli che vedete sono Fili Spirituali, letteralmente voi ora state visualizzando l'aura di ogni spirito che calca questo suolo nell'arco di dieci kilometri, forte vero ?”

 

Accompagno la sua risata spensierata con uno sbuffo divertito.

 

Mi ero quasi dimenticata di questo episodio… Papà voleva che fossimo consapevoli dell'esistenza degli spiriti dei vivi, ma anche dei morti, senza mostrarceli veramente. Di come essi fossero legati alla terra e alle persone a cui sono vicine, della loro fragilità e di come fossero portati a perdersi nei peccati, di propria volontà o meno…

 

Seishin mi guarda per un attimo prima di alzare il braccio e tracciare una linea obliqua davanti a se, facendo sfumare il ricordo davanti ai miei occhi in una nebbia grigia che lenta ricostruiva la realtà da cui mi ero estraniata. Alzo gli occhi verso l'uomo incontrando la sua figura che inizia a sfocarsi nella nebbia.

 

È a causa di un peccato che sei costretto nella mia mente, vero ?

 

Distinguo con difficoltà un sorriso spento sul suo volto e quando parla le sue parole paiono ovattate da un filtro.

 

A volte capita di essere ciechi, io lo sono stato a mio tempo… tu stessa se non cambi la tua strada ti ritroverai intrappolata in un limbo… dovrai smettere di fuggire da te stessa… non rendere vano ciò che hai visto… ricorda tutto…

 

Io… ci proverò…

 

Ricorda, Anche un viaggio di mille miglia inizia da un primo passo (**)

 

Parli come se il mio viaggio possa avere una fine...

 

Mi fa un occhiolino prima di sparire, l'eco dell’ultima frase di Seishin mi rimbomba per un paio di secondi nella testa insieme alla mia risposta, prima che riaprissi gli occhi focalizzandoli sulla figura di Ichigo concentrato nell’eseguire l’evocazione dei Reiraku(***)


Fine momento Flashback


Dopo che Ichigo identifica e localizza lo spirito del parrocchetto ci mettiamo a correre dietro di lui, dopo due minuti Chad ci spunta davanti da una via laterale. Spalanca gli occhi ma non si ferma, svolta l’angolo con la gabbia stretta al petto correndo come un pazzo, Ichigo gli urla dietro.

 

- STUPIDO ! PERCHE’ SCAPPI ?! E’ PERICOLOSO PER LA TUA SALUTE- -

 

- … Ichi… -

 

Io e Rukia siamo costrette a frenare e fermarci per non sbattere contro Ichigo che si era fermato a guardare allucinato una ragazzina che a mala pena si tiene in piedi, anche se si stava sostenendo ad un palo della luce con un braccio.

 

- Co-cosa ti è successo ?! Fatichi a stare in- -

 

Ma neanche il tempo di finire la frase che la ragazzina, tentando di fare un passo, gli cedono le gambe e cade a terra. Rapido Ichigo gli corre incontro spaventato.

 

- KARIN ! -

 

- ICHIGO ! -

 

Scambio una rapida occhiata con Rukia che aveva richiamato Ichigo, mi mordo il labbro inferire innervosita dalla possibilità di perdere di nuovo di vista Chad e da come era ridotta la ragazzina.

 

- Portala a casa, io lo inseguo -

 

Ichigo, con la sorella tra le braccia fissa sconcertato Rukia.

 

- Che cosa stai dicendo ?! Non puoi- -

   

- ZITTO ! -

 

Lo secca sul posto Rukia, mi avvicino al ragazzo già sapendo cosa avrei dovuto fare.

 

- Sarebbe un problema lasciarla qui… perché ti distrarrebbe durante la battaglia. Se puoi capirmi allora vai ! Hai capito?! -

 

Ichigo incerto sposta gli occhi da Karin a Rukia prima di abbassarli sulla sorella.

 

- ... Rukia il tuo potere di combattere gli Hollow non è ancora tornato quindi… non sforzarti troppo -

 

Sorrido tra me e me quasi intenerita dalla frase di Ichigo, Rukia lo rassicura a modo suo.

 

- Pazzo, come se potessi fare lo sbaglio di farti preoccupare, Akarui... -

 

- Io seguo Ichigo, cerca di non allontanarti troppo da qui così potremmo fare per bene la nostra entrata in scena -

 

Scambio un sorriso complice con Rukia e dopo esserci urlati un “ A dopo ! ” collettivo riprendiamo a correre. Sperando che quella giornata finisca in fretta.   

 

  




 

(*) spirito dell'eredità.

(**) proverbio giapponese.

(***) fili spirituali.



 

In un angolo oscuro… prendo a testate ripetutamente il muro(?)

 

Soddisfatte/i vero ? E’ corto rispetto agli altri ma non riuscivo proprio a scriverlo in modo che mi piacesse, ho perso il conto delle volte che é stato riscritto sinceramente… é_è che stress.

Questa volta il momento dei ricordi l’ho strutturato in maniera diversa, essendo che Akarui non lo rivive di sua spontanea volontà, ma grazie alla “gentile” spintarella di Seishin-kun !

Personaggio di cui credo abbiate già intuito qualcosa, vero ?

Ero incerta se allegare anche l’immagine a cui mi sono ispirata per il suo aspetto… mah, vi lascio nel dubbio per ora va !   

Cornelius, Cornelius, Cornelius… avete identificato il soggetto spero, é abbastanza famoso. Amplierò la sua storia e il suo carattere in seguito, per cui riponete le accette, non é un banale pervertito come crede Seishin-kun… o almeno non totalmente...

Spero vi piaccia, il prossimo capitolo arriverà per il 17 Novembre.  

Alla prossima gente.

 

Saluti e ossequi.

Immortal Lady


 
   
 
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