«Ti sei mai chiesto perché siamo tutti così spaventati dall'esprimere i nostri sentimenti o i nostri pensieri su qualcuno? Insomma, perché diventa così difficile dichiarare ad una persona quanto le vogliamo bene, quanto ci piaccia parlare con lei e trascorrere insieme il tempo? Io, poi, sono dell'idea che si debbano esprimere i propri sentimenti alle persone guardandole negli occhi. Bisogna avere coraggio, ed il coraggio sta nel potersi dichiarare direttamente. Se non si ha questa forza, penso allora che le emozioni debbano rimanere segrete. Per questo rimango in silenzio troppo spesso».
Joyce aveva le sue dita tra le mani e ci giocava mentre fissava il soffitto di travi di legno. Erano sdraiati affianco al divano: non avevano neanche pensato di sedervisi, perché non sentivano il freddo del pavimento, o la sua scomodità.
C’erano lui e lei, ed i loro cuori erano caldi, e questo bastava.
Non che Joyce sia mai stata innamorata di Yorke.
Yorke si perse per qualche minuto nei vortici creati dai nodi del legno, poi rispose.
«Penso che sia perché gli esseri umani sono tali proprio a causa delle emozioni.
Nessuno può conoscere i pensieri, o prevedere le reazioni degli altri e tutti abbiamo paura dell'ignoto. Se io dicessi a qualcuno quello che penso e provo seriamente, che sia amore o amicizia, non saprei come reagirebbe.
E se non la pensasse allo stesso modo?», si voltò verso di lei, e la guardò dritta negli occhi. Non appena Joyce si voltò a guardare i suoi, distolse lo sguardo e continuò.
«Sostanzialmente, siamo divorati dal timore delle conseguenze che potrebbero causare le dichiarazioni. E lo siamo, perché siamo umani. È la natura. Non ci sono molte spiegazioni. C'è chi lo è di più o di meno, ma non chi non lo è».
Joyce mollò la sua mano e si mise a sedere. Lo guardava dall'alto con un'espressione confusa.
«Chiaro, ma anche quando i nostri sentimenti sono palesi, a volte non riusciamo ad esprimerli. Non ti succede mai di essere sul punto di dire qualcosa, che vuoi più di ogni altra cosa condividere, e ci sei davvero, davvero quasi, ma alla fine non ci riesci? E magari questi piccoli segreti potrebbero cambiare tutto»
Yorke si soffermò ad osservare le sue ciglia lunghe.
Ci fu un lungo momento di silenzio, durante il quale si fissarono.
Nessuna parola. Solo il suono dei loro respiri e il rumore del fuoco che bruciava la legna nel camino.
«Per me è uno sforzo disumano».
Joyce aveva le sue dita tra le mani e ci giocava mentre fissava il soffitto di travi di legno. Erano sdraiati affianco al divano: non avevano neanche pensato di sedervisi, perché non sentivano il freddo del pavimento, o la sua scomodità.
C’erano lui e lei, ed i loro cuori erano caldi, e questo bastava.
Non che Joyce sia mai stata innamorata di Yorke.
Yorke si perse per qualche minuto nei vortici creati dai nodi del legno, poi rispose.
«Penso che sia perché gli esseri umani sono tali proprio a causa delle emozioni.
Nessuno può conoscere i pensieri, o prevedere le reazioni degli altri e tutti abbiamo paura dell'ignoto. Se io dicessi a qualcuno quello che penso e provo seriamente, che sia amore o amicizia, non saprei come reagirebbe.
E se non la pensasse allo stesso modo?», si voltò verso di lei, e la guardò dritta negli occhi. Non appena Joyce si voltò a guardare i suoi, distolse lo sguardo e continuò.
«Sostanzialmente, siamo divorati dal timore delle conseguenze che potrebbero causare le dichiarazioni. E lo siamo, perché siamo umani. È la natura. Non ci sono molte spiegazioni. C'è chi lo è di più o di meno, ma non chi non lo è».
Joyce mollò la sua mano e si mise a sedere. Lo guardava dall'alto con un'espressione confusa.
«Chiaro, ma anche quando i nostri sentimenti sono palesi, a volte non riusciamo ad esprimerli. Non ti succede mai di essere sul punto di dire qualcosa, che vuoi più di ogni altra cosa condividere, e ci sei davvero, davvero quasi, ma alla fine non ci riesci? E magari questi piccoli segreti potrebbero cambiare tutto»
Yorke si soffermò ad osservare le sue ciglia lunghe.
Ci fu un lungo momento di silenzio, durante il quale si fissarono.
Nessuna parola. Solo il suono dei loro respiri e il rumore del fuoco che bruciava la legna nel camino.
«Per me è uno sforzo disumano».