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Autore: Rinalamisteriosa    23/02/2009    5 recensioni
[Liberamente ispirata a “Baby Merlin”, col permesso dell'autrice e a lei dedicata | REVISIONATA e purtroppo INCOMPIUTA]
Un corpicino minuto, dai capelli scuri e dagli occhioni azzurri e lucidi le si era avvicinato, tendendo le braccia e sperando che lei lo prendesse in braccio.
Morgana, con espressione dolce e materna, si alzò e lo sollevò da terra, abbracciandolo e cullandolo, mentre il piccolo Merlin le piangeva sul petto.
“Che cosa c'è, piccolino? Che cos'hai?” domandò piano, per non turbarlo ulteriormente.
Lui non le rispose. Si limitò a indicarle la porta, con il musetto imbronciato e le guance bagnate dalle lacrime.
“Non dirmi che Arthur ti ha trattato male...” ipotizzò, continuando a cullarlo.
Un cenno con la testolina le confermò che aveva pienamente ragione.
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
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Parte 2

 

 

 

 

Tu adesso rimani qui buono buono, intesi? si raccomandò il giovane principe, serio, puntando il dito contro un imbronciato Merlin, da poco seduto sopra un vecchio baule del castello di Camelot.

Ma trattandosi di un bambino - e di cinque anni, per giunta - non sarebbe stato facile per lui obbedire a quel diretto ordine.

Sentiva dentro di sé un impulso irrefrenabile di alzarsi e correre via, di giocare a nascondino, oppure di fare i dispetti a quell'adulto antipatico, che di bello e gentile non avrebbe mai avuto niente.

Nel preciso momento in cui Arthur si voltò, credendo di aver finalmente risolto il problema, ecco che il dispettoso Merlin attuò un piccolo balzo, e intrufolandosi tra l'apertura delle sue gambe fuggì.

“Acc... MERLIN! È la quarta volta che non ubbidisci! Ne avrai ancora per molto?” sbraitò Arthur, mettendosi una mani tra i capelli e ripensando ai tentativi precedenti, finiti tutti allo stesso modo.

E il bello era che tutti i mezzi per farlo stare buono, che si erano succeduti nel corso di un'ora, non erano serviti a nulla, e se andavano avanti così per tutta la giornata, sarebbe arrivato alla sera senza neanche la forza di reggersi in piedi.

“E adesso? Dove si sarà cacciato...” pensò, rassegnato, andando cauto alla sua ricerca.

Quella piccola peste, oltre a farlo impazzire, avrebbe potuto combinare grossi guai.

E chi ne avrebbe levato la colpa, se non colui che gli faceva da balia?

“Giuro che Morgana me la pagherà” si trovò a pensare, accelerando il passo.

 

 

Re Uther e altri autorevoli uomini del reame erano riuniti attorno ad una grande tavola rettangolare, con un vistoso stemma di Camelot raffigurato al centro di essa.

Con loro stava pure Gaius, medico di corte, invitato a prendere parte alla riunione dallo stesso sovrano.

Si sa che la curiosità è una caratteristica tipica dei bambini piccoli.

Merlin, dopo aver girovagato per i corridoi, vedendo davanti a sé uno spesso tendone blu dalle rifiniture dorate, non poté non avvicinarsi gioioso a questo, afferrarlo con le sue manine e strattonarlo.

Risultato?

Il bel tendone si strappò, rivelando il contenuto della stanza che avrebbe dovuto celare e che - guarda caso - era la stessa della riunione.

“Ops! Fatto guaio” farfugliò allarmato il bambino, vedendo rivolte verso di lui delle facce poco rassicuranti e arrabbiate.

Re Uther si alzò in piedi, scocciato, nel viso un’espressione grave.

“Che ci fa lui qui? Dove si trova Morgana? Non doveva badare a lui?”

Si guardò intorno, sperando di vedere la figliastra e di chiederle spiegazioni in merito.

Anche se non lo aveva rimproverato direttamente, a Merlin fece comunque paura e arretrò di un passo, con un ditino tremante alla bocca e una mano a stringere il tessuto di seta blu del tendone.

Anche Gaius si alzò.

“Probabilmente le è scappato... oh, Merlin!” sospirò il suo mentore, scuotendo il capo.

Al bambino stavano salendo le lacrime agli occhi.

Lui non l'aveva fatto apposta. Non voleva rompere la tenda, ma solo giocarci!

Perché gli adulti non arrivano mai a comprendere le necessità dei bambini?

“Lo porto fuori, sire” aggiunse Gaius, prendendogli il braccio per trascinarlo fuori, mentre i presenti parlottarono a bassa voce tra di loro.

 

 

“Oh, Merlin, allora non è solo il fisico ad essere regredito allo stato infantile...” ipotizzò ad alta voce Gaius.

“Io non volevo... io n-non fatto apposta!” mormorò il piccolo, la vocina sottile e gli occhi lucidi.

“Lo so, Merlin. Lo capisco”.

Gli diede una carezza sulla testolina scura. In fondo sapeva che era vero, che non era realmente colpa sua, bensì di una magia misteriosa.

Ma avrebbe continuato a studiare la strana faccenda, su questo non c'erano dubbi.

Intanto il principe Arthur, stanco e trafelato, li raggiunse correndo.

“Eccoti qui, brutto monello! Spero che non abbia fatto guai...” fece Arthur guardando in tralice Merlin, per poi fermarsi a riprendere fiato, il capo chino e le mani sulle ginocchia.

“Tranquillo. Ha solo rotto un tendone reale” lo informò pazientemente Gaius. “Quello della sala delle riunioni”.

“Cosa?! E mio padre?”

“È arrabbiato, ma gli passerà”.

“Ah! Benissimo! Ecco la prima grana che mi tocca sopportare: dannata Morgana! Mi ha affidato il bambino, quindi se ne laverà le mani!”

“Oh, io invece trovo sia una splendida idea” commentò stranamente divertito il vecchio.

“Che cosa intende?” chiese il giovane, confuso.

“È una splendida idea, Mio Signore, perché se lei un giorno diverrà padre, comincerà a fare pratica già da ora gli disse, guardandolo come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Arthur non era d'accordo.

Se diverrò padre, mio figlio crescerà sicuramente più intelligente di questo... EHI!”

Sentendosi tirato in ballo, il bambino aveva subitamente pestato il piede al giovane, che si piegò a cacciarlo dalla parte lesa.

“Forse non è così stupido come affermate, Sire” proferì Gaius, andandosene via, le mani dietro la schiena e tanta voglia di fischiare un motivetto allegro.

“Stupido vecchio, non capisce... AHI! Ancora?!” sbraitò Arthur, mentre Merlin lo guardava di traverso.

Allora gli diede le spalle, per poi scoppiare a piangere all'improvviso, urlando: “WEEE! Fame... ho fame! Voglio la pappa! WEEE!”.

Arthur era dell'idea che il suo cervello già provato non avrebbe retto, che sarebbe di certo esploso con gli strilli isterici e infantili del piccolo valletto.

“D'accordo! D'ACCORDO!” alzò la voce, quel tanto che bastava per sovrastarlo.

Merlin sembrò capire la sua irritazione: smise di urlare, calmandosi, nonostante gli occhi e le guance fossero ancora umidi di pianto.

Il principe, rassegnato, lo prese in braccio e si avviarono insieme verso le cucine reali.

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

Ecco il tanto atteso secondo capitolo! ^^

 

Care, spero di non avervi deluso.

 

Fatemi sapere! E se volete darmi anche critiche e consigli, prego ^^ io accetto tutto!

 

Intanto, ringrazio di cuore hay_chan, Sammy Malfoy (Grazie mille! E alla tua domanda rispondo: " Seguimi fino all'epilogo, lì potrei farlo tornare normale!” XD), antote, bacinaru, shurei, Ransi (Non lo so se era bricconcello XD però a me serve così, quindi... Ah, dimenticavo: grazie! ^_^), valerya90 e chi ha messo quest’idea nei preferiti.

 

Un saluto e un bacione a tutti... alla prossima! ^^

 

Rinalamisteriosa

 

 

 

  
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